Lo scorso venerdì 3 luglio si è conclusa a ExpoVenice, Marghera (VE) una settimana di incontri dedicati alle reti d’impresa come opportunità di sviluppo delle PMI, in vari settori produttivi: moda, edilizia, arredamento, agroalimentare e turismo. Ho partecipato alle ultime due sessioni, dedicate ai settori di cui mi occupo per lavoro, che sono fra l’altro tra i temi portanti di Expo. Organizzati a Marghera presso ExpoVenice, gli incontri sono stati curati da Veneto Banca e AssoretiPMI, assieme a UnionCamere Veneto e Veneto Promozione, con il contributo dei protagonisti delle reti che hanno raccontato diversi casi di successo. Imprenditori, studiosi e ricercatori si sono uniti per realizzare importanti economie di scala, creare valore ed opportunità di lavoro, raggiungere nuovi mercati, aumentare il proprio business e la visibilità dei propri prodotti / servizi.

Nell’Italia delle micro imprese, nel Veneto cresciuto economicamente in pochi decenni dove l’imprenditore padrone diceva “Faccio tutto io”, il cui modello economico si è sfasciato non appena il mondo è cambiato, ho particolarmente apprezzato il coraggio con cui questi uomini e donne si sono rimboccati le maniche insieme e hanno capito che “L’unione fa la forza”. Anche se c’è ancora tanta strada da fare per rendere questi modelli virtuosi un modus operandi diffuso, spero che tutti (o molti) imprenditori padroni capiscano l’importanza e i vantaggi di aprire le menti e le proprie aziende per lavorare insieme agli altri. Non solo o non più concorrenti ma collaboratori, colleghi in grado di contribuire per lavorare non meno, ma sicuramente meglio, insieme.

Insieme anche ai legislatori verrebbe da dire, visto che la politica pare venga in aiuto alle imprese solo prima delle elezioni mentre poi nelle stanze del potere pensa soprattutto a complicare la vita degli operatori di questo settore. Termini contrattuali ed agevolazioni per le reti d’impresa sono essenziali a snellire i percorsi di collaborazione. Codatorialità è un termine che ho imparato in questa occasione, è una chiave di volta per il successo delle reti: la possibilità di condividere, con regole ben chiare, una parte della forza lavoro tra vari operatori a vari livelli. Alcuni protagonisti degli incontri a cui ho assistito ci hanno descritto esperienze che hanno magari iniziato da soli, ma che sono cresciute mettendosi in rete. Ecco le loro testimonianze.

Massimo Rosoni del Laboratorio Sismondi (PI) si occupa di studi rurali e snocciola alcune cifre collegandosi ai problemi suesposti (soprattutto legislativi e di gestione del personale) per spingere le imprese a mettersi in rete. Altrimenti non sarà sufficiente la strenua difesa dei prodotti italiani per quanto pregiatissimi, se a fronte di un numero troppo elevato di microimprese, per esempio coltivazioni di prodotti di nicchia di qualità elevatissima su pochi ettari di terreno, esse sono incapaci di presentarsi sul mercato e poco competitive, almeno rispetto alle logiche dei grandi gruppi di distribuzione, votati al massimo profitto e alla speculazione.

https://sismondi.wordpress.com/

Livio Busana di Spillnet (UD) produce sistemi di erogazione e spillatura bevande, unendo la sua esperienza a quella di alcuni suoi colleghi e vicini friulani è ora in grado di “servire”, sia per i prodotti ma anche e soprattutto con servizi di manutenzione e assistenza, clienti privati e istituzionali in Italia e all’estero.

http://www.bbtec.it/

http://www.spillnet.it/

Giancarlo Taglia del Buongusto Veneto (VR) ha presentato la piattaforma commerciale e vetrina che raccoglie oltre cinquanta produttori agroalimentari veneti, anche con prodotti che si fregiano dei marchi DOP e IGP. Nei tre anni da quando è partita questa rete d’imprese, infatti, i tanti marchi aderenti hanno approfittato della visibilità comune (alle fiere e in rete per esempio) e aumentato le proprie possibilità di business verso clienti GDO e istituzioni, anche straniere. Tuttofood Milano nel 2013 e 2015 li ha ospitati in un grande spazio espositivo che ricordo con molto piacere perché nella prima occasione erano miei vicini di stand e si presentavano proprio come una grande famiglia.

www.ilbuongustoveneto.it

Cristian Vida di EatFriuli (UD) sottolinea che un network seppur piccolo di produttori agroalimentari, molto noti localmente ma poco forti a livello internazionale, oggi è in grado di ottimizzare alcuni processi commerciali e di comunicazione del suo salumificio. In Italia ciascuna azienda mantiene la propria identità, all’estero invece si presenta insieme ad altre quattro aziende principali (con altre quindici aziende semi associate): il salumificio Morgante (colleghi e concorrenti!!), i vini Colutta, il prosciuttificio Wolf Sauris, i formaggi Pezzetta. Cercano partner commerciali comuni, condividono gli spazi nelle fiere in cui si presentano uniti, raggruppano le spedizioni della merce, eccetera. Io conoscevo già le aziende di EatFriuli per lavoro, ho molto apprezzato l’entusiasmo di Cristian nel raccontare questa avventura friulana condivisa, in un momento in cui il meglio del Food, fiore all’occhiello del Made in Italy, è minacciato da falsi e contraffazioni, da leggi europee assurde fatte a uso e consumo delle multinazionali, e da margini non certo elevati. Faccio un grandissimo in bocca al lupo a EatFriuli e spero di veder crescere assieme a loro altri ottimi produttori friulani: come ramandolo e gubana, tanto per fare due esempi.

http://www.eatfriuli.it/?lang=it

Fausto Faggioli delle Fattorie Faggioli (FC) espone i traguardi e gli obiettivi condivisi, nella sua Romagna, per farne uno scrigno di esperienze diverse: ambientali ed enogastronomiche, storico – culturali e all’aria aperta con il turismo fluviale e il cicloturismo. Happy bio è l’ultima geniale idea per assaggiare al tramonto in spiaggia i prodotti agricoli locali che diventano stuzzichini accattivanti, eleganti e… sani. Geniale non c’è che dire, anche per una persona come me che per aperitivo intende qualcosa di ben più calorico e nutriente, accompagnato da vino o birra. Ma Faggioli, che conoscevo già perché alcune amiche blogger hanno collaborato con lui, è un genio della promozione non solo nella sua terra: dovrebbe essere preso ad esempio in tutta Italia come imprenditore illuminato e virtuoso.

http://www.fattoriefaggioli.it/

Leonella Grasso Caprioli presidente di RAMI (VI) – Associazione per la Ricerca Artistica e Musicale in Italia ha riunito otto conservatori italiani attivi dalla Lombardia alla Sicilia. Da quando si sono messi in rete i conservatori hanno accesso costante ai percorsi di alta formazione artistica, ai bandi europei ecc. e hanno ampliato le relazioni con colleghi oltralpe e oltreoceano.

http://www.associazionerami.org/

Giuliana Ganzini di Tourism_net FVG (GO), “il più grande resort del Friuli Venezia Giulia”, dimostra che le province del Friuli Venezia Giulia, unite nello spirito imprenditoriale delle strutture di ospitalità associate, possono promuovere il territorio e farlo vedere agli ospiti tradizionali con occhi e prospettive nuove, ma possono anche proporlo ai nuovi turisti con percorsi dedicati per fare di ogni viaggio un’esperienza nuova e diversa. Questa piccola regione del Nordest ha tanto da offrire, dal mare alla montagna, e grazie alla rete ha comunicato la destinazione molto meglio di altre regioni più grandi e più note a livello internazionale. Sarà più lontano da altri luoghi che si raggiungono facilmente in auto o con i mezzi pubblici ma poi il Friuli Venezia Giulia ha la peculiarità di avere vicini eccezionali siti storici e archeologici, ambienti naturali diversissimi e intatti, spiagge per tutti i gusti, alte montagne cariche di ricordi della Grande Guerra e non solo. E infine, per chi volesse sconfinare, ha l’Austria e la Slovenia a due passi.

http://www.tourismnet.fvg.it/

Roberta Manzi e Claudio de Monte di Slowvenice (VE), da tanti anni guide ambientali esperte di turismo sostenibile, annunciano l’avvio di due progetti “slow” incentrati sui dintorni di Venezia, meno famosi ma non meno belli, perfetti per una o più giornate di attività all’aria aperta, relax ed esperienze vere con gli abitanti del posto. Laguna Nord e Brenta Adige sono i titoli a cappello di diverse iniziative: escursioni ma anche “esplorazioni” in collaborazione con gli operatori locali, che rispondono alle esigenze crescenti di un turista più attento e forse “godereccio” nel senso buono del termine, affatto interessato a visite mordi e fuggi ma più consapevole e desideroso di immergersi in questi ambienti che hanno davvero tanto da offrire.

http://www.slowvenice.it/

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Sandro Rizzante di Veneto OK (VE) albergatore titolare dell’hotel Marina, racconta l’esperienza con altri undici albergatori che a Jesolo hanno ottimizzato tanti processi in precedenza più lunghi, costosi e complicati. Sono arrivati per esempio a condividere l’accoglienza degli ospiti in arrivo all’aeroporto Marco Polo con un van impegnato a “distribuirli” nelle varie strutture, o a scegliere un unico fornitore di caffè ed uno per l’energia, o addirittura a supportarsi in caso di emergenze temporanee legate alla carenza di personale o a inconvenienti che possono capitare ai dipendenti. In questo modo nessun hotel si sente solo, nel bene e nel male, ma al contrario come gruppo hanno tutti i vantaggi dello stare insieme, pur trattandosi di alberghi indipendenti a tre e quattro stelle, con volumi d’affari che vanno da circa 300.000 euro a 2 mln euro. Non è bellissimo?

http://www.hotelmarinajesolo.it/

Dal mio punto di vista personale io sono un piccolo utente e una blogger di viaggio che si fa promotrice del territorio, soprattutto italiano, come destinazione turistica d’eccellenza. Trovo che le reti locali di imprenditori dell’ospitalità debbano essere spinte al massimo!!! Solo loro sanno rapportarsi al cliente ospite per proporre strutture, territorio, ambiente meglio di ogni OLTA, portale o fornitore virtuale di servizi che in passato son stati tanto decantati. Finalmente, sempre dal mio punto di vista, questi ultimi stanno dimostrando limiti e pecche che vanno ben oltre il vantaggio economico promesso, e spesso creano problemi, danni economici e d’immagine. Esperienze nuove di rapporto diretto tra i fornitori e gli utenti di questi servizi riporteranno l’attenzione sull’importanza delle persone, della stretta di mano, della voce, insomma delle relazioni come si tenevano una volta. In bocca al lupo!

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Desidero infine descrivere ciò che ho visto nella mia prima visita a ExpoVenice: un grande padiglione costruito con le migliori intenzioni e con un tema così vicino a Venezia, così attuale e “sfruttabile” per vedere e pensare un futuro migliore del mondo grazie al corretto utilizzo delle acque (plurale) da immaginarvi, a priori, contenuti preziosi, attinenti, coinvolgenti, corredati da tanti incontri dedicati in tema tali da allargare la platea dei potenziali interessati. Accanto ai riscontri contrastanti e alla generale delusione degli espositori, percepita nei primi due mesi d’apertura, l’impressione che ne ho avuto di persona non è certo migliore: una grossa occasione mancata per Venezia di creare interesse nei visitatori di tutto il Nordest, siano essi qui per affari o per vacanza, una totale casualità dei prodotti e servizi esposti salvo le grandi opere pubbliche che in queste occasioni fanno sempre bella mostra di sé, una fra tutte il famigerato MOSE. E mi fermo qui.

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Il vuoto che si vede nel breve tempo necessario a fare un rapido giro circolare attorno al corpo centrale dimostra proprio che questa è una nuova grande opera, nel bene e nel male. ExpoVenice, nato come evento parallelo a Expo Milano e dedicato all’acqua, è stato collocato a Marghera presso il Vega, ha un grande spazio verde all’esterno, un comodo parcheggio e viali d’accesso, anche ciclabili, con le bandiere di molti Paesi (espositori??).

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Accanto alla piccola biglietteria vi sono due grandi scale mobili perennemente in movimento, mentre in tutte le città che visito esse di solito sono azionate al passaggio delle persone.

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Il corridoio d’ingresso simula un breve percorso subacqueo nel blu …

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per accedere all’accoglienza e agli espositori: istituzioni, aziende metalmeccaniche e impiantistiche, enti no profit, produttori di alimenti e bevande.

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Ma è quasi vuoto. Ho chiacchierato con un paio di espositori che mi hanno confermato lo scollamento tra le intenzioni, le promesse e la reale affluenza di pubblico di maggio e giugno. Questa enorme scatola semivuota costa un sacco di soldi agli organizzatori e agli espositori. Spero di trovare una scatola piena la prossima volta che verrò qui, sia per darle un senso reale di esposizione dedicata all’acqua, ma anche per pensare al futuro dell’area dopo il mese di ottobre, quando i riflettori si spegneranno su Expo Milano ed ExpoVenice. E si faranno i conti e si dovrà guardare oltre.

Per saperne di più:

http://www.venetopromozione.it/circolare/025_PRO_Settimana_A4_DEF_HR.pdf

http://www.aquae2015.org/event/prima-settimana-nazionale-delle-reti-dimpresa/

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