Lo scorso settembre sono stata ospite due giorni presso Eco Park Hotel Azalea di Cavalese in val di Fiemme. Dovevo andarci a fine maggio quando mi hanno invitato ad un evento promosso dalla locale APT. Ho preferito posticipare sino a questo periodo che amo, tra estate e autunno, quando le Dolomiti patrimonio dell’umanità danno il meglio di sé. Il meteo non mi è stato amico ma sono stata benissimo lo stesso e ho approfittato delle attenzioni di tre donne splendide, che ringrazio per la loro calda accoglienza: Manuela, Romina e Paola, e dei loro collaboratori che si vedono meno ma formano una splendida squadra affiatata e preparatissima. Eco hotel significa che la recente ristrutturazione è stata fatta nel rispetto dell’ambiente, scegliendo materiali e fibre naturali secondo la vocazione familiare, utilizzando fonti d’energia rinnovabile e coinvolgendo gli ospiti, che trovano nella stanza le istruzioni per utilizzare biancheria e detergenti in modo consapevole. Io chiacchiero con tutte queste tre splendide donne e lo possono testimoniare ma, non me ne abbiano a male, qui parlerò soprattutto della regina della cucina (indovinate chi è). Nelle scelte quotidiane dei menù Paola mette sempre piatti vegetariani o vegani, lo apprezzo molto, è sicuramente un grosso passo avanti rispetto alla classica cucina di montagna più orientata alla carne. Apprezzo pure la presenza dei presidi Slowfood e la lista dei vini, che ruota attorno alle proposte di piccole cantine regionali e nazionali. Santa Maddalena è una garanzia ed è quasi sempre la mia scelta dalla carta dei vini. I miei piatti preferiti? Vellutata di zucca e zenzero con uno spolvero di semi di zucca. Parmigiana di melanzane e zucchine. Ma anche una semplice zuppa di farro mi emoziona…

 

 

Durante la settimana all’Azalea potete facilmente imbattervi in serate di gala e a tema, io dopo cena passo il tempo con Paola che mi racconta la sua esperienza pluriennale in cucina e il rapporto di fiducia costruito con i piccoli produttori che forniscono l’Azalea. In queste occasioni essi hanno piacere di venire qui per mescolarsi agli ospiti e raccontare come nascono i loro tesori prelibati. Una grappa trentina è ideale nel dopocena, io ho provato pure l’infuso di baobab arrivato direttamente dal Senegal: perché la terra africana ha portato qui un tocco etnico in cucina, provare per credere!

 

 

Ogni giorno gli ospiti trovano nel ricco buffet della colazione prodotti biologici, muesli, tisane e infusi sfusi (non è un gioco di parole), torte e dolci fatti in casa, yogurt di produttori locali, caffè equo solidale. La lavagna manoscritta dà il benvenuto agli ospiti e spiega le attività del giorno come per esempio lo yoga, che si tiene in giardino nella bella stagione. In cambio possiamo salutare noi stessi sul libro degli ospiti, io scrivo con piacere i miei pensieri alla fine del soggiorno. Gli spazi comuni improntati all’armonia del design moderno sono abbelliti con elementi in legno chiaro e feltro colorato. Salendo ai piani troviamo una trentina di stanze e suite, tutte con vetrate luminose che si aprono sui Lagorai e le altre montagne in lontananza, e sul giardino sottostante adatto ai giochi dei bambini. Il primo spazio che cerco per rilassarmi in albergo è lo spazio benessere con il bagno turco e il percorso Kneipp, sauna e biosauna, momenti immancabili alla fine della giornata dove provo tutto tranne… il secchio di ghiaccio!

 

 

Si può arrivare a Cavalese in auto o con i mezzi pubblici (treno più bus), il modo migliore per chi vuole iniziare le ferie in modo sostenibile, affidandosi poi a bus e seggiovie per arrivare all’alpe del Cermis e visitare i dintorni. Ci sono tantissime cose da fare a Cavalese, prima di esplorare la val di Fiemme a piedi o in bici come dovrei fare io. Se il tempo fosse migliore imboccherei la lunga pista ciclabile ma preferisco addentrarmi nel centro storico poco sopra l’hotel. Mi bastano cinque minuti a piedi per trovarmi sul viale i cui edifici principali sono la chiesa di San Sebastiano e il palazzo della magnifica comunità di Fiemme che ospita un museo e una pinacoteca. La magnifica comunità regola addirittura da mille anni l’amministrazione locale, la gestione del paese e dei boschi circostanti da cui si ricava il prezioso legno per i liutai, motivo per cui sono chiamati boschi di risonanza. Quanto potrebbero imparare qui alcuni amministratori italiani? Bellissimi palazzi affrescati del Cinquecento e Seicento fanno da cornice a botteghe e negozi invitanti. Dopo aver posato gli occhi sulle specialità gastronomiche fate come me: cercate la via dedicata ai Fratelli Bronzetti – patrioti nati proprio qui a Cavalese – con le più belle boutique di abbigliamento da montagna e da città. I saldi estivi sono una tentazione a cui non so resistere e trovo subito la migliore soluzione per il mio guardaroba. Se l’inverno in arrivo sarà freddo mi piacerebbe tornare qui a sciare, magari fare sci da fondo, la Marcialonga passa proprio qui vicino.

Altri famosi e prestigiosi produttori della val di Fiemme sono il birrificio artigianale e il Caseificio sociale. Basta leggere il menu dell’Eco Park Hotel Azalea per lasciarsi ispirare e scegliere prodotti e produttori puliti, da assaggiare qui e da cercare sul territorio. Riguardo il vino io e Paola siamo perfettamente d’accordo su alcune scelte (vini biologici e biodinamici) dei vignaioli indipendenti a cui fischieranno le orecchie in massa.

Io vado oltre e mi lascio ispirare da un luogo che sono sicura mi piacerà, la cooperativa sociale Terre Altre dove lunedì mattina si tiene una visita guidata con la responsabile Loredana. Quando arrivo a Masi di Cavalese trovo una famiglia con due bambini in visita dalle Marche e due operatori impegnati nella raccolta degli ortaggi. Loredana è una donna dolcissima ma con le palle (si può dire?) che mi racconta com’è nata sei anni fa questa avventura. Alla base c’era un’idea di crescita delle persone e il legame con la terra, a 360 gradi, dalla collaborazione con gli anziani sono arrivate preziose indicazioni su vecchie varietà coltivate in passato e ora in disuso, soprattutto cereali e frutta, che ora possiamo vedere e assaggiare. Questo luogo nato per il reinserimento di persone in difficoltà dal punto di vista sociale e lavorativo è oggi in grado di coltivare, trasformare e commercializzare una vasta gamma di prodotti vegetali, freschi e trasformati in conserve e cosmetici naturali.

  • ortaggi coltivati secondo il metodo sinergico e l’agricoltura biodinamica,
  • frutta da alberi recentemente impiantati da antiche varietà autoctone,
  • legumi ricchi di proteine e fibre,
  • canapa per la produzione di semi, tisane e tessuti,
  • cereali antichi di varietà locali,
  • erbe officinali per la produzione di tisane e infusi.

 

 

Quello che le coltivazioni intensive ci hanno tolto, il sapore dei frutti della terra, qui è ricercato e prodotto in armonia con l’ambiente facendo attenzione a rotazioni, concimazioni e tutto quanto aiuta le piante a crescere secondo natura. La convivenza con gli insetti e gli altri animali è ricercata, per gli insetti vi sono ben due casette a più piani dedicate. Questo è un vivaio forestale e infatti la Forestale ha dato in comodato questo spazio alla cooperativa, e vi mantiene un vivaio di larici che io guardo estasiata. Nei boschi si vedono insieme gli alberi, arbusti, piante erbacee, qui invece questi alberelli sono coltivati e si trovano vicini vicini. Le erbe officinali, un punto fermo delle mie camminate in montagna, crescono rigogliose, suddivise tra questa coltivazione e quella in quota. A valle le mie preferite sono echinacea e calendula, in quota si coltivano genziane e stelle alpine, tra i simboli della flora alpina, sempre in collaborazione con la forestale. Si tratta di specie protette un tempo minacciate dalla raccolta indiscriminata di persone senza scrupoli, un po’ come i funghi che quest’anno hanno sofferto la siccità dei mesi estivi e solo con le piogge d’autunno si faranno vedere. Attività didattiche e ospitalità sono già attuate e saranno sviluppate ulteriormente in futuro, contattate la cooperativa e andate a visitarla! Esco dopo due ore inebriata dai profumi e dai colori di fiori e piante e auguro a Terre Altre di crescere ed espandersi, sempre all’insegna di sostenibilità ed inclusione!

 

 

Prima di rientrare in città mi fermo da Biotrota Dolomiti, l’allevamento di Predazzo nato per reintrodurre le trote in fiumi e laghi, d’accordo con le amministrazioni locali, che oggi è riuscito a diversificare la produzione per venire incontro ai diversi consumatori: esercizi, privati, GAS. Nell’allevamento di Predazzo vi sono fondovasche e argini naturali, si utilizzano di mangimi biologici ma non si usano antibiotici o prodotti chimici, l’acqua di montagna è fredda e pura, infine c’è una bassa densità d’allevamento e tempi di crescita naturali, non forzati. Con queste caratteristiche una trota fario può impiegare più di due anni per crescere fino al peso definitivo di 250 – 300 grammi, costa di più ma è più buona e sana. Il vulcanico titolare Renato e una manciata di collaboratori sono riusciti a ottenere la certificazione biologica per le varie specie di trota allevate, in quantità minore di quanto si otterrebbe con l’acquacoltura convenzionale, ma di altissima qualità. Seguono la troticoltura in tutte le sue fasi, commercializzano il prodotto fresco presso ristoranti e privati e presto saranno pronti a lanciare sul mercato affumicati, sfilettati e preparazioni pronte all’uso. Per chiudere la filiera, dal mangime agli scarti di produzione, saranno disponibili addirittura mangimi per animali biologici. Chi ha un gatto si faccia avanti, gli amici a quattro zampe si leccheranno i baffi!

Per saperne di più:

http://www.ecoparkhotelazalea.it/

http://www.visitfiemme.it/it/more-info/fiemme/localita/cavalese

http://www.terrealtre.org/

http://biotrotadolomiti.com/

http://www.vivitrentinoaltoadige.it/quando-vale-per-trote/

http://www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/trote-biologiche-a-predazzo-il-primo-allevamento-d-italia-1.853004

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