Giovedì pomeriggio compriamo i dischi, io e Manuela abbiamo una grande fortuna: conoscere di persona Cesaria Evora nella sua casa, in un incontro breve ma intenso. Naturalmente ci siamo attrezzate col suo ultimo cd e la penna per farci fare un autografo, so che è in zona e che dopo pranzo basta suonarle il campanello per avere una piccola “udienza”. Certo che quando ci accoglie nel salotto e ci fa sedere sul divano, circondata dai dischi d’oro e di platino accumulati nella sua carriera, siamo molto emozionate. Lei è gentilissima, ci chiede se abbiamo pranzato e se vogliamo almeno bere qualcosa, il mio portoghese non è perfetto ma ci capiamo, alla fine parliamo in francese che pure a lei viene facile perché da tempo vive a Parigi, la sua seconda patria ed il punto di partenza per le frequenti tournée in giro per il mondo. La prossima dovrebbe iniziare in ottobre e si svolgerà soprattutto negli USA. Esco confusa e felice dal nostro incontro, dimenticando persino di verificare se è davvero scalza, ma ho in mano l’autografo di Cesaria scritto a grandi lettere, con una calligrafia simile a quella delle nostre nonne. Memorabile!
Venerdì voglio andare in spiaggia, la prima che trovo, non m’interessa dove, voglio solo stare al mare. Molti hanno ancora la smania di visitare il resto dell’isola, io che di solito sono stakanovista per una volta faccio la pigra e con Susanna vado a Praia Laginhas, attraversando Mindelo a piedi.

La spiaggia è bellissima, con sabbia bianca, mare blu finalmente calmo senza onde e correnti, e come desideriamo siamo circondate da mindelensi e senegalesi che per tutto il pomeriggio affollano il luogo e lo rendono una piccola Rimini, ma di colore.

Molti di loro ci invitano a cena, lì vicino c’è la festa de la cerveja, e come potremmo mancare ad una festa della birra in stile africano?

L’ultima cena decidiamo di viziarci in un ristorante elegante, dove finiamo in gloria i soldi della cassa comune. Una menzione d’onore al Grande Capo Renzo Fegatelli è d’obbligo, il primo capogruppo di Avventure che è riuscito ad avanzare i soldi dalla cassa comune senza toglierci mai nulla, dormendo sempre in stanze doppie ed aggiungendo due escursioni al programma di viaggio iniziale. Grazie Renzo!

Dopo cena un vecchietto suona il violino accompagnato da chitarra e tromba, con uno stile che ricorda i soneros cubani, alla fine di ogni brano ringrazia gli avventori delle varie nazionalità nelle varie lingue, con allegria ed energia.


Sabato è il giorno più lungo del viaggio, all’alba diamo l’addio a Mindelo ed il primo volo ci riporta a Sal, degna chiusura di un lungo cerchio che in due settimane ci ha fatto scoprire ben sei isole: ora mancano solo Boavista, São Nicolhau e Maio, un’ottima scusa per tornare. Dopo l’ultimo bagno torniamo all’aeroporto e qui mi prende la “sodade”, la vacanza sta finendo ma non per Mauro e Daniela, che scordano i passaporti a Mindelo e rischiano di non partire. Alla fine se la cavano con un’ammenda e tanta tensione. Il volo di ritorno è tranquillo ed a Malpensa c’è il triste rito degli abbracci e saluti. Alle ultime tre disperate, Marina, Susanna e la sottoscritta, resta l’emozione di andare alla stazione di Milano Centrale a prendere il treno che ci porterà a casa. Non consiglio a nessuno quest’esperienza, visto che arriviamo alle 2 e come sospettavo le porte d’ingresso sono chiuse. Le due ore passate fuori nel piazzale, al freddo, non sono per niente divertenti soprattutto per la terribile fauna notturna composta da ratti, spacciatori, prostitute e maniaci. Non è neanche possibile rifocillarci con un caffè, in fin dei conti è il 19 agosto e la Milano normale dorme oppure è ancora in spiaggia. Quando finalmente si aprono le porte della stazione ci sentiamo comunque sollevate, acquistiamo il biglietto dalle macchine automatiche e pure loro ci prendono in giro chiedendoci di scegliere varie opzioni dal menu, oppure “premere il tasto pentimento”.

In effetti mi sono pentita e appena arrivata ho già voglia di tornare a Capo Verde.

In questo viaggio ho trovato il gruppo ed il capo migliori, con molta flessibilità ed interessi comuni, e spero che ci rivedremo.

Dal nostro ritorno sono successe tante cose ma ho ancora nel cuore le due settimane passate insieme, in un luogo speciale abitato da un popolo meraviglioso. Bellissimo, indimenticabile: ve lo consiglio. Grazie a tutti, a presto.

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