Oggi e domani vedremo forse i siti meglio preservati e meno affollati di tutto l’Egitto, a partire dai due notevolissimi complessi tombali di Beni Hassan e Tell al Amarna.

Il primo non è lontano da El Minya, siamo i primi turisti del mattino e già il setting dove sorge il sito è assai bello, sia per le 20 tombe scavate nelle pareti in arenaria di una collina sia per la bella vista sotto, sulle coltivazioni, il Nilo e oltre.

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Si visitano solo tre tombe, poi vediamo una necropoli che si estende a bordo strada per alcune centinaia di metri e chiediamo all’autista se è visitabile. Così al ritorno ci fermiamo a Zawiyat El Amwat, un bellissimo sito raccolto con a valle il cimitero musulmano ancora utilizzato, una piramide primitiva, la fucina per la fabbricazione di terracotta e a monte ancora le tombe scavate nella collina. Vediamo nuvole minacciose in lontananza, io tengo un ombrellino nello zaino ma a fine dicembre, al limitare del deserto, ci sembra incredibile che possa piovere.

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Anche la necropoli che visitiamo nel pomeriggio, Tell el Amarna, è un complesso spettacolare, dove la “città dei vivi” mostra palazzi e luoghi di culto molto ben conservati, mentre la “città dei morti”, anche in questo caso su una collina, è una necropoli con testimonianze pregevoli del regno di Akhetaton. Per arrivare a questo sito abbandoniamo il bus nel primo pomeriggio, sulla sponda del Nilo, e con una chiatta a motore ci portiamo sull’altra sponda dove ci attende un piccolo bus con poco più di 20 posti, nel quale ci stipiamo come sardine.

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Idem gli altri gruppi: qui conosciamo i due Nilo breve e l’ Egitto Family. Avevo già scambiato qualche battuta con la coordinatrice di quest’ultimo, nei voli dall’Italia che avevamo condiviso, qui ci ritroviamo tutti insieme. Siamo 65 persone, le nuvole scure si avvicinano e sentiamo qualche tuono. Entriamo e usciamo dalle tombe scavate nella roccia, all’interno delle quali le storie raccontate negli affreschi e nelle sculture sono davvero incredibili: scene di vita quotidiana, giochi e attività sportive, combattimenti con stranieri assai diversi tra loro nei lineamenti e armature. Dovremmo vedere le tombe N 3 – 4 – 5 – 6 ma appena entrati in quest’ultima, fuori si scatena un incredibile temporale, con grossi chicchi di grandine e un brusco calo della temperatura.

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La situazione surreale ci coglie di sorpresa: potremmo attendere lo sfogo del tempo all’interno della tomba, al coperto. Ma le guardie non sono evidentemente dello stesso avviso, con modi sgarbati, quasi violenti ci gridano JALLA – JALLA!! Ci cacciano fuori all’aperto minacciando che il sentiero percorso venga inondato. Corriamo giù sotto pioggia e grandine, dopo questi interminabili 10 minuti siamo bagnati fino al midollo e infreddoliti. A valle ci fermiamo qualche minuto sotto una tettoia in attesa del nostro pulmino, ma per il resto della visita prendiamo acqua e freddo almeno per altre 2h, questo sarà ricordato come “il giorno in cui ci siamo ammalati”.

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Gli egiziani intorno a noi sono sgomenti e non sanno commentare un evento atmosferico del tutto inconsueto, caratteristico piuttosto della calda estate, che davvero nessuno si sarebbe aspettato e che lascia strade inondate qui, ma anche nei paesi limitrofi. La vista più bella è dalla chiatta che nuovamente ci traghetta dall’altra sponda del Nilo: non piove più, la luce scura sul fiume contrasta con la terraferma illuminata dal sole.

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Risaliti sul bus, in qualche modo ci cambiamo ma la strada per Sohag è lunga. Anche qui alloggiamo in un hotel in riva al Nilo, ma in condizioni decisamente migliori. La mia idea geniale di far scendere i ragazzi con il mio zaino per arrivare subito alla reception non è originale: gli altri quattro coordinatori scendono prima di me e la scenetta del check in con cinque schede di avventure, scelta di stanze doppie, triple ecc e intorno 65 persone con bagagli è notevole, ma ce la facciamo. Si cena all’ultimo piano, dove sembra di assistere all’assalto ai forni anche perché né oggi né in seguito ci fermiamo per pranzo così, la sera, abbiamo una fame da lupi. Per fortuna questo posto e questo buffet sono all’altezza delle nostre aspettative. Mettiamo i tavoli in lungo, uno per ciascun gruppo per chiacchierare mentre mangiamo. Con Raffa vorremmo partire presto il mattino dopo, ma la scorta armata impone che tutti i cinque gruppi partano e viaggino insieme: il nostro bus grande, quello uguale con i due Nilo Breve e il pulmino del Family. La coordinatrice di quest’ultimo vorrebbe prendersela comoda, sono molto stanchi, gli autisti non trovavano la strada e la sera prima sono arrivati tardissimo a el Minya. La conclusione è che il nostro bus partirà più presto con una parte della scorta, poi gli altri due bus ci raggiungeranno al primo sito, i monasteri, con il resto della scorta. I miei ragazzi escono a bere qualcosa ma io alzo bandiera bianca, sono cotta e sento che tra pioggia – grandine – aria condizionata nel bus mi sto prendendo un accidente.

Cosa abbiamo visitato:

EL MINYA – il classico luogo di passaggio dove ci si deve fermare, con intorno il nulla.

BENI HASSAN – sulla sponda destra del Nilo sorge una stupenda necropoli del Medio Regno, che da una collina domina la valle. Le tombe scavate nella roccia sono pregevolmente decorate.

ZAWIYAT EL AMWAT – che bellissimo sito raccolto! Vi si possono distinguere due parti: la città del passato, con una piramide della III dinastia, in forma primitiva eppure chiaramente delineata, una necropoli del Nuovo Regno in cima a una collina che fungeva da fornace per la produzione di manufatti in terracotta, ora sparsi a terra in quantità cospicue. Qui dovrebbe addirittura essere nata la prima fornace per il vetro, testimonianza antichissima di questa arte che avrebbe visto una splendida fioritura, in tutto il bacino del Mediterraneo, molti secoli dopo. Accanto sorge un grande interessante cimitero musulmano.

TELL EL AMARNA – costruito nel 14° secolo a.C. è un complesso enorme e spettacolare sia nella “città dei vivi” con palazzi e luoghi di culto molto ben conservati, sia nella “città dei morti”, una necropoli con testimonianze pregevoli di un periodo particolare, il regno di Akhetaton.

SOHAG – in riva al Nilo nuovamente ci si ferma per la notte, in un ambiente tranquillo ma non interessante.

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