MAR 18 7 AMORGOS . Facciamo la solita colazione al porto di Katapola, abbondante ma cara, ci piacerebbe prendere auto o motorini a noleggio ma abbiamo un solo giorno pieno da passare qui, così preferiamo muoverci con i bus pubblici, economici e puntuali, comodi per raggiungere le spiagge.

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Scegliamo Aghia Ana , passiamo per deliziosi paesini, vediamo paesaggi mozzafiato, scorgiamo il monastero di Aghia Kozoviotissa che visiteremo nel pomeriggio. Il bus fa capolinea in un piazzale da cui due rampe di scalette scendono, una a sx l’altra a dx, e noi nell’incertezza andiamo prima a dx, spiaggia meno affollata ma più scomoda poi a sx, più comoda ma piena di turisti.
A metà pomeriggio risaliamo per visitare il monastero, una massa bianca enorme che domina una scogliera a picco sul mare.
Al mattino è più bello da fotografare perché illuminato dal sole ma fa troppo caldo, noi lo visitiamo alle 17.
Il piazzale del bus è pieno di gente, penso che non riusciremo mai a salire tutti, e qui accade quel miracolo che rende speciali alcuni gruppi, e che per noi è ancora più speciale perché si materializza già al terzo giorno di viaggio.
Dietro iniziativa di Marco, in silenzio iniziamo la salita a piedi lungo la strada con i tornanti, poi su per una scorciatoia, circondati da un panorama stupendo.
Arriviamo prima del bus, facciamo le scalette in salita e attendiamo pazienti il nostro turno di visita.
Tutti devono coprire le spalle; gli uomini devono portare pantaloni lunghi, le donne gonna lunga o pantaloni coperti da pareo.
Il posto è scenografico e ricco di cimeli legati alla sua interessante storia passata, un prete con un inglese improbabile ci racconta qualcosa poi nell’ultima sala offre liquore e dolcetti fatti in casa.
Riprendiamo il bus circondati da giovani francesi, appena sentono che siamo italiani intonano a squarciagola la Marsigliese e facciamo a gara a chi canta più forte, la Marsigliese contro l’inno di Mameli . Dopo tutto “siamo campioni del mondo” e continuiamo a sottolinearlo, ci mettiamo a discutere sulla testata di Zidane e loro sostengono che gli abbiamo rubato il mondiale.
Ci fermiamo a Hora , il facile nome che in tutte le isole Cicladi identifica il principale centro abitato. In 1h di libertà il gruppo prenota il ristorante Liotrivi per la cena e gira questo bellissimo paese, mentre io chiamo gli alloggi delle prossime isole per confermare il nostro arrivo. Alle 19,30 stanchi e affamati ci lasciamo guidare nella scelta del menù da Anastasia, una carinissima ragazza greca che dopo avere fatto la guida in Spagna per i turisti greci “si è stufata” ed è tornata a fare la cameriera nella sua isola. Da non perdere: le polpette di carne e il pastizio accompagnati da formaggi e timballi simili alle lasagne al forno. Assaggiamo pure gli alcolici locali: vino bianco e rosso, la retsina più aromatica e a fine pasto la forte metaxa . Usciamo all’ora del tramonto quando il cielo si tinge di rosso, tira molto vento e alcuni vorrebbero rientrare a Katapola a piedi (5 km in discesa per strade strette e scoscese), per fortuna desistiamo. Anastasia ci consiglia il bus alle 21,30 o 22,30 e in attesa ci ripariamo al baretto più carino sulla piazza, c’è anche un bar più semplice dove vanno gli anziani locali. Avvolti dai fumi della metaxa perdiamo il primo bus e scendiamo a casa alle 22,30. Alcuni vanno a letto visto che l’indomani c’è la sveglia alle 5, gli irriducibili stanno in giro.

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