Palau – Tempio Pausania è un’altra strada direttissima, con poche possibili tappe per fortuna. C’è Luogosanto dove riempiamo due bottiglioni con acqua di fonte bella fresca, c’è macchia mediterranea che intride l’aria di profumi ma anche querce, sugheri, insomma gli alberi di qui. Aggius è bella da fuori e da dentro, ma prima di raggiungerla incappiamo in un cartello menzognero pittato di bianco alla buona: formaggio – vino – carne ecc di produzione propria.
Il Muto di Gallura invece è un resort di livello con menu stampati elegantemente, stanze eleganti, piscina e diversi servizi per gli ospiti. Ha persino le vetrofanie della guida Michelin!!! Va be’ questo è il male minore, ci spiace essere accolte con freddezza e, alla richiesta di assaggiare vino e formaggio, essere messe in attesa di un assaggio che arriva solo a metà. Portiamo via un Vermentino strano ma buono e un assemblaggio di Monica, Cannonau e Nebiolo ancora più strano. Ci diranno e verificheremo la presenza di mega pannelli pubblicitari in aeroporto, non è quindi un posto semplice e genuino come speravo. Le amiche si sono fidate di me, mi spiace.
Aggius è bandiera arancione del TCI e tra i borghi più belli d’Italia, ma passiamo oltre per raggiungere Oschiri (accento) in un territorio verde e il lago (artificiale) del Coghinas, che attraversiamo su un ponte stretto bordato da fragili parapetti, quasi rattoppati.
In una bella spianata facciamo un incontro inatteso: proprio mentre esterniamo la sorpresa di questi bei paesaggi mutevoli, alla fine di un rettilineo dobbiamo fermarci come fa l’auto innanzi a noi: due cavalli bellissimi ed eleganti procedono verso di noi con passo sicuro, come se stessero tornando a casa dopo chissà quali scorribande. Ci avvicinano, rallentano e annusano l’auto, poi ci guardano e noncuranti se ne vanno. Procedono lentamente sulla strada asfaltata, come se fossero loro i padroni della strada.
Le prime greggi punteggiano i declivi attorno a noi, a ricordarci che da qui in poi è tutta zona di produzione casearia.
Infatti al primo caseificio disponibile ci fermiamo per comprare pecorino e salsiccia.
A Thiesi si trovavano vari clienti di 15 anni fa per le analisi su latte e formaggi, peccato che i miei colleghi (e non io) venissero qui in visita. Ozieri ci attira di più per la grotta preistorica di San Michele, la cattedrale e le altre chiese, ma la vediamo di sfuggita: ha un piccolo centro storico affascinante, con un saliscendi di vie strettissime che andrebbero percorse con calma a piedi.
Fra poco più di un’ora dobbiamo essere all’aeroporto di Alghero, dove arriva la quarta e ultima amica invitata al matrimonio sardo. Google maps ci consiglia di risalire verso Sassari sulla superstrada per non perdere tempo, in effetti la strada è trafficata ma scorrevole e costellata di un paio di chicche, tre chiese romaniche dell’XI secolo che si ergono sul lato sinistro della strada tra Ploaghe e Codrongianos: Sant’Antonio Abate, San Michele di Salvènero e Santa Trinità di Saccargia, una più bella dell’altra ma ormai chiuse, nel tardo pomeriggio.
Queste sono le belle scoperte in viaggio, mentre una brutta sorpresa è il fumo degli incendi appiccati da qualche deficiente, che si solleva dalla macchia fin quasi sulla sede stradale. Scappiamo.
Alghero non si vede ora, dall’aeroporto imbocchiamo una strada costiera tanto bella di giorno quanto buia di sera. Poco male, incroceremo al massimo una decina di auto, di cui una ci è particolarmente cara. A pochi chilometri dall’arrivo, infatti, sentiamo la sposa che invece di starsene a casa per gli ultimi preparativi deve salire (pure lei) a prelevare un’amica all’aeroporto. Per me è pazza ma è ormai energia pura che sprizza da tutti i pori, altro che stanchezza! Ci troviamo in una piazzola di sosta per un abbraccio estemporaneo, breve, sentitissimo. L’addio al nubilato più rapido della storia si consuma tra cinque amiche, al buio di una statale sferzata dal vento. Vento d’amore.
Bosa ci accoglie col lungo Temo, il fiume pescoso solcato ogni notte dalle barche dei pescatori che conosceremo tra un paio di giorni (ma i pastori rimangono i miei preferiti). Alloggiamo in un edificio in centro storico di un albergo diffuso, quasi trenta stanze distribuite su quattro plessi, un’ottima soluzione per accontentare i gusti di vari clienti. A proposito di amiche, ne manca una: dopo la (futura) sposa che se ne va qui ci raggiunge la sposa dello scorso anno, che per l’occasione (quante scuse eh) siamo andate a trovare a Pesaro. Abbracciamo anche lei e il marito, finalmente conosco la pupa nata all’inizio dell’anno, che ovviamente è bellissima! Preso possesso di due stanze mangiamo un bel po’ degli avanzi di cibo dei giorni scorsi, ma non ci lasciamo sfuggire una passeggiata dopo cena per vedere la città rosa illuminata, bellissima, e un calice di Malvasia di fronte al ponte vecchio. Che giornata, ci alterniamo in due a guidare ma di notte tocca sempre a me e sono davvero stanca. Buonanotte!!
Ti è piaciuto questo post? Allora leggi anche gli altri, li trovi qui:
2 comments
Gianna Donaggio
Bellissimo servizio….non sono invidiosa per dove ti trovi ma la prossima volta che ti rechi in Sardegna ,diiiiimelo e ti faccio compagnia. Abbracci.
gamberettarossa
Che belle parole zia Gianna ! Cagliari a marzo ti va bene ?