C’è un motivo preciso per guardare l’orologio, è una sorpresa che voglio fare a me, che ancora non ci sono stata, ma soprattutto al gruppo a cui prometto di mostrare un tramonto speciale, anche se non ho idea di cosa questo significhi. Risaliamo trafelati la falesia rossa…
poi giù per il sentiero e la strada, prendiamo al volo il bus delle 18,30 da Akrotyri e scendiamo all’angolo di Pyrgos, un villaggio arroccato in cima a una collina sulla nostra destra. Quanta strada dobbiamo fare, svelti svelti che arriva il tramonto! Chiedo al benzinaio comunista se Franco’s è lassù: sì certo in cima alla collina, saranno dieci minuti a piedi.
Sulla direzione mi fido, sui tempi no, ma questo tipo mi è simpatico perché porta un cappellino rosso con la visiera e l’immagine nera di Che Guevara, proprio come la mia bandana che viene da Cuba. Sorrido, proseguiamo.
Lo stradone costeggia i vigneti bassi che danno l’Assyrtiko e gli altri pregiati vini di Santorini.
All’ingresso del villaggio vi sono case moderne e alcuni locali, poi delle larghe scalinate sulla sinistra che tra vecchie case salgono verso il castello, una fortezza veneziana del XVIII secolo. Il colore è il senso dominante in questo momento, in un luogo magico dove non siamo soli ma c’è uno straordinario silenzio.
Vi sono già le tonalità pazzesche del tramonto, quelle pennellate di luce che accendono gli edifici: casette, giardini, chiese.
Li osserviamo emozionati mentre saliamo ai vicoli più alti, praticamente un labirinto dove siamo rapiti dalla Bellezza. La chiesetta dove facciamo una tappa rompe il nostro silenzio: sostiamo in un piccolo sagrato per scattare foto, sovrastati da tante bandierine colorate mentre ascoltiamo la messa cantata che si svolge al suo interno. Sono così emozionata che non vorrei muovermi, chi è entrato ha detto che un grosso prete con una tonaca scura sta predicando a pochi fedeli, voltando loro le spalle secondo il rito ortodosso, immagino. Roberta, ma in che posto ci hai portato? Qui è pazzesco!
Un po’ me l’aspettavo ma siamo oltre l’immaginabile, e non è finito.
Con un ultimo scatto siamo in un altro sagrato di un’altra chiesa, dove frecce rassicuranti ci conducono infine al Franco’s café.
Siamo nuovamente rapiti da un suono: le note di musica classica che faranno da sottofondo al nostro aperitivo.
Prendiamo posto nei divanetti in seconda fila, la prima è affollata di coppiette che osservano il calar del sole oltre la vetrata protettiva. Il gusto per la bellezza qui è esercitato alla perfezione, si può stare comodamente seduti sorseggiando un drink, o proseguire oltre un muretto per appoggiarsi alle calde pareti della fortezza, belle da guardare e da toccare.
Lo sguardo spazia libero tra mura, tetti, edifici sino al mare e alla caldera, sulla quale si sta posando una grossa palla rossa…
Parentesi: 1 – la batteria del cellulare ovviamente finisce appena arrivo quassù, come faccio a fotografare? Il cameriere, gentilissimo, mi mette a disposizione una comoda presa di corrente e sorveglia il mio apparecchio per il tempo necessario a rianimarlo. 2 – gli unici che fanno casino siamo noi, molti partecipanti si comportano come fossimo in un normale locale per happy hour e nell’aria risuonano solo le loro voci, ho un bel dire Sshhh!!! Pare non lo capiscano, peccato perché un po’ ci perdiamo la poesia e disturbiamo gli altri avventori.
Alla fine il rito si consuma in pochi minuti, ognuno di noi è preso dai suoi pensieri che fluiscono liberamente. Ci guardiamo felici tra un brindisi e l’altro, la felicità è un attimo ma quando è condivisa è ancora meglio.
Il suono di un violino ci ha accompagnato in questi minuti, ora però abbiamo fame e se ci muoviamo verso Thira facciamo tardi. Provo a sfoderare una parola chiave che ha già avuto successo… Gyros. Da happy hour a happy gyros il passo è breve: mentre scendiamo, ancora ammaliati dallo spettacolo cui abbiamo assistito, chiedo di una gyroteca.
Taberna Mythos è il nome evocativo di questo locale semplice, sullo stradone, che ci sazia con ottimi gyros col gusto di mangiare con le mani.
Abbiamo ripreso vigore e chiacchieriamo animatamente. Mi aspetto che gli irriducibili vogliano fermarsi a Thira per andare in discoteca ma oggi va diversamente. Tra antipasti, gyros e frutta viene quasi mezzanotte e dobbiamo trovare la strada di casa. I bus per Thira passerebbero ogni 20 minuti, uno ci passa sotto il naso e dobbiamo aspettarne un altro al buio sulla strada. Per ingannare il tempo giochiamo a un due tre stella, se non arriva un bus siamo fregati. Cerco il numero dei taxi bus che abbiamo già usato, non rispondono. Ecco il bus!
Tra questa tratta e la seguente sino a Oia rientriamo dopo l’una, che stanchezza! Ma che bellissima giornata!!
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