Biot et les templiers. Heritage du XIII siècle è il titolo della manifestazione che si è svolta nel piccolo borgo francese di Biot. I cavalieri del tempio sono tornati a Biot dopo più di 800 anni. Risale infatti al lontano 1209 l’arrivo dei Templari a Biot che due settimane fa li ha riportati in auge. A partire dalla consegna delle chiavi della città venerdì sera, in una lunga e sentita cerimonia inaugurale presieduta dal sindaco, per continuare con 150 ore di eventi, distribuiti nei tre giorni della manifestazione.

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Biot è un piccolo borgo arroccato nell’entroterra della regione Provenza – Costa Azzurra, a soli 3 chilometri dal mare ed equidistante, a meno di 20 chilometri, da Nizza, Cannes e Grasse. A vederlo in un giorno normale può sembrare tranquillo ma, se lo visitate durante un evento come il Festival dei Templari, sarete travolti da folle di visitatori e centinaia di figuranti in costume.

IL FESTIVAL DEI TEMPLARI A BIOT, 31 MARZO – 2 APRILE

Io stessa ho provato questa esperienza da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile 2023, ospite dell’ente del turismo. Assieme a tre amici blogger siamo arrivati, io da Venezia, loro da Roma, per partecipare all’evento suggestivo ed “evocativo”, è proprio il caso di dirlo. Per la seconda volta nella mia vita ho indossato un costume e per ben due giorni, assieme a Claudia, Simonetta ed Enrico, ho sfilato per le vie di Biot vestita come una dama del Medioevo.

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Questa di darci i costumi è stata una grande idea, grazie alla quale mi sono immersa totalmente nell’atmosfera e mi sono mescolata alle migliaia di persone, arrivate quassù da varie parti della Francia e dal resto d’Europa: 13 paesi erano rappresentati con le loro delegazioni e c’erano ben 500 figuranti in costume. In questi giorni di festa mi sono allenata, non solo con il francese. C’erano molti italiani soprattutto da nord ovest, Piemonte e Liguria hanno legami secolari con Biot e la Costa Azzurra in generale. A Biot ho conosciuto gruppi provenienti da Como, Moncalieri, Bologna, impegnati nelle rievocazioni storiche, ma ce n’erano anche altri. Un grande successo per gli organizzatori che hanno riportato la festa nel borgo, dopo ben nove anni di assenza.

Nelle vie del borgo medievale piene di gente erano allestiti laboratori artigiani con tutti i colori e profumi di questo angolo di Francia, prodotti da acquistare e da assaggiare a partire dalle pagnotte e baguette calde appena sfornate, fino a specialità gourmet. E poi la forgiatura del metallo, produzione di ceramica e terracotta, lavorazione dei tessuti, del legno, del cuoio. 

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Le esibizioni di gruppi folkloristici sono iniziate sabato mattina in Place de Gaulle, il cuore pulsante di Biot, ribattezzata Grand Place des Templiers per l’occasione. Fra la luce chiara del giorno e le luci soffuse della sera, fra le fiaccolate e i fuochi d’artificio si sono svolte sfilate, esibizioni con canti e balli coinvolgenti, processioni che di notte si sono trasformate in lunghe, suggestive fiaccolate.

Molto spazio è stato riservato alle famiglie con bambini che hanno potuto provare varie attività in un’atmosfera giocosa, sicuramente si sono divertiti, si vedeva sui loro volti felici. E noi siamo stati catapultati (è proprio il caso di dirlo) nel XIII secolo. Passare in mezzo alla folla, fra banchetti dimostrativi e stand espositivi, è stato tanto impegnativo, specialmente nei nostri costumi medievali, quanto divertente. Procedevo lentamente e il mio lungo abito rosa antico arrivava fino a terra.

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Giù alla Fontanette, nei suoi ampi spazi pianeggianti è stato ricostruito un accampamento del XIII secolo dove, fra grandi tende e tavoli di legno, si sono svolti:

  • Combattimenti e tornei,
  • Rievocazioni storiche: cavalleria, falconeria, tiro con l’arco.
  • Concerti di musica dal vivo.

Lunghe file di banchetti sulle vie di accesso esponevano prodotti artigianali quali coltelli e saponi, olio e spezie, salumi e formaggi, abbigliamento e accessori. Ovviamente erano sempre affollate da avventori, desiderosi di provare tutto e fare shopping.

Qui si trovava la maggior parte degli stand gastronomici aperti a pranzo e a cena, abbiamo assaggiato soprattutto specialità di carne alla brace e al forno.

L’ordine dei Templari, attivo proprio nei secoli XII e XIII, si occupava di proteggere il viaggio dei pellegrini verso la Terrasanta, ai tempi delle Crociate e delle lotte fra Cristiani e Musulmani. In questa epoca medievale, ritenuta oscura per tanto tempo, in realtà fiorivano pure i commerci fra Oriente e Occidente. Parliamo proprio delle rotte percorse da cavalli e cavalieri, dai pellegrini e dal loro seguito. I cavalieri templari erano contraddistinti da una lunga tunica bianca con una grande croce rossa, proprio così si sono presentati a Biot durante tutto il festival a loro dedicato. I Templari hanno trovato casa a Biot nel 1209, in quello che allora era il castello. Anzi hanno avuto una casa dove vivere e della terra da coltivare. 

IN VIAGGIO DALL’ITALIA A BIOT

Sono arrivata venerdì in treno, da Venezia a Ventimiglia e poi fino a Biot con il transfer dell’organizzazione. La mia è stata una lunga corsa che fino a Milano e Genova mi ha mostrato il lato operoso di questa parte d’Italia. A Genova ho visto finalmente il mare e da lì ho sempre avuto il Mar Ligure di fronte a me, di là dal finestrino. Stazione dopo stazione ho avuto numerosi tuffi al cuore e ho rivangato tanti ricordi di viaggio. In famiglia e per lavoro, da sola e con amici. All’andata e al ritorno. Questo è il bello di viaggiare in treno, anche se è stato un lungo viaggio e più volte è andata via la linea telefonica. I pendolari lo sanno, le gallerie in Liguria sono tante e non perdonano.

LE PERSONE INCONTRATE A BIOT

Il sindaco di Biot

Jean-Pierre Dermit ha riportato il festival dei Templari dopo nove anni nel suo comune ed è lui l’artefice, il deus ex machina dell’evento. La manifestazione, così importante per Biot, era stata interrotta dopo sei edizioni consecutive. Dal 2009 data dell’ottocentesimo anniversario dell’entrata dei cavalieri templari a Biot, la festa si è tenuta ininterrottamente per sei anni, sino alla sesta edizione del 2014. Poi essa è stata accantonata e infine fermata dal Covid. Il primo cittadino ha fortemente voluto ripristinarla e ha investito molto, sia dal punto di vista delle risorse umane, sia dell’investimento economico. Ha dato infatti spazio ai banchetti a titolo gratuito e ha istituito un servizio navetta gratuito collegato a dei parcheggi scambiatori fuori dal centro, su ben tre itinerari. Attivo dal mattino fino alla mezzanotte, il servizio ha lasciato fuori tutte le auto delle migliaia di visitatori, ma non ha evitato delle lunghe code all’esterno, lungo le vie di accesso a Biot. Soprattutto il sindaco ha portato una ventata di Medioevo e la gioia delle tante persone che hanno affollato il suo bellissimo paese, fra cui noi quattro ospiti italiani. Bravo sindaco!

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Mi sono fatta un selfie con lui per ricordarlo, e per mettere la nostra foto nella mia galleria di #selfiecolsindaco un rito dei miei viaggi che con Jean-Pierre Dermit si è arricchita di un nuovo elemento e ha superato i confini nazionali, arrivato fino in Francia.

Nell’ufficio del turismo di Biot

Al nostro arrivo a Biot, venerdì pomeriggio, ci ha accolto nell’ufficio del turismo la direttrice in persona, Patricia Chaniel, che ha introdotto il programma del Festival, ci ha dato le indicazioni e il materiale per seguirlo, in centro storico e giù alla Fontanette.

Patricia è di origine italiana e con lei abbiamo parlato proprio in italiano, ma io non mi sono lasciata sfuggire l’occasione di sfoggiare il francese, studiato e praticato in anni di lavoro con aziende d’oltralpe. Ma si sa, io amo le lingue straniere, e il francese è una lingua che mi sorprende sempre anche dopo oltre 30 anni da quando l’ho avvicinato per la prima volta. Le sue sfumature e il fascino della erre moscia mi hanno subito conquistata. Patricia mi ha insegnato due cose importanti:

  • Biot si pronuncia B – I – O – T con la T, mentre la T finale è assente dalle altre parole francesi che conosco.
  • Gli abitanti di Biot si chiamano Biotois.
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Infine c’è una bella parola che è stata essenziale per far funzionare la macchina organizzativa, in un paese che di solito ha meno di 10.000 abitanti e nel nostro fine settimana di festa è stato invaso (pacificamente) da oltre 100.000 visitatori stimati. Bénévole significa Volontario. Senza i volontari tutto ciò che abbiamo visto e fatto a Biot non sarebbe stato possibile. Ed è a loro, i numerosi volontari che si sono spesi prima, durante e dopo il festival dei Templari, che è andato il ringraziamento finale di Patricia Chaniel. Noi stesse l’abbiamo ringraziata nel salutarla, domenica 2 aprile. Non abbiamo avuto tempo di vedere la cerimonia di chiusura che si è svolta alle ore 18, ma ci siamo dati appuntamento al prossimo evento. Ci saranno manifestazioni per tutti i prossimi mesi a Biot, e già si parla della prossima edizione del Festival dei Templari, fra uno o più probabilmente due anni.

I visitatori incontrati a Biot

C’è poco da dire, i cugini di oltralpe hanno una marcia in più, mi piace vedere le loro facce, ascoltare la erre moscia e l’intonazione della lingua francese. Ma si sa, io amo le lingue straniere, in questi giorni di festa mi sono allenata non solo con il francese. C’erano visitatori da tutta Europa, italiani e spagnoli, gli inglesi e i “nordici” scesi dalle loro terre più fredde a scaldarsi al sole del Mediterraneo. Alcune famiglie hanno percorso centinaia di chilometri per venire qui, altri hanno eletto la Costa Azzurra a luogo dove vivere. Come dargli torto?

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Ho saputo da dove venivano queste persone proprio grazie al mio costume medievale. La gente ci fermava e chiedeva informazioni, scambiandoci per gli organizzatori o almeno per locals (e già questo era divertente). Ho sempre cercato di dare risposte pertinenti, di indirizzarli ai numerosi cartelli, o meglio verso i banchetti informativi presenti un po’ ovunque. Con l’occasione spiegavo che ero italiana, un’ospite come loro, e chiedevo a mia volta da dove venivano. Ho fatto interessanti scoperte e ho avuto scambi di consigli, preziosi pure per me. Ora ho un elenco di luoghi da vedere qui vicino, me li sono segnati, per una prossima visita a Biot.

I miei compagni di viaggio

Desidero salutare e ringraziare anche i miei tre compagni di viaggio, amici blogger vecchi e nuovi. Viaggiare è sempre scoperta e conoscenza, e Biot non è stata da meno. Ero con Claudia Boccini (La bussola e il diario) e Simonetta Clucher (Sulle strade del mondo) due amiche blogger di lunga data. A Biot ho conosciuto Enrico de Ruvo (Le franc buveur) blogger con cui ci siamo divertiti, io nelle vesti di donna Roberta, lui di messere Enrico. Quante foto ci siamo fatti? Qui siamo al museo dedicato all’artista Fernand Léger, le cui vetrate enormi ci hanno inondato di luce e colore. Vedete solo queste immagini di tre luoghi da visitare a Biot, due musei e una delle vetrerie attive dagli anni 50. Qui si mescolano arte e storia, cultura e tradizioni che dalla dimensione locale ci portano lontano, nel resto della Francia e del mondo:

  •  Museo nazionale Fernand Léger,
  •  Museo della ceramica,
  •  Vetreria di Biot.
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Dei musei e della cultura di Biot parlerò in dettaglio in un articolo dedicato, ci sono tanti luoghi da vedere in questo piccolo borgo antico.

Merci à tous et à la prochaine!

Il nostro viaggio è stato effettuato in collaborazione con Atout France E Biot Tourisme 

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2 comments

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Come sempre hai raccontato la tua esperienza fin nel minimo dettaglio, trasformando le parole in immagini.
Oltre a ringraziarti per la citazione (Merci!) ti confermo che la tua interpretazione di Monna Roberta era perfetta ed all’altezza della grande festa templare di Biot (con la T).

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Certo Claudia ci mancherebbe, tu sei esagerata e io non amo i complimenti, o per meglio dire mi mettono in imbarazzo, potrei arrossire (e per fortuna che non mi vedi) 🙂

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