Telefonata del sabato mattina. Ci vediamo nel primo pomeriggio a San Lazzaro degli Armeni. Perfetto, io prendo il 20 e tu? Pure io. Quando arrivo ti chiamo. Autobus e primo vaporetto sono in coincidenza perfetta fino a San Marco – San Zaccaria, vedo un sogno che si realizza a portata di mano: finalmente passeggerò per questa piccola isola raccolta e spirituale, foriera di nuovi viaggi nello spazio e nel tempo. Ci son già stata vent’anni fa di sera, con un collega armeno che mi fece visitare il convento e mi portò a una festa armena, ma ho delle immagini offuscate in proposito a causa delle tante cose solide e liquide ingurgitate. E da allora più nulla, San Lazzaro mi ha aspettato invano sino a questo momento. Non ho fatto però i conti con il signore dell’ACTV che decide gli orari e gli itinerari dei vaporetti. Prendo il 20 che si beffa di me e degli altri passeggeri e, approdato a San Servolo, rientra a San Zaccaria sbarcandoci come nulla fosse.

Telefonata. Ho preso il vaporetto sbagliato, mi aspettate mezz’ora a San Lazzaro? Veramente abbiamo quasi finito la visita guidata e tra poco rientriamo. Ok allora vi aspetto all’imbarcadero e mi riposo.

Sapete invece quanto dura l’attesa della mia amica di viaggio e dei suoi due amici in convergenza in laguna?

Il tempo di vedere una comitiva ben vestita, elegante, particolare che riempie l’imbarcadero. Hanno facce dell’Europa dell’est e oltre, c’è un fotografo, uomini in giacca e cravatta che si stanno sciogliendo dal caldo, belle donne in abiti colorati e una sposa, biondissima ed eterea, vestita di bianco.

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Riconosco lo sposo, vorrei farmi un selfie ma mi trattengo, diversamente da due turisti indiani che subito si piazzano tra la coppia. Fingo disinteresse ma poi non resisto e chiedo.

Where are you from? FRANCE mi rispondono in coro con un accento poco francese. Ma come? La sposa russa? La sposa turca titolo del film, no non ci siamo. Guardo lo sposo e continuiamo la conversazione così.

Mais alors vous etes français?

Mais non. L’épouse est polonaise, moi je suis arménien. Mais on c’est connus à Paris.

Et vous allez à San Lazzaro degli Armeni pour feter?

Mais oui on sera là bas tout la soirée.

Et bien bonne chance! Félicitations!

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Li saluto con sguardo incredulo e un po’ invidioso, memore della festa armena di vent’anni fa finita in libagioni. Non sono tanti, una ventina forse. Salgono sul vaporetto, quello giusto per san lazzaro, ora Paola e amici dovrebbero arrivare. Invece no. Il 20 passa poco e non è mai affollato mentre il 2, allo stesso imbarcadero, è strapieno a ogni corsa e presenta un campionario umano universale, interessante e vario. Mentre i controllori in divisa ripetono la solita frase. Numero dueee! In partenza. Timbrare il biglietto prima di salire! Number two! Number two! Infinite volte. Sempre. Sembra un teatrino.

Un’altra coppia ben vestita arriva all’imbarcadero e io ricomincio il teatrino.

Est que vous allez à la fete a san lazzaro?

Mais oui! Est que vous venez avec nous?

Non, j’attend des copains pour nous promener ici près.

Ah bon, nous sommes en retard, on espère d’arriver dans quelque minute.

Oui c’est pas grave, il n’y avait qu’une ventaine de personnes dans l’autre bateau. Vous etes combien?

Une centaine d’invités!

Oh lalalala! Pas mal! Et bien bonne chance! Félicitations!

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Come mi piacerebbe unirmi al mariage polonais – arménien ma non è cosa, davvero. Son vestita da vacanza, T shirt tuta e sandali. Meglio aspettare Paola e amici. Ed ecco arrivare un ultimo invitato, solo, molto più giovane di me, con la faccia da intellettuale come piace a me.

Bonjour, vous allez aussi à la fete à San Lazzaro?

Mais oui! Est que vous venez avec nous?

J’aimerai bien mais je suis pas invitée et j’attend des copains ici.

Ah bon, je suis en retard car on est arrivés chacun pour soi et on se retrouve ce soir à San Lazzaro. J ‘espère d’arriver dans quelque minute.

Oui c’est pas grave, il n’y avait qu’une ventaine de personnes dans le premier bateau. Si vous etes une centaine il faudra encore du temps pour vous rejoindre. Est vous un voisin de l’épouse polonaise ou de l’épous armenien?

De l’épous.

Donc vous etes arménien aussi?

Non je suis français.

D’où venez vous?

Du sud, près de Grenoble. Chambéry. Mais j’aime bien l’Italie et j’y viens souvant, chez nous on a fait des échanges culturels entre France et Italie.

L’épouse est très très jolie. Tout le monde est bien habillé mais je comprend pas comment les hommes peuvent rester tous bien habillés avec cette température. Il y aura un point où ils enleveront tout.

Cambio discorso in quanto 1. non ho ben presente dove sia Chambéry. 2. se fa gli scambi alla pari sta ancora studiando, ha la metà dei miei anni. Poi mi presto al terzo grado sulla mia provenienza (e me lo merito, dopo che ho chiesto a tutti da dove vengono) e gli faccio sciorinare, cartina di Venezia alla mano, le meraviglie che ha visto in questi due giorni. Bravo. E infine rientro nel ruolo di consigliera “local expert” che è tutto dire.

Vous devez prendre le prochain bateau pour San Lazzaro, il est en train d’arriver. Mais dans le panneau il est marqué seulement San Servolo donc vous devez demander si le bateau s’en va à San Lazzaro après.

Ci avviciniamo alla catenella che viene aperta ad ogni sbarco, dal vaporetto scendono Paola e amici.

Ci presentiamo, anche l’amico francese dello sposo armeno si presenta.

Paola mi guarda con una faccia strana, io dimentico all’istante il suo nome, lo saluto e ce ne andiamo verso l’Arsenale e Sant’Elena.

Quanto tempo è trascorso dal mio arrivo a San Zaccaria e l’incontro coi miei amici? Due ore, ben spese.

Il testo è mio, le foto sono di Paola che ovviamente a San Lazzaro ha intercettato il mariage arménien – polonais.

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