Quando viaggio mi piace cercare i luoghi e le persone delle comunità ebraiche di oggi, e immaginare come potessero essere secoli fa. Mi chiedo come vivevano la quotidianità: i bambini che andavano a scuola, gli adulti impegnati nei commerci, la figura del rabbino non solo capo spirituale. In occasione della giornata della memoria, oggi facciamo un piccolo viaggio leggero in alcune comunità ebraiche del Veneto, partendo da Venezia dove vivono tuttora alcune centinaia di ebrei, sparsi in città e non più “confinati” nel ghetto. Questo rimane però il centro pulsante per la vita comunitaria, un luogo pieno di vita e di fascino.

VE campo del ghetto novo

IL GHETTO DI VENEZIA

Il ghetto di Venezia si trova nel sestiere di Cannaregio e con i suoi cinquecento anni di vita (è stato istituito nel 1516) è il più antico d’Europa. All’epoca qui si trovavano le fonderie da cui il ghetto ha preso il nome, si svolgevano le attività di prestito tramite i banchi di pegno e i commerci.

banco dei pegni

Al centro dell’area si trova il campo del ghetto nuovo, se vi sedete su una panchina vedete scorrere la vita davanti a voi, gli abitanti mescolati a passanti e turisti, italiani e stranieri. Alzate gli occhi per ammirare le alte case colorate accanto alle istituzioni della comunità e ai tristi ricordi delle deportazioni operate dal nazifascismo. Le ricordano fra le altre cose le pietre d’inciampo, collocate davanti alle case degli ebrei deportati.

sinagoga spagnola

Fra gli ebrei insediati nell’area c’erano gli Askhenaziti provenienti dalla Germania e dall’Europa centrale, i sefarditi o levantini, e gli italiani, ciascuno con la propria sinagoga, o scuola. Esse si riconoscono a malapena tra i profili delle case del campo, nulla a che vedere con lo sfarzo e la ricchezza esibita nelle chiese cristiane.

sinagoga spagnola

Costruite fra Cinquecento e Seicento, hanno elementi del Rinascimento, del Barocco e Rococò. Tutte le sinagoghe sono state rimaneggiate nel corso del tempo ma sono attive e alcune sono visitabili. Un anno fa sono stata nella sinagoga spagnola e nel museo ebraico, è stata una visita guidata eccezionale che vi consiglio.

VE campo ghetto novo

Rivolgetevi perciò a una guida abilitata e controllate gli orari di visita sul sito del Museo ebraico di Venezia e cercate di dedicargli almeno un’ora, costituisce un percorso unico nella storia e cultura ebraica, non solo veneziana. In poco spazio consente di ammirare manufatti preziosi e tessuti antichi, manoscritti e opere utilizzate nella vita comunitaria religiosa e civile. E la storia delle migrazioni degli Ebrei, raccontata in ampi pannelli.

IL CIMITERO EBRAICO DEL LIDO

Se gli ebrei a Venezia hanno potuto insediarsi nel ghetto 500 anni fa, i defunti hanno avuto il loro spazio ancora prima. L’antico cimitero di San Nicolò, al Lido di Venezia, risale addirittura al 1386, ed è stato attivo per quasi 300 anni, fino al 1641. Metto solo un’immagine qui.

VE lido l'antico cimitero ebraico

Da allora la Repubblica di Venezia ha avuto bisogno di prendersi spazio per i sistemi di difesa contro i Turchi, ha così ridotto la superficie del cimitero ebraico che è andato incontro al degrado e all’abbandono. Oggi non appare in rovina grazie alle pulizie e ai restauri, finanziati da vicino e da lontano grazie a generosi benefattori.

Pulizia, restauro e catalogazione delle lapidi e dei manufatti sono tuttora in corso. Le giornate della cultura ebraica sono state l’occasione per unirmi a una visita guidata. In questo vero e proprio museo a cielo aperto mi sono immersa, assieme a un nutrito gruppo di persone (alcune provenienti da molto lontano), in un luogo di grande suggestione. I grandi alberi fanno ombra e proteggono per sempre le persone che qui riposano.

Ci ha raccontato le loro storie il comandante Aldo Izzo referente per la comunità ebraica, un personaggio autorevole e di cultura infinita.

A poca distanza si trova il nuovo cimitero ebraico, dove gli ebrei di Venezia oggi riposano, sempre qui al Lido.

IL CIMITERO EBRAICO DI PADOVA

C’erano ben sette cimiteri ebraici un tempo a Padova. Ora ce ne sono solo cinque di cui uno attivo, in via Sorio, mentre questo di via Wiel è il più antico e ben conservato. Attivo tra Cinquecento e Settecento, ora è aperto alle visite tutte le domeniche su prenotazione. L’ho visitato con il sole d’autunno dopo una pioggia battente che ha lasciato la terra umida, luci e ombre scenografiche, commoventi e fonte di ispirazione per me.

PD cimitero ebraico via wiel

Ho camminato per un’ora su un morbido tappeto di foglie cadute dagli alberi, con tutti i colori autunnali. La cura della comunità ebraica patavina, la guida di Giuseppe e l’organizzazione di Rosanna Torresini nostra guida hanno fatto il resto. Sono tutti diversi i cimiteri ebraici, custodi della più antica e per me affascinante delle religioni monoteiste. Fatta di riti, segni e simboli come le altre due religioni, ma in fondo diversa. Anche nel culto dei morti e nel rapporto con l’aldilà. Con tanti precetti in vita e pochi, poche visite in cimitero per esempio, in morte, una vera fine dei rapporti.

PD gruppo al cimitero ebraico

Simboli famosi sono la stella di David ma qui trovate soprattutto simboli e immagini dal regno animale e vegetale, ritratti sulle lapidi. Animali come uccelli e gatti, vegetali di ogni genere. Frutti come la mia amata melagrana, alberi di grande valore come il cedro o di valore nullo come il salice. Simboli sono le mani giunte, le frequenti abluzioni hanno aiutato gli ebrei a prevenire e limitare i contagi durante le varie epidemie e pestilenze (per restare su temi attuali).

PD cimitero ebraico via wiel

E proprio qui a Padova, culla della medicina moderna, è sepolto un rabbino scienziato che ha enunciato le regole di prevenzione 400 anni fa. Le tombe dei rabbini sono decorate in modo più vistoso di quelle della gente comune, tutte portano i nomi e informazioni sui defunti. Non faccio nomi, venite qui a vedere. Le lastre tombali, in pietra locale proveniente dai colli euganei o in marmo rosso di Verona, non sempre sono leggibili. In molti casi le iscrizioni sono consumate, indagini in merito si sono svolte, e tuttora proseguono.

CONEGLIANO E VITTORIO VENETO

Un altro luogo suggestivo della cultura ebraica in Veneto è il piccolo cimitero di Conegliano, inaugurato nel 1545, collocato nel bosco appena fuori dal centro sulla collina detta Calaban.

conegliano cimitero ebraico

Attivo per oltre 400 anni fino alla fine dell’Ottocento, ospita un centinaio di lapidi con iscrizioni in ebraico antico e, per le più recenti, in italiano. Sono posizionate verso oriente e appartengono alle antiche famiglie delle comunità di Conegliano e Ceneda (Vittorio Veneto).

conegliano cimitero ebraico

Tra queste le famiglie Conegliano, Grassini e Luzzatto erano le più note. La prima ha avuto un illustre membro quale il librettista di Mozart, Lorenzo da Ponte.

conegliano cimitero ebraico

Molte delle loro ricchezze si trovano ora al sicuro nei musei di Gerusalemme. La sinagoga di Conegliano è stata smontata, trasportata e rimontata sempre a Gerusalemme, e vi si svolgono le funzioni in lingua italiana.

ROVIGO E VERONA

Dopo Conegliano, Venezia Lido e Padova, vorrei proseguire verso sud ovest il mio percorso dentro e fuori la regione Veneto. A Rovigo e Verona, in cerca dei loro antichi cimiteri e delle sinagoghe, o quel che ne resta.

Poi andrò a Mantova e provincia sedi di una comunità attivissima nei commerci, grazie al grande fiume Po. Il viaggio continua. Per informazioni sui siti e sulle visite guidate, indispensabili per approfondire gli aspetti dei riti e della cultura ebraica, consultate i siti delle varie comunità locali.

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