La scoperta del mondo Tedeschi Wines si svolge tra Pedemonte, Sant’Ambrogio e Fumane. Siamo in provincia di Verona, nella Valpolicella culla di alcuni fra i più grandi vini rossi d’Italia e forse del mondo. La famiglia Tedeschi ha un nome di peso nel panorama vitivinicolo internazionale essendo una cantina storica che si appresta a festeggiare, nel 2030, il ragguardevole traguardo di 400 anni di attività. Nel settembre 2020 ho passato una giornata a visitare i vigneti e la cantina assieme all’amica foodblogger Anna Maria Pellegrino.

Vi racconto le nostre impressioni poi lascerò la parola a Sabrina Tedeschi, che ci ha ospitato e che ringrazio.

sabrina tedeschi e anna maria pellegrino

Andiamo a passeggio nei vigneti di proprietà suddivisi tra la Valpolicella occidentale e orientale. Si chiamano Fabriseria, Maternigo e Monte Olmi.

Sabrina Tedeschi conduce l’azienda assieme ai fratelli Antonietta e Riccardo Tedeschi. Ciascuno di loro ha un ruolo definito nell’organigramma aziendale, mentre proprio lei ci conduce su e giù per le colline, ci racconta la storia della sua famiglia, alcuni dei traguardi raggiunti e le sfide che devono affrontare nel mercato globale.

Siamo a bordo di un fuoristrada dalle prestazioni superlative, anche su terreni scoscesi che aumentano l’adrenalina e l’emozione della nostra visita. Degustiamo direttamente sul posto, nel vigneto, i vini prodotti, e come potete immaginare questa è la cosa più bella.

Vigneti e cultura

Cominciamo con le visite culturali. Nel comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella ci fermiamo per visitare una chicca, una chiesa che attrae visitatori da ogni parte del mondo, per il suo nome curioso e per la splendida posizione da cui si ammira la vallata.

la vista a cuore da san giorgio ingannapoltron

La pieve romanica di San Giorgio Ingannapoltron da sotto sembra vicina, invece è lontana e ci vuole più tempo del previsto per arrivarci (almeno a piedi). Da questo trae il suo nome, in quanto inganna i pigri che ci vorrebbero arrivare senza sforzo. Noi non facciamo fatica, ci andiamo in macchina e facciamo presto.

Prima di noi sono arrivati dei ciclisti tutti muscoli e nervi, beati loro! Dall’esterno si intravede il chiostro, l’interno affrescato dev’essere altrettanto bello. Prima di raggiungere il vigneto di Fabriseria, altrettanto intriso di spiritualità e suggestioni, ammiriamo il panorama dall’alto di questo balcone, perfetto per gli innamorati. Del resto siamo vicini a Verona, la città di Romeo e Giulietta, e non potrebbe essere diversamente!

Fabriseria

Questo vigneto ricorda nel nome una fabbrica, la costruzione di una antica chiesa. La croce, forse celtica, che domina la vallata, è ancora più antica. Siamo nell’altro grande vigneto di Tedeschi Wines, acquistato nel 2000, il cui terreno è relativamente “povero” e ha rese basse, max 80 quintali / ettaro.

Qui si producono Valpolicella e Amarone, rispettivamente nella parte inferiore e superiore. Dal 1983 a oggi ha dato una decina di annate, poche ma di altissima qualità. Per esempio il 2013 è uscito con sole 2500 bottiglie. Assaggiamo proprio il Valpolicella che si chiama Fabriseria, come il vigneto.

Maternigo

Questa è la tenuta della famiglia Tedeschi più lontana dalla cantina di Pedemonte, si trova infatti nella parte orientale della Valpolicella, tra Tregnago e Mezzane di sotto. Ed è la più estesa, oltre 80 ettari. Meno di metà dell’estensione è occupata dal vigneto, solo 33 ettari, esposto a sudest e sudovest, chiamato “impervio” per la sua forte pendenza. Quasi 50 ettari sono invece occupati dal bosco.

maternigo

I filari sinuosi, inerpicati su e giù tra le colline, si estendono a un’altitudine compresa fra 300 e 450 metri slm. Sono inseriti in un ambiente naturale dove regna la biodiversità, in un paesaggio di rara bellezza e di grande poesia che le immagini rendono solo in parte.

Lo studio approfondito dei terreni dal punto di vista pedologico è durato alcuni anni e ne ha permesso la zonazione e la caratterizzazione, è stato un grande investimento per la famiglia Tedeschi. I vitigni autoctoni Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta danno vini di grande equilibrio, Valpolicella superiore e Amarone che ben rappresentano l’azienda e il suo impegno, ormai secolare nella produzione vinicola di grande qualità.

maternigo valpolicella

Pure qui assaggiamo il Valpolicella Maternigo, chiamato con il nome del vigneto.

Da qui in poi non parlo più ma lascio a Sabrina Tedeschi l’onore e l’onere di raccontare e raccontarci la sua azienda e la sua terra, bella e generosa proprio come la famiglia Tedeschi. La ringrazio e mi auguro di incontrarla nuovamente sulle strade del vino.

1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo vino.

Sono Sabrina Tedeschi e con i miei fratelli Antonietta e Riccardo gestiamo l’azienda di famiglia, una delle aziende storiche e di riferimento del territorio della Valpolicella. Io sono Tecnologo Alimentare e dopo qualche anno dedicato all’insegnamento di enologia all’Istituto di San Michele all’Adige sono rientrata a lavorare in famiglia. Mio fratello è l’enologo di famiglia, mentre mia sorella Antonietta si occupa degli aspetti amministrativi-finanziari.

Tutti siamo coinvolti nelle vendite: Antonietta si occupa del mercato Italiano, mentre io e Riccardo condividiamo il mercato estero. Insomma una gestione da parte della famiglia a 360 gradi, dalla vigna alla vendita. I nostri vini rispecchiano il territorio di provenienza, classici nello stile, con una loro personalità: le uve sono selezionate nei 48 ettari di vigneto, eccetto 4 ettari (destinati alla produzione di un Valpolicella fresco di annata), gli altri sono posizionati sulle colline della Valpolicella Classica e orientale.

in cantina

2 L’arte di fare il vino nasce nella vigna e si sviluppa in cantina. E poi cosa c’è dietro un grande vino?

Dietro un grande vino c’è un grande terroir, caratterizzato da un particolare terreno, clima, esposizione e dall’uomo che sa interpretare tutte queste caratteristiche e che sa esprimerle al meglio in cantina…

Insomma tutto avviene nel vigneto unito all’arte dell’uomo, nelle scelte viticole e poi enologiche.

3 Come è cambiato il vino, e come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni? La tecnologia è uno strumento necessario o si può farne a meno?

Si lavora ogni giorno, ogni stagione per migliorare la qualità dei prodotti, cercando di mantenere nel tempo la tipicità. Il vino deve essere espressione del territorio da cui proviene.

E’ fondamentale saper coniugare la tradizione con l’innovazione, perché è importante saper adeguare il prodotto ai nostri tempi. Noi l’abbiamo coniugata facendo molta ricerca nei vigneti, come la zonazione e la caratterizzazione che ci ha portato ad intervenire in modo molto più mirato nel vigneto. Ora stiamo svolgendo una ricerca di zonazione aromatica per comprendere meglio le note aromatiche prodotte nei diversi vigneti di proprietà. Stiamo facendo anche studi sui cambiamenti climatici e su come possiamo intervenire nel vigneto per limitarne l’incidenza.

in vigna

Abbiamo fatto anche ricerca sulla tecnologia di appassimento delle uve, per fare in modo di mantenere l’integrità dell’uva dall’inizio alla fine del processo, senza per questo forzare la natura (il sistema consiste in un controllo dell’umidità dell’ambiente, unito ad una ventilazione e alle basse temperature).

4 Raccontaci una bella esperienza e un brutto episodio legati al tuo lavoro di vignaiolo.

Ricevere apprezzamenti del prodotto e del nostro lavoro sono sempre bellissime ed emozionanti esperienze, che ripagano del tanto lavoro che si svolge quotidianamente.

Brutti episodi? Penso ai temporali estivi durante la maturazione delle uve, accompagnati talvolta da fenomeni grandinigeni. Purtroppo capitano, la più grave nel 2015, quando la grandine colpì il 98% della superficie di Maternigo. Si lavora parecchio tutta la stagione e poi un temporale rischia di rovinare l’intero raccolto in 5 minuti.

5 Fare il vino significa anche uscire dall’azienda per far conoscere le persone e il territorio “dietro” una bottiglia. Dove porterai il tuo vino nei prossimi mesi?

Siamo abituati a viaggiare in parecchie zone del mondo, il vino ci ha dato l’opportunità di conoscere tante culture e noi con il nostro vino abbiamo contribuito a far conoscere la cultura veneta nel mondo.

Ora con il problema a livello globale del Covid siamo stati costretti a cambiare le nostre abitudini, sperando di tornare presto alle nostre vecchie abitudini. Posso dire dove siamo stati, immediatamente prima del lockdown: India, Nepal e Canada. Ora ci accontentiamo di webinar.

maternigo

6 È possibile visitare la tua cantina? E dove possiamo assaggiare il tuo vino?

Abbiamo diverse proposte di visita che vanno dalla sola degustazione dei vini, ad una degustazione mirata ai vini cru dell’azienda, fino alla visita dei vigneti con assaggio del cru nel vigneto. Tutte queste sono esperienze che cercano di trasmettere lo stile di famiglia. I nostri vini sono distribuiti attraverso il canale horeca in Italia e nel mondo.

7 Una piccola provocazione: se fossi ministro dell’agricoltura cosa faresti per agevolare il lavoro del vignaiolo?

Chiaramente chiederei di limitare la burocrazia, se ne parla tanto ma concretamente sono cambiate poche cose; oggi serve più personale in amministrazione che in produzione.

8 Consiglieresti a un giovane di fare il vignaiolo? SI – NO – Perché?

Certo, osserviamo anche un ritorno dei giovani alla vitivinicoltura. Questo è un lavoro che ti permette di stare a contatto con la natura e permette di mettersi alla prova ogni anno, ogni annata in fondo racconta una storia nuova. Quindi sicuramente non è un lavoro ripetitivo! Serve però la passione e tanta volontà, come in tante altre attività.

Post in collaborazione con https://www.tedeschiwines.com/

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