Leonardo da Vinci è l’oggetto dell’invasione della sua città natale, in compagnia nientepopodimento degli Igers, gruppone di Instagram gasatissimi per le foto da condividere in tempo reale. Gamberetta presente, solo che il cellu si spegne poco dopo il mio arrivo e non vuole più essere rianimato. Due foto e via, non male per un evento che doveva mostrare le terre di Leonardo “il Genio” a partire dalle immagini. Me le forniranno le amichette, grazie!
Amo la Toscana, ci si sta proprio bene e qui ancora meglio, poco lontani dal trambusto delle città d’arte e dagli ipertrofici, iperturistici borghi del Chianti.
Il Museo Leonardiano e la casa natale di Leonardo sono i principali siti che visiteremo, ma è interessante anche la passeggiata nel centro storico, il sicomoro e soprattutto il paesaggio in cui tutte queste bellezze sono incastonate.
Parto al mattino presto da Milano, in auto con due amiche e il cane Piccolo, dovremmo arrivare giuste per l’inizio delle visite ma il traffico sull’autostrada è pazzesco, con code ovunque tanto che facciamo sulla statale l’ultimo tratto da Barberino a Firenze, per poi infrattarci verso le colline e sbagliare il passaggio per Prato con perdita di tempo, in perfetto stile zingarate.
Al nostro arrivo saliamo subito alla casa di Leonardo, ci registriamo come invasori e assistiamo alle “presentazioni fra cani” tenerissime, è primavera anche per loro! C’è pure un cavallo con cavaliere, invasore pure lui.
La casa di Leonardo è in splendida posizione sopra una collina ma non mi piace, ha una buona documentazione sul Maestro, ma è soprattutto virtuale, mentre mobili e arredi originari sono quasi del tutto assenti.
La consiglio soprattutto per godersi il luogo. Io pensavo a qualcosa in stile Stratford, dove la casa natale di Shakespeare perfettamente conservata è un tripudio di oggetti storici, ma pazienza.
Lì vicino abbiamo una convenzione per un pranzetto “presso” lo storico sicomoro ultracentenario. Con 10 euro ci possiamo abbuffare a un buffet ricchissimo, prendendo a parte vino dolci e caffè.
Arrivando ancora un po’ sballottate dal viaggio pare che non abbiamo fame ma poi tra crostini, torte salate e pasta fredda ci si apre la classica voragine, mangiamo di tutto, il cibo è ottimo, fresco, sedute sotto le fresche frasche dei tavolini all’aperto o, come faccio io, al sole. Piccolo, il nostro fedele compagno a quattro zampe, insegue sempre la cagnolina a cui ha già confessato il suo amore, lei forse ci starebbe ma i suoi padroni no, e tra un’abbaiata e l’altra riusciamo a calmarlo con un po’ di affettato.
Odo conversazioni di Igers che discutono sull’opportunità di usare il proprio nome o dei nick fuorvianti sui social, istruttivo. Sono molto più giovani di noi. Quando dovremmo tutti alzarci capiamo che noi 3+1 siamo sfasate rispetto al resto del gruppo. Al volo in auto andiamo a vedere il sicomoro, molto bello e in una zona stupendamente pastellata dai colori della primavera, e da migliaia di fiori selvatici.
Poi giù in centro a Vinci passeggiamo circondati da bancarelle che vendono di tutto un po’, mangiamo il gelato e ci accorgiamo che avremmo dovuto dedicarvi almeno un’oretta, più il tempo di visitare il bellissimo museo.
Peccato, sarà per un’altra volta, a metà pomeriggio dobbiamo assolutamente dirigerci verso Firenze dove amici e parenti ci aspettano. Richiedo di rifare la strada a zigzag nelle colline, che però in effetti a questo punto ci fa perdere tempo e incappare in un bell’acquazzone pomeridiano, ma di breve durata e utile a rinfrescare l’aria. Firenze ci accoglie con il meglio di sé e tante cose da fare: bighellonare, vedere gente, fare cose (shopping per esempio). Sabato e domenica voleranno e poi torneremo a Milano, altra strada, altra coda. E una Invasione digitale compiuta.
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