Nonostante il tiratardi di ieri notte, alle 9 sono già in piedi per sfruttare l’unica doccia del corridoio, faccio colazione alle 10.30 ed esco, da solo, per inaugurare a modo mio il nuovo anno. Armato della fedele macchina Olimpia, in una mattinata meno fredda dell’anno scorso entro nella chiesa protestante dedicata a Ludwig (?) dove sta iniziando la messa, i fedeli sono pochi ma decisamente compresi nella parte. Poi in bus vado dalle parti dello Zoo e punto sul monumento eretto nel 1986, 2 enormi anelli di una catena in Kurfürstendamm già visti in tante guide, che rappresentano la riunificazione di Berlino. Proseguo verso il viale fermandomi qualche minuto davanti a uno schermo con le sconvolgenti immagini dello tsunami che il 26 dicembre ha flagellato il Sud est asiatico, rifletto sulle migliaia di vite perdute come monito a ricordare quanto la razza umana sia debole di fronte alla forza ed all’immensità della Natura. Torno in pensione e alle 13 usciamo tutti insieme per andare al Berliner Dom dove ascolteremo il Concerto di Capodanno. Il luogo è magico e ha un’acustica eccezionale, siamo al primo piano dell’edificio e il programma che ascolteremo comprende la Sinfonia Salisburghese e l’Adagio per clarinetto e Orchestra di Mozart, poi le Quattro Stagioni di Vivaldi. Passiamo 90 minuti in perfetta beatitudine, lontani dai musicisti ma sufficientemente vicini per assaporare le emozioni che gli strumenti riescono ad esprimere; intorno a noi tanti altri appassionati seguono il concerto, molti a occhi chiusi forse per assaporare al meglio le note o per mascherare la stanchezza della notte appena trascorsa. Uscendo tentiamo di scampare al gelo dell’inizio d’anno rintanandoci in un caffè, ma pochi riescono ad ospitare una così ampia rappresentativa italiana; riusciamo a entrare da Alex, grande caffè nei pressi di Alexanderplatz, e più che rifocillarci, la sosta ha il compito primario di … riscaldarci.

Puntiamo alla pensione perdendo qualche ragazza per strada, poi andiamo da Grossbeerenkeller a Kreuzberg, una caratteristica taverna berlinese dove ci attendono le 3 disperse. Seguendo le indicazioni della guida, la maggior parte di noi ordina l’aringa, i piatti che arrivano sembra che non la contengano ma essa è là, tanta e cruda, sotto un imponente strato di maionese, pronta a restarci sullo stomaco ben oltre le canoniche 3h! Va meglio a Maria Grazia con uno stupendo maialino affumicato, poi non v’è nulla di meglio per digerire che una bella camminata al gelo, e così andiamo fino all’inizio della Friedrichstrasse, dove una bellissima statua ramata ritrae uno dei tanti angeli di Berlino. In pensione proviamo a stemperare le tensioni contando sul pandoro e lo spumante, portati da Roberta e Rosetta, ma l’attesa per la chiusura della cassa comune, che la coordinatrice ed Alessandro stanno tenendo nella nostra stanza, è lunga, così restiamo in pochi a brindare al nuovo anno.

Mi ci voleva proprio un concerto così per iniziare il nuovo anno con serenità, in buona compagnia. Ho un grande bisogno di girare pagina e le splendide note che ascoltiamo nel Duomo sono la colonna sonora ideale della vita che va avanti e che spero mi riservi presto buone nuove. Mi riconcilio con un gruppo difficile, poco autosufficiente e mai pronto a guardare oltre il proprio naso, che mi sta sempre attaccato ogni volta che bisogna muoversi anche per spostamenti banali. Setaccio serenamente senza fare inutili bilanci un anno che finalmente è passato, e che lentamente lascio dietro di me. Guardiamo avanti pensando anche stavolta a chi mi sostiene nella vita: la famiglia e le amiche.

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