Una valle ampia ed assolata posta in mezzo ad antiche vie di comunicazione, dove popoli diversi hanno costruito un vivace microcosmo, una “Magnifica Comunità” di nome e di fatto, dotata di grande spessore culturale. La Val di Fiemme brilla di tanti colori nei vari mesi dell’anno: d’inverno la sua meritata fama di paradiso per gli sciatori non deve farci scordare che vi sono tanti motivi per soggiornarvi, tutti validi, alcuni proprio “gustosi”. Oggi andiamo a scoprirla nella sua veste invernale con ben nove attività tutte gusto e salute, per stuzzicare i cinque sensi e per godere delle sue tante bellezze. Alla fine di gennaio sono tornata per tre giorni a Cavalese proprio quando, guarda caso, una grossa nevicata ha imbiancato tutto. Ospite di Eco Park Hotel Azalea che mi ha come sempre coccolato (questa è la prima cosa) ma pure supportato e consigliato sul da farsi, rendendo il soggiorno una “magnifica esperienza” diversa dalle precedenti quando mi ero immersa nella musica dei concerti in alta quota di Dolomiti Ski Jazz, e prima ancora nella Desmontegada la discesa delle capre dagli alpeggi estivi. Ho utilizzato i mezzi pubblici e questo è stato un viaggio nel viaggio: cambiare più treni e bus, sobbarcarmi il peso di bagagli con cui avrei potuto forse andare in Siberia, trascinare il trolley sulla neve fresca senza scivolare è stato bello, e lo rifarò. Perché non è vero che si fanno meno cose senza l’auto, se ne fanno altre, si viaggia lentamente assaporando (quasi tutte) le attese. Il fisico ne giova (ho macinato tantissimi chilometri a piedi) e l’ambiente ringrazia. Così facendo ho alternato visite culturali ad esperienze gastronomiche, muovendomi in bus e a piedi. Ringrazio Manuela e Paola menti e anima dell’hotel e spero che potrò ritornare, in una nuova stagione, per vedere Cavalese e la Val di Fiemme con altri colori.

Cavalese.

Il centro culturale della Val di Fiemme è Cavalese, una piccola città cresciuta grazie alla sua favorevole posizione al centro della valle. Cavalese ha tutto quel che serve per vivere: facile da raggiungere, efficiente nei servizi, adatta a soggiornarvi a tutte le età, fervente dal punto di vista culturale. Non ha una grande vita notturna ma pazienza, forse sono capitata io in periodi tranquilli. Esibisce la sua storia antica nei palazzi del centro, che fanno letteralmente girare la testa.

La Magnifica comunità di Fiemme è l’istituzione millenaria che tutela il patrimonio comune dei fiemmazzi, come i corsi d’acqua, le preziose foreste che sono gestite in tutta la filiera fino alla segheria, certificate sostenibili, e persino l’ospedale. Governata da un consiglio e presieduta dallo Scario, ha sede in un palazzo e museo rinascimentale che consiglio di visitare. Concepito inizialmente per essere sede del vicario del vescovo di Trento come abitazione, luogo di rappresentanza e carcere (!!!) è stato abbellito dalla “Fabbrica del Castello del Buonconsiglio”, i migliori artisti presenti a Trento nel Cinquecento. Restaurato di recente è splendidamente affrescato alle pareti esterne e in alcune sale, all’interno ospita una collezione di quadri di artisti locali. Il forte legame con gli abitanti si mantiene grazie alle iniziative temporanee, percorsi educativi e laboratori didattici.

Le mostre d’arte temporanee sono ulteriore motivo di visita e permettono di ampliare lo sguardo sulle attuali espressioni artistiche locali e non solo.

Link utili:

http://www.mcfiemme.eu/

http://www.palazzomagnifica.eu/

http://www.mcfiemme.eu/documenti/ospedale-fiemme.pdf

2 Maso Corradini a Castello di Fiemme.

Il solido binomio tra maso e Trentino Alto Adige diventa per gli ospiti una facile associazione, che accosta il bello al buono: i prati e pascoli di montagna alle pratiche agropastorali sostenibili, in armonia con l’ambiente. Da diversi anni è diventato una nuova possibilità di vivere la montagna, vicino ai suoi produttori e custodi. Agritur Maso Corradini è un’azienda che ho rincorso per anni, finalmente sono andata a trovarli e ho conosciuto la famiglia che porta avanti l’ospitalità abbinata al lavoro principale. Piccole produzioni agricole, come i frutti di bosco per farci ottime conserve o da utilizzare freschi. Allevamento di vacche da latte, una quarantina di capi, pochi ovini e maiali. Il figlio della titolare mi porta prima a vedere il maso e poi nella stalla, tutti edifici nuovi e attrezzati. Accarezzo tutte le bestie tranne i vitellini appena nati, le vacche non vedono l’ora di avvicinarmi col muso e dimostrare tutto il loro affetto. D’estate stanno in alpeggio e dovrei salire al passo Manghen per vederle. Sul sito sono descritte bene tutte le attività aziendali.

  • Azienda mista zootecnica e frutticola con una superficie di 10 ettari coltivati a prato e pascolo.
  • Allevamento dei bovini, caprini, piccoli frutti, patate e ortaggi.
  • Produzione di latte, carne e uova utilizzati per preparare i cibi nell’agritur.
  • Utilizzo in cucina degli alimenti che produciamo: patate, ortaggi, frutti di bosco, mele, uova, latte e carne.

Link utili:

https://www.agriturismocorradini.it/

Maso Corradini si trova a Castello di Fiemme, il paese che si incontra prima di Cavalese venendo dall’autostrada del Brennero. Io ci sono andata a piedi in poco più di mezz’ora, una passeggiata di tre chilometri sotto la strada principale che costeggia vecchie case e fienili di legno, con un’ampia vista sui prati boschi circostanti illuminati dall’ultimo sole del pomeriggio. Una bella camminata che vi consiglio, dove ho potuto vedere le sue case e la chiesa in cima al paese, da cui il panorama spazia su tutta la vallata!

3 Predazzo.

Confesso di non averne alcun ricordo del passato, sembra strano ma pare che abbia visitato Predazzo per la prima volta in questa occasione. A Predazzo faccio una bella passeggiata, ci sono tanti negozi e vetrine di prodotti tipici da assaggiare, da indossare e per arredare la vostra casa. A proposito di case: le vecchie abitazioni in legno e muratura (alcune costruite 500 anni fa), i fienili e i palazzi sono stati messi a nuovo e finalmente ne sono valorizzati il prezioso legno e gli affreschi. Qui vicino ci sarebbe “il bosco che suona” ma è un capitolo dolente in Val di Fiemme dopo l’alluvione dell’ottobre scorso. Appena sollevo lo sguardo sui boschi sopra il paese mai come ora, con la neve che segna gli alberi caduti, mi è chiara la dimensione del dramma. Per la prima volta curiosamente il bianco manto nevoso non nasconde il terreno né lo appiattisce ma ha l’effetto contrario. Evidenzia i tronchi scuri caduti a terra e le radici, una cosa che mi stringe il core, lo giuro. Riporto lo sguardo attorno a me, un paio di chiese spiccano nel centro, San Nicolò è la più antica, San Filippo e Giacomo la più imponente. Dietro di loro c’è il vecchio edificio dell’asilo (da cui si accede alla stazione delle corriere che uso in questi giorni per andare in giro) e il Museo Geologico delle Dolomiti che la prossima volta devo visitare. Qui siamo infatti nel “giardino geologico delle Dolomiti”, non a caso nel 2009 si è puntato molto sulla varietà geologica per attribuire alle mie montagne il titolo di Patrimonio dell’umanità Unesco. Ciò che mi colpisce maggiormente, in un’ora di passeggiata a Predazzo, è però il percorso dell’acqua segnato da vecchie fontane, alcune con eleganti mascheroni. Sono state restaurate o ricostruite, fotografie e pannelli esplicativi mostrano la loro storia, una piccola chicca di grande valore. Ci sono bus che collegano Cavalese a Predazzo ogni ora.

4 Infusi di acquavite L’Ones a Panchià.

Gli ottimi vini che si producono in Trentino non vengono ahimè dalla Val di Fiemme. Poco male, possiamo consolarci con altre specialità locali che parlano tanto del territorio da identificarsi con la valle, che si trovano quasi solo in loco. Per esempio a Panchià, tra Cavalese e Predazzo, ha sede L’Ones, una piccola grande azienda che ha nel cuore la grappa, rigorosamente trentina, e intorno gli aromi delle erbe spontanee locali. Ha sede in un vecchio fienile ristrutturato dove si trovano il laboratorio di produzione e la sala degustazione e vendita arredati con grande gusto. L’Ones si raggiunge in pochi minuti dalla fermata del bus, si sale su una strada seguendo i cartelli e si riconosce per il grande logo verde dipinto sulla facciata, simile a un filo d’erba mosso dal vento. Prende il nome da Tommaso Daprà detto L’Ones, colui che trecento anni fa iniziò la produzione, per sfruttare le proprietà benefiche e curative delle piante. Essenze delle Dolomiti, come recita il claim aziendale, sono le erbe, radici e altre parti vegetali che riposano quasi un anno nella grappa prima di essere filtrati e imbottigliati. I controlli sono accuratissimi sulle materie prime, la loro rigorosa selezione e sanificazione garantisce che gli infusi siano buoni e sicuri.

I primi che vengono in mente agli estimatori di questi prodotti sono la genziana e il pino mugo ma qui potete trovarne altri sette: cirmolo, cumino montano, felce selvatica, prugnola selvatica, rosa canina, mirtillo nero selvatico e… lupino tostato di Anterivo, che molti si chiederanno cos’è (pure io me lo sono chiesta). Ho messo il lupino per ultimo e merita i puntini di sospensione, perché Massimo e la compagna (i fautori dell’azienda L’Ones e promotori perfetti di questo prodotto unico) mi hanno raccontato come lo hanno recuperato. Si tratta di un legume antico, utilizzato fino agli inizi del Novecento come surrogato del caffè e abbandonato in un sacco rinvenuto per caso in una vecchia casa. Chi ha provato a seminarlo lo fece quasi per gioco, vedendolo germogliare e crescere ha investito e ricercato il suo utilizzo migliore. Testato e tostato, è stata proprio una bella scoperta. Assaggiatelo perché merita, non aggiungo altro se non di leggere anche al punto 5. Lo ritroverete nella birra, questi due prodotti hanno molte cose in comune. Della stessa famiglia è il nuovissimo BB Casa Fipinger che si trova sempre a Panchià.

Link utili:

https://www.grappalones.it/

5 Birra di Fiemme a Daiano

Daiano si trova tre chilometri sopra Cavalese, in direzione di Passo Lavazè e vi consiglio di andarci sempre in bus. Potete fermarvi qui prima o dopo una bella sciata, fate solo attenzione agli orari. Io sono salita in bus e scesa a piedi sotto una fitta nevicata! Appoggiato sulle pendici della montagna Daiano gode di una posizione assolata privilegiata, nel suo piccolo centro annovera diversi edifici storici e all’estremità del paese sorge la “Colonia pavese”, costruita dal regime fascista quasi cent’anni fa e attiva fino agli anni Ottanta. L’edificio di proprietà demaniale è stato dato in affitto e adibito a birrificio. Chi mi conosce sa lo scetticismo con cui osservo il proliferare di micro birrifici sempre nuovi che crescono e fanno affari abbracciando le tecnologie e le materie prime, orzo e luppolo, facilmente reperibili sul mercato. La birra di Fiemme è lontanissima da questo modello produttivo e riprende l’arte birraria presente in valle secoli fa, grazie alla disponibilità e alla purezza dell’acqua. Documenti antichi sono conservati in birrificio, come testimonianza e base per costruire un futuro a tutta birra.

Stefano mi ha raccontato la storia aziendale e l’ho ascoltato con piacere, ha iniziato vent’anni fa con due obiettivi principali: lo sviluppo sostenibile e il legame con il territorio. Stefano e famiglia coltivano in zona l’orzo e il luppolo. Su quest’ultimo mi ha mostrato delle foto incredibili dove lo raccolgono, in piedi, sembrano piccini piccini perché le spalliere sono alte sette metri! I nomi dei prodotti campeggiano su etichette che richiamano antiche tradizioni birrarie sia nelle birre classiche (chiara, ambrata, weiss) sia nelle birre speciali (come quella di natale) e nelle mie birre preferite perché parlano della valle. Ebbene sì, Stefano fa la birra persino con il cirmolo e il lupino. Incredibile no? Manco a dirlo queste sono le mie preferite. E siccome del maiale e della birra non si butta via nulla ha in mente di allevare in futuro i maiali che nutrirà proprio con i suoi scarti di lavorazione. Infine per scelta aziendale la birra di Fiemme si trova in degustazione in birrificio ed è in vendita nei locali della regione, una distribuzione limitata per scelta, per far salire quassù gli estimatori invece di avere tanti punti vendita magari lontani. Un ragionamento del tutto analogo a quello di L’Ones. Come diceva in un vecchio spot Renzo Arbore: “Meditate gente, meditate”.

Link utili:

http://www.birradifiemme.it/

6 Musica sulla neve

Alla fine di un inverno lungo e strano lo scorso marzo sono stata a Cavalese per seguire i primi concerti della manifestazione Dolomiti Ski Jazz di cui ho parlato all’inizio, che ha portato la “musica in alta quota” nei rifugi e nei teatri della valle. Anche nel periodo estivo si susseguono eventi simili sulle cime delle Dolomiti Unesco, come gli appuntamenti musicali de I Suoni delle Dolomiti. Questi concerti sono tutti da vedere e sentire, nello scenario sempre magico delle Dolomiti. Cosa c’è di meglio della buona musica per rilassare corpo e anima? In montagna è il top, nel vero senso della parola, questa è anche una scusa ottima per assaggiare i piatti della tradizione e le creazioni di chef stellati in rifugi sempre più eleganti, accompagnati dai vini locali e dalle note di alcuni protagonisti di punta della musica jazz internazionale.

Link utili:

https://www.visitfiemme.it/it/italian-style-and-events/eventi/dolomiti-ski-jazz/programma-dolomiti-ski-jazz

https://www.musicajazz.it/dolomiti-ski-jazz-2018-programma/

7 Tesero culla della musica

Val di Fiemme in un certo senso è sinonimo di musica: proprio qui nasce il suono di alcuni degli strumenti musicali più prestigiosi, tra cui nientepopodimeno che i violini, dai tempi di Stradivari!! I migliori violinisti del mondo da secoli traggono il prezioso legno dagli abeti di risonanza, alberi che crescono nei boschi della valle, qui e in poche aree circoscritte del Friuli in Italia, e dell’Est Europa. Gli alberi eletti per tale produzione sono solo il 5% del totale, e sono scelti da apposite commissioni di esperti, impegnati ogni anno a osservare, toccare e “ascoltare” il suono prodotto dai tronchi di abeti rossi di circa 150 anni di età. Li tagliano nel momento e nel modo migliore, li portano in aziende specializzate per la lavorazione secondo procedure codificate, che coniugano la precisione tecnologica alla tradizione più antica. Suonatori di tutto il mondo, diffidate degli strumenti disponibili sul mercato a prezzi bassi, sicuramente non sono fatti con metodi artigianali ma a macchina. Non daranno mai un suono abbastanza preciso, caldo e pulito.

Tesero è un paese delizioso da visitare, per i laboratori artigiani specializzati nella lavorazione del legno e per i suoi presepi artigianali, ed è anche culla della musica. Qui infatti si trova Ciresa, l’azienda che produce tavole armoniche per strumenti musicali. Si presenta come un normale capannone in una zona artigianale affollata da tante piccole imprese, eppure è un’azienda familiare unica e preziosa per i cultori della musica di qualità. L’ho visitata l’anno scorso e al suo interno ho scoperto un mondo di passione, cura e tecnologia. Ciresa da oltre mezzo secolo lavora il legno più pregiato di queste vallate per farne le tavole armoniche, la parte nobile essenziale per trasmettere il suono di strumenti preziosi come arpe e chitarre, pianoforti e violini. Sin dai tempi di Stradivari, i “suoi” violini ancor oggi producono il suono perfetto.

Le tavole di Ciresa hanno un mercato mondiale e l’azienda ha recentemente ideato un utilizzo diverso e ancora più affascinante del legno di risonanza a partire dai principi dell’arte della liuteria, e l’ha chiamato “Opere sonore”. Si tratta di diffusori acustici costruiti per riprodurre il suono naturale perfetto, musica insomma di altissima qualità, secondo elevatissimi standard estetici, di design e di funzionalità. Sono pezzi unici pensati per arredare una casa elegante e trasformarla in una sala concerto, che possiamo vedere e ascoltare sempre a Tesero in un piccolo atelier.

Link utili:

http://www.ciresafiemme.it/

http://www.operesonore.com/

8 Sciare!!

La Val di Fiemme è il paradiso degli sciatori, tutti gli sciatori! Discesa snowboard e le specialità ad alto contenuto di adrenalina si possono praticare, ma non fa per me. Per lo sci da fondo sono disponibili oltre cento chilometri di piste, qualcosa più nelle mie corde. Questi numeri si trovano sul materiale di promozione turistica e proprio qui si corre la Marcialonga alla fine di gennaio. Fondo e ciaspolate sono la nuova frontiera del viaggiare in montagna lento ed ecosostenibile che avrà in futuro sempre più estimatori, tra cui la sottoscritta. A gennaio a Cavalese ho passato una splendida mattinata “camminando” sulla neve, dieci centimetri di manto bianco e soffice, l’ho scritto tra virgolette perché era un tempo di mezzo tra una nevicata (scarsa) e l’altra (abbondante). Organizzata dall’Azalea e condotto da Cornelia, la collaboratrice tedesca che svolge le attività pomeridiane come yoga e aufguss (vedere alla voce relax) ci ha portato in bosco su un percorso ad anello di tre ore che gira attorno a una cascata ghiacciata. Io lei e una famiglia tedesca composta da padre madre e due bambini piccoli, bravissimi. Sovrastati da un bel sole, circondati da pochi vivaci colori (bianco blu e grigio) abbiamo camminato sul sentiero nel bosco, tra conifere dalle chiome spruzzate, un albero monumentale bicentenario e la neve che scricchiolava sotto i nostri piedi.

Stupore è il sentimento che provo sempre e spero di non smettere mai di stupirmi quando cammino in montagna. La mia faccia stupita vi dev’essere piaciuta parecchio se – inspiegabilmente per me – le avete messo mi piace in massa! Vedete tutte le foto, non vi fa voglia di mettervi in cammino? Avete visto che nel bosco c’è una visuale non ampia ma avvolgente? Io lo trovo molto significativo, solo per un attimo abbiamo visto le Pale di San Martino in lontananza, dove papà e mamma – lo dico sempre – mi hanno concepito poco più di 50 anni fa.

9 Rilassarsi a fine giornata

Credo siamo tutti d’accordo che il relax pomeridiano sia un’esigenza o quasi un diritto di chi va in montagna d’inverno, un’ora nella SPA infatti non me la toglie nessuno. Per chi sostiene che ci si debba stare a lungo io confesso che non riesco, anzi ne traggo beneficio proprio prendendola a piccole dosi. Cerco sempre di stare in un albergo dotato di spazio relax, non importa che sia grande o piccolo, quando ci sono bagno turco e sauna io sono già a posto. Se poi ci sono una tisaniera, una chaise longue e frutta fresca tanto meglio! Park Hotel Azalea ha tutto questo per soddisfare i clienti più esigenti, lo declina in modo naturale e sostenibile, per questo lo consiglio in ogni stagione.

Post in collaborazione con:

www.ecoparkhotelazalea.it

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