Da ieri, lunedì 9 febbraio 2015, il Museo del Vetro di Murano è nuovamente aperto in una veste moderna, più estesa e a misura di tutti i visitatori.

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Le caratteristiche che balzano all’occhio nel corso della visita sono tante: spazi espositivi quasi raddoppiati, barriere architettoniche abbattute con pedane d’accesso e ben due ascensori, nuove collezioni con particolare enfasi sull’arte vetraria contemporanea, postazioni multimediali e percorsi dedicati a famiglie e bambini. Una nuova luce è stata gettata sugli artisti del Novecento anche con esposizioni contemporanee, come l’attuale mostra su Luciano Vistosi.

Restyling del Museo del vetro

Questi sono solo alcuni dei risultati del restyling che ha restituito il Museo del Vetro ai Muranesi, ai Veneziani e ai visitatori del Terzo Millennio. Pochi musei sono così uniti alla loro città da un legame produttivo che fa parte della vita stessa dell’isola, un legame profondo, viscerale, storico. Se pensiamo che il museo fu inaugurato nel 1861, data dell’unificazione italiana, la riapertura assume un significato ancora più simbolico di rinascita.

Il vetro artistico è rinato più volte nella sua storia ultramillenaria: erede della tradizione fenicia e poi romana, è cresciuto parallelamente alla città di Venezia dove si trovavano inizialmente le fornaci, dove però spesso si sviluppavano incendi. Per prevenire il rischio di mandare a fuoco l’intero centro storico, nel 1295 il doge impose ai maestri vetrai di trasferire la produzione proprio a Murano, anche con l’intento di isolarli e controllarli meglio nello svolgimento di un’arte preziosissima, invidiata e già allora copiata.

Le tecniche dell’arte vetraria però più volte furono portate fuori da Venezia, videro cadere in disgrazia molte botteghe artigiane a cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento, contemporaneamente al’ascesa dei maestri di Boemia. Già Venezia non se la passava bene ma in quel momento rimase solo una decina di botteghe vetrarie nell’isola, finché nuove famiglie di artigiani più lungimiranti presero in mano la produzione fino all’ultimo secolo di indipendenza della Serenissima.

 

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Superati i traumi della peste del Seicento nuova linfa, nuovi materiali (tra cui il bellissimo calcedonio)…

e nuove maestranze diedero ancora lustro alla produzione vetraria e diversificarono la produzione. Le perle di vetro erano lavorate dalle impiraresse nelle conterie e davano origine a gioielli come le murrine, ancora presenti nelle versioni odierne artigianale ma anche industrializzata. Le parole del vetro sono tante e interessanti!

Da Napoleone in poi

Ci volle la discesa di Napoleone e il trattato di Campoformido del 1797 per generare il tracollo finale, più repentino e definitivo delle invasioni barbariche che, esattamente mille anni prima, avevano visto nascere in laguna il primo nucleo di quell’arcipelago che poi sarebbe diventata la bellissima Venezia.

Nel Novecento il design e un nuovo concetto funzionale del vetro ha permesso l’ultima sua rinascita, oggi a Murano vi sono quasi 70 aziende vetrarie che occupano circa 1.000 operatori.

Al Museo del vetro rivedo la Coppa Barovier …

e i simboli dell’arte vetraria in tutto il suo percorso, in sale che già di per sé sono motivo di visita con gli affreschi alle pareti e al soffitto, preziosi lampadari, stucchi e quadri, che caratterizzano un periodo storico in ognuna delle nove sale espositive del piano nobile. Un delizioso odore di pittura fresca e l’andirivieni degli operatori che stanno sistemando cartellini e piccoli dettagli segnalano che i lavori non sono finiti. Un ottimo lavoro!

Conferenza stampa

Alla conferenza stampa di presentazione, svoltasi sabato scorso a Palazzo da Mula, i curatori e le autorità hanno sottolineato l’importanza degli obiettivi prefissati, sin dalla fase progettuale. Il restyling del museo è stato un grande lavoro di squadra che ha permesso di restituire il museo a Murano dimostrando che pubblico e privato, se ben governati, possono operare in sinergia con successo. Gli aiuti della Regione Veneto e dell’Unione Europea per un totale di circa due milioni di euro sono stati essenziali e, grazie ai criteri stringenti d’assegnazione dei fondi, hanno costretto gli organizzatori a rientrare nei tempi previsti, rendicontando puntualmente lo stato di avanzamento dei lavori.

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MUVE I Musei civici veneziani

Il Museo del Vetro appartiene, assieme ad altre 12 location, alla rete dei Musei Civici veneziani MU.VE. ed è la terza attrazione museale in città per numero di visitatori, normalmente vengono a Murano circa 150.000 l’anno ma prossimamente aumenteranno, diventando un polmone in grado di smaltire flussi turistici importanti provenienti da Venezia. Me lo auguro perché da ieri Murano è ancora più ricca e bella. Il Museo è la Casa del Vetro, una vetrina per la città non più fragile ma solida, forte e proiettata verso il futuro.

Con la sua aria tranquilla ma non dimessa è il luogo ideale per trascorrere una giornata fuori dalla pazza folla del centro storico, è molto Venezia ma è anche diversa e persino le sue antiche chiese fanno storia a sé.

A spasso per Murano

Non venivo qui da ben 14 anni, dall’anniversario di matrimonio degli zii giovani che festeggiammo al Canton, in una calda domenica di ottobre, proprio accanto alla bellissima chiesa di Santa Maria e Donato, la più importante di Murano.

Le altre due chiese dell’isola sono bellissime e ricchissime, seppur meno appariscenti. Santa Maria degli Angeli è chiusa, ci sarebbero tante opere d’arte da vedere qui, soprattutto quadri del Cinquecento, ma è in restauro!

Così mi consolo a San Pietro Martire dove ammiro tele del Veronese, Tintoretto, Palma il Giovane e Giovanni Bellini.

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Potrei pranzare in trattorie vecchio stile dove fa capolino la cucina veneziana tradizionale ma desisto dalla tentazione, noto tanti menu turistici con prezzi umani e non so se questa sia una buona notizia o meno.

Faccio due passi e dopo una breve pausa per tramezzino e caffè torno in terraferma con il vaporetto e il bus. Quella del vetro di Murano è una storia millenaria che oggi si rinnova ma ci sono tante altre storie con centinaia di anni alle spalle, dai merletti di Burano a una mia grande passione: gli orti e le vigne. Spero di tornare presto a esplorare le tante bellezze che ruotano intorno alla bellissima Venezia.

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