Quando visito una cantina sento sempre qualcosa vibrare in me. Mi metto nei panni del vignaiolo e cerco di leggere, con gli occhi e la mente, cosa significa fare il vino. Quando visito una grande cantina lo vedo nel volto delle persone che, come una grande famiglia, dividono l’onere quotidiano di veder crescere la propria azienda, e alla fine nella bottiglia di vino l’onore di mostrare il frutto del loro lavoro.

Zenato è una di queste aziende, una cantina con sessant’anni di storia che produce su quasi cento ettari vitati, al confine tra Veneto e Lombardia. Zenato ha un grande cuore e un’anima profondamente radicata nel suo territorio come recita il payoff aziendale. L’anima del Lugana, il cuore della Valpolicella.

Lugana e Valpolicella sono due aree vicine quasi a sfiorarsi, diverse, entrambe ricche di splendide cantine dove nascono vini spettacolari come quelli di Zenato.

A Peschiera del Garda ho visitato la tenuta dove la bontà del terroir e la lungimiranza della famiglia hanno permesso alla terra di dare il meglio in tutti questi anni, creando prima la cultura del Lugana e poi contribuendo fattivamente a far crescere l’Amarone nel mondo.

Grandi vini bianchi sono i primi, grandissimi rossi i secondi. Declinati al plurale perché sono diverse le espressioni dei vitigni autoctoni, principalmente Trebbiano di Lugana e Corvina. E poi Chardonnay, Merlot e Cabernet Sauvignon, per una ventina di etichette in totale, in diverse declinazioni inclusi spumanti e passiti.

L’olio Garda DOP e la grappa completano l’offerta aziendale, per suggellare una volta di più il legame con il territorio e aprirsi ai mercati esteri dove i tre quarti della produzione sono destinati, verso clienti che apprezzano Zenato come marchio di qualità. In realtà c’è un pezzetto dei Zenato anche in Toscana, a Bolgheri per la precisione, dove si trova Podere Prospero una piccola tenuta dedicata al Bolgheri DOC.

Per la mia degustazione privata ho volutamente lasciato da parte i grandi classici, Amarone, Recioto, Ripassa (al femminile) e ho preferito assaggiare qualcosa di nuovo per me. Ho scelto tre chicche di grande struttura e profondità:

  • Santa Cristina (Lugana DOC 2018) dalle vigne antiche, 13 gradi.
  • Eva Luna (Sansonina Garda Rosso DOC 2017) uvaggio Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, 13,5 gradi.
  • Cresasso (Corvina in purezza IGT 2013), 15,5 gradi.

Nel Santa Cristina frutta fresca e agrumi confermano all’esame gustativo la freschezza olfattiva.

Eva Luna Sansonina, dai frutti freschi alle spezie è un forte richiamo alla terra e al mondo femminile.

Il Cresasso infine ha sentori di frutti rossi all’esame olfattivo, che lasciano il posto a frutta matura e confettura, all’esame gustativo.

E prima? Fuori pioveva e, non potendo passeggiare nelle vigne, ho trascorso un tempo piacevole visitando la cantina dalle imponenti proporzioni. La prima cosa che ho notato è il grande spazio dedicato al legno, con botti di varie dimensioni per l’affinamento dei vini, nel segno della tradizione.

Il futuro del vino passa dalle tradizioni come questa a materiali ripresi negli ultimi anni, che rappresentano a loro modo l’innovazione, come le anfore in terracotta. Questi contenitori, già in uso nei tempi antichi, oggi si usano in cantine innovative come questa per preservare il vino ed esaltarne le caratteristiche.

Il futuro del vino passa per accoglienza e ospitalità in cantina, in Zenato ciò significa attraversare una lunga fila di barrique “firmate” da alcuni personaggi del vino e dello sport che sono passati da qui. Squadre di calcio per esempio, che con un tocco di colore hanno impresso i loro nomi sul legno.

E infine raggiungere gli spazi dedicati alla degustazione che si aprono fra le vetrine, dove le annate storiche in bella mostra sono esposte e non nascoste, quasi ad invogliarci all’assaggio.

Che la cantina sia un luogo accogliente è un fatto scontato ma da Zenato c’è qualcosa di più, perché oltre a stuzzicare i sensi questo luogo ci parla di arte e moda, temi a cui Nadia Zenato tiene molto. Il vino è un grande ambasciatore dell’Italia all’estero al pari della moda, è naturale accostare questi due mondi.

Per questo è nata Zenato Academy, il progetto fotografico nato in collaborazione con l’Accademia di Brera a Milano. Lo scorso aprile, durante il Salone del Mobile, con il Master di Fotografia si è tenuta la mostra fotografica “Vino. Oltre gli oggetti”. Cinque giovani creativi hanno per l’appunto interpretato alcuni oggetti comunemente associati al “prodotto vino” inseriti nel paesaggio, e da qui in uno scenario più ampio. Altrettanto ampio è il fronte temporale che porterà il progetto aziendale all’estero con tre scuole di fotografia nei prossimi tre anni, fino al 2022: a Berlino, poi a New York e infine a Hong Kong.

Alla fine della visita ho chiesto a Nadia Zenato, la titolare, di raccontare la sua azienda. Nadia ha proseguito, assieme al fratello Alberto, il lavoro che papà Sergio ha iniziato nel 1960 da San Benedetto di Lugana. Qui, dove le colline moreniche si affacciano sul lago di Garda, sorge la Tenuta Santa Cristina. A Sant’Ambrogio cuore della Valpolicella vi è la Tenuta Costalunga. Oggi i loro nomi, quelli delle persone e quelli dei santi, si trovano sulle etichette dei vini. Il richiamo della terra è stato naturale così come oggi, a sessant’anni di distanza, è naturale vederli all’opera per portare il loro nome in Italia e nel mondo.

Una donna del vino che si racconta è sempre una buona cosa, con grande piacere vi lascio alle sue parole.

1 Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo vino.

Sono Nadia Zenato, titolare dell’azienda vitivinicola Zenato di Peschiera del Garda. Fin da bambina sentivo il profumo del vino, giocavo in mezzo ai vigneti, per me è stato naturale essere parte dell’azienda di famiglia e portarla avanti. Da mio padre ho ereditato il forte legame e l’amore per il territorio, la convinzione di non dare mai niente per scontato, la capacità di guardare sempre avanti, pur mantenendo i piedi ben piantati nelle nostre radici. I nostri vini sono l’espressione del territorio e dell’impegno che ci mettiamo giorno dopo giorno nell’esaltarne le peculiarità, in una ricerca di equilibrio tra tradizione e territorialità da una parte e innovazione dall’altra.

2 L’arte di fare il vino nasce nella vigna e si sviluppa in cantina. E poi cosa c’è dietro un grande vino?

Ogni giorno è una nuova sfida per fare sempre meglio. Ogni vino è unico, esprime una propria personalità.

Mi sono operata sempre in prima persone per trasferire la nostra storia, la cultura, le tradizioni della nostra terra e i valori che stanno dietro alle nostre etichette. Per riuscire, attraverso la degustazione di un nostro vino, a far incontrare un mondo fatto di bellezza ed emozione!

3 Come è cambiato il vino, e come è cambiato il tuo lavoro negli ultimi anni? La tecnologia è uno strumento necessario o si può farne a meno?

E’ cambiata la consapevolezza del consumatore di vino e di conseguenza il nostro lavoro si è improntato sempre più a coinvolgere il consumatore, a renderlo protagonista. Il vino infatti oggi è molto più che un prodotto, è un’esperienza fatta di cultura, conoscenza ed emozione.

4 Raccontaci una bella esperienza e un brutto episodio legati al tuo lavoro di vignaiolo.

Sono appena rientrata da New York dove siamo stati invitati a partecipare alla New York Wine Experience. Siamo stati presenti con il nostro Amarone Riserva Sergio Zenato 2012, selezionato tra i 217 i vini migliori al mondo. E’ stata una grande soddisfazione! La New York Wine Experience è anche uno stimolante momento di confronto con le eccellenze provenienti da vari Paesi, ognuna con la propria storia e le proprie tradizioni ed esperienze.

Nel settembre del 2006, in piena vendemmia, è arrivata una terribile grandinata. Il lavoro di un intero anno in campagna rischiava di andare distrutto! In un attimo, tutti i nostri dipendenti, dalla cantina, all’imbottigliamento, agli uffici sono corsi insieme a noi sotto la grandine a raccogliere l’uva e abbiamo salvato il raccolto. Un brutto episodio che ha mostrato quanto sia importante il lavoro di squadra!

5 Fare il vino significa anche uscire dall’azienda per far conoscere le persone e il territorio “dietro” una bottiglia. Dove porterai il tuo vino nei prossimi mesi?

I nostri mercati più importanti, e storici, sono Gli Stati Uniti, il Canada, Germania e Nord Europa.

Stiamo investendo anche su Asia e Sud Est asiatico, che presidiamo già dalla fine degli anni ‘90 e che stanno dimostrando un sempre maggior interesse per la qualità e la cultura del vino. L’Africa, in cui siamo già presenti da diversi anni in Sud Africa e Kenya; l’India, un mercato complicato per la presenza di dazi e burocrazia per la registrazione delle singole etichette, e che proprio in questi mesi ci vedrà protagonisti di un importante rilancio del marchio.

6 E’ possibile visitare la tua cantina? E dove possiamo assaggiare il tuo vino?

Organizziamo visite guidate con degustazione dei nostri vini nella nostra Tenuta in Lugana, a Peschiera del Garda. Per prenotarsi, visite@zenato.it

7 Una piccola provocazione: se fossi ministro dell’agricoltura cosa faresti per agevolare il lavoro del vignaiolo?

Serve sicuramente una semplificazione della burocrazia e maggior lavoro di squadra, soprattutto quando ci presentiamo all’estero.

Per saperne di più:

http://www.zenato.it/it/

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