
Ritorno in Calabria nei Tre Borghi con il racconto delle passeggiate attorno a Santa Severina, Caccuri e Castelsilano. Siamo nel profondo sud dove, pure in agosto, basta salire di altitudine per sfuggire al caldo estivo. Meglio di tutto sotto alti alberi frondosi come nella Sila o, dove eravamo noi, nella Presila.
Le bellezze naturali della Calabria sono una delle maggiori ricchezze di questa regione, per molti versi incontaminata o meno sfruttata di altre regioni italiane, dal punto di vista turistico. Il troppo turismo qui è ben lontano, in tutti i sensi, e credo che non arriveremo mai a una vera invasione del territorio. Per fortuna!
I Tre Borghi sono circondati da ampi scenari naturali e si possono esplorare a piedi, in bicicletta, in acqua! I boschi della Sila ci guardano dall’alto e il mare Ionio all’orizzonte, sotto di noi, è sempre in vista a ogni ora del giorno. Le zone pianeggianti, intensamente coltivate, hanno negli agrumi il frutto più prezioso. Ovunque troverete campi coltivati con alberi da frutta e ortaggi. Le zone collinari sono il regno della vite e dell’ulivo. Più su, verso l’altipiano della Sila, lo scenario si fa più selvaggio, primitivo, e si vede ben poco la mano dell’uomo.
La natura che ci circonda si può vivere da veri avventurieri o da turisti slow. Io appartengo alla seconda categoria, fatemi camminare e sarò felice. Nelle mezze stagioni c’è il clima ideale per venire qui a piedi e in bici. In agosto il caldo non perdona, uscendo al mattino presto lo abbiamo evitato, in verità era sempre ventilato e all’ombra si stava bene. Mettiamoci in cammino!
La ciclopedonale della Val di Neto



Con i suoi 38 km di lunghezza e la presenza del fiume Neto sempre vicino, questo nuovo percorso unisce cinque comuni. Santa Severina e poi Strongoli, Scandale, Rocca di Neto, Belvedere di Spinello. Costruito per essere bello e funzionale, conta su una infrastruttura moderna dove sono ben segnalati percorsi e distanze, con pannelli tecnici chiari, frecce, didascalie. Ponticelli dalle forme ardite collegano le due sponde del fiume, proverbi e indovinelli rappresentano simpatiche digressioni sulle tradizioni calabresi. Si può anche fare esercizio fisico extra, percorsi salute per chi non è stanco di camminare o pedalare. Abbiamo sostato in vari punti del percorso ciclopedonale, siamo scese sul greto del fiume e accanto alle sue acque blu abbiamo trovato anche la gradita sorpresa delle acque termali. Acque ben più calde dunque, le terme all’aperto sono una vera risorsa per tutti e se saranno “sfruttate” faranno il bene di tutti, anche per fare i fanghi. Mi sarei fermata per ore e ore!
Aquatrekking sul fiume Lese
Camminare immersi fino alla cintola nell’acqua di un torrente, indossando gli stivaloni da pescatore. Se siete abbastanza avventurosi fate come Stefania che, assieme all’associazione For Calabria, l’ultimo giorno del nostro tour per due ore ha provato questa esperienza, un po’ adrenalina e un po’ esplorazione di paesaggi incontaminati e selvaggi. Il Lese è affluente del fiume Neto e il trekking si è svolto fra scenari solo in parte umanizzati, in vista della vecchia centrale idroelettrica e dei mulini storici.
In cammino sul Monte Fuscaldo


Il luogo dove passano uccelli migratori nelle stagioni di mezzo è un monte poco distante da Santa Severina. Camminando fra i suoi alberi frondosi al mattino presto siamo stati al fresco, circondati da ampi panorami dove la luce argentea del mare sembrava un miraggio lontano. Certo anche gli uccelli sono stati per noi un miraggio ma poco male, torneremo quando passeranno e magari anche gli uccelli rapaci si alzeranno in volo sopra di noi. Io ho una grande passione per il mondo vegetale e minerale e sono stata ampiamente accontentata sul Monte Fuscaldo. Grazie alla nostra super guida escursionistica Alessandro Frontera siamo andati indietro nel tempo fino a ben cinque milioni di anni fa, quando qui c’era il mare e ora rimangono a testimoniarlo tante conchiglie fossili, che emergono fra la terra friabile e le rocce. In epoca più recente un’altra storia si è scritta qui, altrettanto appassionante anche se nasce dalle macerie dell’ultimo conflitto mondiale. Allora c’erano molti più alberi in questa zona della Calabria ma l’Italia aveva perso la guerra, e gli alberi furono tagliati massivamente proprio come debito di guerra. Oggi, con un misto di orgoglio e amarezza, i calabresi raccontano che tante case a Londra come a Manhattan, sono state costruite con il legno degli alberi della Sila. Le piante che oggi ammiriamo quassù sono state piantumate successivamente, quindi ora hanno sessant’anni circa. La terra dà la vita e si completa in un ecosistema vegetale che, oltre agli alberi, comprende arbusti e piante erbacee. Lecci ed eucalipti convivono con pungitopo e lentisco, tutto profuma di bosco. Per i funghi bisogna salire ad altitudini maggiori (e deve piovere!); la Sila sopra di noi è il paradiso dei funghi!
Il racconto dell’esperienza sulla mia pagina Gamberetta Travelblog


14 08 25 Attorno ai tre borghi c’è la natura prorompente della Calabria. Abbiamo camminato qui: Sul monte Fuscaldo con la guida Alessandro. Alle otto di mattina il mare Ionio davanti a noi era una tavola d’argento, un bel venticello ha rinfrescato il nostro percorso nel bosco, due ore di saliscendi con le vette maestose della Sila attorno a noi, alti alberi, arbusti, sottobosco. Funghi zero, troppo secco e poca pioggia. Animali zero, peccato perché questo è il paradiso per il birdwatching. Ma l’estate non è la stagione giusta e gli uccelli migratori come dice la parola passano qui credo in primavera e autunno. Idem gli uccelli rapaci. In compenso abbiamo visto tantissimi fossili memoria delle passate ere geologiche. Ciclopedonale val di Neto. Lunga 38 km attraversa cinque comuni confinanti. Santa Severina, Strongoli, Scandale, Rocca di Neto, Belvedere di Spinello. Ben segnata con i pannelli esplicativi e i dati tecnici, contiene anche delle perle: indovinelli, massime, proverbi calabresi. Credo che sia più godibile nelle mezze stagioni e una volta promossa farà arrivare tanti vacanzieri. Arriva quasi al mare! Il mio punto preferito: le pozze di acqua calda sulfurea all’aria aperta dove potete crogiolarvi e fare i fanghi. Ci ha accompagnato Saverio Pascale presidente della proloco di Santa Severina.
Alessandro Frontera è un chiacchierone come me, abbiamo tanto parlato mentre camminavamo e ci siamo salutati con tanti racconti in sospeso fra cui i miei amati borghi Arbereshe e le popolazioni di origine albanese, di cui la Calabria è costellata. Alessandro li conosce bene, ha un sacco di cose interessanti da dirci. Ora tocca a lui raccontarsi, e raccontarci: la sua è una bella storia di ritorno a casa, qui in Calabria, dopo lunghi anni passati al nord. Un bel cambiodi vita anzi, un vero cambio di rotta vero Alessandro? Ti saluto e ti ringrazio intanto grazie per la disponibilità e arrivederci a presto! (Non vedo l’ora di tornare a camminare con te).
1 Da dove vengono gli ospiti in visita? Sono più italiani o stranieri?


Principalmente italiani, turismo di prossimità ma anche dal resto d’Italia in diversi periodi dell’anno. Non mancano i turisti stranieri che arrivano principalmente dalla Germania ma ho avuto modo di incontrare turisti statunitensi e provenienti dai balcani (Albania e Kosovo).
2 Sono più facili da gestire gli ospiti informati? O è meglio prendere per mano persone che arrivano e sanno poco del luogo in cui si trovano?
Sicuramente un turista consapevole diventa più facilmente gestibile, anche se avere ospiti che non conoscono i luoghi rende l’attività più stimolante, perché si ha maggiore possibilità di spaziare nel dialogo e soprattutto di poter stupire gli ospiti.
3 Ci sono due – tre aneddoti successi durante una visita o escursione, che avete voglia di raccontare?
Ogni guida porta con sé incontri ed esperienze ma proverò ad estrapolare qualche esperienza più particolare. Qualche anno fa accompagnai una coppia di Milano alla scoperta della Sila. Era la prima volta che visitavano la Calabria e provai a raccontare loro il territorio non solo attraverso i luoghi attraversati dall’escursione ma anche attraverso i prodotti tipici. Una volta giunti in cima a Monte Botte Donato, presso il rifugio, decisi di far assaggiare le famose patate della Sila ai miei ospiti che, dopo averle gustate mentre ammiravamo il panorama esclamarono: acquistiamo sempre queste patate, ma ora possiamo dire di aver capito cosa è la Sila!
Un’altra esperienza è legata ad una guida effettuata con ospiti dei Balcani alla scoperta dei paesi arbereshe. L’accoglienza calabrese si manifestò attraverso gli abitanti del paese che fecero a turno per accogliere i turisti nelle loro case per parlare e offrire loro un caffè. Una esperienza non programmata ma così piacevole da rendere la loro visita unica e soprattutto emblematica, tanto da farmi comprendere quanto le nostre piccole comunità delle aree interne siano semplici, accoglienti e genuine.
4 E un’esperienza invece da dimenticare?
Mi capitò di effettuare un viaggio prova di un gruppo lungo la tappa di un nuovo cammino in Calabria, circa 15 persone che arrivavano da diverse parti d’Italia. Persi buona parte del gruppo dopo pochi chilometri semplicemente perché iniziarono a un ritmo molto sostenuto di cammino, giungendo a destinazione circa un’ora prima di me e lamentandosi successivamente perché non trovarono il bar aperto in paese. Replicai che avevano pagato una guida senza usufruirne, senza cogliere l’opportunità di poter scoprire e sapere di più di un territorio visitato per la prima volta. Ma in fondo loro volevano soltanto macinare chilometri, e anche velocemente.
5 Quali sono le domande o gli atteggiamenti degli ospiti in visita che possono “mettere in crisi” o imbarazzare una guida, anche con esperienza?


Le domande e gli atteggiamenti sono sicuramente quelli di supponenza e di sapere più della guida, quasi da volerne prendere il posto. Ascolto sempre i miei ospiti con piacere soprattutto quando posso imparare qualcosa, ma non amo gli atteggiamenti di chi insiste a voler mettersi in mostra quasi sostituendosi alla guida. Penso sia un atteggiamento di mancanza di rispetto del lavoro altrui.
6 Esistono o avete verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?
Al momento non posso di aver trovato degli stereotipi nelle persone a seconda della loro provenienza.
7 Come si conciliano gli aspetti tecnici di una visita o escursione, con quelli più leggeri? (pranzi, shopping ecc.) Se un ospite ha fretta di vedere tutto in poco tempo e poi infilarsi in un negozio lo assecondate o cercate di trattenerlo?
Bisogna essere sempre più possibile flessibili con gli ospiti, anche se la chiarezza deve stare sempre al primo posto. Preferisco condividere sempre programmi e tempistiche così da non creare problemi. Se poi l’ospite decide consapevolmente di entrare in un negozio a discapito di parte della visita può andare bene. L’importante è dare qualità e serietà durante la guida.
8 Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine servizio vi fa voglia di starci insieme più tempo?
La differenza la fa la capacità di entrare in empatia con gli ospiti e questo dipende tanto dalla guida. Io provo sempre a creare rapporto, al di là di ciò che devo condividere. Fa parte della mia natura voler conoscere nuove persone, nella maggior parte dei casi posso dire di aver creato tanti bei rapporti durante le mie guide.
9 Si può diventare amici degli ospiti in visita? Può succedere di mantenersi in contatto anche dopo?
Assolutamente sì, come dicevo in precedenza vi sono tantissimi modi per rimanere in contatto con gli ospiti, soprattutto quando si riesce a donare se stessi e non solo mere informazioni di un luogo. La condivisione positiva ci alimenta, ci aiuta a crescere professionalmente e umanamente; posso dire che negli anni ho incontrato davvero tanti amici.
10 Consigliereste a un giovane di studiare per diventare guida? SI – NO – Perché?
Sì, lo consiglierei perché aiuta innanzitutto a scoprire i territori, apre la mente, insegna a viaggiare e soprattutto a relazionarsi con le altre persone. E’ un’esperienza che aiuta molto, non si smette mai di imparare e soprattutto di meravigliarsi. Per me poi non è nemmeno un lavoro ma davvero una passione e non mi sento di lavorare in quei momenti che diventano davvero ore di piacere.
Ringrazio sentitamente AITB – Associazione Italiana travelblogger e tutti coloro che hanno ospitato Charlotte, Stefania e me in quattro giorni pieni di esperienze ed emozioni.
Per saperne di più https://www.lacnews24.it/attualita/alla-ricerca-delle-proprio-radici-ecco-perche-alessandro-e-tornato-in-calabria-qui-sto-bene-xufkdxog
Post in collaborazione con https://itreborghi.com/





2 comments
Katia
Ho conosciuto di persona Alessandro però devo ancora provare i percorsi di cui parla. Mi ha già fatto innamorare di questi luoghi che devo assolutamente provare e conoscere!❤️
gamberetta
Katia lo devi conoscere e camminare con Alessandro sarà fonte di grande arricchimento. Io x 2026 ho già qualcosa in mente, andiamo? PS io parto da VE e tu??