Nel centro storico di Venezia le possibilità di alloggio sono tante e per tutte le esigenze. Trovare un posto con un’anima però non è sempre scontato, io stessa a volte faccio fatica a dare consigli. Nel mese di luglio 2020 ho scoperto il Bed and Breakfast Le Terese in occasione dell’arrivo delle mie amiche milanesi.

Ho scoperto una parte di Venezia centro storico che, a poca distanza dalle maggiori attrattive turistiche e dal maggiore flusso di persone, vive come la Venezia di un tempo. Più lentamente e con più umanità, quella dimenticata in altre parti in nome degli affari facili. Almeno fino alla fine del 2019. Ora c’è un’altra città ad attendere i turisti e, per chi la vuole vivere in modo genuino, le Terese è un’ottima scelta.

Ho conosciuto Antonella e Mauro, una coppia di architetti che hanno scelto Venezia per vivere e lavorare, e che nella loro casa accolgono gli ospiti in questa bellissima camera al primo piano, con vista sul Rio delle Terese.

L’arredamento denota lo stile di viaggiatori attenti e raffinati. Dai colori delle pareti agli accessori, nulla è lasciato al caso. Le immagini alle pareti della camera e del bagno richiamano a luoghi e popoli lontani.

Il vintage ben dosato (a me piacciono soprattutto le sedie) dà tono e carattere a una stanza, così accogliente e “invitante” che uno finisce di passarci più del tempo necessario al riposo.

Ho sentito Antonella per telefono alcuni giorni prima dell’arrivo delle amiche, ci siamo subito intese tanto che, prima del loro arrivo, chiacchierando pochi minuti era come se ci conoscessimo da una vita.

Poi all’orario convenuto mi sono sporta alla finestra, ho visto le due amiche arrivare dalla fondamenta e ho indicato loro la strada per accedere al portone d’ingresso. Come una volta insomma.

Mauro e Antonella sono due padroni di casa di immensa cultura e umanità, nove anni fa hanno deciso di affittare una stanza e da allora fanno sentire a casa coloro che scelgono di alloggiare qui.

Al mattino servono la colazione in camera, dove avete a disposizione il bollitore e la macchina per caffè espresso.

Di giorno potete trovarli da Kanz, il loro studio di progettazione dove il design di interni, la progettazione e il restauro si incontrano. Gli oggetti che trovate esposti sono prodotti da aziende artigiane locali.

Le Terese si trova in Campiello Tron nel sestiere di Dorsoduro, vicino a Santa Marta dove si prende il vaporetto e allo IUAV l’istituto di architettura. Se venite a piedi impiegate un quarto d’ora da Piazzale Roma.

Non ho resistito alla mia curiosità e ho chiesto ad Antonella di raccontarci Le Terese e cosa rappresenta per loro. Me l’ha raccontato con queste belle parole e ora vi aspetta a Venezia (vi aspetto pure io!!).

1  Chi sei – dove ti trovi? Raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro.

Siamo una coppia di architetti nei nostri “Quaranta” come dicono gli anglosassoni, andiamo per i Cinquanta, diremmo noi italiani… Abbiamo due bambini e abbiamo scelto di vivere a Venezia consapevoli della complessità che una scelta simile avrebbe comportato, ma certi che non ci saremmo sentiti “a casa” in nessun altro luogo.

La storia della nostra ospitalità inizia nel 2012, quando decidiamo per la prima volta di aprire la nostra casa al resto del mondo. Supportati soltanto dalla nostra esperienza come viaggiatori e come ospiti dei più variegati e indimenticabili padroni di casa, anche noi volevamo lasciare una traccia, come ospitanti volevamo diventare parte dell’esperienza di viaggio, rendere più vero, più vivo, più umano il soggiorno nella nostra città bellissima, ma diversa da tutte le altre e a volte difficile da comprendere.

Crediamo che anche un po’ di noi e della nostra casa sia rimasto impresso nella memoria di chi è partito.

L’esperienza di ospitare si è rivelata sorprendente, abbiamo dato moltissimo e ricevuto anche di più, abbiamo stretto amicizie durature, il mondo è entrato in casa nostra con i suoi caratteri, le sue peculiarità, le sue fantastiche diversità.

2  Da dove vengono i tuoi ospiti? Sono più italiani o stranieri?

Per lo più stranieri, per lo più Europei. In molti paesi d’Europa il Bed and Breakfast non è un concetto di ospitalità recente e non è soltanto un modo di viaggiare cheap. È l’idea di vivere a contatto con gli abitanti del luogo che si andrà a visitare, di condividerne le esperienze, le storie, le opinioni, di non essere trattati da “turisti” ma da ospiti, di poter creare relazioni e rapporti di amicizia a volte duraturi. Ma siamo felici di notare che negli ultimi anni anche gli italiani hanno iniziato ad apprezzare il lato esperienziale del viaggio, includendo in quest’esperienza anche la possibilità di entrare in una vera casa e di essere ospitati da persone del luogo con cui poter condividere, seppur brevemente, un pezzettino di vita reale.

3  Hai verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?

Certamente sì, lo stereotipo classico – e purtroppo sempre vero – è la scarsa attenzione all’ambiente e agli sprechi energetici da parte di quasi tutti gli ospiti provenienti da paesi extra europei. Dopo anni abbiamo capito che non si tratta di maleducazione ma di mala educazione. Il tema della sostenibilità ambientale, molto caro a noi europei, è completamente incomprensibile nella maggior parte degli altri paesi, poiché non viene affrontato a livello nazionale. Non si può pretendere che il singolo sia portatore di una cultura che non gli appartiene e, anche quando abbiamo provato ad affrontare il tema, ci siamo resi conto che è del tutto inutile e che si cade inevitabilmente nell’incomprensione.

4  Raccontaci qualche aneddoto bello o brutto legato al tuo lavoro.

Abbiamo moltissimi aneddoti belli, abbiamo stretto molte amicizie, siamo andati a trovare i nostri ospiti anche dall’altra parte del mondo. Ma gli aneddoti più divertenti sono sempre quelli brutti. E per riallacciarci al tema energetico, ti racconto che ad un certo punto abbiamo dovuto far sparire i piumoni dagli armadi nella stagione estiva perché accadeva spesso che i nostri ospiti tenessero una temperatura talmente bassa in camera da aver bisogno del piumino sul letto ad agosto. Ho visto spesso la condensa uscire da sotto le porte come da una cella frigorifera.

5  Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine soggiorno fa venire voglia di starci insieme più tempo? Si può diventare amici degli ospiti e mantenersi in contatto anche dopo?

Tutti gli ospiti sono speciali, ma si diventa amici di quelli a noi affini, anche se parlano un’altra lingua, se vivono a migliaia di chilometri di distanza da noi. I nostri migliori amici / ospiti provengono dal Brasile, dal Giappone, dagli Stati Uniti, dall’India, dall’Inghilterra, dalla Scozia, dalla Germania, dalla Francia. Ed hanno in comune una sensibilità simile alla nostra, non saprei dire che cosa esattamente, è quell’elemento che ci rende subito riconoscibili come anime affini e che abbatte qualsiasi barriera.

6  L’ospitalità si compone di tanti fattori, secondo te quali doti o talenti deve avere chi se ne occupa, e cosa si impara invece lavorando “sul campo”?

La dote principale è la disponibilità verso gli altri, è il piacere di ospitare, l’entusiasmo di conoscere.

Credo che con questo presupposto di partenza chiunque possa diventare un bravissimo padrone di casa.

La nostra casa è sempre aperta agli amici, abbiamo spesso persone a cena, senza nemmeno organizzare troppo, è il piacere di stare insieme. Forse parte tutto da questo aspetto del nostro carattere.

Lavorando sul campo, ossia ospitando viaggiatori stranieri, abbiamo imparato moltissimo sulla nostra stessa città. Spesso capita di ospitare studiosi d’arte o comunque persone che lavorano in questo campo e parlando con loro abbiamo scoperto opere che non conoscevamo e luoghi nascosti. Ma la cosa più straordinaria è poter vedere la città attraverso gli occhi di qualcuno che arriva a Venezia per la prima volta, poter assaporare quella meraviglia, quello stupore e poterlo assorbire per stupirci ancora dopo anni. Non finiamo mai di apprezzare Venezia anche grazie ai nostri ospiti.

7  Ospitare delle persone significa anche uscire, far conoscere le persone e il territorio “dietro” una struttura. In altre parole viaggiare. Come pubblicizzi la tua struttura? Dove vai quando non sei impegnato al lavoro?

Non siamo così bravi a pubblicizzarci, è un lavoro a tempo pieno e noi abbiamo già il nostro lavoro come architetti, oltre che due figli a cui cerchiamo di dedicare tutto il tempo libero. Abbiamo un sito che abbiamo costruito con molta dedizione, cercando di fare in modo che esprimesse chi siamo nel modo più trasparente possibile e siamo presenti sui principali portali di prenotazioni on line, ma facciamo fatica a seguire i social.

Nonostante i molti impegni cerchiamo di seguire gli eventi della città, di visitare le mostre più interessanti, soprattutto quelle che hanno maggiore attinenza con il nostro lavoro di architetti e designer.

Camminiamo moltissimo, entriamo spesso nelle chiese visitate mille volte per il piacere di rivederle o per farle vedere ai nostri bambini. Crediamo sia importante educare i bambini alla bellezza, cerchiamo di evitare che diano per scontata tanta bellezza solo perché ne sono circondati quotidianamente.

E poi abbiamo un serio (eh eh) interesse per il cibo per cui conosciamo molto bene tutte le offerte veneziane e possiamo consigliare qualsiasi tipo di ristorante o osteria per qualsiasi gusto.

8  Consiglieresti a un giovane di occuparsi di ospitalità? SI – NO – Perché?

Naturalmente sì, se è un entusiasta!

*** Post in collaborazione ***

Per saperne di più:

http://www.leterese.com/index.html

https://www.kanzarchitetti.com/

Ti è piaciuto questo post sui miei amici? Blogger. Guide turistiche. Vignaioli. Allora leggi anche gli altri, li trovi qui:

Inoltre vi consiglio di leggere...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *