Un mese fa sono stati inaugurati due piccoli musei d’impresa: Cantina Sandre a Campodipietra di Salgareda (TV) e Casa Vinicola Canella a San Donà di Piave (VE). Fanno parte del progetto Piave Heritage nato per valorizzare i prodotti wine & food e mettere in rete aziende del Basso Piave come queste.

Li ho visitati in anteprima, nel corso di un’affollata conferenza stampa.

Il sindaco di San Donà in visita al museo d'impresa di Canella

Quando un’azienda storica (e deve avere 50 anni almeno per essere definita tale) si impegna a tirar fuori dal cassetto dei ricordi i cimeli che l’hanno resa famosa, vuol dire che ha radici solide e crede nella cultura d’impresa come leva per la creazione di valore.

La mission di Piave Heritage è proprio rafforzare il marchio e l’identità territoriale aziendale.

Aziende come Sandre e Canella, da sempre legate al loro territorio, nei rispettivi atelier d’impresa diventano un luogo di cultura perfetto per il turismo esperienziale, una modalità di visita ormai consolidata specialmente nelle località collocate fuori dai grandi flussi turistici.

Il museo di Cantina Sandre mostra il lavoro nei campi

Negli spazi museali si raccontano storie di persone, la famiglia e i lavoratori impiegati. Gli oggetti esposti hanno essi stessi una storia, un senso e una collocazione, rendendo omaggio a chi li ha utilizzati. Durante la visita i turisti del gusto diventano quindi protagonisti attivi e non più spettatori passivi.

Curato da Forcoop Cora Venezia e finanziato dalla regione Veneto, Piave Heritage si avvale della collaborazione di La Costruzione del gusto per la progettazione e l’allestimento.

Architetto Ilaria Cipolla

Dopo Sandre e Canella sono previste a breve altre due aperture: Dolci Palmisano a Jesolo (VE) e Liquorificio SIL, oggi Cioccolateria Veneziana, a San Donà di Piave (VE). Le quattro imprese wine and food del Veneto orientale che hanno deciso di aprire il proprio museo aziendale sono protese verso il futuro con giovani manager, figli e nipoti dei fondatori.

Sempre le persone sono al centro, pronte a cogliere le mille sfide di questi anni per portare sempre più lontano il nome e il marchio aziendale, nel ricordo di chi ha fatto nascere l’impresa. La memoria diventa uno spazio collettivo, condiviso dentro e fuori il perimetro aziendale, da tramandare alle generazioni di domani. Perciò anche le scuole potranno accedervi.

CANTINA SANDRE

Il museo d’impresa della cantina Sandre, a Campodipietra di Salgareda, occupa uno spazio tutto sommato piccolo ma denso di oggetti e memorie. Non ha nulla a che vedere con il museo agricolo nella sua classica concezione, ovvero gli attrezzi agricoli fanno parte di una narrazione molto più estesa, multisensoriale.

Per lo studio di fattibilità alla base del progetto la famiglia Sandre si è posta tanti quesiti.

Cosa c’è dietro il nostro benessere attuale? Come si è arrivati allo sviluppo economico?

Ingresso cantina Sandre

Guardando lo sviluppo vertiginoso del Veneto e del suo tessuto produttivo, si è cercato di rappresentare gli strumenti di lavoro in uso nel passato per stimolare la curiosità delle persone. Ci si è rivolti soprattutto ai giovani che non li hanno mai utilizzati.

Nella prima sala vi sono ampi pannelli dove possiamo leggere e visualizzare:

  • la cronologia aziendale, dal 1926 a oggi, dove campeggiano le foto di famiglia,
  • il lavoro che si svolge in vigna nei vari mesi dell’anno, con didascalie in italiano e in inglese.
  • la mappa dei vitigni coltivati in azienda, corredati da grandi fotografie.

Manzoni bianco, glera e pinot grigio sono alcuni dei vitigni a bacca bianca. Merlot, raboso e malbech alcuni dei vitigni a bacca rossa.

Il giusto equilibrio tra funzione didattica e valore scientifico rendono tutto scorrevole, piacevole e istruttivo.

botti

Dove ci immergiamo nel lavoro dei campi, oltre il vigneto, oltre i confini della cantina Sandre, per abbracciare gli ampi spazi agricoli circostanti, è nella seconda sala che si raggiunge passando attraverso una lunga fila di botti di legno, corredate da proverbi locali in dialetto, un succo concentrato di saggezza contadina:

  • Bianco e nero meneme casa,
  • El vin l’è bon par chi lo sa bever,
  • Cavei e goti no i è mai massa.
Saggezza popolare e proverbiale

A fronte di uno spazio, tutto sommato ridotto, gli oggetti che si trovano appesi alle pareti compongono una narrazione a due e tre dimensioni, fatta di oggetti e parole, prosa e pure poesia:

  • immagini tridimensionali che ritraggono gli animali da lavoro,
  • strumenti e utensili, oggi obsoleti, in uso fino a pochi decenni fa,
  • le poesie in dialetto di Francesca Sandre,
  • legno, metallo e pietra forgiati dalla mano dell’uomo.
Strumenti di lavoro

Sono rimasta qui per tutto il tempo consentito dalla visita, ora ascoltando le spiegazioni dei padroni di casa, ora da sola estasiata con il naso all’insù. Non volevo più uscire. Ho visto diversi musei dedicati alla vita contadina, in varie regioni italiane e anche all’estero. Ma una cosa così non l’avevo mai vista!

Panoramica

Un’altra cosa che mi ha sorpreso è il grande spazio dedicato ai vini sfusi, prodotti di uso quotidiano a cui la famiglia Sandre tiene molto, e dedica grande attenzione.

Hanno infatti numerosi affezionati clienti a cui consegnano, praticamente in tutto il Veneto e in buona parte del Friuli Venezia Giulia. Guardate queste belle piramidi di damigiane, pronte per essere riempite!

Damigiane

E la vocazione all’accoglienza fa di questa cantina un luogo ideale per eventi familiari e cerimonie.

Della famiglia e della sua umanità potrei parlare a lungo ma si vede, nei loro volti sorridenti, negli occhi che parlano del piacere che c’è nel fare il vino. E nel poterlo raccontare così bene nel museo appena inaugurato!

Preparazione cerimonia

Ylenia e Marco Sandre conducono oggi la cantina, sono la quarta generazione di vignaioli che si dividono i compiti fra vigneto e cantina, ufficio e lavoro commerciale. Sono coadiuvati da una squadra di collaboratori di lunga durata. A loro spetta il compito di portare l’azienda sempre più in alto: il futuro è oggi.

Il futuro sta nella lotta integrata per una conduzione del vigneto sostenibile, con il minor impatto ambientale possibile. Futuro è anche, per esempio, meccanizzare la raccolta delle uve, meno poetica della raccolta manuale ma infinitamente più pratica.

Merlot

Ora lascio la parola a Marco che ci ha raccontato il suo lavoro, rispondendo alle mie otto domande.

1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo vino.

Sono Marco Sandre di Campodipietra, un paesino sulla strada del Vino Rosso e coltivo fin da ragazzino l’amore per la terra e i suoi frutti. Fortunatamente i nostri frutti si trasformano in vino, il quale provoca emozioni sempre nuove.

2 L’arte di fare il vino nasce nella vigna e si sviluppa in cantina. E poi cosa c’è dietro un grande vino?

Il vino è frutto di passione, vigna e tecnologia. Ma la differenza la fanno i particolari tramandati di generazione in generazione e la nostra famiglia produce vino da 3 generazioni.

3 Come è cambiato il vino, e come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni? La tecnologia è uno strumento necessario o si può farne a meno?

Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante, agevolando molto il nostro lavoro e alzando la qualità, ma sicuramente non fa miracoli. Il grosso del lavoro deve svolgersi in campo, la materia prima è fondamentale.

4 Raccontaci una bella esperienza e un brutto episodio legati al tuo lavoro di vignaiolo.

Fortunatamente le belle esperienze non mancano. Quello che ci stimola di più sono i riconoscimenti e i premi internazionali e nazionali che portano il nostro nome in tutto il mondo.

Atelier aziendale

5 Fare il vino significa anche uscire dall’azienda per far conoscere le persone e il territorio “dietro” una bottiglia. Dove porterai il tuo vino nei prossimi mesi?

Nei prossimi mesi speriamo di portare il nostro vino sempre in giro per l’Italia, in Cina, in Germania, mercati dove già siamo conosciuti e speriamo anche di scoprire nuovi orizzonti.

6 E’ possibile visitare la tua cantina? E dove possiamo assaggiare il tuo vino?

La nostra cantina è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18; e il sabato dalle 8 alle 12. Se possibile è meglio avvisare prima telefonicamente o via mail.

7 Una piccola provocazione: se fossi ministro dell’agricoltura cosa faresti per agevolare il lavoro del vignaiolo?

Spingerei nell’importanza della lotta integrata e supporterei la produzione di vino biologico.

8 Consiglieresti a un giovane di fare il vignaiolo? SI – NO – Perché?

Consiglierei questo lavoro perché ci porta a contatto con la natura e a contatto con tante persone diverse. E poi è il lavoro più bello del mondo!!

CASA VINICOLA CANELLA

Casa vinicola Canella, famosa in tutto il mondo per il Bellini, produce spumanti dal 1947. Nella sede di San Donà il loro atelier d’impresa racconta per immagini la sua storia.

Ingresso casa vinicola Canella

C’è una pregevole collezione di bottiglie storiche.

Ci sono le foto dei personaggi che l’hanno resa famosa sin dai tempi della Dolce Vita, accanto a una bottiglia di Prosecco o intenti a sorseggiare proprio il Bellini.

Foto d'epoca

I fratelli Canella ci accolgono nella sede della Casa Vinicola a San Donà di Piave.

Aprono l’album dei ricordi e cominciano a parlare di papà che metteva via documenti e cimeli.

Conservava tutto, solo dopo hanno capito l’importanza di mantenere viva la memoria.

L’azienda si è specializzata sin da subito nei vini spumanti. Non solo ha sviluppato un elevato profilo qualitativo nella produzione, ma è stata precursore della cultura dell’immagine durante il boom economico italiano.

Atelier d'impresa Canella

Avere immortalato il prosecco Canella accanto ad attori come Alberto Sordi e Vittorio Gassman è stata una trovata geniale e un’anticipazione dei testimonial aziendali, ancora tanto in uso nella pubblicità.

Lorenzo Canella ricorda che aveva solo tre anni quando, nel 1961, ci fu la prima spedizione di vini verso gli USA. Accompagnare papà e vedere il carico dei container sulla nave, in partenza per questo lungo viaggio, è stato emozionante e indimenticabile.

Il padre ha creato dei legami tuttora sentiti, e ha trasmesso dei valori ancora validi, gli stessi che muovono ogni giorno le attività aziendali. C’è il legame con il territorio, tra San Donà e Venezia, tra i vigneti così diffusi in questa parte del Veneto e il mondo, desideroso di fare sempre nuove esperienze di gusto.

C’è il valore didattico che porterà le scolaresche a visitare l’atelier d’impresa appena aperto.

Atelier e museo sono luoghi di bellezza, relazioni e affetti.

I ricordi individuali si fanno memoria collettiva e condivisa.

Dal bianco e nero delle immagini famose e patinate di ieri, l’immagine di Canella di oggi è tutta a colori.

Logo aziendale

Colorato è il logo con la grande C. “Azienda vinicola Canella – Vini tipici del Piave”.

Colorato è il più famoso cocktail firmato Canella, il Bellini fatto con pesche bianche e Prosecco.

Bellini Puccini Rossini

Ma ci sono anche il Rossini e il Puccini, il rosso e il giallo, tutti da assaggiare.

Oggi in azienda ci sono la seconda e terza generazione, i quattro fratelli Canella e i loro figli, giovani e attivissimi. Come Tommaso Canella che porta l’azienda all’estero, verso nuovi traguardi sempre più ambiziosi.

Visitando il museo aziendale ci si sente davvero di entrare in casa, ospiti della famiglia.

Lorenzo Canella e il sindaco in visita

Tutto attorno alle pareti, in alto, scorrono i fotogrammi con le etichette dei vini.

Sono il film, la vecchia pellicola che racconta “come eravamo”.

Gli impiegati in divisa sono ritratti fuori dall’ufficio.

FOTO D'EPOCA

Bottiglie d’annata sono ben esposte in fila. Vini rossi: merlot, marzemino.

Vini bianchi: moscato, pinot, prosecco.

Bottiglie d'annata

E in mezzo alla sala, una bacheca protegge i ritagli di giornale e le foto che hanno fatto la storia aziendale.

Ora ci resta una sola cosa da fare: lasciare la parola a Nicoletta Canella per raccontarci l’azienda con le sue parole.

1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo vino.

Sono Nicoletta Canella, sorella di Alessandra, Monica e Lorenzo, zia di Tommaso, con cui condivido la direzione dell’azienda Canella fondata da Luciano Canella nel 1947 a San Donà di Piave.

Tommaso Canella

2 L’arte di fare il vino nasce nella vigna e si sviluppa in cantina. E poi cosa c’è dietro un grande vino?

Le bollicine sono la nostra specializzazione dagli anni ’60. Prima frizzanti e poi spumanti con il metodo Martinotti. Dietro c’è l’idea, la passione, la coesione, l’impegno.

3 Come è cambiato il vino, e come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni? La tecnologia è uno strumento necessario o si può farne a meno?

Nel nostro caso il vino è uno spumante soprattutto prosecco, fruttato, che talvolta si combina con la frutta. Per questo occorre la tecnologia perché ci consente di mantenere la massima naturalità del prodotto.

4 Raccontaci una bella esperienza e un brutto episodio legati al tuo lavoro di vignaiolo.

L’idea (bella) di preparare il Bellini già pronto in bottiglia partendo dal nostro Prosecco spumante, e passando per la produzione di pesche bianche della varietà Maria Bianca, nasce nel 1986 l’anno (brutto) dello scandalo del metanolo.

Canella spumante

5 Fare il vino significa anche uscire dall’azienda per far conoscere le persone e il territorio “dietro” una bottiglia. Dove porterai il tuo vino nei prossimi mesi?

Il 50% della produzione va all’estero. I nostri spumanti e cocktail sono fortemente legati al territorio e tutta la nostra comunicazione è incentrata su questo.

6 E’ possibile visitare la tua cantina?

Sì, su prenotazione dal lunedì al venerdì.

E dove possiamo assaggiare il tuo vino?

Vendiamo i nostri spumanti nel canale Ho.re.ca, cioè in bar e ristoranti mentre i cocktail si trovano nella grande distribuzione. Oppure online nel nostro sito, o ancora in cantina.

7 Una piccola provocazione: se fossi ministro dell’agricoltura cosa faresti per agevolare il lavoro del vignaiolo?

Ridurrei la burocrazia, vale per tutto.

8 Consiglieresti a un giovane di fare il vignaiolo? SI – NO – Perché?

Certo, perché è bello, interessante, sano. Ma bisogna avere la passione, ingrediente che consente di superare fatiche e preoccupazioni.

Post in collaborazione con:

www.forcoop.eu

Link utili:

www.sandre.it

https://www.cioccolateriaveneziana.it/en/

https://www.dolcipalmisano.it/

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