Non smetterò mai di ringraziare la mia famiglia per avermi abituato da piccola alla vita di campeggio, fatta di piccoli spazi e di code alla lavatrice, di turni e condivisione. Anche se ora frequento ben poco tende e roulotte mi rendo conto che questa sia una grande scuola di vita, un modo di pensare e di rapportarsi agli altri, che quando lo si accetta permette di sopportare molto altro ancora. La mia versione adulta della vita di campeggio sono gli ostelli, i viaggi di gruppo e la ricerca di altre esperienze, che però saranno oggetto di un altro racconto. ora torno a milano.


Sono al secondo anno di vita in 18 metri quadrati, una superficie che in molte case “normali” è occupata dalla cucina o poco più e che invece per me rappresenta il totale: stanza con letto-divano, mensole, armadi (due piccoli ma ergonomici), bagno e alcuni spazi soppalcati, con il prezioso contributo di un terrazzino di due metri quadrati supplementari, quelli che fanno la differenza.


18metriquadri?? ma come fai? decine di persone me lo chiedono e io con pazienza lo spiego a tutti senza toni di autocommiserazione, anche con disegno esplicativo. Quando ottengo una mezza approvazione ma senza comprensione rincaro la dose dicendo che sto al quarto piano senza ascensore, e lì devo iniziare daccapo a spiegare che è comunque un posto bello, anzi bellissimo.


Ogni tanto si rompe qualcosa e ho imparato a fare io molte cose, man mano che scopro quanto spenderei se chiamassi un tecnico. me ne sono successe varie: un simpatico amico di amici per estrarre il sacchettino dei ghiaccioli mi ha rotto il frigorifero nuovo, naturalmente la scorsa estate quando frutta e verdura avevano decisamente bisogno di un fresco rifugio. La zia di mestre ha provvidenzialmente tirato fuori dal garage un frigo inutilizzato e troppo grande per stare nell’incasso dell’altro, che dopo adeguata pulizia da allora fa il suo mestiere egregiamente in un’altra cavità dell’angolo cottura.


Dopo avere speso 10 euro per arruolare gli elettricisti condominiali di passaggio, fargli fare due buchi con il trapano e infilare le staffe a sostegno delle mensole ho pensato che non volevo scialacquare oltre e ho scoperto che il trapano non è poi un attrezzo così difficile. Così, a parte il fastidioso zzzz mi è bastato poggiarmi bene sulle gambe e puntare la parete piastrellata del bagno dove mancava il braccio della doccia. Anche dipingere le pareti è stato faticoso ma per nulla difficile, ora aspetto solo che qualcuno mi presti una scala leggera e sono pronta per dipingere pure il soffitto.
In realtà mi mancano molte cose in casa, dalla televisione che però non voglio assolutamente alla linea telefonica che magari mi farò, anche solo per non spendere soldi ogni volta che devo scaricare la posta. la lavatrice è il mio solo cruccio,che però costa una follia perché deve essere piccola per stare nell’unico spazio disponibile. Se è vero che danno quelle da 1,5 kg in offerta mi sa che ne cercherò una in qualche centro commerciale. Anzi, è un sacco di tempo che non vado all’ikea ed è giunta l’ora di andarci. presto.


In teoria mancano le piante che fanno tanto arredamento ma che stando sempre fuori e dentro casa rischiano di morire (è già successo). Non mi resta che provare a piantare piante grasse e pothus, quel mostro indistruttibile dalle foglie verdi gialline che produce rami tipo liana, sempre più lunghi.


Non ho voglia di descrivere nel dettaglio il mio piccolo nido, ho sentito le cose più pittoresche uscire dalla bocca di svariati ospiti. Preferisco infatti invitare la gente di persona e lasciarli verificare pregi e difetti della mia sistemazione. Abbiamo più volte dormito in due e comodamente, e alcune volte in tre: incredibile no? Abbiamo mangiato una volta in sette, stretti e immobili, alcune volte in quattro e spesso in due-tre. Alcuni sono scappati senza farsi più vedere, altri tornano e non solo per convenienza. C’è l’amica che fa periodicamente il corso al fine settimana e la cugina psicologa che concorre a una specializzazione sui suoi bambini disagiati, ci sono gli amici che salgono per l’unico concerto italiano dei red hot chili peppers a san siro e qualcun altro di passaggio.


Ci sono pure i fidanzati di turno e, lo prometto, troverò spazio per parlarne, non ora però.

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1 Commento

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dunque carissima mi sa che questa domenica vi raggiungo alla mostra e ne sono felice, mentre la prossima dimora che potrai visitare in futuro non è il mio nido di via mameli. l’ho lasciato ahimè tre anni fa in cerca di una soluzione abitativa migliore, e ho invece trovato un’altra cosa. hai presente la differenza tra l’amore e il calesse? e pure da là mi sono appena staccata con il trasloco di cui ti ho parlato. quindi basta milano come sede, ora sto in un posto che più diverso non si può e che presto vi racconterò. arrivederci dunque online e grazie x le tue belle parole.

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