Il Perù è un grande paese sudamericano pieno di meraviglie da nord a sud. Ha tutte le bellezze che un viaggiatore può desiderare. Visitare il Perù significa fare un passo indietro nel tempo alla ricerca delle civiltà precolombiane, gli Incas sono i più famosi ma prima di loro molti altri popoli ne hanno abitato le coste e gli altipiani. La natura prorompente ed esuberante, dall’oceano al deserto costiero, dalla foresta amazzonica alle Ande, ci fa sentire piccoli piccoli. Potete partire per il Perù da soli, come ho fatto io nel novembre 2023, o in compagnia.

Se cercate una guida turistica che vi faccia apprezzare il Paese, a partire da Cusco l’antica capitale degli Incas, vi consiglio Uriel Apaza. Ne ho avuto bisogno, prima del mio viaggio, per concludere le prenotazioni a Machu Picchu (viaggio e visita). Ne ho approfittato per farmi supportare anche negli spostamenti e pernottamento a Cusco, e mi sono trovata benissimo. Nella Valle Sacra si può restare per molti giorni. Se mi fossi fermata più a lungo sarei salita a Vinicunca, la montagna colorata, o avrei iniziato un trekking, almeno una parte. Prima di arrivare a Cusco, anche a Puno potevo stare più dei due giorni che ho dedicato alla capitale del folklore peruviano.

Il 2023 non era iniziato sotto i migliori auspici per il turismo, i disordini e il tentato golpe alla fine del 2022 hanno influenzato i flussi economici del paese e indotto la maggior parte dei visitatori, me compresa, a posticipare il viaggio fino appunto a novembre. Tutti i peruviani che ho incontrato in viaggio mi hanno descritto i problemi economici inattesi che hanno dovuto affrontare, dopo più di due anni di Covid che avevano azzerato le presenze turistiche. Ora ci sono dei cambiamenti importanti in merito alla prenotazione online della visita a Machu Picchu. Spero che non vengano aumentati molto gli accessi giornalieri a questo sito, sacro e delicatissimo, né che siano troppo penalizzati gli operatori locali, anche se per noi utenti potrebbero essere più semplici le prenotazioni.

In buona sostanza ho viaggiato serenamente ma con gli occhi bene aperti per evitare di mettermi nei guai, per esempio in situazioni di assembramento o manifestazioni (viste almeno in un paio di occasioni). Per me sapere di avere un amico o una persona fidata a cui mi potevo rivolgere, da vicino ma anche da lontano, è stato rassicurante. Uriel ha visto il programma di viaggio che gli ho inviato per email e mi ha consigliato alcune modifiche. Uriel Apaza parla italiano e risponde puntualmente alle richieste, per email e su WhatsApp. Vi semplifica la vita, fa risparmiare tempo e pensieri rendendo il vostro soggiorno più pieno e sicuro. Nel ringraziarlo l’ultimo giorno del viaggio gli ho promesso di parlarne sul blog e di mandargli le otto domande alle guide. Ecco qui le mie domande e le sue risposte. Spero di tornare nel suo bellissimo paese e spero di viaggiare ancora con lui.

¡Muchas gracias Uriel y hasta luego en Peru! 

1  Da dove vengono gli ospiti in visita alla vostra città? Sono più italiani o stranieri?

Cusco è la capitale di una cultura millenaria, viene visitata da tutto il mondo, da turisti europei e soprattutto italiani. E poi da americani e sudamericani.

2  Sono più facili da gestire gli ospiti informati? O è meglio prendere per mano persone che arrivano e sanno poco del luogo in cui si trovano?

Con ospiti informati si può fare un “lavoro profondo” ma la maggior parte dei visitatori viene a Cusco sapendo che la cultura Inca è stata fra le principali culture americane, ma con poche informazioni in più.

3  Ci sono due – tre aneddoti successi durante una visita che avete voglia di raccontare?

Avevo un gruppo per il cammino inca di quattro giorni, al ritorno da Aguas Calientes dovemmo camminare per ben sei ore, da Machu Picchu a Ollantaytambo, perché il giorno dopo il gruppo aveva il volo interno in corrispondenza con quello internazionale. Era molto lungo ma era anche l’unico modo, perché la ferrovia era bloccata, a causa di una frana. C’è anche un aneddoto molto popolare sul fatto che i lama sputino, allorché qualcuno li molesta. Una volta vidi un lama sputò con tanta forzaa una turista straniera, da farla vomitare!

4  E un’esperienza invece da dimenticare?

Quando alcuni anni fa sono cambiate le regole di accesso a Machu Picchu, hanno lasciato un massimo di tre ore per la visita senza poter rientrare. Sapendo che non ci sono servizi igienici all’interno del sito ma solo fuori ho avvisato la mia cliente, le ho mostrato dov’erano i bagni prima di entrare. Però all’interno del sito di Machu Picchu a un certo punto ho visto che era a disagio, lei diceva “Non c’è problema” ma doveva andare in bagno e probabilmente non ce la faceva più… Finché se l’è fatta addosso. Per fortuna ha potuto coprirsi e, all’uscita dal sito, si è cambiata. 

5  Quali sono le domande o gli atteggiamenti degli ospiti in visita che possono “mettere in crisi” o imbarazzare una guida, anche con esperienza?

Non ci sono domande strane, bisogna essere preparati a rispondere e rassicurare i clienti con le loro richieste.

6  Esistono o avete verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?

Se la visita è breve è difficile avere tempo per identificare questi stereotipi, se ci fossero. In prima battuta, la guida instaura con il turista un rapporto professionale per curare tutti gli aspetti culturali della visita.

7  Come si conciliano gli aspetti tecnici di una città e quelli più leggeri? (shopping, pranzi ecc.) Se un ospite ha fretta di vedere tutto in poco tempo e poi infilarsi in un negozio lo assecondate o cercate di trattenerlo?

Per noi guide è importante prendere tempo per la visita, con il programma concordato, e tenere del tempo extra, per approfondire temi di particolare interesse o per lasciare i turisti liberi di completare la visita.

8  Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine servizio vi fa voglia di starci insieme più tempo?

Questo è il turista soddisfatto per le informazioni fornite dalla guida. A sua volta la guida è soddisfatta dei turisti interessati a conoscere la cultura del Perù. E per fare un buon lavoro deve far conoscere il più possibile, senza “tagliare” gli itinerari o le informazioni.

9  Si può diventare amici degli ospiti in visita? Può succedere di mantenersi in contatto anche dopo?

Si diventa certamente amici di alcuni turisti, che hanno piacere di restarein contatto sui social network per ricordare “il loro viaggio meraviglioso”.

10  Consigliereste a un giovane di studiare per diventare guida turistica? SI – NO – Perché?

Sì perché è una professione che adoro, e mi permette di far conoscere la mia cultura al mondo, di conoscere nuovi amici da altri paesi, e conoscere un poco la loro cultura. Ai giovani non lo consiglio: il turismo ha alti e bassi, non è un lavoro sicuro e non ha molti riconoscimenti economici, almeno qui in Perù dove la politica sul turismo è carente e ci sono molte “guide informali”. 

Atte Uriel Apaza Marcavillaca Guía Oficial de Turismo de Cusco

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2 comments

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Molto interessante questa intervista Roby… Una guida preparata è sicuramente un valor aggiunto all’interno di un viaggio come quello che hai fatto tu in Perù, soprattutto per scoprire aneddoti e curiosità che le guide cartacee o gli articoli sul blog magari tendono a non raccontare!

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Grazie Daniele ti piacerebbe sai!! E In effetti questi sono alcuni aspetti importanti, oltre ché la pazienza che la persona deve avere per sopportarmi

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