4 gennaio 2013, da Fes alle Gorges du Ziz.
Questo è un giudizio sospeso. La visita della città imperiale di Fes porta via almeno mezza giornata, un tempo limitato poiché poi dobbiamo proseguire verso sud est. Siamo in compagnia della guida che ho contattato prima di partire, oggi è venerdì e il souk semideserto, con pochi abitanti locali e ancor meno turisti, è vagamente spettrale e in parte privo di colori, odori, rumori. Certo che la folla dei giorni normali e magari nel caldo estivo sarà molto caotico ma più vero. E poi il gruppo vorrebbe girare con calma, soffermandosi sui vari articoli esposti per assaggiare e comprare qualcosa, rendendo difficile la gestione dei tempi e il nostro serpentone di 15 persone in movimento. Prendiamo pane e frutta al volo in una piazzetta, dopo quasi 5h usciamo e partiamo in bus.
Francamente non sono in grado di esprimere una valutazione su questa visita, non mi sono di certo rilassata a forza di contare le persone e guardare dove potevano essere finite, preferisco pensarci e parlarne più avanti. Certo avevo delle aspettative su quello che avremmo visto, Fez rappresenta una delle punte più elevate, dal punto di vista estetico – culturale – storico, di questo viaggio. Eppure non ho provato nessuna emozione, né nel souk dei tintori semivuoto silenzioso e senza puzza, né negli edifici sacri e nemmeno nel quartiere ebraico, nulla. Trovo alcune somiglianze con altre città del medio oriente a cui sono affezionata, ma non mi basta. Anzi, mi diverto molto di più lungo i 300 km che separano Fez dalle gole dello Ziz . Questa lunga distanza si percorre in almeno 6h incluse le pause, e sapendo che il tramonto è alle 17 i tempi devono essere ben calcolati per effettuare le visite e vedere il paesaggio entro quell’orario.
Entriamo rapidamente in un ambiente montano, decisamente lontano dall’immagine comune di questa parte del mondo, addirittura con la neve fresca. Ci fermiamo un attimo a un laghetto in stile prealpino e a Ifrane prendiamo un caffè in un hotel di lusso, in stile alpino, con ospiti eleganti. Questa località è stata costruita dai francesi a partire dal 1929, con l’intento di farne una località montana attrezzata anche per gli sport invernali, tanto che con lungimiranza la chiamano la Svizzera del Marocco (!!!). Ci fermiamo nel piazzale dove campeggia l’enorme statua di un leone, l’autista spiega che fino a cent’anni fa la zona era ricoperta di foreste e popolata da bestie feroci, tra cui appunto alcune centinaia di leoni che ora sono quasi estinti. Facciamo pausa caffè più bagno in un hotel ristorante di lusso in stile alpino, con ospiti eleganti. Pochi chilometri dopo Ifrane saliamo su una stradina sterrata sulla sinistra e raggiungiamo la bellissima foresta dei cedri , con alberi centenari e le famose scimmie che piacciono tanto ai miei ragazzi (dobbiamo camminare un po’ nel bosco per vederle). Pur essendo selvatiche sono abituate a ricevere cibo dai turisti, se diventano aggressive possono mordere e derubare le persone che vi si avvicinano troppo. L’aria è frizzante e pulita, in alta stagione qui dev’esserci una gran confusione.
Dopo questa gradevole tappa abbiamo ben 3h di viaggio per arrivare alla nostra destinazione, le gole del fiume Ziz, purtroppo è già buio e non vediamo l’ambiente intorno a noi, ci sono pochissimi centri abitati e vorremmo bere qualcosa (nei nostri hotel non servono alcolici) così in un hotel lungo la strada consumiamo un graditissimo aperitivo sdraiati su comodi divanetti: birra, martini e noccioline. Con questa tappa rilassante ci lasciamo andare abbastanza da finire il tragitto tra chiacchiere confidenziali e giochetti, stupidi ma divertenti. Arriviamo dopo le 20, il cielo è già illuminato da una cascata di stelle. L’ottima cena, tajine vegetariana e pollo alle prugne, ci viene servita in un salone col camino acceso, per fortuna qui fa caldo perché le stanze sono gelide e la stufetta elettrica è del tutto inutile.
Dopo cena parliamo con la guida che ci ha raggiunto e starà con noi i prossimi due giorni: con tono pacato descrive i luoghi che visiteremo, ma soprattutto ci introduce agli usi e costumi di questa parte del Marocco affinché nel nostro breve soggiorno impariamo a trattare la gente con piccoli gesti di rispetto. Ad esempio non daremo monetine, penne e regalini inutili ai bambini altrimenti rischiamo di viziarli e dar loro un’idea distorta della vita in Italia. Nel deserto sentiremo un silenzio inusuale che sapremo apprezzare solo ascoltandolo, ognuno a suo modo, cercandovi la nostra pace. Le guide sottolineano sempre che il Corano porta messaggi di pace e convivenza tra i popoli, ed è colpa degli uomini se le parole di Maometto sono state e sono travisate per compiere atti terribili. D’altra parte anche in nome della religione cristiana e dell’evangelizzazione, in passato furono uccise tante persone accusate di essere infedeli.

Inoltre vi consiglio di leggere...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *