Estate 2023 ovvero girare l’Italia in auto da nord a sud, in cerca di borghi e scenari naturali. Potrei riassumere così la mia calda stagione estiva appena conclusa, percorsa sia sull’autostrada del sole sia, a fine settembre, sulla E45 tra Cesena e Perugia. Anzi un poco più in là da Terni verso nord, per tornare a casa l’ho fatta al contrario dopo tre splendide giornate in giro a Terni e provincia. Ho centellinato la mia presenza sui social network per godermi il viaggio e parlarvi subito sul blog dei luoghi visitati e delle persone incontrate.

Chi mi ha ospitato, chi mi ha aperto le porte della cantina alle sei del pomeriggio, chi non si è accorto che lo fotografavo di soppiatto (e anche chi se n’è accorto). Nel sud dell’Umbria fra i borghi di impronta medievale si stendono fitti boschi e verdi colline, si guidano strade tutte curve e tornanti che sembra di essere altrove. Non certo in Italia centrale, e nulla a che fare con Perugia e provincia dove si arriva prima da nord, e dove si trovano i beni più preziosi come Assisi. Gubbio. Spoleto. Certo sono i luoghi più famosi di questa piccola regione ma Terni e provincia mi sono piaciuti tantissimo!

DA ROMA AD AMELIA – LUNEDÌ 25 SETTEMBRE

Lunedì mattina sono partita da Roma e ho imboccato la via Flaminia, mi sono fermata dapprima in provincia di Viterbo per vedere Nepi e Civita Castellana. Una passeggiata di un’ora è quanto ho dedicato a ciascuna delle due, è una regola che seguo ultimamente nei miei viaggi da sola per farmi un’idea dei luoghi e mi piace così, anche se so di vederne solo “la superficie” senza scendere “in profondità” nei luoghi visitati. Poi dal Lazio sono entrata in Umbria.

Otricoli

Otricoli è il primo paese umbro che si incontra, il primo di una serie di borghi messi in cima a una collina per segnarne il profilo di oggi e ricordarci il passato di queste zone di passaggio, di incontro e scontro fra popoli diversi. A partire da Umbri, Etruschi, Romani. Avrei voluto vederli tutti, ogni volta che davanti ai miei occhi si palesavano questi mucchietti di case color mattone, spesso cinti da mura, dove svettava un campanile o una torre, ma non potevo fermarmi sempre! Ero eccitata nel vedere le mandrie al pascolo, i vigneti e gli uliveti, fra paesaggi dolci, le colline e boschi. Era la mia prima volta in provincia di Terni e sono stata elettrizzata dal vento che muoveva le chiome degli alberi e teneva lontane le nuvole, donando al cielo il colore blu intenso che mi ha accompagnato per tutto il viaggio. Parcheggiata l’auto accanto all’hotel Umbria (!!!) ho fatto una breve passeggiata nel centro storico. Otricoli nonostante abbia meno di mille abitanti è ben tenuto e pieno di indicazioni turistiche. Il pannello con la mappa recita “Città di Otricoli. Archeologia, arte, natura, tradizioni ed eventi”. Il sito web istituzionale è altrettanto ricco di informazioni. Otricolani sono gli abitanti, Ocricolum è il nome antico che ora identifica il parco archeologico, di origine preromana. Il castrum è sorto presso il fiume Tevere e da allora si sono succeduti vari insediamenti umani, dal Medioevo al Rinascimento fino a oggi.

Amelia

Sono arrivata qui nel primo pomeriggio e mi sono fermata, ho scelto di arrivare presto ad Amelia per fare conoscenza con Silvia, la mia padrona di casa. Parcheggiata l’auto in piazza Matteotti (strisce blu a pagamento con monetine) non volevo più uscire da Le Cisterne BB perché da lei si sta proprio bene, sia in camera sia nel giardinetto interno! Amelia è bellissima e concentra in poco spazio un sacco di chicche. Arrivando in auto dalla Flaminia si vede per prima Porta Romana, una delle antiche porte di accesso alla città antica. Le altre quattro sono Porta Leone VI, Porta Posterola, Porta della Valle, Porta Pantanelli. Da Porta Romana attraverso le mura poligonali costruite a partire dal VI secolo a.C., si entra a piedi nel centro storico lungo l’antica via romana. Strade, vicoli e scalette si aprono su una lunga sequenza di scorci medievali. La mia passeggiata è iniziata in Piazza Matteotti: sono salita alla cattedrale, speravo di vedere anche la città dall’alto della torre campanaria ma a fine settembre gli orari di visita ai siti sono ridotti al fine settimana. Un vero peccato perché non sono salita sul campanile e non ho nemmeno potuto vedere i musei, le cisterne romane, nulla. E così ho continuato a passeggiare su e giù per le vie di Amelia, con la meraviglia negli occhi a ogni angolo, con sorrisi e saluti distribuiti ai pochi abitanti (e ai pochissimi turisti) presenti. Forse c’erano più gatti in giro. Forse hanno ragione ad aprire solo sabato e domenica ma mi dispiace. Mi è piaciuto tutto ma Piazza Marconi in modo speciale, con la Loggia del Banditore accanto agli imponenti Palazzo Nacci e Palazzo Petrignani.

Le Cisterne BEB è il bed and breakfast come una volta, due stanze in una porzione della casa dove Silvia abita e ospita i viaggiatori. Quelli di passaggio come me e coloro che si fermano a lungo per assaporare il “Cuore verde d’Italia” come la coppia di tedeschi alloggiati nell’altra stanza.

Il racconto del mio soggiorno sulla pagina Facebook Gamberetta Travelblog:

25 settembre – Le cisterne Bed and breakfast Amelia. Ho trovato questo posticino dove dormire ad Amelia TR, che secondo me tutti i miei amici dovrebbero provare. Senza parlare della bellezza del borgo che, in tanti viaggi in Umbria, non avevo mai visto. Per un paio di giorni ho deciso di fermarmi nel “cuore verde d’Italia” prima di tornare a nord. Silvia mi ospita nella centralissima piazza Matteotti dove da quasi vent’anni gestisce Le Cisterne BB. Lei stessa vive in questo palazzo antico, in un’ala adiacente agli spazi di ospitalità. Ha solo due camere arredate con stile, mobili in legno con un tocco etnico che richiamano l’India in una stanza, l’Africa nell’altra. Indovinate dove ho dormito io? Beh si vede… E vedete gli spazi comuni fatti per stare insieme: la cucina e il piccolo giardino interno dove, appena arrivata, mi sono seduta a bere un caffè fatto con la moka. In compagnia di un cane e due gatti che mi hanno riempito di coccole.

Le Cisterne Bed and Breakfast – Amelia (TR) https://www.lecisterne.net/it/

DA AMELIA A MONTECASTRILLI – MARTEDÌ 26 SETTEMBRE

Martedì non avrei voluto partire da Amelia, fino a metà mattina io e Silvia abbiamo chiacchierato in giardino. Poi mi ha mostrato “la sua cisterna” cioè nella sua casa, come in altri antichi palazzi, si trova una cisterna romana che lei usa per convogliare l’acqua piovana, e irrigare le piante del suo giardino. Non è bellissimo?

Cascata delle Marmore

La mia prima destinazione era anche “il vero motivo” del mio viaggio: la cascata delle Marmore, dove alle 11,30 c’era un bel po’ di gente e io ho detto “faccio solo un giro tanto alle 13 spengono l’acqua” invece ho messo l’auto nell’ampio parcheggio al belvedere inferiore (Strisce blu a pagamento con monetine) e dopo quattro ore ero ancora qui. In tempo per stare giù fino a quando il carico delle cascate è stato spento, girare due sentieri ai loro piedi e vederle ridotte a un rigagnolo, dall’altra parte della strada. Per non consumare subito tutte le energie ho evitato il sentiero che in mezz’ora mi avrebbe fatto salire su, fino al belvedere superiore, e ci sono andata in auto. Alle ore 15, tra sbuffi di acqua nebulizzata e arcobaleni di mille colori, poco a poco ho visto aumentare la portata d’acqua e la cascata gonfiarsi per il carico indotto dall’uomo. Del resto qui si incrociano ben tre fiumi: Nera Velino e Tevere. E sono stati i Romani a creare le cascate, duemila anni fa, per deviare il corso del fiume. Questa è una vera grande opera più di quelle che facciamo ai giorni nostri, che genera stupore in me ogni volta che ci penso. E ora l’infrastruttura è fatta proprio bene, sia nei numerosi percorsi sia nella cartellonistica, che esalta tutte le bellezze naturalistiche locali inclusa la ricca vegetazione.

Il racconto della visita sulla pagina Facebook Gamberetta Travelblog

Al numero 49 delle #100cosedafareprimadimorire visitare la cascata delle Marmore in Umbria! Pensavo di starci un paio d’ore al massimo invece sono diventate quattro, e non ho nemmeno visto tutti i sentieri che le circondano. Mi sono piaciute tantissimo! Ho speso volentieri i 12 euro del biglietto ma controllate le varie riduzioni e convenzioni perché molte strutture di ospitalità lo consentono. Ho preso un sacco di appunti della visita che presto saranno sul blog!

Terni

Il capoluogo di provincia non è certo una destinazione turistica di prim’ordine, per sua sfortuna scompare al confronto di Perugia e delle altre belle città umbre. Ho voluto dedicare a Terni una passeggiata di un’ora e ne sono felice (strisce blu a pagamento, preparare le monetine). Nell’ultimo conflitto mondiale è stata bombardata pesantemente, l’attuale struttura urbanistica è moderna e non mancano gli edifici di epoca fascista. Eppure Terni è animata nelle vie che circondano piazza della Repubblica, nelle vecchie case colorate unite da portici. Mette bene in vista i resti dell’anfiteatro Fausto di epoca romana e diverse chiese. Il duomo è imponente nella struttura aperta da un portico su colonne, e un paio di piccole chiese spuntano timidamente fra edifici moderni. Le chiese più belle del centro sono dedicate a San Salvatore e San Francesco, questa in particolare è aperta su un ampio piazzale che le dà il giusto valore. Fuori dal centro c’è la chiesa di San Valentino patrono della città (ma non l’ho vista).

San Gemini

Non solo acque minerali, San Gemini ha tanto altro da offrire a iniziare dal borgo, che all’inizio di ottobre si accende di atmosfere medievali per la Giostra dell’Arme. E poi c’è il vino, una costante dei miei viaggi alla ricerca di piccole cantine. A San Gemini si producono ottimi vini e prima del mio viaggio non lo sapevo! Ho selezionato due produttori: Bussoletti e Violati. Settembre però è il mese della vendemmia per antonomasia, i vignaioli non possono essere disturbati, oppure bisogna avvisare del nostro arrivo. Io che sono da sola e programmo il giusto i miei spostamenti, seguo delle semplici regole: portar via non troppo tempo alle persone presenti, assaggiare il giusto, fare un sacco di foto e domande. E soprattutto fare piccoli acquisti che sono sempre apprezzati.

Cantina Violati

Ho scelto discretamente di arrivarci nel tardo pomeriggio. Alle ore 18 avevo una ragionevole certezza che ci fosse qualcuno in cantina e ho suonato il campanello. Poi è stata una cascata di emozioni mescolate alle storie dei vini umbri, condita dalla cortesia delle due persone squisite che mi hanno accolto. Da Violati mi hanno accolto per una mini degustazione e ho scoperto i due vitigni autoctoni della zona. Grechetto e Ciliegiolo, rispettivamente a bacca bianca e rossa. Poi ci sono Chardonnay, Merlot e altri vitigni internazionali, sono vinificati diversamente, anche per produrre interessanti rosati e spumanti. Mi hanno raccontato come sia sempre più importante rispettare la terra, in tal senso l’agricoltura biologica è utile ma la vera sfida dei prossimi anni sarà affrontare i cambiamenti climatici. Attiva in vari settori che vanno appunto dalle acque, al vino, al cinema e spettacolo, la famiglia Violati gestisce con amore la propria azienda agricola dove produce vino e legumi. In arrivo le camere dell’agriturismo, saranno la prima cosa da visitare la prossima volta che scendo. Saranno un luogo elegante e di classe come le persone che mi hanno accolto in cantina, ne sono certa!Violati collabora anche con aziende locali come Viparo l’antico Amaro umbro, che non ho ancora assaggiato!

Castel dell’Aquila frazione di Montecastrilli

Qui mi sono fermata a passare la notte. La padrona di casa di oggi si chiama Simona e gestisce La Zita Bed and breakfast in quella che era la casa della bisnonna, sulla strada statale, comoda per visitare questa zona o semplicemente rilassarsi alla vista delle colline circostanti. Simona mi ha indicato un posto carino per cenare, mi ha lasciata tranquilla in camera e ci siamo date appuntamento per parlare la mattina dopo. La Casereccia, il ristorante consigliato, dista solo 4 chilometri da qui e per andarci in auto ero un poco a disagio per il buio, ma è andato tutto bene. Pizza e vino compongono la mia cena, in un ambiente tradizionale si propongono sia piatti del territorio sia appunto la pizza. In più c’è una cucina innovativa con diverse proposte veg e vegan, da me molto apprezzate. Nel menù ci sono anche i presidi Slowfood che la padrona segue per la condotta locale. Una bella esperienza!

Il racconto del mio soggiorno sulla pagina Facebook Gamberetta Travelblog:

26 09 – La Zita Bed and breakfast Montecastrilli (TR) Nella frazione di Castel dell’Aquila Simona da tre anni gestisce il suo bed and breakfast, nella vecchia casa di famiglia. Zita era la sua bisnonna. Una camera matrimoniale (io dormo qui) al piano terra dove c’è anche un ampio spazio per la colazione. E due camere doppie / triple al primo piano. Per un totale di 8 posti letto. Nel sud dell’Umbria “cuore verde d’Italia” si respira pace e relax. Siamo su una tranquilla strada di campagna che rende facile arrivare, e facile cercare un ristorante per la cena come ho fatto ieri sera, al termine di un lungo giro a Terni e provincia. Le colline si stagliano all’orizzonte con i profili di piccoli borghi, fra l’uno e l’altro si percorrono in auto lentamente strade poco affollate, terre poco coltivate (per fortuna) circondati da boschi e panorami che cambiano di continuo. Una gran bella scoperta, sarà dura andare via!

La Zita BB – Castel dell’Aquila frazione di Montecastrilli (TR) https://www.lazita.it/

DA MONTECASTRILLI A MESTRE – MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE

Mercoledì mattina la mia terza giornata in Umbria è iniziata alla Zita BB, con una sontuosa colazione e tante chiacchiere con Simona, cosicché anche oggi voglia di partire pari a zero. Abbiamo parlato anche di cammini, siamo all’incrocio di antiche strade romane (Via Amerina, ora in parte percorsa dal Cammino della Luce) e dei nuove strade da fare a piedi. Poiché Simona mi ha descritto così bene il suo paese sono andata a vedere, di corsa che poi mi dovevo mettere sulla strada di casa.

Castel dell’Aquila frazione di Montecastrilli è un borgo piccolissimo nonostante il suo nome lunghissimo. Il comune ha diverse frazioni: Castel Todino, Collesecco, Farnetta, Quadrelli e appunto Castel dell’Aquila. Pensate che ciascuna ha il suo santo patrono fra i quali San Nicola a Montecastrilli, e San Giacomo a Castel dell’Aquila. Ormai quella dei santi è una mia fissazione, nonostante io sia poco religiosa mi piace pensare che nei paesi ancora ci si riunisca attorno alla chiesa, nell’occasione di queste celebrazioni. Con o senza processioni.

Su in cima al paese si trovano chiesa e campanile, vedo il maestoso paesaggio dall’alto fatto di colline boscose e uliveti, chiacchiero (ehm) con tutti i passanti. Portare la reflex al collo mi dà l’aria seria della fotografa (che non sono), in più saluto e sorrido alle persone che incontro sul mio cammino. Sono una donna che viaggia sola e questo mette curiosità alle persone che, a loro volta, mi regalano saluti e sorrisi.

Narni

Il suo profilo imponente si innalza su una rupe e si vede da molto lontano, mi ha ispirato un po’ di paura (dico davvero) che è finita solo quando mi sono addentrata nelle sue vie. Avevo molte aspettative su Narni e non tutte sono state soddisfatte, forse ho dato troppo peso ai racconti degli amici sulla corsa all’anello, Narni sotterranea e un sacco di cose da vedere che non ho visto, e non mi sono goduta abbastanza la visita. Volete sapere cosa mi ha messo l’amaro in bocca? L’aspetto turistico di tanti locali e botteghe che occupano il piano terra degli edifici storici. Lo so che io sono fissata con queste cose, che questi sono compromessi necessari e fanno girare l’economia, che è così in tante altre città e nel mio Veneto ce ne sono decine di esempi, ma qui l’ho trovato eccessivo. Poi per il resto pure a Narni c’è un concentrato di bellezze medievali da far girare la testa. Ho lasciato l’auto fuori da porta Ternana e da via Roma ho camminato per un’ora abbondante in senso antiorario. Le chiese hanno scandito le mie soste al Duomo, Santa Maria in Pensole, San Domenico e San Francesco. Fra l’una e l’altra scorci ampi verso la vallata e stretti fra i vicoli, musei che mi invitavano a entrare e la ricca corona di edifici attorno alle due piazze. Piazza Garibaldi con la torre medievale e accanto il duomo. Piazza dei Priori con il Palazzo del Podestà e la fontana. E poi via, ho imboccato la superstrada verso nord nel lungo viaggio per tornare a nordest, stanca ma con la testa piena di pensieri belli e immagini indelebili.

COSA NON HO VISTO

Sono passata vicino a tanti luoghi che letteralmente “mi chiamavano” e mi sarei potuta fermare altri tre giorni almeno, ma non potevo e va bene così. Per restare alla provincia di Terni a Orvieto sono già stata due volte, ma tanti anni fa. Quando tornerò voglio ripartire da qui dove sono appena stata: vedere per primi Piediluco con il lago e i bei panorami circostanti, poi Norcia e Cascia con il loro pesante carico emotivo del post terremoto, i paesaggi, i prodotti tipici (in prima posizione le famose lenticchie di Castelluccio). Ora proprio non avevo tempo, però ho portato a casa ceci e lenticchie!

Ringrazio Silvia de le Cisterne BEB e Simona de la Zita BB per la loro calda ospitalità e per avermi un poco raccontato come vivono in Umbria “Cuore verde d’Italia”. Spero apprezzino le mie conserve che ho portato in dono, e spero che in futuro possiamo nuovamente incontrarci.

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