Per gli amanti della natura le Canarie sono un paradiso che va molto oltre le spiagge più o meno affollate, vi consiglio di non fermarvi solo al mare e quando potete lasciarle ai patiti della tintarella, specie a cui non appartengo più da qualche anno. Lasciateli arrostire e andate in cerca di panorami unici, luoghi difficili da raggiungere a terra e a mare dove vi sentirete fuori dal mondo, in un altro mondo. A Gran Canaria (GC) sono salita sul Roque Nublo con la mia bloggamica Cristina durante questa escursione, su questo ex vulcano carico di energia salivano già i guanches, è un luogo dove forse atterrano gli extraterrestri come tanti sostengono. Più semplicemente oggi è il luogo ideale per cercare le stelle nelle limpide notti e vedere un’isola dall’altra nelle tiepide giornate. Cristina l’ultima volta che ci siamo viste ha citato le mie parole a GC “Io voglio andare lassù” indicando il Teide dall’inconfondibile forma triangolare quasi sempre innevato. Da quasi due anni avevo questa voglia e ora me la sono tolta, finalmente. Ho fatto venire voglia pure a voi? Ecco mettetela da parte perché del vulcano parlerò dopo, ora vi porto in un luogo meno battuto ma non meno bello di Tenerife.

Tra le attività ed escursioni del TBM Tenerife potevo girare l’isola in barca, o fare attività di mare tipo SUP, o cercare i cetacei… ma sono donna di terra io. A piedi potevo scegliere la valle di Masca o Los Gigantes, sono felice di avere scelto il trekking sulla Ruta de Anaga, un breve viaggio nella natura, storia e geologia canaria. La punta nordest dell’isola è infatti la zona più antica, dove le pietre, le piante e la terra ne raccontano la storia di milioni di anni. Ci raccontano tutto le due guide di Anaga Experience tra cui Cao, il capo, siamo quattordici blogger di cui due stranieri, io e una messicana. Sul loro sito questa gita si chiama Ruta Antequera y vuelta en barco (aiuto). Partiti con il loro pulmino da Plaza de Espana a Santa Cruz (SC) arriviamo in quota fino a quasi 1000 metri slm, lungo una strada stretta con mille curve che si inerpica sulle montagne, il panorama è super. Ci fermiamo al Bailadero dove c’è un mirador e il rifugio Albergue Montes de Anaga, beviamo un caffè e ammiriamo il panorama verso il mare. Qui si può mangiare e dormire ed è una base ottima per le escursioni nel parco, riserva della biosfera dalla fine del 2015. La camminata dura tre ore, inizia nel bosco incantato, un sentierino nei famosi boschi di laurisilva, simbolo delle Canarie, è tutta in discesa ed è grosso modo divisa in tre parti.

  • Un saliscendi tra bosco e arbusti fino a una casa colonica con i ricoveri per gli ovini, da poco abbandonata (con un mirador e una vista favolosa).
  • Una discesa più ripida con calanchi sotto di noi e il padre Teide sopra di noi, circondati dalla verdissima flora dominata dall’albero del drago e cactus, di ogni forma e dimensione.
  • Un lento avvicinamento alla spiaggia, tra rocce rosse e barrancos – canyon senz’acqua, capre e pecore quasi irritate per la nostra presenza.

Dopo mezzogiorno fa davvero caldo e il sole a picco non aiuta, incontriamo dei camminatori che fanno il percorso al contrario, in salita, sono pazzi! Alla fine sono proprio stanca ma gli spazi che ci circondano sono abbastanza belli da farmi superare ogni difficoltà. Anzi no, i miei compagni di escursione sono bravissimi a confortarmi e reggermi nei punti più esposti, quando viaggio col bagaglio a mano non porto i bastoncini e quando cammino non mi bilancio bene. Scorgiamo da lontano la nostra destinazione, una baia raggiungibile solo a piedi o in barca (che fortuna) piccola e silenziosa: benvenuti a Playa Antequera. Ci accomodiamo in un chiringuito basico ma chic sotto una veranda di paglia, ci offrono una birra e un sandwich al tonno ENORME. Non lo finirò mai penso, meno male non lo offro a nessuno perché piano piano, chiacchierando, lo mangio tutto. Avete presente il relax in spiaggia? Ecco dopo una camminata è ancora più relax, è appagamento e pace, è concedersi qualsiasi cosa tanto è tutto meritato. Ritorno in barca c’è scritto sul programma: saliamo su due water taxi, costeggiamo ripide scogliere, entriamo nelle grotte naturali, i due marinai fanno inseguimenti e gare di velocità a cui rinuncerei volentieri.

Sbarchiamo a Playa Las Teresitas dove ci fermiamo un’ora per rientrare infine in bus a SC. Della spiaggia so già tutto, mi piace tanto perché ci si arriva comodamente in bus per quanto la strada non sia bella a mio avviso. Attraversa infatti quartieri moderni molto urbanizzati e cementificati, poi il porto per le crociere (orrore) e peggio ancora la zona industriale con capannoni, cantieri navali, industrie e container. Brutto eh, però una città viva è sempre meglio di una città morta o abbandonata. E le attività produttive in un’isola permettono una certa autonomia negli approvvigionamenti quindi ben vengano. Poi arrivi in spiaggia, scendi dal bus e posi subito i piedi sulla sabbia tiepida (portata dal Sahara!!) e le grandi palme sparse che sono ottimi parassol, ombrelloni naturali. Qui potete andare in acqua o camminare sulla sabbia per oltre un chilometro, ammirando le montagne sullo sfondo, o addormentarvi su una barca rovesciata come ho fatto io. Fermatevi a mangiare / bere in un chiringuito o alla Cofradia de Pescadores, ristorante di pesce vicino al parcheggio, ottimo anche se sempre affollato. Il personale fa i salti mortali dal mattino alla sera e son così bravi che non ve ne accorgete finché andate nella parte posteriore dove c’è il bar, qualche immagine vintage e la cabina di regia. Per inciso anche a GC sono stata alla cofradia de pescadores, a Puerto de Mogan, esperienza che consiglio a tutti e che potete leggere nel post dedicato alla cucina canaria.

Ma bando alle ciance, a voi che siete arrivati a leggere fin qui ho lasciato il meglio, il racconto del vulcano, alla fine.

La principale attrazione naturale di Tenerife è il vulcano Teide, parco nazionale e patrimonio UNESCO, a cui si può dedicare una giornata come ho fatto io (non avevo più tempo) o due, dormendo al rifugio per partire all’alba e affrontare la salita con la luce e la temperatura migliori. Partendo dall’osservatorio astronomico si può vedere anche di notte: tramonto, stelle e vulcano. Tanta roba… La mia invece è la classica gita da pensionati, nel 2017 ne ho fatte diverse e ne farò sempre di più, mi sono resa conto che la montagna per tutti non è poi una cattiva idea. Certo sarebbe meglio se un fianco del vulcano non fosse stato sventrato per farci il “teleferico”, più bello, naturale e selvaggio. Ma qualcuno l’ha costruito, è un attrattore per migliaia di visitatori di ogni età, anche con difficoltà motorie, e io probabilmente non l’avrei visto in altro modo. O smettiamo tutti di usarlo o è meglio approfittarne. Volcano Teide è il nome del portale punto di riferimento per la conoscenza e le escursioni nell’area. Mi alzo all’alba per prendere due bus e arrivare al teleferico, unirmi a una collega blogger di Valencia e salire insieme. Dislivello: 2.500 – 3.500 metri slm. Per salire alla cima a 3.718 metri ci vuole più allenamento e attrezzatura adeguata, all’arrivo del teleferico stiamo su un paio d’ore, percorrendo i due sentieri in piano che gli girano intorno in direzioni diverse, ma per poco non vado nei guai. Vedo un cartello di divieto d’accesso con spiegazioni chiare. Pericolo di spari, mufloni liberi al pascolo. Leggo bene lo spagnolo ma proseguo finché mi accorgo che nessuno cammina con me, rileggo mentalmente il cartello e a gambe levate torno al punto di partenza. Fiuuuu…

Per il resto beccatevi queste immagini del sentiero in pietra lavica dove gli operai sono sempre al lavoro per manutenzione, dei panorami unici sopra e sotto i nostri piedi, delle pendici del vulcano con le loro increspature, le rocce di vari colori e consistenza che mutano d’aspetto nelle varie ore del giorno. GC a est, le piccole Canarie a ovest di Tenerife – la Palma, el Hierro, la Gomera – si distinguono chiaramente anche se il cielo non è “espejado”, limpido, ma un poco “nublado”, nuvoloso. Pensate che per migliaia di chilometri per terra e mare, qui intorno non c’è nulla che si stagli così alto sul cielo azzurro e seppure non sempre sereno, è di un blu accecante. Quasi tutto l’anno il Teide conserva spruzzi di neve, non con me purtroppo ma pazienza. Un turbinio di emozioni contrastanti mi prende in salita e in discesa, questo è senza dubbio un luogo spirituale ben noto ai guanches, ai successivi abitanti e visitatori. Qui ciascuno può avvicinarsi alla sua idea di infinito, divino, terreno, spirituale, vicino e lontano, tutto insieme. Scendo in auto con l’amica blogger e suo marito, un gran favore perché i 35 chilometri di ritorno a SC si fanno per un percorso diverso: prima il paesaggio è lunare con rocce gialle e di altri colori, poi boscoso e infine urbano. Penso che dal 1909, più di cento anni, non ci sono eruzioni. Bravo il vulcano Teide, non è come alle Azzorre dove la situazione eruzioni e terremoti è ben diversa e drammaticamente attuale. Mi ritengo fortunata per avere visto in breve tempo due ecosistemi naturali così simili, vicini eppure con peculiarità evidenti. E voi siete stati quaggiù? Se non ci avete pensato correte a Tenerife, un paradiso in mezzo all’oceano che aspetta solo voi mentre io ho tanta voglia di rimettermi in cammino per andare oltre ed esplorare il resto dell’isola.

Per saperne di più:

https://anagaexperience.com/

http://alberguestenerife.net/es/

https://www.volcanoteide.com/it

https://www.spain-holiday.com/Tenerife/articles/natural-wonders-of-tenerife

https://www.spain-holiday.com/Canary-Islands/articles/the-difference-between-the-canary-islands

https://www.spain-holiday.com/Tenerife/articles/amazing-anaga-the-new-unesco-biosphere-reserve-on-tenerife

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