Lo scorso fine settimana in oltre trenta città italiane ha avuto luogo Buongiorno Ceramica, manifestazione dedicata all’antica arte che nei secoli ci ha dato oggetti di uso quotidiano e opere d’arte da ammirare, a cui sono dedicati diversi musei. In verità le città della ceramica non sono solo in Italia. Anche Spagna e Malta, per esempio, hanno ospitato gli appassionati arrivati per entrare in fabbriche e manifatture, aperte per l’occasione, e vedere le dimostrazioni dal vivo che ne illustravano le fasi produttive. Venerdì due giugno, festa della repubblica, sono stata tutto il giorno a Este in provincia di Padova. Avete presente Montagnana e Monselice, probabilmente le città murate più famose del basso Veneto? Ecco se non siete ancora stati a Este prendetevi del tempo per visitarla, vi assicuro che è un gioiellino e ne sarete soddisfatti. In un paio di giorni potrete esplorarla in centro e nelle periferie, a passo lento se possibile, a piedi e in bicicletta. Osservate i Colli Euganei che la sovrastano e il fiume Adige che l’ha vista nascere, che spesso l’ha minacciata ma ha avuto e ha un ruolo fondamentale per rendere fertile questa terra. Assaggiatene le specialità alimentari caratteristiche della lunga tradizione agricola. E ora seguitemi alla scoperta di Este città della ceramica.












Al mattino visito la necropoli paleoveneta
La necropoli è guardata a vista dai Colli Euganei che la proteggono e dall’Adige che scorre alle sue spalle, e la fabbrica di Este Ceramiche e Porcellane attiva da quasi trecento anni che ha attraversato la storia, dalla Repubblica di Venezia ai giorni nostri. Io sono appassionata di archeologia ed è un miracolo che non l’abbia scelta come percorso accademico, ma negli anni Ottanta partecipai a ben tre scavi dei Gruppi Archeologici assieme ad amici (e parenti) appassionati. In Toscana, alto Lazio e… in Inghilterra. Allora mi dissero che se volevo farne un mestiere dovevo prepararmi a ristrettezze economiche, oppure sposare un uomo ricco e vecchio (chissà perché). Non ho fatto nulla di tutto ciò ma sono felice di conservarla come una delle mie principali passioni. Scavare la nuda terra con le mani, al più con l’ausilio di una cazzuola, è un’emozione unica e indescrivibile. Provare godimento nel portare alla luce pezzi anche piccoli, resti di manufatti e opere murarie, legno e carbone, ossa umane o animali, non si può spiegare.
Chi mi porta in un sito archeologico deve aspettarsi sguardi incantati e mille domande
Effettuare una visita con l’archeologo è il massimo: dall’età del bronzo all’epoca romana la necropoli è stata per gli Atestini la città dei morti, un poco come le necropoli egizie collocate sulla sponda opposta del Nilo rispetto alla città dei vivi (passatemi il paragone forte). Il sito di importanza nazionale, che ancora stupisce studiosi e visitatori, è stato scavato dapprima nell’Ottocento, portando alla luce le prime cento tombe e gli arredi che ora si possono ammirare al Museo Nazionale Atestino, ma solo trent’anni fa se n’è capita la grandezza. Son state scoperte oltre 150 tombe di famiglia in diversi strati, dove i resti dei defunti (più d’uno) venivano collocati dopo la cremazione, e resti animali come un impressionante scheletro di cavallo, sacrificato per dargli una degna collocazione. I Veneti antichi attribuivano grande importanza a questi animali, li allevavano e li allenavano per correre e li portavano in Grecia via nave dove gareggiavano, anche alle Olimpiadi!!! La tomba di Nerka con il suo ricchissimo corredo funerario è il ritrovamento più prezioso della necropoli e, dopo un impegnativo restauro, si può ora ammirare al Museo. Trachite e scaglia rossa sono state utilizzate per le tombe, i rilievi stratigrafici non sono terminati ma ora l’impegno principale è rivolto alla fruibilità e valorizzazione del sito.
Este Ceramiche Porcellane si presenta da fuori come un semplice edificio in mattoni
Dentro è un tripudio di colori e forme nei prodotti finiti, calore sudore e polvere nelle fasi produttive che hanno bisogno a volte di mesi per terminare i pezzi più pregiati. Non è un caso se stilisti di fama internazionale si forniscono qui: Tiffany per esempio. Chiediamoci pertanto perché una porcellana artistica costa tanto, veniamo a vedere come si fa. Cosa significa cuocere non una ma due – tre volte i pezzi, effettuare lavorazioni e finiture manuali che portano a deliziosi risultati: paperelle, elefantini (salvadanai), statuette di diversa foggia, piatti e centrotavola, trompe-l’oeuil a motivi floreali. Pensiamo quant’è bella una tavola imbandita con queste preziose ceramiche, quanto colore dà una porcellana come complemento d’arredo. Non voglio confrontare le lavorazioni artigianali e industriali né i Paesi dove anticamente si lavorava la terracotta, perché si trovano in tutto il mondo. Tè e caffè sono versati in miliardi di tazze da cinquemila anni nei cinque continenti, sono decisamente più buoni degustati in un contenitore che sappia valorizzarli e permetta un’esperienza sensoriale globale, per il gusto e per la vista. Come si dice: “anche l’occhio vuole la sua parte”. Nel vicino showroom vediamo il meglio della produzione aziendale, in alternativa potete visitare il negozio in centro dietro il Duomo. Accanto alla fabbrica scorre l’acqua che nei secoli è stata mezzo di trasporto (il canale che arrivava a Venezia) e fonte d’energia per le attività produttive, la sintesi di agricoltura e allevamento, l’evoluzione del settore primario all’artigianato e all’industria prima che le tecnologie e la globalizzazione spazzassero via molte produzioni (ma non tutte). I mulini per macinare la farina sorgevano presso i corsi d’acqua, idem la carta, la lana e il ferro necessitavano di acqua corrente per la loro produzione. Oggi le cose stanno ancora così per alcuni versi.












All’ora di pranzo mi sposto al Castello
Il Castello ospita il Festival delle Basse, festa locale nella festa nazionale. Cercate il suo logo colorato e leggerete questo: cultura e gusto nelle terre delle acque. Si tratta proprio di un evento itinerante dedicato al basso Veneto tra le province di Verona, Vicenza e Padova. Giunto alla terza edizione, quest’anno si svolge proprio a Este, sulla sponda del fiume Adige. Nel grande parco del castello marchionale, preparato ad accogliere tanti visitatori, si svolgono reading, spettacoli teatrali e musicali con artisti di fama nazionale. La promozione del territorio, concertata con i comuni vicini, è tra le missioni della nuova giunta insediatasi alla fine del 2016. Siamo Este è il nuovo marchio del territorio atestino che lo colloca, anzi lo “localizza” sul 45° parallelo. Dà molto spazio agli “artigiani delle Basse” ma anche all’inclusione sociale. Il marchio I Realizzabili per esempio consente l’inserimento professionale di persone con diverse abilità, ma con talenti artistici che necessitano solo di essere scoperti e valorizzati. Molti stand sono dedicati ai più piccini e alle specialità enogastronomiche e artigianali (come la ceramica), a pasticcerie e ristoranti anche stellati. Assaggio gnocchi alla veneta conditi con burro, cannella, uvetta e per le ore 14 sarei pronta per la pennichella, qui ci sono panchine e alberi dove potrei riposare. Ma non ho tempo!








Mi iscrivo alla visita guidata che partirà tra un’ora
Vado verso il Museo Atestino, anzi no, alla Sala delle Colonne per vedere la mostra di Vivian Maier, inaugurata stamattina per celebrare una fotografa americana con solide origini europee. Dagli Stati Uniti allo Champsaur, questo il titolo della mostra, la ritrae assieme alle persone che ha incontrato proprio in USA e Francia. Un’esposizione particolare per un’artista particolare, da vedere.














La visita guidata con Historia Tourism inizia regolarmente
Dovrebbe essere una passeggiata di un’ora abbondante ma appena ci portiamo sulla Piazza Maggiore, il salotto di Este, il tempo cambia improvvisamente. Il cielo si copre di nubi scure e spira un vento freddo foriero di pioggia, anzi di una pioggia torrenziale. Siamo costretti a riparare proprio nella necropoli che io ho già visitato. Ne approfitto per twittare con gli amici blogger impegnati in altre cinque regioni italiane, sempre in seno alla manifestazione Buongiorno Ceramica. Toscana. Umbria. Lazio. Abruzzo. Campania. Quasi tutte le regioni italiane, comprese le isole, sono coinvolte. Vorrei essere ovunque ma Este è un ottimo punto di partenza per conoscere meglio quest’arte piena di fascino. E infine trascorro un’ora e mezza (ma potrei starci ben più a lungo) al Museo Nazionale Atestino che in una dozzina di sale ospita la storia degli antichi abitanti del Veneto, dal paleolitico ai giorni nostri, attraverso i ritrovamenti archeologici e le opere rinvenute negli scavi della bassa padovana. Paesi che oggi conosciamo soprattutto per l’operosità e le fiorenti attività economiche erano abitati già diecimila anni fa proprio grazie alla felice collocazione geografica e alla fertilità della terra, già allora fattori utili a favorire scambi commerciali e comunicazioni con i popoli vicini. La già citata tomba di Nerka è un pezzo forte ma tutti gli oggetti grandi e piccini meritano la nostra attenzione, anche quelli meno preziosi. A proposito di piccini, esistono percorsi dedicati ai giovanissimi visitatori che venissero qui con la scuola o la famiglia, a loro il museo presta grande attenzione. E si fa sera, è ora di rientrare, di fare un conto sommario di quanto ho visto e quanto mi manca, moltissimo, da vedere a Este. Perché se la ceramica è stata la scusa per venire, ho ancora molti motivi per tornare!!!
Desidero ringraziare il vicesindaco Aurelio Puato che mi ha scarrozzato al mattino e al pomeriggio da ogni parte presentandomi mezza giunta comunale, incluso il sindaco Roberta Gallana. Grazie ai miei angeli custodi del mattino: il professore Antonio Cornacchione e l’archeologa Cinzia Tagliaferro, dotati di tutte le competenze e passione necessari a trasformare la visita a una necropoli in esperienza viva ed emozionante. Grazie infine a Giovanni Battista Fadigati e famiglia, che con determinazione dirigono Este Ceramiche Porcellane, azienda con quasi trecento anni di storia e alcuni periodi burrascosi alle spalle. Speriamo di vederli d’ora in poi navigare sempre in acque sicure!
Post in collaborazione con Buongiorno Ceramica e AICC, l’associazione Città della Ceramica.
Link utili: http://www.buongiornoceramica.it/