Sono stata a Trento nel maggio scorso, nel mezzo della primavera del 2019 che sarà ricordata perché strana, prima insolitamente calda poi fredda e piovosa. Non mi sono fatta spaventare dalle previsioni meteo, mi sono premunita da brava viaggiatrice e il signor meteo mi ha premiato. Cosa fa un viaggiatore che vuole o deve partire in queste circostanze? Si copre bene con vestiti a strati, mette nel trolley ombrello e cappello, infila scarpe comode e parte. Nel mio caso in treno.

Il Trentino Alto Adige mi aspettava: sono felice di avere rivisto Merano e Trento dove ho conosciuto nuovi amici, ho seminato relazioni per nuove occasioni di visita nelle stagioni che verranno e mi sono divertita! Mancavo da anni dal capoluogo trentino e avevo molte idee: fare la gita sul trenino per Malè – Mezzana, visitare il MUSE e il castello del Buon Consiglio. Ma avevo fatto i conti senza l’oste, capitando di lunedì ho scoperto che il castello (e i musei) sono chiusi. Ho potuto girare attorno a questo che non è solo un possente maniero, ma il simbolo della città. Il mio primo consiglio è questo: se visitate Trento di lunedì fate come me, godetevi le chicche disseminate in città a piedi. E ora andiamo a spasso per Trento, copritevi che tira un vento pazzesco, sembra di essere a Trieste! Nubi minacciose si spostano veloci nel cielo. E le montagne innevate danno un tocco di bianco alla città, insolito per me visto che siamo a metà maggio.

Piazza del Duomo, dominata dalla settecentesca Fontana del Nettuno e dalla cattedrale di San Vigilio, è il fulcro delle attività religiose e politiche, il cuore di un’area permeata dalla sua storia antica e plasmata dalla storia recente. Tridentum era il suo nome in epoca romana, Nettuno ce lo ricorda con il tridente. La chiesa ha un impianto romanico come si vede dal protiro e leoni stilofori che ornano il portale, la cattedrale è lunga oltre 70 metri. Il suo possente aspetto esterno contrasta con il più sobrio interno su tre navate e la ricca abside, da cui si accede alla cripta sottostante.

Trento fu principato vescovile per ben 800 anni, nel Cinquecento il Concilio di Trento segnò l’inizio della Controriforma, anche dopo Stato e Chiesa hanno incrociato i loro cammini in questa cittadina. Si unì alla Germania, prima di passare sotto l’Austria e infine unirsi al Regno d’Italia alla fine della Grande Guerra, quando il fronte correva sulle montagne vicine. A Trento si sente l’energia e la voglia di fare della gente, condite da caparbietà e pragmatismo lasciati da Tedeschi e Austriaci, o dai tanti popoli che sin dal Neolitico sono passati di qua nel corso dei secoli.

Tra i palazzi nobiliari che punteggiano le vie del centro il principale edificio civile è il duecentesco Palazzo Pretorio che cinge da un lato la piazza del Duomo. Costruito come residenza vescovile, sede del Comune e del tribunale, oggi ospita il Museo Diocesano. Accanto si erge quello che era un tempo il mastio, ora Torre Civica. Udite udite, ho tentato ben due volte di vedere la città dall’alto ma non ci sono riuscita, né al Buonconsiglio né qui alla Torre Civica. Infatti l’hanno riaperta nei giorni di maggio e si poteva salire con visite guidate programmate, ma non sono riuscita ad accedere a nessun turno di visita ahimè.

Tanti palazzi rinascimentali e barocchi, riccamente affrescati, ornano le vie del centro storico come merletti da vedere col naso all’insù. La mia preferita è via Belenzani dove ci sono Palazzo Thun, Palazzo Quetta Alberti – Colico e Palazzo Geremia. In via Calepina Palazzo Sardagna. In piazza Duomo Casa Cazuffi – Rella. E poi Palazzo Tabarelli con il suo caratteristico bugnato, Palazzo Roccabruna sede dell’Enoteca provinciale, Palazzo Larcher Fogazzaro dal portale imponente. Questi edifici si scoprono, come scrigni preziosi, quando riesco a varcarne i portoni attratta da piccoli portici e pavimenti luccicanti. Cerco anche il mio silenzio nei cortili al loro interno, di sicuro trovo ombra e un po’ di verde.

Il corso d’acqua principale è il fiume Adige, ma non è il solo: l’acqua e i giardini (a proposito di aree verdi urbane) fanno più bella una città. Che sia una roggia dove gli alberi si specchiano o una fontana decorata dall’uomo poco importa, l’importante è che tali spazi portino aria buona, che siano aperti e abbiano la giusta manutenzione. A Trento c’è tutto questo, un sicuro punto a favore degli abitanti e degli amministratori.

Gli edifici del periodo fascista sono un altro aspetto peculiare di Trento, credo l’unica cosa bella (o forse utile) che quest’epoca buia ci ha lasciato. Si tratta soprattutto di opere pubbliche: la stazione ferroviaria, l’ufficio postale e alcune scuole, costruite a seguito dei danni della Grande Guerra, all’indomani dell’annessione.

Tra i personaggi illustri della storia d’Italia vissuti in Trentino ci sono Cesare Battisti, Alcide de Gasperi e Fabio Filzi, che oggi troviamo soprattutto nei nomi delle vie e delle scuole. Per me che, per vari motivi, ho studiato poco la storia del Novecento è un peccato, ma Trento ha tributato loro molti omaggi.

Il gran numero di botteghe è un aspetto del capoluogo trentino che mi sorprende piacevolmente: oltre alla ricchezza oggettiva del suo patrimonio storico e artistico, esercizi commerciali di tutti i tipi sono pronti ad accogliere i clienti con vetrine accattivanti, almeno per me. Antichi negozi e nuove attività si trovano fianco a fianco e non stonano nei colori o loghi “aggressivi” come spesso accade, soprattutto dove abbondano le catene nazionali e internazionali che non amo particolarmente (chi mi conosce lo sa).

Penso che Trento sia una città da vivere oltre che da visitare, con grandi attrattive nei dintorni sia naturali sia culturali: borghi e castelli, il grande lago di Garda e tanti laghi più piccoli, le mie amate Dolomiti.

INFORMAZIONI PRATICHE

Come arrivare a Trento

In auto Trento si raggiunge con l’autostrada del Brennero o tramite la Valsugana, superstrada comoda anche se trafficata. Il treno è un’ottima alternativa amica dell’ambiente, siamo sempre sulla linea del Brennero con tanti collegamenti sia delle ferrovie italiane, sia austriache, tedesche e svizzere. Avete insomma l’imbarazzo della scelta.

Dove dormire

Alberghi fino a quattro stelle si trovano in città, quando venivo qui per lavoro tanti anni fa stavo in un tre stelle centrale. Stavolta invece sono stata ospite Al40 BB, un bed & breakfast nuovo di zecca situato in via Barbacovi, appena fuori dal centro storico, a meno di 10 minuti da Piazza Duomo. Pure per la stazione sono sufficienti 15 – 20 minuti di passeggiata. Concepito per soggiorni di lavoro e studio, ha due camere arredate con gusto e una cucina moderna, ben attrezzata.

Dove mangiare

Con un pugno di ristoranti stellati e diverse trattorie con cucina tipica, a Trento c’è l’imbarazzo della scelta e la sicurezza di stare bene a tavola. Qui è bello passeggiare, curiosare, varcare una porta, aspettarsi un sorriso e una parola cortese. Come al Bar Duomo dove mi sono fermata per un caffè. Ci sono numerose pizzerie ed esercizi per uno spuntino veloce magari a pranzo, non manca l’offerta di takeaway e cibo etnico. Infine ci sono locali diversi per la cena e il dopocena.

Dove ho cenato io per esempio è il gemello di un locale di Siena, Te ke voi, che l’anno scorso ha portato a Trento piatti e vini toscani, con qualche specialità del Trentino per completare la carta. Taglieri di salumi e formaggi, focacce da farcire al momento e la carne toscana che ha sempre tanti estimatori. Si avvale di personale gentile e preparato. Se volete terminare la serata in bellezza dopo cena poco lontano c’è il Gatto Gordo: provate un cocktail fatto bene e sarete felici.

Post in collaborazione con:

www.al40bb.it

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