Dopo il Colosseo di Roma e il Ponte di Rialto di Venezia, secondo me la Torre di Pisa è il terzo monumento – icona dell’Italia nel mondo. Unica e inconfondibile svetta in Piazza dei Miracoli ed è oggi meta di tanti patiti di selfie e fotomontaggi azzardati. Ma scommetto che non tutti i visitatori di Pisa ci salgono sopra (io stessa sono salita solo nello scorso marzo) presi dalla fretta di una visita che spesso si limita al perimetro del prato verde. Eppure c’è un sacco da vedere tra la Cattedrale, il Battistero, il Camposanto monumentale e, tutto intorno, sino ai Lungarni dove piccole chiese medievali (come Santa Maria della Spina), arsenali militari di diverse epoche e antiche navi romane attendono gli ospiti più curiosi per mostrare la loro bellezza. Aperti da poco o in via di apertura proprio in questi giorni, meritano una visita attenta e ringrazio sentitamente gli amici pisani che due mesi fa ce li hanno mostrati in anteprima, durante l’incontro annuale AITB, Associazione Italiana Travelblogger. Il collega Michele Suraci per primo che ha organizzato il tutto per noi, poi il Comune di Pisa e l’Opera Primaziale e infine i curatori del museo più magico che potevo immaginare, perché io sono un’archeologa mancata lo sapete? Il Museo delle Antiche Navi di Pisa.

Pensate che le amiche guide di varie città toscane mi raccontano le scene incredibili che si vedono durante la stagione estiva. Una calca pazzesca in Piazza dei Miracoli dal mattino alla sera. Migliaia di gitanti che scesi dalle navi da crociera salgono su un bus, pretendono di visitare Firenze di mattina e Pisa di pomeriggio e ripartire per chissà quali lidi lontani. Gente che uscendo dalla città chiede dove sono le Cinque Terre esibendo foto esplicative, ma che evidentemente non sanno dove sono. Il turismo di massa è pure questo ma sta diventando una piaga e può significare la rovina di alcune città. Speriamo che il turismo prenda un’altra piega, con ospiti di qualità, più interessati e meno frettolosi. Basta corse per vedere tutto (impossibile) e scappare via! Molti di noi si comportano come turisti mordi e fuggi se abbiamo tante cose da vedere in poco tempo, io stessa sembro un ordinato turista giapponese che arriva in un posto, fa le foto di rito, legge la guida e se ne va, magari lasciando pochi euro per una consumazione in un locale, consumata appunto di fretta. Pisa però non se lo merita, non se lo merita nessuna delle nostre bellissime città d’arte e tanto meno i borghi meno facili da raggiungere.

Oggi provo a mostrarvi cosa c’è da vedere, oltre la torre di Pisa, esplorando la città sempre dall’alto da due diverse angolazioni, in questa che è stata la mia terza visita e ricordando con nostalgia le visite effettuate nel passato, di cui parlerò alla fine. A Marzo 2018 mi sono decisa a salire sulla torre, acquistando in anticipo il biglietto da 18 euro temendo di fare coda all’ultimo momento… pericolo scampato perché c’era brutto tempo e non ho fatto alcuna fila tranne per il controllo delle borse all’ingresso. Che emozione, la torre fa girare la testa! Perché da dentro si avverte molto il fatto che è inclinata e, mentre si salgono i quasi 300 scalini, aumenta la sensazione di sbandare. Le emozioni forti si provano però in cima, dove si vede Pisa da 56 metri di altezza che non è molto, ma è un panorama unico (mozzafiato e imperdibile sono gli aggettivi più usati dai blogger, infatti io non li amo e non li uso). Dalla torre si ha uno sguardo di insieme sul complesso di Piazza dei Miracoli, sono chiare le proporzioni e gli equilibri tra i monumenti e gli spazi aperti. Le opere dell’uomo con le architetture romaniche e i rimaneggiamenti di epoche successive e lo splendido prato verde che fa risaltare il chiarore degli edifici. Il mio sguardo si perde all’orizzonte: vedo lo stadio, è domenica e ci sono gli striscioni dei tifosi pisani, e oltre le belle colline toscane. Saltello fuori e dentro le colonnine di marmo e gli archi che alleggeriscono l’ultimo piano della torre, evito le antiche campane forgiate dai maestri molisani di Agnone. In mezz’ora, il tempo concesso per ogni turno di visita, salgo e scendo stanca e felice.

Un po’ di cose serie – La costruzione della Torre iniziò nel 1173 e durò quasi due secoli, il suo sviluppo fu naturalmente in verticale ma a causa del suolo sabbioso su cui poggiava, cominciò presto a inclinarsi, lentamente ma inesorabilmente. Diversi interventi sono stati necessari, sulla base e sulla struttura, con pesi e contrappesi per limitare i danni e il rischio concreto di crollo, tuttora la torre è oggetto di studi e monitoraggi. Il suo fascino e unicità sono proprio dati dalla pendenza, ma non dobbiamo dimenticare la sua oggettiva bellezza: il marmo bianco che le dà luce, i sei ordini di loggette che via via la alleggeriscono verso l’alto sino alla sommità, resa leggiadra dalle colonne e archetti da cui tutto possiamo ammirare. I quattro monumenti di piazza dei Miracoli ci mostrano la transizione dal romanico al gotico e simboleggiano il cerchio della vita, nella loro disposizione sui quattro punti cardinali. La fine della vita (Camposanto) è dove fa buio a nord, la Cattedrale è inondata dal sole a sud. Nicola e Giovani Pisano sono stati i principali, ma non unici, artefici delle opere all’esterno e all’interno dell’area monumentale. Il Camposanto infine è una immensa raccolta (potrei definirla distesa ma non è carino) di personaggi illustri dall’epoca romana fin quasi ai giorni nostri: sarcofagi e statue si susseguono nel perimetro chiuso da colonne che di giorno creano degli effetti di luce scenografici. Noi lo visitiamo al tramonto all’ora blu, un grande regalo dopo una giornata di pioggia, ottimo per asciugarci le ossa e rinfrancarci lo spirito. Gli affreschi tardo medievali alle pareti sono solo una piccola parte dell’originale, a causa dei danni subiti nell’ultima guerra mondiale (bombardamenti e incendio). Immagino quanta bellezza dovesse essere concentrata qui cinquecento anni fa, per conoscerne la storia c’è il vicino Museo delle Sinopie.

C’è un altro punto di vista su Pisa dall’alto che sarà fruibile a tutti nei prossimi giorni e mostra la città in un percorso lento e brulicante di vita, come piace a me. Ve lo consiglio caldamente! Venerdì 18 maggio apriranno le mura di Pisa, sei chilometri di camminamenti di cui quasi la metà è visitabile, dopo un lungo restauro. Guardando il risultato da profana e da utente, credo che i curatori abbiano fatto un ottimo lavoro e sono sicura che questo recupero sarà apprezzato dagli abitanti e dai visitatori. Fateci un giro, guardate com’è bella Pisa da queste angolazioni. Salite sulla torre dell’acqua, osservate dove e come scorre la vita normale, anche fuori dalle mura nella città nuova. Riposate lo sguardo sulle numerose aree verdi, quelle piccole come i giardini privati e quelle più grandi. Cercate il pregevole Orto Botanico (che devo ancora visitare) voluto da Cosimo de’ Medici alla fine del Cinquecento. Osservate soprattutto la vitalità di una città che respira la sua storia e la sua cultura a ogni angolo, che ha una rinomata antica Università – di cui l’Orto Botanico è parte integrante – e brilla per la formazione scientifica soprattutto nel tempio della scienza noto come la “Scuola Normale”.

Un po’ di cose serie – Le antiche mura di Pisa furono costruite in due tempi a partire dal 1154, prima a nord e poi a sud dell’Arno fino al 1284, seguendo il tracciato dei corsi d’acqua presenti secondo uno schema progettuale di convivenza tra le opere naturali e quelle umane. Alla Cittadella Vecchia si è succeduta la Cittadella Nuova fuori le mura, durante e dopo la dominazione fiorentina in epoca rinascimentale. Il declino delle mura è relativamente recente e solo nell’Ottocento, mentre la città si espande, esse vengono in alcuni punti demolite. Altrove le mura sono inglobate nelle nuove costruzioni con i loro giardini e piccoli orti urbani, come possiamo vedere oggi alla luce dei restauri effettuati. Le antiche mura diventano così un nuovo spazio in città e invece di dividerla fra chi è dentro e chi sta fuori, paradossalmente la uniscono, permettono di vederla – vedersi meglio, persino tra chi sta sopra e chi sotto “le mura di Pisa”. Davvero una bellissima visita!

Il legame con Pisa mi porta a ricordi lontani nel tempo e nello spazio, agli anni più belli e ad alcuni dei miei momenti di viaggio preferiti. Agosto 1987 durante gli scavi della vicina rocca di Ripafratta con i gruppi archeologici. Giugno 2000 con vari amici per la luminaria di San Ranieri. Com’era bello il lungarno illuminato e tutta la gente fuori a fare festa! E Pisa mi porta lontano fino alla Terrasanta, perché è stata una repubblica marinara, contese i commerci e il dominio del Mare Mediterraneo a Genova, Amalfi e alla mia Venezia. E per mare questi nostri antenati arrivarono dall’altra parte del Mare Nostrum. Molti pellegrini percorrevano l’Italia in cammino, fino a Roma e oltre ai porti della Puglia per imbarcarsi alla volta di Gerusalemme. Oppure salpavano dal porto di Venezia portando con sé ricchezze e doni, con la medesima destinazione. In una delle città israeliane che preferisco, collocata proprio sul mare, c’è un ristorante di pesce che amo e non a caso si chiama Pisan Harbour. Ha la torre di Pisa nel logo e ricordo ancora le scorpacciate di pesce San Pietro grigliato. Si trova ad Akko, l’antica città dei Crociati nota anche con il nome di Acri. A pensarci bene Pisa è fortemente legata con l’oriente: nella Cattedrale abbondano gli elementi di arte islamica che la fanno assomigliare vagamente alla Basilica di San Marco a Venezia. E la costruzione del Camposanto iniziò con la deposizione di un mucchietto di terra santa, proveniente proprio dall’attuale stato di Israele. Quanti ricordi!

Per saperne di più:

Comune di Pisa => www.comune.pisa.it

Opera Primaziale => www.opapisa.it

Navi Antiche di Pisa => www.navidipisa.it/

 

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