Casa Zegna è stata la prima tappa di Destinazione Biella, educational tour a cui ho preso parte nel dicembre 2014. A Trivero, sopra Biella, si trovano il quartier generale di Ermenegildo Zegna, casa fondata nel 1810 (forse non tutti sanno che suo padre era orologiaio) ma anche la fondazione e l’Oasi Zegna. La strada panoramica su Trivero fu abbellita con centinaia di conifere già nell’Ottocento, con lo scopo preciso di coltivare la bellezza e rendere la montagna più viva e vivibile.

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Prima di entrare in “casa” ascoltiamo le presentazioni affidate ad Anna Zegna, una donna stupenda che mi emoziona per come parla e come si muove, trattandoci come ospiti di riguardo. Anna incarna l’anima della famiglia e il legame al territorio, ha un’aura intorno a sé che mescola il senso della famiglia, l’imprenditorialità e soprattutto la capacità di guardare lontano, con quella “piemontesità” che tanta parte ha avuto nella nascita dell’Italia.

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Inebriata dalla ricchezza degli allestimenti, che vanno ben oltre la bellezza dei prodotti e tessuti, e piacevolmente sorpresa dalla ricchissima storia di questa famiglia meravigliosa, io penso ancor oggi con orgoglio ai “raggiungimenti” (brutta traduzione del termine achievement) di un marchio sinonimo di qualità e stile. Lusso, sobrietà ed eleganza sono alcune cifre del marchio Zegna, un perfetto esempio del migliore Made in Italy che ha resistito agli scossoni del settore tessile un tempo assai fiorente in Piemonte, e ha attuato una globalizzazione intelligente, necessaria in una filiera produttiva che attinge il meglio delle materie prime nei cinque continenti. Ma col cuore sempre qui, a Biella. Dopo il saluto e la breve introduzione di Anna Zegna ella passa il testimone alla bravissima Linda Angeli, per la seconda volta mia guida, o angelo custode come preferisco chiamarla, in quel di Biella, come ho raccontato in questo post.

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Tra gli scopi della Fondazione vi sono la promozione della qualità della vita e la valorizzazione del territorio, in primis per gli operatori del gruppo e gli abitanti che, si sa, se lavorano bene vivono bene. Tra un paio di mesi i rododendri in fiore accenderanno l’Oasi Zegna di colori vivaci, quest’appuntamento è già segnato nella mia agenda. Vi sono anche importanti collaborazioni con enti che, in tutto il mondo, aiutano i più bisognosi con progetti specifici e ben documentati. Questa si chiama CSR, la responsabilità sociale d’impresa di cui tutti parlano ma che pochi mettono in pratica. C’è poi la filantropia assieme alla Fondazione Pistoletto, e ancora gli appuntamenti culturali che scandiscono i mesi dell’anno con mostre ed allestimenti di fotografie, abiti e tutto quanto ruota attorno a Biella e al mondo Zegna, assieme al Circuito Musei Impresa, di e con Assolombarda.

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La tutela ambientale è garantita con l’ampio utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, soprattutto solare e idroelettrica, non solo “in fabbrica”. Anche in Veneto la lavorazione dei tessuti si sviluppò in zone montane o pedemontane presso corsi d’acqua, analogamente alla lavorazione della carta.

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Al piano terra di Casa Zegna vi sono pannelli multilingue con la storia dettagliata della famiglia e un atelier diffuso con i capi che ne hanno fatto la storia dal Novecento ai giorni nostri. Potrei star equi per ore ad ammirare questo tripudio di bellezza e sobrietà, guardare ma non toccare. Che meraviglia!

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Grandi foto ritraggono i flagship store Zegna sparsi nel mondo. Mi fa sorridere l’immagine che porto dentro (e purtroppo solo dentro perché ahimè non l’ho fotografata) di Sukhbataar Square a Ulaan Bator, capitale della Mongolia. Qui nel luglio del 2011 passai un paio di giorni alla fine di un meraviglioso tour nella terra di Gengis Khan, dove il freddo estremo dell’inverno, con punte sino a -50°C, rende il vello di lana particolarmente fine e pregiato. Proprio qui, nella piazza centrale della città, dal 2008 c’è il flagship Zegna (accanto a Max Mara) con un logo davvero enorme, dove il mio occhio si è posato. Intere stanze del primo piano sono dedicate all’origine dei filati per aree geografiche e tematiche: alpaca e vigogna dal Sud America, kachemire dall’Asia, merino dall’Australia (Tasmania) e mohair dal Sud Africa. Il mondo delle fibre naturali è così affascinante che è come aprire un grande libro, potremmo parlare della filiera della seta per esempio, qui trattata con un processo di cardatura, proprio come fosse lana, per dare una sensazione di “calore” a chi l’indossa.

20141212_163146 20141212_163049 20141212_163030 La ricerca non si ferma mai, è una continua selezione di stoffe e materiali all’insegna dello stile Zegna.

Per salire le scale e accedere all’archivio passiamo accanto a grossi totem, casse di legno un tempo utilizzate come archivio e magazzino dei filati. Sono accomodati in una torsione che ricorda da una parte la torsione della lana e dall’altra il DNA della famiglia Zegna, sempre vivo e presente. Bellissimo!

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L’archivio fotografico Zegna contiene qualcosa come 600.000 fototipi, che negli ultimi anni sono stati digitalizzati, all’80%.

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Il gruppo Zegna dà lavoro a circa 7.000 dipendenti operanti su cinque aziende, sparse in tutto il mondo. Casa Zegna è aperta dal 2007 e nel 2010 è stata il fulcro delle celebrazioni per il centenario del gruppo. Lunga vita agli Zegna, avere cent’anni e non sentirli!

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