Se siete in montagna a sciare e ve la godete ora nel suo candido manto invernale sappiate che vi penso, vi invidio e salirò pure io col nuovo anno, io ci sono stata in autunno e ora vi racconto la bellezza infinita delle Dolomiti sfavillanti di mille colori. Le mie Dolomiti sono belle sempre ma in alcuni momenti ancor di più, l’autunno è uno di questi. L’Alpe di Siusi, un piccolo angolo di paradiso incastonato tra monti e valli alpine, è stata una scoperta emozionante dello scorso mese di ottobre quando sono stata ospite dell’Hotel Schgaguler a Castelrotto, di proprietà della famiglia omonima, situato nel centro di questa deliziosa località. Ho goduto di bellezze naturali uniche e della tradizionale accoglienza altoatesina.

Hotel Schgaguler Castelrotto

Purezza ed energia sono le prime sensazioni che si provano entrando in hotel, con i colori pastello dominanti, perché sono stati utilizzati materiali naturali come il legno e il vetro sia all’esterno sia all’interno. Schgaguler Hotel è una struttura a quattro stelle improntata al design moderno, inaspettato per chi come me associa sempre l’idea dell’albergo di montagna al legno e agli arredi classici. Purezza ed energia mi servono a fine giornata quando mi concedo un’ora nello spazio benessere per eliminare gli effetti della stanchezza accumulata. Mi piace sempre indugiare tra bagno turco e sauna ma apprezzo anche il bagno di fieno, chiuso tra due nicchie e una tendina per avere la necessaria intimità. E termino con una nuotata e un bagno nelle bollicine (idromassaggio) in piscina. Rubin è il nome del ristorante, aperto sia agli ospiti dell’hotel sia agli esterni e dotato di una grande vetrata che si affaccia luminosa sulla vallata. Il rubino è pietra preziosa, rossa come la passione della famiglia e dello staff che ogni giorno si impegna a coccolare i suoi ospiti. Rosso è il colore dei miei vini preferiti, qui c’è un’ampia scelta di cantine dell’Alto Adige (il Santa Maddalena è il mio preferito) più una bella selezione di vini italiani. Il menu alla carta è ricchissimo e non troppo incentrato sulla carne, dal buffet di antipasti alla scelta di primi e secondi valorizza il territorio e i prodotti locali, ma anche la cucina mediterranea con tanti ortaggi di stagione. Qui viene servita anche la colazione del mattino: pane bianco e nero, strudel di mele e altri dolci fatti in casa, cereali, yogurt e latticini locali sono solo alcuni prodotti da assaggiare, è la colazione più ricca e sana, perfetta per affrontare la giornata e le tante attività all’aria aperta. E di giorno cosa faccio a Castelrotto?

Ho una fortuna sfacciata ad essere qui a metà ottobre nelle giornate autunnali più belle e limpide, con il cielo blu cobalto sopra di noi. In centro potrei passeggiare per ore, sbirciando nelle ricche vetrine e fotografando le antiche case affrescate. Pensate che una casa ha disegnati alle pareti i dodici mesi dell’anno con enormi figure allegoriche rappresentanti le attività agricole. Ma anche farmacia e case comuni sono affrescate, per non parlare degli alberghi tutti diversi. Pure la chiesa e il campanile (alto quasi 90 metri) hanno un’impronta medievale, in tale epoca c’erano una cinta muraria e il castello che ha dato il nome al paese. I chiaroscuri creati tra edifici e portici esaltano la luce del sole e i colori autunnali, mentre prati, boschi e montagne cingono come una corona di luce questo delizioso paese. Non mi sento per niente in Italia ma piuttosto in un luogo fiabesco, fuori dal tempo e dallo spazio, noto appena i lavori in corso, le ruspe e le gru che gli tolgono un po’ di poesia. Alla fine del 2017 vengo a sapere che Castelrotto è stato ammesso tra i Borghi più belli d’Italia, un riconoscimento prezioso e meritato, un impegno per valorizzare sempre di più questo territorio unico e tutelare al massimo negli anni a venire il rapporto tra opere umane e naturali.

A passeggio nella natura

I masi punteggiano i prati, l’architettura rurale funziona tuttora alla perfezione grazie all’equilibrio uomo – animali – natura tipico dell’Alto Adige. Gli spazi dedicati agli uni e agli altri per mangiare e dormire (abitazione, fienile, stalla) sono contigui e la vicinanza diventa una forma di simbiosi mutualistica che funziona da secoli. La bellezza del paesaggio mi invoglia a visitare i dintorni ma devo attrezzarmi per questo. La famiglia Schgaguler mi consegna una bici elettrica, un caschetto e una cartina dettagliata con i percorsi numerati. Eccomi in sella… che dire, in salita la pedalata assistita aiuta tantissimo, usando bene le marce posso raggiungere senza troppa fatica i masi attorno al centro di Castelrotto, da ambo i lati. La strada sterrata corre al bordo del bosco parallela alla strada provinciale, quassù si trova una decina di frazioni del paese. Attorno a me tutto quello che vedo e sento è perfettamente naturale, profumato, pieno di vita. Ci sono tanti fiori colorati che di giorno approfittano di un insolito tepore ma di sera fa freddo! Soprattutto c’è una grande varietà di animali al pascolo e in stalla. Sono sola e approfitto per avvicinare mucche, pecore, cavalli, da secoli l’ossatura dell’economia locale che vive bene quassù in montagna. Proprio come noi umani. Le bestie brucano l’erba d’estate, d’inverno si nutrono a fieno e insilati. Dopo due ore, mentre il sole sta per scende dietro l’orizzonte io continuo a salire e scendere per sterrati già percorsi, in cerca della luce ideale sempre più viva. I profili di monti e vallate cambiano di minuto in minuto, scatti compulsivi cercano di fissare le immagini più belle in momenti di rara e intensa felicità. Dovrei arrivare alla chiesa di San Valentino, non ci riesco, sarà per la prossima volta.

Siamo ai piedi dell’alpe di Siusi, nel parco naturale dello Sciliar Catinaccio, le montagne incombono maestose sulla valle e incutono rispetto anche da lontano. Potrei salire in quota e camminare verso le vette ma avrei bisogno di più tempo, preferisco girare attorno a Castelrotto che è proprio un gioiellino. Il secondo giorno faccio una passeggiata che potrebbe durare un paio d’ore sino alla frazione di San Michele, in uno scenario alpino meno “umanizzato”, diverso da quello percorso in bici il giorno precedente. Il mio sentiero è cinto da uno steccato che delimita ampi prati, vi sono pochi masi, più grandi e sempre accoglienti per uomini e animali, trovo addirittura due lama che non mi degnano di uno sguardo nonostante io cerchi di attrarre la loro attenzione. Come me pochi altri ospiti sono in cammino, quasi tutti stranieri, ugualmente felici di essere in questo paradiso naturale. Presso una casa mi viene incontro un cane non grande ma un po’ minaccioso, infatti la padrona mi dice “Das ist kein gut”. Avevo capito che non fosse buono, accelero, lui non mi si avvicina e mi allontano senza problemi. San Michele ha poche case e un paio di hotel – ristoranti, si trova un po’ più sopra la vallata. All’ora di pranzo ci sono molti bambini che tornano da scuola, io spero di rientrare in bus ma… è appena passato e il prossimo è tra un’ora. Un gentilissimo signore a cui chiedo aiuto mi dà un passaggio giù, fermandosi nella stalla a vedere una vacca che deve partorire ma non è ancora pronta. Mi racconta che per essere in ottobre questo tempo è eccezionale. Senza sconfinare nei luoghi comuni tipo “Non ci sono più le mezze stagioni”, pare che i cambiamenti climatici siano arrivati fin qui; pensare che ancora qualcuno lo nega, come si fa?

Una bella veduta di Castelrotto dall’alto si ha salendo sul monte Calvario a piedi, in mezz’ora da piazza Kraus. Si tratta di una comoda passeggiata allietata dal verde e dalle sculture collocate nelle cappelle della Via Crucis. Adatta agli ospiti di ogni età, come tutte le passeggiate che ho effettuato proprio per rilassarmi e godere al massimo la bellezza di Castelrotto. Tutte le stagioni hanno qualcosa da offrire qui, in altri periodi dell’anno si possono provare esperienze speciali basate su tradizioni locali ancora vive. A giugno e ottobre si esibiscono i Kastelruther Spatzen la cui fama internazionale testimonia l’importanza della musica e del folklore popolare (hanno persino uno spazio dedicato nel museo locale). A dicembre arrivano i Krampus, contemporaneamente ad altri paesi dell’arco alpino. In inverno si rappresentano i matrimoni contadini nei costumi tradizionali. Vi ho detto che ci si sente fuori dal tempo quassù? Una bella sensazione, ricordate solo che se chiudete gli occhi e vi mettete all’ascolto sentirete parlare tedesco quasi sempre: la comunità germanofona qui è preponderante.

L’Alpe di Siusi si trova sopra Bolzano e in auto si raggiunge in meno di un’ora dal capoluogo. La strada stretta sale verso nord costeggiando a destra il Catinaccio e lo Sciliar, a sinistra uno strapiombo in fondo al quale si vedono l’autostrada del Brennero e il fiume Adige. Incontrate prima Fiè allo Sciliar e Siusi, due località assai carine ma meno affascinanti di Castelrotto, con le loro peculiarità e i panorami sempre diversi sulle montagne. Se volete fare del bene all’ambiente muovetevi con i mezzi pubblici, l’opzione ecosostenibile è consigliata a chi come me viaggia sola (o in coppia), arrivando a Bolzano in treno e proseguendo in corriera. Non inquinerete e non rimpiangerete l’auto, poi con una comoda card prenderete i mezzi pubblici come bus ed impianti di risalita per arrivare in quota. Mi sento di consigliare questo modo di viaggiare che utilizzerò sempre di più in futuro, così come consiglio caldamente di visitare Castelrotto e tutta l’alpe di Siusi. Buon anno e buon viaggio!

Post in collaborazione con https://www.schgaguler.com/it/

Per saperne di più https://www.seiseralm.it/it/info/mobilita.html

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