Sono appena tornata da Sant’Erasmo, la grande isola nella laguna a nord di Venezia dove domenica si è svolta la Festa del Carciofo violetto. In collaborazione con il Comune di Venezia è un evento unico che permette alle migliaia di persone che arrivano sull’isola di acquistare il carciofo a km zero, di assaggiarlo e imparare come si prepara, dalla pianta al piatto.
Siamo in un’oasi di pace, questo va detto subito: dimenticatevi le folle di turisti di Venezia. Sant’Erasmo si raggiunge in vaporetto da Venezia, appena scesi vi troverete in un’oasi di verde dove la mano dell’uomo si percepisce appena. Qui la natura regna sovrana e c’è un’aria selvaggia che la rende affascinante. A Sant’Erasmo l’uomo ha fatto i campi coltivati, i canali e le stradine che ci girano attorno seguendone la forma squadrata, intersecati da sentieri e interrotti in pochi punti da pochi edifici, una piccola darsena, un piccolissimo cimitero, cose così.
Andateci se ancora non l’avete fatto, sarà una gita piena di soddisfazioni perché a Sant’Erasmo potete fare tante cose, anche mangiare in un paio di locali, anche dormire in un alberghetto, il Lato Azzurro, che è appena passato di mano e con la nuova gestione vi attende in uno scenario unico di pace e armonia con la natura.
La festa del carciofo violetto
Nella giornata di domenica 12 maggio alla Torre Massimiliana, sede della festa, si sono succeduti:
- assaggi e consigli per imparare le sue virtù e gli utilizzi del carciofo violetto in cucina,
- visite alle carciofaie, guidati dai produttori del carciofo violetto,
- esposizione e vendita di prodotti tipici di aziende locali presso Agrimercato,
- stand gastronomici con piatti a base di carciofo violetto,
- visite guidate alla Torre Massimiliana,
- dimostrazioni di arte della cesteria e tiro con l’arco,
- canti e balli con gruppi di figuranti in abiti medievali.
Sono arrivata a Sant’Erasmo a metà mattina con due amiche e dopo un giro attorno alla Torre Massimiliana, per renderci conto di tutti i banchetti presenti, ci siamo prenotate per la visita alla carciofaia con il produttore.
Al ritorno dopo un’ora avevamo sete e abbiamo bevuto una bella birra fresca al carciofo, con una leggera nota amara finale (ma in sostanza una normale birra chiara leggera).
Poi assaggi di paté di carciofo e dimostrazione di varie preparazioni, un mini showcooking sul prato, bellissimo!
E poi ancora assaggi e acquisti ai vari stand dove c’erano non solo le castraure ma miele, ortaggi, pane e prodotti da forno, distillati, olio e vino. Da provare e da acquistare.
Non vi dico le file per mangiare, dovevamo stare in piedi per decine e decine di metri sotto il sole assieme a centinaia di persone, giunte a Sant’Erasmo da vicino e da lontano, c’era davvero tanta gente diversa e mi ha fatto tanto piacere. Noi abbiamo preferito stenderci un’oretta nella vicina spiaggia del Bacan. Che bella è?? Mi dicono che l’acqua era fredda ma io non ho voluto provarla…
Alla fine però quando la coda era diventata una breve fila abbiamo assaggiato i carciofi fritti, che buoni! E prima di partire siamo entrati alla Torre Massimiliana dove si trovano due mostre, una fotografica su Venezia e una di quadri. Della visita guidata abbiamo seguito solo la prima parte, a metà pomeriggio siamo rientrate in terraferma, stanche e felici.
Il carciofo violetto di Sant’Erasmo
Il carciofo violetto è il “frutto” più prezioso che si produce sull’isola di Sant’Erasmo e in tre piccole isole vicine, come le Vignole. Avete sentito parlare degli Orti di Venezia? A dispetto della conformazione di Venezia centro storico, in massima parte frutto del lavoro dell’uomo e della costruzione di opere umane, avvenuta nel corso dei secoli, qui lo scenario è quasi tutto naturale e tutto verde. La superficie dell’isola in massima parte è coltivata, camminando fra le sue stradine trovate tanti piccoli vigneti e ortofrutta, soprattutto verdure come il carciofo violetto.
Le Castraure e i botoli sono pronti in primavera: ogni pianta ogni anno dà una castraura e poi quattro o otto o più botoli. Le Castraure, che sono un presidio Slowfood, si fanno a Sant’Erasmo, Mazzorbo, le Vignole, Lio Piccolo. I produttori sono quasi venti e ogni anno producono circa 150.000 castraure. Sono un piatto prelibato della ristorazione veneziana, ma si trovano anche presso fruttivendoli fidati, diffidate delle imitazioni!
Il Consorzio del Carciofo Violetto di Sant’Erasmo
La produzione del Carciofo Violetto di Sant’Erasmo segue un rigido disciplinare per tutte le fasi produttive, messo a punto dal Consorzio omonimo nel 2004 con scopi di tutela e promozione. Cioè per difenderne la qualità e unicità e differenziare il prodotto da altri carciofi simili, ma non altrettanto di valore, che si producono in altre parti d’Italia. Slowfood negli stessi anni lo ha riconosciuto come Presidio a conferma dell’impegno dei soci del Consorzio. Per arrivare alla definizione di Castraura dobbiamo però attendere l’anno 2012 a opera di quello che allora si chiamava Ministero per lo Sviluppo Economico.
Come arrivare a Sant’Erasmo
L’isola di Sant’Erasmo si raggiunge con il vaporetto numero 13 in partenza ogni ora dalle Fondamente Nove. In meno di mezz’ora arriverete sull’isola, dove potete girare a piedi o prendere a noleggio una bici (al lato azzurro). Un paio d’ore sono sufficienti per fare il giro completo poi se vi fermate in spiaggia a prendere il sole, o al Bacan a mangiare, calcolate i tempi e costi.
Quando andare a Sant’Erasmo
Ogni mese dell’anno è buono per andare a Sant’Erasmo. Questa grande isola squadrata ha sempre qualcosa da mostrare. Ovviamente nei mesi caldi e nei fine settimana è molto affollata dai veneziani che arrivano coi mezzi o in barca. Ma sono moltissimi pure i “gitanti della domenica” che dalla vicina terraferma come me, o da più lontano, vengono qui a cercare un’oasi di pace lontano dal trambusto del centro storico.
D’inverno Sant’Erasmo è particolarmente bella perché vi si respira tanta pace: sarete avvolti da un silenzio pieno di vita, al massimo ci saranno uccelli e altri animali che vi faranno compagnia. Queste immagini per esempio sono state scattate in febbraio. Spero di avervi invogliato alla visita!
Non potrei mai spiegare tutte le caratteristiche del carciofo violetto: il ciclo annuale, le tecniche di coltivazione, le minacce a cui le piante vanno incontro, così bene come ce le ha spiegate il produttore che ci ha accompagnati nella carciofaia, in fila ordinata come scolaretti. Mi ha detto che se lo avviso possiamo andare a trovarlo, chi viene??
Per saperne di più https://www.carciofovioletto.it/