L’Umbria del vino ci può riservare emozioni di tutti i colori. Vini bianchi e rossi si trovano viaggiando fra i suoi borghi, come Orvieto e Montefalco che sono denominazioni d’origine famose nel mondo. In un viaggio itinerante tante cantine piccole e grandi si possono presentare davanti a noi e possiamo solo andare a curiosare. Ho fatto proprio così l’anno scorso, alla fine di settembre del 2023, girando in auto la provincia di Terni.
A San Gemini sono arrivata alla fine di una giornata, segnata dalle acque impetuose della cascata delle Marmore. Avvicinandomi per la prima volta al centro storico mi aspettavo di trovarci le acque minerali per le quali San Gemini è famosa. Invece con mia grande sorpresa ho trovato la Cantina Violati. Quando ho parcheggiato l’auto nel cortile un signore elegante è venuto verso di me. Per chiarire subito il motivo della visita ho tirato giù il finestrino e ho pronunciato queste parole: “Mi hanno detto che qui si fa il vino buono, è vero??” Certo, mi ha risposto il signore con un sorriso, aprendo le porte della cantina.
Il resto è stato un tempo di assaggi, chiacchiere e conoscenza reciproca, in un’azienda con molteplici attività agricole, non solo i vini si trovano esposti nello showroom ma pure ceci e lenticchie pregiati. L’azienda come la vediamo oggi, fondata da Barbara Violati, è attiva da tre generazioni. Si sviluppa su una superficie di 160 ettari coltivati fra l’altro a seminativo, vigneto, uliveto, bosco. Sono quattro le cultivar locali da cui si ricava l’olio EVO: frantoiano, leccino, moraiolo, pendolino. I Violati sono noti anche per altre attività come cinema e spettacolo, che portano lontano il nome della famiglia.
Accanto alla moderna cantina si trova la sala degustazione, proprio qui ci siamo focalizzati sull’assaggio di Grechetto e Ciliegiolo i due vitigni autoctoni della zona, rispettivamente a bacca bianca e rossa. Altrettanto interessanti i vini da vitigni internazionali come Chardonnay e Merlot, e infine gli spumanti prodotti con metodo ancestrale. Tutti presentano etichette accattivanti e raccontano un po’ la storia della famiglia.
Dopo la visita ci siamo scambiati alcune email ed ero già felice di averli conosciuti. A gennaio sono stata ancora più felice nel trovarli qui a Venezia all’evento Wine in Venice, unica cantina umbra premiata per i valori di Etica, Innovazione, Sostenibilità che hanno portato avanti. Mi avevano raccontato molte cose su di loro, nel frattempo, potete leggere qui di seguito le parole di Marco Zannoli. Poi vi invito ad andare a trovarli, fra l’altro proprio nel 2024 è prevista l’apertura dell’agriturismo, a completare l’offerta di accoglienza in cantina e nel borgo di San Gemini.
1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo vino.
Sono Marco Zannoli, dell’Agricola Venatore e Cantina Violati, seguo questa azienda dal 2000. All’epoca ero un ragazzetto uscito da poco dalla scuola. La nostra azienda si trova in Umbria nel comune di San Gemini, paese famoso per le acque minerali. La nostra azienda produce uva da sempre, ma facciamo il vino solo dal 2017. Per chi coltiva viti come me fare il vino è il compimento di un percorso, è portare a termine un lavoro.
2 L’arte di fare il vino nasce nella vigna e si sviluppa in cantina. E poi cosa c’è dietro un grande vino?
Dietro ad un grande vino secondo me c’è tanta dedizione, passione nel far bene, meticolosità, attenzione massima in ogni singolo procedimento e un forte rispetto dei cicli naturali. Conoscere i propri vigneti, il proprio clima e territorio, le giuste pratiche agronomiche insieme a un bel po’ di fortuna, portano a grandi uve, necessarie per fare grandi vini.
3 Come è cambiato il vino, e come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni? La tecnologia è uno strumento necessario o si può farne a meno?
Secondo me il vino e cambiato molto nel tempo, migliorando, forse ultimamente in alcuni casi è stato un po’ standardizzato perdendo di tipicità ed eleganza. La tecnologia è uno strumento necessario sia in vigna che in cantina, ma non deve essere uno strumento per accelerare o omettere processi, anzi deve rispettarli ed aiutarli.
4 Raccontaci una bella esperienza e un brutto episodio legati al tuo lavoro di vignaiolo.
A 22 anni ho impiantato il mio primo vigneto, ero un ragazzetto, non riuscivo a dormire la notte a causa delle preoccupazioni legate a queste piccole barbatelle piantate nel campo. Non facevo altro che passare tra i filari osservando la loro crescita. Non dimenticherò mai la soddisfazione e l’emozione che ho provato al terzo anno nel raccogliere i primi grappoli, questa è stata una delle esperienze più belle che ho provato.
Ventisei Luglio 2022, vigneti perfetti, uve in maturazione, tanta voglia di vinificare con in testa, come tutti gli anni, di far meglio. Nel primo pomeriggio arrivano dei nuvoloni e comincia a scendere una grandinata assurda che in trenta minuti porta via gran parte del raccolto e spazza via, con una ferocia assurda, il lavoro di un anno insieme a tanti sogni e tanto entusiasmo. Chi non fa questo lavoro difficilmente riesce a capire quello che ti si scatena dentro, di fronte a questi episodi, è terrificante il fatto che non puoi iniziare l’indomani per recuperare ma dovrai lavorare un altro anno intero.
5 Fare il vino significa anche uscire dall’azienda per far conoscere le persone e il territorio “dietro” una bottiglia. Dove porterai il tuo vino nei prossimi mesi?
Fare vino significa uscire e portare la tua esperienza in giro per il mondo, ma anche stare a casa e portare la gente del mondo a casa per condividere con loro una bevuta nel tuo territorio. Magari a spasso per vigne parlando della storia della tua azienda, della tua cantina e del tuo paese.
6 E’ possibile visitare la tua cantina? E dove possiamo assaggiare il tuo vino?
Visitare la nostra cantina è sempre possibile, abbiamo la possibilità di fare degustazioni e di ospitare persone presso la nostra attività ricettiva, che a breve sarà ultimata.
7 Una piccola provocazione: se fossi ministro dell’agricoltura cosa faresti per agevolare il lavoro del vignaiolo?
Se fossi ministro dell’agricoltura cercherei di sensibilizzare la popolazione verso il territorio e il prodotto di qualità, in più andrei a far chiarezza su tante normative spesso complesse che a parer mio servono da scudo a chi non lavora bene.
8 Consiglieresti a un giovane di fare il vignaiolo? SI – NO – Perché?
Consiglierei sicuramente ad un giovane di fare questo lavoro, perché? Potrei dire mille cose, scriverci un libro, dico solo poche parole magari che possono far riflettere: io mi sveglio sempre la mattina prima che suoni la sveglia e non vedo l’ora di finire il caffè per iniziare una nuova giornata di lavoro!
Per saperne di più https://violati.it/