Il Frecciarossa delle 14 mi riporta a Milano in meno di 3h, un tempo così breve che non me ne accorgo anche perché viaggio in modo davvero confortevole, un comfort a cui non sono abituata, specialmente in treno; non ci sono nemmeno le fermate di Firenze e Bologna. Ho passato quattro giorni a Roma, stupendamente coccolata da amici e parenti come non mi capitava da tempo. Assieme agli agi e alle coccole ci sono stati addirittura i riflettori negli studi Rai di Saxa Rubra, ciò che era poi il motivo principale (e la scusa) grazie al quale mi sono inventata questo mini tour: andare a Uno Mattina Estate a parlare del baratto come stile di vita e possibilità per condividere saperi ed esperienze. Baratto delle mie conserve, ovviamente.
Dopo una lunga preparazione pre viaggio, varie telefonate intercorse sia con gli amici romani sia con lo staff della Rai per preparare l’intervista, tutto è successo in modo rapido e indolore. Ora sono stanca, ma sono anche carica come nelle migliori situazioni. E con calma, come faccio io, scrivo.

SABATO, IL VIAGGIO DI ANDATA


Sabato 30 giugno scendo a Roma con l’idea di stare da Giuliana, compagna di uno splendido viaggio di dieci anni fa in Turchia. A Termini prendo un taxi per andare fino a piazzale Clodio, nell’hotel dove dormirò lunedì sera prima di andare a Saxa Rubra. Normalmente ci andrei con la metro, ma stavolta ho una borsa con 18 vasetti di conserve che pesano una cifra e non si devono rompere per nessuna ragione. Il gentilissimo staff mette via la mia borsa, li avviso che ci rivedremo lunedì sera ed esco. Roma è ancora più bella del solito, in questo fine settimana si è svuotata per il ponte di San Pietro e Paolo e persino i tanti turisti sono un corollario gentile al fascino inebriante della Città Eterna.
Prendo finalmente bus più metro per raggiungere Giuliana e famiglia, stiamo in piscina un paio d’ore e già chiacchieriamo un sacco. Non ci vediamo da almeno tre anni! Ho piacere di rivedere Gianni, suo marito, e finalmente conosco anche Eleonora e Lorenzo, i loro due splendidi bambini. Altro che rilassarsi, mi presentano un programma intenso per il fine settimana: stasera cena a Ostia Lido (dove Giuliana abitava prima, posto bellissimo a cui è molto affezionata) con amici loro. Domenica sera vedremo altri amici ma in campagna, a sud di Roma, per un aperitivo sull’erba in tempo utile per rientrare a casa a vedere la partita di calcio, la finale degli europei tra Italia e Spagna. Di giorno potremmo andare in giro in centro storico, oppure al parco, fa molto caldo: alla fine mi organizzo per vedere ex compagni di viaggio e lasciare libera “la famiglia”.

DOMENICA, TUTTA MIA LA CITTA’


Prendo i mezzi da casa di Giuliana, scendo a Colosseo e a metà mattina inizio una bella passeggiata, rigorosamente sotto il sole. Sgattaiolando a lato dell’entrata ufficiale dei Fori Imperiali prendo una salita a sinistra che mi porta a un muro di cinta, un giardino, una chiesa… e i 14 pannelli della Via Crucis. Li riconosco facilmente, mi portano per un attimo indietro di due mesi, quando la percorsi a Gerusalemme dove si chiama Via Dolorosa. Poi costeggio piazza Venezia e l’altare della Patria, via delle Botteghe Oscure con i ricordi di un tempo passato e Corso Vittorio Emanuele. Spiego la cartina davanti a me, ehi ma qui a destra c’è piazza Navona, andiamo! Quanti ricordi, questa giornata è una sequenza di luoghi già visti ma per questo più belli: sono un po’ miei e oggi me li godo così, senza alcuna pretesa di soffermarmi sui dettagli. Voglio respirare quest’aria pulita, osservare il cielo terso e le centinaia di persone che sono qui, forse per la prima volta, forse destinati a partire presto per altri luoghi. Mi ripeto che sono e siamo fortunatissimi a vivere in Italia, se solo fossimo governati bene saremmo un grande paese, e invece…
Milioni di persone vengono a visitare il nostro bel paese da secoli. Ormai, presi dalla frenesia di vedere tutto di corsa, dedicano tipo 1-2 giorni ciascuno alle grandi città d’arte, o peggio ancora si fanno trasportare in tour mordi e fuggi con un elenco dei posti impressionante, perché imposto dalla logica dei siti “must see” che solitamente tralascia i luoghi più veri e vissuti. Ho la fortuna in questi mesi di parlare con guide turistiche accreditate in alcune città italiane, che mi descrivono i tour come dei gironi infernali, sempre con l’orologio in mano perché le ore (e a volte i minuti) sono contati. Un giorno di qua uno di là, i turisti mettono bandierine sui luoghi visitati e ritornati a casa sfogliano album di foto chiedendosi quante cose hanno visto, ma hanno poi visto davvero qualcosa? Hanno parlato con la gente del posto per farsi raccontare come si vive la vita reale? Confesso che spesso anche i miei viaggi si svolgono così di corsa. E al mio ritorno ho in mente un guazzabuglio disordinato di immagini che solo dopo settimane colloco nello spazio e nel tempo. Fine.
Torniamo a Roma, piazza Navona. I ritorni di Salvatore Quasimodo mi ronza nella mente, è una delle mie poesie preferite e il miglior titolo per questa mia passeggiata. Ma suona il telefono, è in arrivo la mia amica Cristina che non vedo… da ben due mesi, dal viaggio in Israele e Giordania. Ci diamo appuntamento a Campo de Fiori in tempo utile perché lei mi raggiunga in auto e io mi perda con piacere nelle viuzze meno affollate, poi l’aspetto nella bellissima piazza tuffandomi con la faccia in una delle sue due fontanelle. Non me la ricordavo così, ci sono meno persone e brutte bancarelle (non amo le bancarelle in generale e qui esse stonano ancora di più). Che bello rivedere una cara compagna di viaggio, entrambe finalmente ben vestite e pettinate! E quante chiacchiere! Cristina mi porta subito al Pantheon, poi al quartiere ebraico in memoria dei giorni trascorsi insieme in Israele, infine facciamo tutta via del Corso fino a Piazza del Popolo dove prendiamo un bel caffè, sedute da vere signore. Viaggi e gossip sono i due argomenti preferiti, ma non solo. Il people watching è lo sport ideale quando si è in un bel posto, ben frequentato, c’è in giro di tutto ma mediamente bella gente. Proseguiamo verso un lungotevere ancora infestato dalle bancarelle, che brutto! Isola Tiberina, Castel Sant’Angelo, San Pietro in vista, ma non voglio avvicinarmi troppo alla Città del Vaticano. E un pomeriggio passa così velocemente e piacevolmente che dobbiamo già salutarci, dandoci appuntamenti di viaggio per i mesi a venire.
Cristina torna a casa, io riprendo la metro per ricongiungermi con Giuliana e famiglia, destinazione casa di Marco, Divino Amore o giù di là. Che fatica arrivarci, ci sono strade nuove che il navigatore non riconosce e ci si può perdere, anche se il traffico è scarso. Ma poi imbocchiamo la giusta strada di campagna e, immersi nel verde, arriviamo a destinazione. Piace a tutti questa bella casa con un ricco orto e un giardino curato, dopo il saluto di rito ricominciamo a chiacchierare. Provo la piacevole sensazione di essere in famiglia, è curioso come delle amicizie pur molto saltuarie mantengano l’intimità e il dialogo, anche vedendoci a distanza di anni. I bambini vogliono vedere la ricca dotazione di animali, galline, conigli e due bellissimi pony, che descriveranno nei disegni dell’asilo. Ma pure qui il tempo stringe, torniamo (a malincuore) a casa dove ceniamo con la TV accesa. Non guardo la partita, so che porto sfiga ma Gianni non lo sa, la Spagna ci polverizza e non basta una birra per dimenticare. Consoliamoci in cucina! Giuliana ha portato i fichi da Frosinone dove stanno i suoi, facciamo la confettura e mi diverto ancor più del solito circondata da due allievi d’eccezione: Eleonora e Lorenzo mi aiutano a preparare la frutta, osservano le operazioni, assaggiano il prodotto finito. Da grandi faranno pure loro delle ottime conserve! Andiamo a dormire, sfiniti.
Considerazioni in chiaroscuro a fine giornata – l’acqua pubblica di Roma è buona, anzi ottima, e le fontanelle sono un’idea geniale che in una domenica d’inizio estate mi salvano dalla disidratazione. Ma che sporcizia e maleducazione in tante parti della città, come si fa a convivere con tutto questo degrado? Appena si esce dal centro storico in senso stretto c’è uno schifo in giro da non credere: spazzature maleodoranti, bottiglie rovesciate, auto parcheggiate ovunque che impediscono spesso ai pedoni o alle carrozzelle di utilizzare i marciapiedi. I mezzi pubblici non funzionano, arrivano quando vogliono o sono del tutto assenti, molte persone salgono e scendono nella metro con poco rispetto degli altri passeggeri e si lamentano se chiedi il permesso o un po’ di spazio. Ma chi siete? Questi cafoni dovrebbero vergognarsi invece di riempirsi la bocca con belle parole sulla propria città se in realtà la maltrattano, è una situazione vergognosa, indegna della capitale di un paese civile. Provo profondo disprezzo per questa situazione e mi chiedo come la si possa accettare, senza fare nulla per migliorare le cose.

LUNEDI’, EATALY!


Alle 8 siamo tutti e cinque fuori casa. Prima tappa il centro estivo per i bambini, che saluto e abbraccio, poi saluto Gianni, poi io e Giuliana andiamo a prendere la metro. Lei va in ufficio, io a Piramide, voglio vedere l’entrata di Eataly dove mi troverò, all’ora di pranzo, con Camilla che per semplificare chiamo sempre “la mia collega del Gambero”, anche se ora è tutta un’altra cosa. Che fatica trovare la strada, fuori dalla metro le indicazioni quasi non ci sono e, soprattutto, nessuno collabora, i gestori dei baretti sono particolarmente antipatici e più d’uno alla mia richiesta risponde: Eataly? Mi spiace ma non so dov’è. Avranno anche perso dei clienti ma le due tipologie di pubblici esercizi sono semplicemente imparagonabili. Alla fine trovo la strada, dal lato opposto alla metro e all’incirca adiacente agli uffici di Italo, il nuovo treno di Montezemolo. Prima delle 9 sono nel posto desiderato: aprirà alle 10, sbircio attraverso le vetrate e osservo il lavoro degli operatori che scaricano le prime merci.
Eataly ha aperto solo da 10 giorni ed è sempre pieno di gente, pare addirittura che la scorsa settimana abbiano dovuto chiuderlo temporaneamente perché avevano venduto tutto prima del previsto. Quel mago della distribuzione che è Oscar Farinetti ha impiegato oltre due anni per aprirlo, continuando la selezione dei migliori prodotti dell’enogastronomia, locale e nazionale effettuato negli store già operativi, integrandoli con proposte di ristorazione letteralmente “per tutte le tasche”, dalla piadineria allo showcooking con chef stellato.
L’altra grande selezione è stata operata per le risorse umane: il 21 giugno, giorno d’apertura, nei suoi quattro piani c’erano 600 persone ad accogliere clienti e visitatori. Gli impiegati sono soprattutto giovani, molto gentili e professionali ma non assillanti, come si conviene a un tempio per gourmet, dove si possono passare delle ore curiosando tra i banchi del fresco e gli scaffali dei prodotti conservati, per poi indulgere ai peccati di gola con una scelta pressoché illimitata di piatti della tradizione e varie proposte di ristorazione veloce, tutte accattivanti.
Ma andiamo con ordine, la mia visita deve ancora iniziare. Vado un attimo in hotel, prendo possesso della stanza e approfitto per controllare la posta ed effettuare qualche telefonata di lavoro. Alle 12 esco e presto sono di nuovo a Piramide, stavolta procedo spedita verso Eataly, davvero non vedo l’ora di entrare! Camilla mi avvisa che è in arrivo: col caldo che fa fuori ci diamo appuntamento all’interno. Aria condizionata a palla, le derrate alimentari e gli impiegati si conservano bene, la mia schiena no. Che meraviglia, mi sento come le ragazze di Sex & the City quando vanno a fare shopping! Destra, sinistra, su, giù? Dove andare? Scelgo di vedere prima il piano terra dal lato sinistro, con un tripudio di cioccolati pregiati e conserve vegetali. Poiché le faccio pure io, guardo tutte le referenze e traggo un sacco di spunti utili per le mie prossime produzioni.
Poi succede una di quelle cose fatali, casuali e belle, che mi aprono il cuore e mi fanno sentire in una piccola bolla di fortuna e felicità. La piadineria ha uno spazio con tavolini e sedie per mangiare, per un attimo il mio sguardo si sofferma su una coppia seduta. Roberto del viaggio in India? Sarà mica lui seduto? Mi sembra impossibile, ma vedo subito che sua moglie Letizia gli siede accanto. Incredibile, non ci vediamo da quattro anni quando vennero a Venezia per il raduno post viaggio. Sapevo che in questo “fine settimana lungo” avrei rivisto dei vecchi compagni di viaggio, ma loro due non erano previsti! Quando mi riconoscono strabuzzano gli occhi increduli, dopo baci e abbracci mi siedo a chiacchierare con loro. Ecco altri due amici lontani fisicamente e con la loro vita propria, ma che sono così amici da poterci permettere una chiacchierata sintetica e intensa in cui ripercorriamo le rispettive vicende, i viaggi passati e (soprattutto) le aspirazioni per il futuro. Speriamo di convergere presto per una nuova avventura insieme!
Camilla mi porta via dopo poco, peccato, ma mi porta subito su all’Osteria di san Cesareo dove Anna Dente e il figlio Emilio servono i migliori piatti della tradizione romana a una clientela giocoforza spendacciona. Tutto è ottimo, preparato e presentato bene, peccato che i prezzi siano decisamente elevati. Chiacchieriamo con i commensali seduti come noi sugli sgabellini a vista cucina, sono soprattutto professionisti della ristorazione che ci raccontano ciò che succede qui dentro e gli interessanti numeri che Eataly produce già. Ai tavoli siedono giornalisti e persone eleganti. Passa Farinetti Junior, da vera provinciale mi affanno per stringergli la mano e complimentarmi con lui. Per l’intero pomeriggio passeggio con Camilla e diverse sue amiche, andiamo su e giù in tutti i quattro piani e lei mi racconta un aneddoto per ogni cosa. Particolarmente sontuoso l’ultimo piano, dove pochissimi intimi, a scadenze prefissate, possono acquistare all’asta la cena con lo chef stellato, una cosa a tre cifre ma che promette emozioni forti. E poi il ristorante sulla terrazza, le sale per riunioni e convegni, le aule per i corsi di degustazione e tutto ciò che serve per promuovere una didattica di qualità che vada oltre l’esperienza del semplice assaggio.
Osservo l’impressionante offerta nelle varie categorie merceologiche (anche non food con cosmetici, prodotti per la cura del corpo e accessori di cucina, nonché un’interessante sezione dedicata al merchandising) e apprezzo le tante possibilità di assaggiare prodotti appena fatti, incluso l’interessante “making of” di mozzarella, birra, pane e tanto altro. Che meraviglia, ci fossero altri Eataly in tutte le nostre città, sono proprio contenta. Starei qui fino a sera, ma il tempo passa e ho ancora da fare un giro in centro. Al piano terra acquisto il pane da portare l’indomani a Uno Mattina estate, lo useremo per la degustazione delle conserve. Parlando sempre di lavoro Camilla mi porta a Campo de Fiori, dove ci salutiamo e la ringrazio per questa speciale visita guidata.
Ora tocca una nuova chiacchiera con un ex compagno di viaggio. A una fontanella Paolo mi aspetta, non lo vedo da tre anni dopo il nostro mitico viaggio in Cina, sorseggiamo una birra, affacciati sul campo che è un setting stupendo e oggi è ancora più bello di ieri. Ma quante ce ne raccontiamo! Io faccio mille cose ma anche Paolo non scherza, gli racconto i miei prossimi cambiamenti di vita e lui approfitta per chiedermi info sul Nepal e l’India, che visiterà a breve. E alla fine mi stupisce con un effetto speciale, a metà tra Vacanze Romane e Caro Diario. Due caschi e via, mi porta in hotel in scooter e mi fa vedere la bellezza di Roma da un’altra visuale, incluso un ingresso in Piazza San Pietro che più bello non si può. Sono davvero emozionata ed elettrizzata. Stamattina ho messo il vestitino color corallo che ora svolazza al vento. Che bello, ciao carissimo Paolo, grazie!
L’ultimo passaggio di consegne con gli amici del giorno avviene davanti all’hotel, dove mi aspettano i cugini Vittorio e Marisa che appartengono al ramo mantovano della mia famiglia ma sono qui da tantissimo. Lei dice che non ci vediamo da oltre 20 anni, è possibile ma non approfondiamo, facciamo un riassunto di alcune puntate e l’elenco delle rispettive famiglie, ma fondamentalmente chiacchieriamo, ed è bello così. Aperitivo o pizza? Vada per la pizza, l’ho mangiata per ben tre giorni sui quattro trascorsi a Roma e ne sono felice ma… perché è così cara? Ha senso spendere dai 7 ai 9 euro per una margherita? Per me no, anche se è decisamente buona e questo mi consola. E sono in ottima compagnia che è la cosa più importante. Quando Vittorio e Marisa mi riportano in hotel ci promettiamo di vederci con scadenze più ravvicinate, grazie ancora cari cugini! Ed è ora di riposare dopo una giornata che più piena non si può. Domani sarà il grande giorno di Uno Mattina estate, mi sono preparata ma comincio a emozionarmi e continuo a canticchiare… Uno mattina, tra la la la la. Buona notte.

MARTEDI’, DA MAMMA RAI


Dormo poco e male, mi sveglio piena di pensieri ma c’è poco da pensare. Faccio una colazione sontuosa al buffet dell’hotel e alle 8 sono pronta per uscire con addosso un bel completo azzurro e tutti i bagagli. Ma non c’è la Mercedes fuori? Mi attende l’autista della Rai ma su un’auto normale, peccato, c’è anche parecchia confusione in giro quindi guadagnare il raccordo è già un’impresa. L’autista si lamenta citando i difetti cronici di Roma, come dargli torto? Code per entrare in città, code per uscirne, sono venuta spesso a Roma per lavoro ma non penso che mi abituerò mai all’anarchia e al disordine che regnano sovrani. Dopo l’uscita Flaminia ecco il nostro svincolo, c’è scritto RAI SAXA RUBRA, più chiaro di così! Adrenalina, emozione, parcheggio, consegna documento, ritiro badge e firma sulla liberatoria.


Ci siamo: la trasmissione inizia alle 10, abbiamo oltre 1h per preparare l’esposizione dei prodotti e fare un ultimo briefing, ma dobbiamo procedere spediti. Intravedo gli studi che mandano in onda notiziari e rubriche con voci e volti che da qui, oltre le telecamere, assumono un aspetto reale. Quanto lavoro è necessario per produrre un programma televisivo! Chiedo di preparare subito i vasetti con le conserve, li faccio mettere su un bel carrello con degli espositori in plexiglass e le posate, aiutata dal bravissimo personale tecnico, che bellezza! Poi Francesca, il mio angelo custode durante la mia permanenza negli studi, mi porta dalle maghe del look che in pochi minuti mi fanno bella, anzi splendida splendente. Nessuna di loro mi parla al di là di un sintetico saluto al mio ingresso: trucco e parrucco sono un’arte, dal momento in cui mi metto nelle loro mani sapienti mi sento catapultata nel tubo catodico, prima ancora di andare in onda. Alla fine dell’operazione mi ritrovo con un trucco leggero ma efficace, tutto giocato intorno agli occhi, e con la mia acconciatura preferita, quella che sfoggio di solito ai matrimoni (degli altri) e nelle occasioni speciali. La posa del microfono è per me l’apoteosi, il momento di massimo godimento in cui mi rendo conto che ci siamo, stiamo per andare in onda. Come travolta da un flusso incessante sono letteralmente risucchiata negli ingranaggi dello spettacolo di oggi, assieme alle altre persone che il conduttore (mi ricordassi il nome!) intervisterà: Elisabetta Lebole, Barbara Gulienetti, Paolo Severi e la sottoscritta. Nella rubrica Vitabella parleremo di strategie intelligenti per combattere la crisi con idee innovative, in grado di migliorare la qualità della vita e creare relazioni umane sane e utili per tutti: dal restauro creativo di mobili e accessori per la casa al baratto online.
Nel mio caso la condivisione è creata dal baratto delle mie conserve vegetali con soggiorni in Bed & Breakfast e altre strutture di ospitalità fuori città, un’occasione straordinaria per effettuare una gita fuori porta e conoscere persone estremamente gentili e disponibili, che mettono a disposizione 2-3 stanze delle loro case in collocazioni bellissime e arrotondano così il bilancio familiare. Da alcuni anni oltre a produrre le mie conserve vegetali, da consumare a colazione o da accompagnare a pasto con diversi tipi di formaggio, ottime da assaggiare e belle da vedere, colorate, profumate, accattivanti, ho trovato nel baratto un’occasione di scambio divertente e appagante, che lascia anche ottimi ricordi ben oltre il tempo trascorso insieme.


La Settimana del Baratto si svolge nel mese di novembre, dopo la prima esperienza in Toscana alla fine del 2010, nel 2011 sono stata in Valtellina con due care amiche. Quest’anno se tutto va bene sarà la volta del Gargano, anzi Vico del Gargano nell’entroterra, sarà un po’ più lontano ma la destinazione è in linea con la mia idea di trascorrere un’intera settimana in giro e scendere lungo la costa adriatica, visitando cantine e piccoli produttori e se possibile andando a trovare le persone che sono state colpite dai recenti terremoti, naturalmente in punta di piedi, senza disturbare.
Ma torniamo a Uno Mattina! Dov’ero arrivata? In realtà non ho più molto da dire perché a un certo punto parlano le immagini, quelle che si vedono ogni giorno alla televisione ma che vissute dall’interno, anche solo per un giorno, hanno decisamente un altro sapore. Sarà come fare “una chiacchierata tra amici” ci avvisano; infatti per tutta l’ora dell’intervista stiamo seduti nel salotto alla sinistra dei teleschermi, su comode poltroncine colorate, chiacchierando e scambiandoci battute con il presentatore mentre immagini più o meno pertinenti scorrono sui teleschermi dietro di noi. Dall’altra parte dello studio la conduttrice a sua volta “chiacchiera” con uno chef e una grande sommelier. Il suo nome mi è ben noto, Daniela Scrobogna è brava e ha tanta esperienza che mette a disposizione sia per il lavoro con grandi cantine, sia per la divulgazione dell’assaggio del vino come arricchimento culturale e (per tornare a quel che scrivevo poco fa) momento di condivisione. Tra le diverse parti dell’intervista sono trasmessi brevi servizi, e il tempo vola come nelle migliori occasioni. Ansia da prestazione, tensione, curiosità e altri sentimenti si susseguono dentro di me, all’inizio mi sento un po’ impacciata e rigida ma poi il divertimento prevale finché, quando tutto finisce, ci alziamo e usciamo dallo studio, allora mi rendo conto che stare su un palcoscenico, sotto i riflettori, non mi dispiace affatto.
A quando la prossima intervista?


Il percorso di uscita è tutto in discesa, dovrebbe essere una corsa ma non mi affretto a chiudere le mie cose, anzi, preferisco distribuire vasetti per farli assaggiare a tutti, indugiare nei saluti e ringraziamenti e solo quando sono richiamata all’auto di servizio mi rassegno a uscire. Do uno sguardo fugace agli studi Rai e saluto Saxa Rubra, arrivederci! Finalmente saliamo su una Mercedes come mi immaginavo all’inizio, scura, con il cambio automatico e i sedili in pelle, che forse ci è concessa perché vado alla stazione Termini con lo chef e Paolo. Accendo il cellulare, ricevo messaggi entusiastici e curiosi. Invece di prendere subito il treno raggiungo la mia amica Giuliana per pranzo così sfoggio il mio look smagliante e le racconto tutto davanti a un’altra ottima pizza, infine ritorno in stazione, stavolta per partire davvero.
Ora è davvero finita, tutte le cose belle finiscono, questi quattro giorni meravigliosi sono volati via ma sono stanchissima e piena di pensieri. Domani chissà chi andrà in onda a Uno Mattina Estate, lo spettacolo deve continuare! La mia vita reale è un’altra, naturalmente, ma è bello sapere che per un attimo ho raccontato un po’ di me davanti alle telecamere di mamma Rai.


Le foto, chissà se troverò le foto di queste quattro splendide giornate. E il video? Be’ – quello è su youtube…
http://www.youtube.com/watch?v=r67oXzmrBac&feature=youtu.be

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