Appena fuori dal centro di Merano si stende il quartiere di Maia Alta, dove sono andata a passeggio lo scorso maggio con un obiettivo preciso, anzi due.

Cammino lungo il Passirio con la sua musica naturale – il mormorio del fiume, il fruscio del vento fra gli alberi – poi oltre il fiume dove si sale in collina e inizia un quartiere residenziale e senza tempo. Posso azzardare un paragone? Maia Alta assomiglia alla Beverly Hills di Los Angeles ma più in piccolo, un luogo esclusivo ma non troppo. Diverso da Merano, infatti fino al secolo scorso costituiva un comune a sé.

Si vedono case eleganti con piccoli giardini dalla manutenzione perfetta, hotel dove il lusso si respira, anche da lontano. Poche belle auto parcheggiate, poca gente, alcuni a passeggio come me, altri a bordo degli efficienti autobus. Sono venuta qui per visitare una storica cantina e una villa appena riaperta, dopo un lungo restauro che ha messo in luce la sua storia incredibile, distesa tra Europa e America. La mia visita inizia così:

C’è una villa aperta al pubblico da meno di un mese, sarebbe interessante per lei visitarla?

Certo che si, grazie all’ufficio del turismo di Merano che mi ha dato questa dritta!

VILLA FREISCHUETZ

Questa dimora storica, la prima casa museo di Merano, è stata appena riaperta dopo cinque anni di restauro. Una bella scoperta e un luogo che consiglio di vedere. Proprio la famiglia ha stabilito, per rispettare le volontà scritte nel testamento della sua ultima abitante residente, Rosamaria Navarini, che questa diventasse un luogo di ritrovo, e così è stato.

Nella casa museo sono stati rispettati gli utilizzi dei tre vani principali, studio, stanza verde e stanza rossa, collocati al primo piano.

L’aggiunta di mobili e suppellettili della medesima epoca ne ha arricchito gli spazi, le pareti, i soffitti.

Attraverso i cimeli familiari esposti, provenienti da tutto il mondo, possiamo conoscere meglio i Freischuetz.

Una famiglia di commercianti e artisti, viaggiatori per lavoro e per passione che hanno incrociato le loro vite tra Ottocento e Novecento, tra Europa e America.

La villa fu utilizzata a partire dal 1921, dopo alcuni soggiorni meranesi invernali in varie dimore e castelli.

Franz Fromm, nato in Prussia, abitava a Barcellona dove faceva il commerciante di vino. Venne a Merano coi quattro figli, alla morte della moglie, nel 1905.

Dopo sedici anni trascorsi avanti e indietro dalla Spagna, e non solo, decise di stabilirsi proprio in questa villa in stile tradizionale, circondata da un parco e dal salubre ambiente della bella Merano.

Nonostante alcune vicende familiari davvero tristi, non sono mancati infatti lutti e problemi di salute, la famiglia di Fromm ha sempre reagito tenendo a mente le attività che andavano avanti senza sosta, con la famiglia nel cuore. Grazie alla nipote Rosamaria Navarini, l’ultima abitante della villa, i cimeli della famiglia del nonno sono arrivati intatti fino a noi. Ella ha istituito la fondazione Navarini Ugarte e alla sua morte, nel 2013, ha scritto il destino di Villa Freischuetz nelle sue ultime volontà: renderla fruibile come casa museo.

Nel mese di aprile 2019 l’apertura ufficiale ha decretato la sua nuova vita mentre le ricerche storiche continuano. Potete seguirle nei profili social e nel sito. Con la nuova apertura, prevista ad aprile 2020, ci saranno ulteriori novità.

Nella mia visita ho percepito due sensazioni: il mistero delle complicate vicende familiari, la grande generosità e la voglia di vivere che non sono mai mancate agli abitanti di Villa Freischuetz.

Questo si vede in ogni angolo della casa, è piena di cose, proprio come piace a me.

Accanto agli oggetti e ricordi familiari, meticolosamente catalogati, spiccano i ricercati oggetti di antiquariato raccolti da Franz Fromm nella sua lunga vita, a partire dalla fine dell’Ottocento.

Specchio della sua cultura e senso estetico, raffinatezza e ricchezza, oggi costituiscono la collezione Fromm e mescolano arte antica, arte contemporanea e artigianato artistico. Rappresentano uno dei suoi lasciti ma non il solo, perché la sua eredità morale a mio avviso è altrettanto importante.

Cassettiere in legno laccato e avorio, miniature,

Divani e stoffe in tessuti preziosi,

Statue e oggetti d’arte dell’estremo oriente,

Quadri con ritratti di famiglia e di battaglie, paesaggi e nature morte,

Preziosi lampadari in vetro di Murano,

Intere pareti costellate con ritratti di famiglia, in bianco e nero.

Il sentimento familiare traspare ad ogni angolo, i restauratori hanno voluto esaltare proprio questo.

L’architetto berlinese Herta Waldner si occupa di allestimenti teatrali, è la presidente della fondazione Navarini Ugarte che ha preso in carico la villa ed è stata chiamata per dare lustro a Villa Freischuetz.

Mi conduce nella visita (che fortuna essere qui nei primi giorni di apertura della villa) assieme alla curatrice dottoressa Ariane Karbe.

Il loro impegno a dare nuova vita a questa dimora è encomiabile, se potrete godere della loro presenza ne sarete sicuramente soddisfatti! E poi passeggiate nel parco che circonda la villa, con grandi alberi e panche dove riposare all’ombra. La scorsa estate hanno organizzato letture e degustazioni all’aperto, spero che le propongano anche quest’anno.

CASTEL RAMETZ

A breve distanza da Villa Freischuetz si raggiunge la prestigiosa cantina situata nel castello omonimo, dove mi dirigo a passo spedito per assaggiarne i vini e concludere così in bellezza la mia giornata.

Castel Rametz è un luogo particolare, prendetevi tempo per visitarlo fuori e dentro, io a metà pomeriggio non mi sono sentita di sedermi su una panca all’aperto, sotto le viti, ho fotografato tutto e sono entrata in enoteca per la mia piccola degustazione. Tre calici cinque euro, cinque calici sette euro, non male no?

Riesling, Vernatsch, Pinot Nero, accompagnati da cracker e grissini.

Nel castello duecentesco la produzione vinicola è iniziata tra Settecento e Ottocento e ora la cantina visitabile sintetizza questo lungo percorso con le botti e le barrique al suo interno.

Il legno si trova anche fuori, dove sotto una lunga pergola di castagno sono accomodate comode panchine.

A Castel Rametz oltre a degustare ottimi vini, si può anche visitare il museo dedicato alle attività agricole e alla vitivinicoltura. Il ristorante annesso serve piatti locali e si presta egregiamente per banchetti ed eventi. Attorno al castello si trovano dieci ettari di vigneto di proprietà.

Post in collaborazione con:

https://www.westend.it/

Link utili:

http://villafreischuetz.org/it/

http://www.rametz.com/italiano/

https://www.ristorantealcastellorametz.com/

Inoltre vi consiglio di leggere...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *