La città di Parma è sinonimo di eccellenza in cucina e qualità della vita elevata. Il capoluogo ha grandi tesori concentrati in uno spazio circoscritto, dove si ammirano architetture religiose come il Duomo e Battistero, luoghi di culto per gli amanti dell’arte come il Palazzo della Pilotta, e della musica come il Teatro Regio. Parma anche fuori dal capoluogo ha tanto da offrire: è la terra di Giuseppe Verdi e dei castelli del Ducato, ha le terme a Salsomaggiore e vi passa un tratto della Via Francigena.

Trame d’Italia è un tour operator che propone tour insoliti in varie regioni italiane da nord a sud, dal Piemonte alla Calabria, della durata di uno o due giorni. Ciascun pacchetto abbina visite ad esperienze e alloggio in dimore particolari, come ad esempio BB eleganti e castelli. Le Trame del Parmense contano ad oggi una dozzina di itinerari, per altrettante possibilità di visitare la città, la pianura, le colline, l’appennino.

Quando mi hanno proposto di provare una di queste esperienze, in collaborazione con AITB – Associazione Italiana Travelblogger, ho scelto la Valtaro a sud ovest del capoluogo, sulla strada del Passo della Cisa. Ho trovato colline che si alzano sulla pianura padana e hanno gli Appennini sullo sfondo, oltre ai quali, dopo il passo, si scende in Liguria. Alla fine dell’inverno 2022, tiepido come pochi altri in passato, ho camminato fino alle cascate della Val Pessola tra boschi e prati, dove la natura si sta svegliando per la primavera in arrivo.

Mentre io ero impegnata nel mio tour All’avventura alle cascate della Val Pessola, un’altra blogger AITB, Sabrina Grassagliata del blog Finalmente Venerdì, andava in giro (sempre per Trame d’Italia) in bici e seguiva cooking class (fra le altre cose) vicino a me, attorno a Fidenza. il suo tour si chiama Natura silenzio relax.

Per altri due fine settimana ci saranno dei colleghi travelblogger sguinzagliati in giro grazie al progetto #aitbtrameditalia che potete seguire tramite questo hashtag, e farvi ispirare per una toccata e fuga a Parma!!

VILLA GELSOMINA ROOM AND BREAKFAST

Arrivo a villa Gelsomina nel tardo pomeriggio di sabato, mi trovo nel comune di Solignano ma non sulla strada principale, su una strada laterale immersa nel bosco. Il Room and breakfast che mi ospita si presenta come una grande casa al limitare del bosco, con la facciata che dà sulla valle e sul torrente Pessola. Ha dieci stanze tutte personalizzate con temi accattivanti come la musica, i cavalli, i colori, i giochi… e una suite (la Torretta con vasca idromassaggio). Nato quasi 10 anni fa da un’attenta ristrutturazione, è gestito da una famiglia attiva da 50 anni nella ristorazione. Il loro locale si chiama Trattoria Fopla da Gelsy, si trova a soli 3 km di distanza, andrò a cena proprio lì.

terrazza sull'infinito

Daniela, la padrona di casa, mi viene incontro. Mentre porto su i bagagli mi fa vedere le stanze perché possa scegliere dove dormire. Sono grandi come si conviene a una dimora di campagna, e arredate con gusto quasi come fossimo in città, con tanto legno e colori chiari negli arredi e accessori.

doppia

Mi sistemo nella camera dedicata ai Castelli, una stanza singola già grande per me, che sono abituata in città a spazi molto più piccoli. L’ho scelta anche per la vista sulla vallata, impagabile.

la stanza dei castelli

Questo posto va bene sia per rilassarsi in mezzo alla natura, sia per una fuga romantica. In settimana è molto utilizzato da clienti business che lavorano nelle vicine aziende.

sala colazione

Abbiamo un po’ di tempo per chiacchierare, io e Daniela ci sediamo in sala colazione per un aperitivo con un calice di vino rosso, formaggi e salumi locali. Ci sono anche le Conserve di zia robi, vedete il vasetto giallo?

happy hour

Tutto è buono e genuino. L’indomani mi aspetta il trekking alle cascate, dicono che ci vuole il costume e io l’ho portato! Non saranno le calde acque termali della vicina Salsomaggiore ma pazienza, sono pronta a tutto o quasi. Ho visto tanti bei paesaggi lungo il percorso. Il clima mite fa presagire la vicina primavera, la natura è pronta a sbocciare con nuovi colori e profumi.

TRATTORIA FOPLA DA GELSY

Con una grande sala centrale e alcune salette laterali, da Gelsy c’è posto fino a 200 persone. Nell’angolo dove mi siedo vedo l’andirivieni di coppie e famiglie, gli ospiti che arrivano dalle 19,30. Arrivo qui attraversando il ponte e salendo nel bosco, al buio, immaginando che sia popolato da cinghiali e lupi. Ma nessun animale selvatico mi viene incontro. L’indirizzo è lungo: località Fopla di Specchio, Varano de’ Melegari.

oinoe

Gelsy è l’anima del locale, anche lei mi dedica del tempo prezioso (e glie ne sono grata) prima di tornare al lavoro del sabato sera. Gelsy è una carica di energia positiva e competenze sussurrate, in ogni parola dimostra l’amore per la sua scelta e la felicità di dedicarsi tutto l’anno, senza sosta, alla trattoria. Segue personalmente i fornitori e va a trovarli per avere i prodotti e le condizioni migliori, coordina le attività di cucina e in sala. Ma non fa tutto lei, c’è armonia nel lavoro di squadra e la si percepisce in ogni movimento del personale.

polenta stesa e frittatina

La cucina tradizionale parmigiana qui è improntata alla semplicità e genuinità, è tutto ottimo e abbondante. La cucina casalinga insomma. Io che sono una rompiscatole non vorrei mangiare carne e in effetti, in Emilia, è una gara dura. Confesso che al prosciutto di Parma (squisitissimo) non so resistere. Per il resto sono accontentata: frittatina alle verdure, polenta stesa coi funghi, torta fritta e prosciutto crudo di Parma,

torta fritta e prosciutto

tortelli con le erbette,

tortelli erbette

sugo coi funghi,

sugo coi funghi

e l’infuso di prugnolo fatto in casa, il digestivo perfetto dopo tutto quello che ho mangiato!

infuso prugnolo

Riguardo il vino chiedo un rosso locale, la scelta del cameriere è molto azzeccata. Oinoe è un rosso dei colli di Parma DOC strutturato e profumato, ottenuto da uve Barbera 75% e Bonarda 25%. Vendemmia 2017, 14 gradi. Affinato in acciaio non ha traccia alcuna di legno o tannini, davvero una bella sorpresa, e pure l’etichetta è stilosa! La cantina si trova qui vicino a Traversetolo. Vado a dormire stanca e soddisfatta!

ALL’AVVENTURA ALLE CASCATE DELLA VAL PESSOLA

La ricca colazione di Villa Gelsomina comprende due fette di torta e pane fatti in casa, caffè americano e noci.

colazione

Non ho molta fame dopo ieri sera ma avrei un bel buffet a cui attingere.

buffet

Giacomo Galli è la mia guida e nella mattinata che trascorriamo insieme, in cammino fino alle cascate, abbiamo tanti argomenti di conversazione! Ho portato il costume per la gita proposta da Trame d’Italia ma c’era poca acqua alle cascate! Al più mi sarei bagnata i piedi. Vedete questi corsi d’acqua? In Appennino parmense ci sono torrenti che diventano fiumi: Rio di campo grande. Pèssola (con l’accento sulla E). Ceno. Taro. Po. E poi fontane, laghetti e stagni dove gli animali si fermano ad abbeverarsi.

Attorno hanno boschi di latifoglie, lingue di roccia sbriciolate a tratti verso la vallata, resti di ere geologiche vecchie anche 70 milioni di anni. Fragili, franosi, sempre in movimento.

val pessola

Nella natura selvaggia che caratterizza la Val Pessola spuntano qui e là casolari abbandonati, ci ricordano che anche in questa regione ricca ci sono luoghi dimenticati o solo di passaggio, dove non è facile vivere lontano dalle vie di comunicazione dalle comodità della pianura. Il ripopolamento è possibile, grazie ai giovani e alle famiglie che decidono di stabilirsi qui. Grazie agli ex emigrati che hanno passato anni all’estero, soprattutto in Europa centrale. Hanno fatto lavori umili magari, negli anni da metà Ottocento a metà Novecento, poi sono tornati e ancora tornano alla terra d’origine. Infine c’è a chi prende la seconda casa qui, per trascorrere il tempo libero, che in epoca post pandemica sarà un’esigenza sempre più sentita.

vecchie case in pietra

Gli edifici sono costruiti in pietra locale, di origine vulcanica o sedimentaria, leggera o pesante, come travertino o ardesia. Piccole stalle segnano i crinali delle colline assieme a grandi sagome di castelli, a volte ridotti a ruderi. Oppure abitati come il vicino Castel Corniglio.

cavallo

Le mucche e cavalli al pascolo sono socievoli: forse poco abituati alla presenza umana, forse perché è la fine di febbraio e la gente tornerà in massa quassù nei mesi più caldi.

Elleboro. Primula. Violetta. I fiori punteggiano il terreno e si scaldano di giorno, crogiolati al sole.

Resistono al freddo notturno e sperano nella pioggia. Tutti noi la aspettiamo, servirà a dissetare la terra, a preparare le coltivazioni, su tutto le ricche terre della vicina pianura.

Le verdi macchie di agrifoglio e pungitopo spiccano fra le foglie a terra e i rami degli alberi ad alto fusto, carpini e querce. Ci sono poche conifere e vedo la processionaria su molte chiome. Peccato!

La camminata di circa 10 km si può modulare per 3 ore o più, andata e ritorno oppure ad anello. Si svolge sui 400 – 500 metri slm, tutto a saliscendi. Vi sono due sentieri da un lato o dall’altro delle cascate e l’ultimo tratto si svolge sul greto del fiume. Un sentiero è più scosceso con diversi guadi, l’altro è più dolce, il mio preferito.

cascate

Passiamo per un grande prato dove ci vengono incontro cavalli allo stato brado e si fanno coccolare. Giacomo mi fa notare il manto scuro e le cosce grosse, sono da tiro, questa razza si chiama Bardigiana e prende il nome dalla vicina Bardi.

cavalli

Un tempo c’erano tante greggi al pascolo, ora poco frequenti, è più facile incontrare gli animali selvatici come i “famigerati” cinghiali e lupi. Gli orsi sono ora scomparsi da quest’area dell’Appennino parmense, in passato erano presenti e temuti, ma anche addomesticati dagli “Orsanti” che li portavano in giro negli spettacoli circensi. Povere bestie! Le storie tramandate dai tempi antichi si mescolano a leggende ora allegre, ora tristi. A me francamente piacerebbe di più conoscere le storie della Resistenza partigiana combattuta qui. Ma torniamo alla nostra camminata. Un piccolo bacino d’acqua artificiale si apre nel bosco, con un capitello votivo dedicato a Sant’Antonio, datato 1856 a una estremità.

capitello

Il sentiero si allarga in una mulattiera che gira attorno a una collina pietrosa. Siamo in un importante geosito dove ci sono pietre chiare con tracce fossili e pietre colorate dai metalli come l’ossido di manganese. Tra una curva e l’altra si rientra nel bosco, l’ultima discesa ci porta fino al greto del fiume. E alle cascate!

ATTORNO A SOLIGNANO

Prima di arrivare a destinazione mi sono fermata per vedere i paesi dove inizia l’Appennino parmense, lungo la Cisa, come ai vecchi tempi in cui venivo qui per lavoro. Visitavo aziende alimentari grandi e piccole, quelle per cui Parma e l’intera Emilia Romagna sono famose nel mondo, non per niente la regione è chiamata Food Valley. Ogni cartello mi ricordava qualcosa, qualcuno, chissà se i miei vecchi clienti della Barilla, Battistero, Mutti, Plasmon, Rodolfi Mansueto, tanto per citarne alcuni, sono ancora lì? Ho visitato:

  • La pieve romanica di Fornovo.
  • Il castello a Varano de’ Melegari.
  • Una cantina a Ozzano Taro.
via francigena

Vedo molti altri spunti per le prossime visite. Per un paio d’ore mi fermo nei paesi che incontro sulla mia strada, passeggio col naso all’insù per farmene un’idea. Collecchio. Ozzano. Fornovo. Varano. La strada è bella, i paesaggi pure, ma così vedo poco: la strada più bella si fa a piedi. Qui inizia la Lunigiana e qui passa la Via Francigena, dove continuo a farmi le foto con i cartelli, ma senza camminare. Verrà un giorno?

Collecchio: i musei del cibo

Divulgare la cultura del cibo è una missione con diverse sfaccettature: aiuta le persone a essere consapevoli dell’importanza del cibo, li rende (ci rende) responsabili al momento di effettuare le scelte di acquisto e di consumo quotidiane. Facciamo qualcosa per questo, tutti noi, e saremo un paese migliore. Quando vedo i cartelli Museo della Pasta. Museo del Pomodoro… faccio una frenata e prendo la deviazione a destra. Qui nel Parco del Taro, le persone che incontro sono quasi tutte in bicicletta. Una vietta di campagna mi porta dove volevo arrivare, alla Corte di Giarola.

corte di giarola

Ma è chiuso, apre fra una settimana e per ora solo nei fine settimana. Controllate gli orari, io torno un’altra volta! Ad altre eccellenze del parmense sono dedicati altri musei: del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Parma, del salame Felino, del vino…

Ozzano Taro: cantina Monte delle Vigne.

Nelle Terre di Verdi la musica è ovunque, non mi sorprende trovare proprio qui delle etichette intitolate all’opera come Maria Callas e Nabucco. Monte delle Vigne dal 1963 è l’avventura enoica della famiglia Pizzarotti, improntata alla tecnologia in cantina e alla cura dell’ambiente in vigna.

nabucco

Nei 40 ettari vitati trovano spazio vitigni autoctoni e internazionali. Assaggio il Nabucco vino rosso Emilia IGT, ottenuto da uve Barbera e Merlot. Annata 2018, 14,5 gradi. Fa un breve affinamento in legno e si sente il giusto, è un vino corposo che mi colpisce soprattutto per la lunghezza e il retrolfatto complesso.

Fornovo

Questo borgo è ricco di storia, dalla più recente con le vicende conclusive della seconda guerra mondiale alla battaglia del 1495, dove la Lega Italiana si scontrò con Carlo VIII di Francia. Una targa lo ricorda.

la battaglia del 1495

La deliziosa pieve romanica dedicata a Santa Maria Assunta è più bella fuori perché l’interno è stato molto rimaneggiato. La semplice facciata rivolta a ovest dà su un piazzale. La vedo illuminata dal sole, impreziosita dal piccolo portale laterale e dai fregi scolpiti, che ricordano i capolavori di Benedetto Antelami nel capoluogo. Il campanile segna le ore 16, tutto attorno il centro sonnecchia.

fornovo

Ci sono poche persone in giro, tra le case nuove e quelle vecchie salgono e scendono piccole vie. Accanto alla statale dove parcheggio l’auto, una salitina porta a un bel municipio e a case in stile liberty, una particolare architettura che non mi aspettavo qui. Attraverso il fiume Taro fino a Varano.

Varano de’ Melegari

Ci sarebbe un’altra chiesa da visitare qui, ma la sagoma imponente del castello incombe sulla strada circondato da mura altissime. Posso solo girarci attorno perché al momento non è visitabile (aprono tutto a marzo).

castello di varano

Il suo nome completo è Castello Pallavicino di Varano de’ Melegari. La costruzione medievale, con tre torri difensive allineate sullo stesso versante, si trova in posizione strategica sulla vallata del Ceno, ha mille anni ma non li dimostra.

Se l’occhio è appagato dalla vista, in ogni direzione, l’orecchio soffre. Il rumore dei motori provenienti dal vicino autodromo è assordante per me che ho l’orecchio fino, ma per gli abitanti è poco più di un rumore di fondo ed è fonte di orgoglio. Dallara vi dice nulla come marchio? Siamo nella Motor Valley, il cuore della tecnologia applicata al settore automotive che porta alto l’onore dell’Italia nel mondo. Ferrari. Lamborghini. Maserati. Quanti sono i marchi con il quartier generale in Emilia Romagna?

Voglio tornare per conoscere più a fondo questi luoghi di pace, correre lungo i crinali e avventurarmi sulla vicina Via Francigena. Ringrazio Trame d’Italia e chi mi ha ospitato, la famiglia di Gelsy e Daniela, Giacomo la guida, prometto che tornerò!

Post in collaborazione con:

https://trameditalia.it/

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11 comments

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Abbiamo seguito con molto piacere il tuo tour attraverso i social e questo articolo racconta davvero molto bene le esperienze fatte in questi due giorni! Per gli amanti del contatto con la natura questo tuo itinerario nell’Appenino Parmense è davvero molto interessante!
Dal punto di vista enogastronomico, poi, non avevamo dubbi che avresti scoperto e provato delle vere e proprio prelibatezze!
Domani, sempre in compagnia di Trame d’Italia e AITB, tocca a noi partire alla scoperta di Fidenza!

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Ecco dani dimmi bene dove andate che x esempio se io andassi a Fidenza sarei un po’ persa (e non andrei a fare shopping all’outlet, o solo un pochino)

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Roby stiamo preparando due articoli grazie ai quali potrai visitare Fidenza tra storia e gusto senza sentirti spaesata!
Poi una piccola tappa all’outlet non fa mai male!

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In questa tua avventura c’è tutto quello che avrei voluto: trekking, buon cibo, cultura e divertimento, in un territorio ricco da ogni punto di vista!
Brava Gamberetta! 🙂

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Sai Beatrice che mancava una cosa – la neve? Sarebbe stato ancora più suggestivo il panorama, aspetterò il prossimo inverno 🙂

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Davvero un bel tour ricco di spunti e occasioni per poter tornare. Mi piacerebbe vedere gli stessi paesaggi con le fioriture primaverili

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Per i fiori manca poco simo – hai in mente qualcos’altro tipo un castello da vedere in provincia di Parma?

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Roby vengo io con te a fare la Francigena! Almeno un pezzettino!!! Bellissimo questo weekend tra cibo e passeggiate, questa zona offre davvero moltissimo.

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Vieni vieni cri, e ricorda che pure nelle nostre belle colline stanno partendo nuovi cammini!

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Un tour bellissimo pieno di spunti. Paesaggi unici sicuramente da scoprire.

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Bello l’appennino, e belle le montagne attorno alla tua Verona giusto? Sai che un poco si assomigliano i paesaggi e il terreno ma devo tornare per verificare. Son stata a camminare dalle parti di Boscochiesanuova negli anni 80… E poi a Bolca con un gruppo ma pioveva e abbiamo visitato solo il museo 🙁

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