Via Panfilo Castaldi è una stradina di Milano che unisce piazza Repubblica a Porta Venezia. Un mese fa ho scoperto che Panfilo Castaldi era nato a Feltre così, all’inizio di #Feltreborgoverticale, mi si è aperto un mondo sulla storia di questa deliziosa cittadina. Tra i molti feltrini talentuosi del passato i miei preferiti sono tre uomini che 600 anni fa hanno segnato la storia della cittadina che proprio allora si legava a Venezia. Allo stesso modo tre donne: Eleonora Duse, Caterina Cornaro. Freya Stark (la mia preferita) hanno segnato la storia di Asolo. Trovo molte analogie tra questi due stupendi borghi del Veneto e ho scoperto tante storie tra le pieghe di strade e palazzi, tra le luci delle piazze e sotto i portici. Andiamo dunque alla scoperta di Feltre.

Panfilo Castaldi

Fu uno dei padri della stampa a caratteri mobili, assieme al più famoso Gutenberg. Operò a Milano presso gli Sforza, per ricordarlo il capoluogo lombardo gli ha dedicato una piccola strada di passaggio in centro. La sua città natale gli ha dedicato molto: il largo omonimo, la biblioteca, la targa sulla casa natale e la statua in Piazza Maggiore. Nel Quattrocento visse Martino Tomitano più noto come Bernardino da Feltre, un frate che aiutò a redistribuire le ricchezze, a prevenire l’usura (una brutta pratica già diffusa all’epoca), ad istituire il Monte di Pietà. Vittorino da Feltre, letterato e pedagogo ante litteram, dopo avere studiato a Venezia e Padova operò a Mantova, alla corte dei Gonzaga. Questi sono solo alcuni dei feltrini famosi che hanno cercato fortuna lontano da casa, presso lidi più accoglienti. La storia ci mostra che nessuno è profeta in patria, questa storia mi è ben nota e si ripete anche oggi, chi ha orecchie per intendere intenda.

Ma torniamo a Piazza Maggiore e alle due statue commemorative di Panfilo Castaldi e Bernardino da Feltre, che si fronteggiano e ci guardano mentre noi ci giriamo a trecentosessanta gradi rapite dalla visuale dei palazzi antichi in stile veneziano. Alzando lo sguardo vediamo la mole del castello di Alboino che fa la guardia alla città. Pensate che è chiuso per tutto l’anno tranne all’inizio di settembre, proprio durante la nostra visita, quando viene aperto ed è affollato da visitatori che accorrono, numerosi e curiosi, per un festival con un nome intrigante: Fuochi fatui. Si tratta di un’incursione artistica e musicale nella storia feltrina, giunto alla quinta edizione e cresciuto insieme alla splendida compagine che governa la città. Al castello per tre giorni si svolgono reading, concerti, mostre e si possono vedere bellissime installazioni multimediali proiettate sulle pareti della torre. L’atelier dove si riproducono le immagini degli abitanti dei boschi è il mio posto preferito. Se l’Om salvarech mi ha sempre fatto paura solo a sentirlo nominare, ora conosco altre figure mitologiche come el Mazarol. Ma la mia preferita è l’Anguana: le anguane sono una presenza costante ai piedi delle Dolomiti venete e friulane. Mezze donne e mezze animali, vivono presso i corsi d’acqua e si dice che seducano gli uomini di passaggio. Io credo invece che siano buone e chiedano solo di essere trattate con rispetto. Non sono streghe e non uccidono. Mi piacerebbe incontrarle in una prossima passeggiata nel bosco, anzi lo spero.

Pensate che al castello siamo arrivati venerdì sera dopo cena, al termine di una giornata intensissima trascorsa nei paesi vicini, a un orario adatto quasi per andare a dormire. Invece ci siamo divertiti e abbiamo conosciuto i giovani organizzatori che, pur lavorando in altre città, mantengono un legame così saldo con Feltre da avere intrapreso quest’avventura in sordina, per poi vederla crescere sotto i loro occhi. In bocca al lupo ragazzi, questi fuochi saranno pure fatui, passeggeri, ma in fondo cosa non lo è?

C’è una terza statua, dedicata al dio della medicina Esculapio, che merita di essere vista a Feltre, ritornata nella sua sede un anno fa dopo un restauro che ne ha rivelato l’importanza storica. Feltre infatti è situata sulla via Claudia Augusta che dalle vicine Dolomiti bellunesi scende a valle, sino ad Altino al margine della laguna veneziana, e sale su fino alla lontanissima Germania. Una via di comunicazione per cui la città è stata vittima di assedi, contese, saccheggi. E che ha reso la sua gente forte, tutt’altro che arrendevole. Tosta diremmo oggi: i feltrini infatti hanno pagato un alto tributo di sangue nei due conflitti mondiali. La statua di Esculapio è collocata all’oratorio dell’Annunziata presso la cattedrale, splende nel biancore del marmo greco, nei suoi due metri d’altezza e in un allestimento che collega Feltre con Aquileia in epoca romana, dimostrando ricchezza e grandezza, già presenti quasi duemila anni fa. Dal primo novembre 2016 la statua dovrebbe essere collocata definitivamente al Museo civico.

In questa passeggiata culturale siamo in compagnia dei volontari del Fondaco associazione attiva sul territorio da oltre 20 anni, che propone itinerari storici e culturali e organizza visite guidate nel corso di tutto l’anno. Diamo uno sguardo alla vicina cattedrale e scendiamo le scale che danno l’accesso a un’altra città, la Feltre sotterranea, area archeologica di mille metri quadrati con oltre mille anni di storia, dove sorgeva il Municipium di Feltria in epoca tardoromana. Gli spazi commerciali sono ben conservati, vi si distinguono mosaici e colonne, strade lastricate, un battistero e delle abitazioni. Un posto bellissimo pieno di fascino.

Storia e cultura si intrecciano per le strade di Feltre, saliamo e scendiamo, entriamo e usciamo. Del resto se il nostro tour si chiama Feltre borgo verticale è proprio perché ci porta su e giù per la città, a volte in angoli nascosti. Un altro posto che ho molto amato è il Teatro della Sena dove mosse i primi passi un gigante della commedia veneziana, Carlo Goldoni. Si trova nel Palazzo della Ragione, vi si accede dall’imponente loggiato palladiano salendo una scalinata. Oggi lo vediamo grande e sicuro, ma ben due incendi lo colpirono. Forse per questo è chiamato “la piccola Fenice”, forse perché progettato e decorato dalle stesse persone che portarono a termine il più grande e famoso teatro veneziano, la Fenice, le cui vicende recenti non sono così diverse. Nomen omen. Il teatro della Sena rimase chiuso dal 1929 al 1971 quando ne iniziò un adeguamento strutturale durato fino a pochi anni fa. Si presta alla messa in scena di opere teatrali e musicali, grazie alla sua acustica perfetta.

Il centro storico di Feltre è tutto un merletto di palazzi rinascimentali, che mi fanno tanto sentire a Venezia. Vi si susseguono case e botteghe, gli abitanti si mescolano ai visitatori che, come noi, camminano col naso all’insù. Dopo aver parlato di tre personaggi e tre statue mi restano da raccontare tre musei, testimonianza ulteriore della ricchissima offerta culturale di Feltre. Naturalmente essi sono collocati in altrettanti palazzi del centro storico. Il Museo civico si trova a Palazzo Villabruna, il Museo diocesano ha sede nell’antico vescovado e infine la Galleria d’arte moderna Carlo Rizzarda, nel Palazzo Bovio Cumano.

Tutti e tre meritano una visita, vi sorprenderanno per la ricchezza delle opere esposte e per il contesto in cui sono collocati. Ho una passione sfrenata per la cultura e l’arte antica ma a Feltre la Galleria d’arte moderna mi ha colpito particolarmente per cui, se dovete scegliere, vi consiglio di iniziare da qui. Si tratta di una pregevole casa museo che ospita capolavori della pittura e scultura contemporanee (raccolte e collezionate dal Rizzarda stesso e donate successivamente alla sua morte) tra cui ricordo Carrà, Ciardi, Fattori, Signorini, Previati tra gli artisti italiani; Schiele, Picasso, Chagall tra gli stranieri. Vi sono poi vetri di Murano, mobili antichi provenienti dall’Italia e dall’estero. Ma qui soprattutto si vedono le arti applicate e il ferro battuto, il lavoro in cui egli era maestro. Testimonianza ulteriore dell’innata abilità artistica locale nel lavorare il ferro.

Carlo Rizzarda produsse centinaia di pezzi unici in ferro battuto ispirati all’arte neoclassica e al liberty, destinati a molteplici utilizzi. In casa mobili e soprammobili ma anche decorazioni, fuori casa per esempio cancelli sontuosi. La sua brillante carriera si sviluppò ancora una volta a Milano (!!!), probabilmente egli ci avrebbe lasciato molti più manufatti, ma perì in un incidente stradale a soli 48 anni, un altro feltrino talentuoso che ha trovato fortuna altrove. Nessuno è profeta in patria, ripeto. Noi continueremo a venire qui invece, perché Feltre è un posto vivo ma tranquillo al tempo stesso, ricco ma che non esibisce la sua ricchezza. Ci piace proprio per questo, nel prossimo post usciremo dalla città e andremo a esplorarne i dintorni. Arrivederci Feltre!

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2 comments

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Grazie infinite per come sei nella tua “sana pazzia”….e, da feltrina, per le parole che hai lasciato e per il tuo passaggio in questa cittadina che amo moltissimo…nonostante tutto….
Leggerla attraverso gli occhi di un’altra persona arricchisce e ti fa scoprire cose non viste o trascurate. Da pochi giorni ho aperto una casa vacanza in via Paradiso, Casa Archè (c è in FB, booking ed ho creato un sito casarche.com) e mi sono permessa di condividere il tuo blog. Grazie ancora per la tua testimonianza!
Cristina possiedi

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Cristina buongiorno e buone feste sono sicura di avere letto a suo tempo questo graditissimo commento ma… non ho risposto qui. Ho forse risposto sui social network? Sono così esaurita a volte che dimentico di rispondere a tanta gente, scusami, facciamo che ci sentiamo con l’anno nuovo? Io amo Feltre ma anche i dintorni e tutte le dolci visuali che la provincia di Belluno dà ai visitatori, prima di arrivare alle Dolomiti maestose, un’altra cosa ancora, a presto dunque scusa ancora grazie ROBERTA

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