Terzo giorno: Corte – Saint Florent (auto) 03 09 2020

Si sta proprio bene a Corte ma dobbiamo partire, il nostro viaggio itinerante prevede oggi molta strada, nuove salite e discese. Facciamo una lunga colazione a un baretto dietro la piazza circolare, dove ci sono solo anziani curtinesi intenti in chiacchiere e lettura. Prendo un dolcetto alla vicina pasticceria e vengo qui a mangiarlo, non mi fanno problemi anzi sono tutti gentili. Sfoglio il quotidiano in cerca di notizie grandi e piccole, sorseggiando il caffè lungo come di consueto. Corse Matin ha quasi tutte le pagine in francese, alcune in corso; è facile e divertente da leggere ma qualche parola è un mix fra lingua italiana, genovese e sardo, poco comprensibile.

valle della restonica

Il parcheggio dell’albergo è chiuso con un vecchio e pesante cancello in ferro, con una catena e una barra che non riesco ad aprire o spostare. Dopo vari tentativi una coppia di Oristano che come noi sta andando via mi mostra come fare, devo spingere. Il mio senso pratico è assente come sempre. Parliamo della Corsica e della Sardegna, viste da noi e loro, è un interessante scambio di punti di vista. Io senza polemica vorrei che tutti i sardi venissero a vedere com’è tenuta l’isola a loro più vicina. Partiamo per un giro in montagna, in direzione sud ovest con l’impegno di arrivare a metà pomeriggio a Saint Florent. Senza arrivare alla costa occidentale, è troppo lontana. E oggi dobbiamo cercare un posto dove dormire.

Valle della Restonica

Questo nome mi ronza in testa da tempo, grazie agli amici appassionati di attività all’aria aperta, è il primo luogo da vedere ora. La valle inizia pochi km fuori da Corte, si tratta di soli 16 km di salita su una stradina stretta e tortuosa fra monti, boschi e canyon vertiginosi. La realtà supera la nostra immaginazione. Possiamo guidare al massimo a 20 km / H e ci fermiamo ogni due per tre, in appositi slarghi, per lasciare il passaggio alle auto in senso opposto o per fare foto. La strada a doppio senso è affollata per i miei canoni.

restonica

In piena estate dev’essere impercorribile tanto che c’è un bus navetta per i turisti, che lasciano giù le auto.

Il torrente Restonica scorre sotto di noi, saltello fra le rocce e puccio i piedi nelle pozze d’acqua fresca.

Prima le pozze sono vicine e raggiungibili in pochi passi dal sentiero, poi il canyon si fa più lontano e profondo.

Boschi e prati, acqua e cielo hanno tutte le sfumature del verde e blu, faccio poche foto per godermi il paesaggio. Saliamo saliamo…

discesa in auto

Quando vediamo alberi ad alto fusto stagliarsi lontani nel cielo, la lingua d’asfalto sempre più stretto e sempre più inerpicato sopra di noi, il dirupo sempre più profondo, ci fermiamo. Ça suffit per oggi, siamo solo a metà strada, adrenalina ne abbiamo consumata per un’ora e mezza. In qualche modo ci giriamo per scendere, fermandoci altre volte. E non è più facile la discesa rispetto alla salita, ora che siamo sull’orlo del burrone. Davvero non voglio sembrare pusillanime, ma c’è da fare molta attenzione.

Quasi all’imboccatura della valle c’è un campeggio, alla nostra destra, dove ci fermiamo per bere qualcosa.

C’è poca gente (famiglie nord europee soprattutto) e probabilmente fra qualche giorno chiuderà.

Volendo fare tutta l’escursione, e per camminare sui sentieri, ci vogliono 3 – 4 ore e una buona dose di adrenalina in corpo.

Castirla e Calacuccia

A mezzogiorno siamo di ritorno a Corte, subito proseguiamo verso nuovi paesaggi selvaggi e di quattro paesi isolati: Castirla. Calacuccia. Lozzi. Francardo. Cercateli sulla cartina e vedete la strada per arrivarci. Sono luoghi di attraversamento circondati da una natura prorompente con due torrenti, il Niolu e il Tavignano, che scendono dai monti formando canyon e forre. Le due valli omonime sono ugualmente paradiso dell’outdoor.

Il paesaggio cambia di continuo, ora sono io alla guida, prudente come e più del solito. Vado piano, freno e accelero meno possibile, suono spesso il clacson. Non mi rilasso, quasi non facciamo pause, ma mi piace vedere la strada e le cose sull’auto.

La scala di Santa Regina

La prima attrazione naturale che incontriamo è una lunga formazione di granito scuro mutevole e scenografica, sempre con la strada a strapiombo e il torrente sotto di noi.

santa regina

Attraversiamo Calacuccia e andiamo al vicino lago, per consumare il pranzo al sacco su una panchina.

Vediamo delle mucche al pascolo, dall’altra parte del lago.

lago

Le discese e risalite ci portano in vista dei cinque monaci, formazioni rocciose scure tipo basalto.

Tutto sembra curato e vissuto. Mucche e pecore ci vengono incontro con fare amichevole.

la mucca e i cinque monaci

Le poche case abbandonate aspettano investitori coraggiosi per tornare a nuova vita.

Siamo ai piedi del Monte Cinto che, con i suoi 2.706 metri slm, è la vetta più alta della Corsica, un paradiso per escursionisti e alpinisti. Noi ci accontentiamo di vedere dal basso boschi, valli e queste belle montagne.

panorama

Ci sono più prati e meno alberi, diversi da prima. La macchia si mescola ad alberi ad alto fusto ed erbe aromatiche. Giochiamo a riconoscerle. Eucalipto. Fico. Quercia.

Aglio. Elicriso. Liquirizia. Cavolo, sembra di essere in Sardegna!

Persone sorridenti ci danno indicazioni, compiaciute di rendersi utili. Ricambiamo sorrisi e ringraziamenti.

Lozzi e Francardo

Alle 14 ci fermiamo a Lozzi al Café de France, un baretto col nome altisonante, è l’unico aperto.

café de france

Dentro è buio, fuori una bella terrazza dà sulla verde vallata.

Un altro viaggiatore si è fermato, legge “I diari della motocicletta” e per questo ha tutta la mia ammirazione.

lozzi

I negozi apriranno tra un’ora, peccato. Ai due lati della strada principale ci sono delle belle case vecchie.

Per scendere verso il mare riprendiamo le stradine di prima. La Scala di Santa Regina ha cambiato colore sotto il cielo che si è fatto grigio scuro, con nuvole sempre più minacciose.

danger

L’unico negozio e ristorante aperto sulla strada vende carne, salumi e formaggi, sempre a 30 euro al chilo. Prezzo fisso. La Corsica è cara ma forse è giusto che sia così. Al fondovalle troviamo un bivio verso Francardo.

La strada a zig zag che faremmo normalmente, a sinistra, è chiusa per fortuna, dev’esserci stata una frana. Per una volta andiamo a destra sul percorso più facile e dritto, qui il bosco circostante è tutto di querce da sughero, ci sentiamo proprio nella Gallura. Amici sardi, quanto si assomigliano queste due belle isole!

verso saint florent

Passa il treno alla nostra sinistra, questa è la vecchia ferrovia e proprio qui c’è un’opera di ingegneria dal fascino antico: il ponte progettato da Gustave Eiffel. Poco dopo, oltre un dosso, ecco il mare in lontananza! Siamo sulla via diretta verso Saint Florent. Il paesaggio è cambiato totalmente, ci avviciniamo curiose alla nostra meta.

Saint Florent

All’ufficio turistico prendiamo materiale e informazioni su hotel ed escursioni in barca.

Troviamo l’albergo per le prossime due notti. Molliamo i bagagli in camera e ci cambiamo velocemente.

saint florent plage

A piedi scendiamo a vedere il tramonto. Ci sono due spiagge a Saint Florent. A ovest del centro, da dove siamo arrivate in auto, Plage de la Roya è una lunga striscia di sabbia con i campeggi e altre sistemazioni.

A est, dove andiamo noi, c’è Plage d’Olzo la spiaggia di ciottoli.

A due passi vediamo la Cittadella, una fortezza di forma circolare unica nel suo genere.

cittadella

Da quassù il porto appare in tutta la sua eleganza, perfettamente attrezzato non solo per le barche.

E ci sono dei locali carini dove si può prendere l’aperitivo o cenare. Ma noi proseguiamo…

spiaggia per aperitivo

Entriamo nel piccolissimo centro, carino ma per i miei gusti ancora molto turistico.

C’è un locale dietro l’altro, negozi e negozietti, ristoranti e ristorantini.

Fa molto Costa Azzurra e luoghi eleganti come Saint Tropez.

tramonto

Prenotiamo per domani sera L’Altezza, il locale consigliatoci in hotel.

Troviamo in una vietta laterale Le Grand Bleu, una valida alternativa per stasera.

Sediamo in una terrazza all’aperto ma protetta.

soupe

A parte il servizio un po’ lento per il poco personale, ci troviamo bene. La cucina e il servizio sono buoni (mi sorprendono le recensioni negative trovate dopo, del tutto fuori luogo).

Ci serve una cameriera di colore simpaticissima, scherza e balla mentre gira per i tavoli.

Starebbe bene in un film americano ma pure qui.

poisson

Mangiamo e chiacchieriamo, fra di noi e con la famiglia mezza alsaziana seduta al tavolo accanto al nostro.

La mia zuppa e la mia triglia sono buone, il vino bianco pure, il dolce (torta di mele al miele) idem.

dolci

Dopo cena camminiamo al porto fra i banchetti del mercatino quotidiano, soprattutto di bigiotteria, che stanno chiudendo. C’è poca gente, nessuna musica dal vivo. Corte ieri in confronto era pieno di vita!

La nostra lunga giornata finisce qui, rientriamo stanchissime!

Cosa non ho visto

Le chiese e i dintorni con le suggestioni antiche dei primi abitanti della Corsica, quel che rimane della dominazione pisana, il Désert des Agriates. E i vigneti di Patrimonio AOC!

Dove abbiamo dormito

Hotel Madame Mère. Un buon hotel 3*** appena sopra il centro e il porto. Ha una bella vista verso il mare e la piscina per gli ospiti. Ci fermiamo due notti e da qui andiamo a visitare Cap Corse.

hotel madame mère

Dove abbiamo mangiato

Le grand bleu. Ottimo ristorante con una buona scelta di pesce e carne.

All’altezza. Ottimo come sopra, raccomandato dal nostro hotel.

Baracchino di François a Tellare, Barcaggio, Cap Corse. Pain bagnat memorabile con vista mare inclusa.

Il racconto della giornata sui social network

Siamo finalmente a Saint Florent, al mare, pronte per affrontare domani Cap Corse. Dal tramonto in spiaggia al ristorante è stato un attimo, ora ci facciamo una bella cenetta di pesce. Voi amici come state? Buona serata #gamberettaincorsica jour 3

aperitivo sul mare

https://www.instagram.com/p/CEryzY2qyF7

[ L’itinerario di montagna di ieri]

  • Corte.
  • Valle della Restonica.
  • Castirla.
  • Cala cuccia.
  • Lozzi.
  • Francardo.

Viste mozzafiato ne abbiamo? E paesaggi imperdibili? L’interno della Corsica è così, una continua scoperta che a ogni angolo riserva una sorpresa piacevole. Se poi decidiamo di prendere sempre le strade secondarie il gioco è fatto! Precipizi e burroni impongono una guida accorta eppure ci guardiamo attorno estasiate. I torrenti che scorrono sotto di noi formano pozze e cascatelle dove ci si può bagnare. Metto i piedi a mollo, l’acqua non è fredda! Montagne maestose segnano l’orizzonte con cime seghettate come i “cinque monaci” altre volte con colate laviche solidificate milioni di anni fa, ricoperte solo fino a un certo punto dal verde. Nei prati si scorgono dei puntini colorati, sono animali al pascolo, mucche cavalli e qualche maiale che danno i preziosi prodotti tipici corsi, salumi e formaggi da leccarsi i baffi! Cambia di continuo la vegetazione, le conifere convivono con le latifoglie e gli arbusti fanno a gara tra chi emana il profumo più suadente. Elicriso e liquirizia sono stati il nostro balsamo per quasi tutto il giorno.

macchia mediterranea

Siamo nel centro dell’isola dove il tempo scorre lento, a volte pare essersi fermato nelle stradine di paesi con degli abitanti carinissimi, che hanno piacere di vederci infatti hanno sempre una parola gentile e un sorriso da elargire a noi ospiti. Ora non c’è molta gente a dire il vero ma si sta bene anche per questo. In una normale estate affollata le strette strade sono intasate, molto meglio venirci in settembre #gamberettaincorsica  jour 3

https://www.instagram.com/p/CEtGY_XKp-y/

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