San Lorenzo Bellizzi è un piccolo borgo arroccato ai piedi del massiccio del Pollino in Calabria, provincia di Cosenza. L’anno scorso ho partecipato alla festa patronale del 10 agosto, giorno di San Lorenzo. Da spettatrice ho seguito la processione per le vie del paese, su e giù per i vicoli dove la piccola comunità sanlorenzana si riunisce in questo giorno di festa, al culmine degli eventi estivi. Nell’estate 2023, particolarmente calda, è stato piacevole per me trascorrere qualche giorno nel parco del Pollino ed esplorare una zona di confine tra la Calabria e due regioni più famose, Puglia e Basilicata, accomunate da storia e tradizioni secolari.
La festa patronale di San Lorenzo

Visitare San Lorenzo Bellizzi in occasione delle celebrazioni del santo patrono, giovedì 10 agosto 2023, mi ha permesso di vedere tutto il paese pieno di gente, con la statua di San Lorenzo sorretta da una portantina. La processione era aperta dal sindaco, vescovo e prelati davanti a tutti. Dietro la banda seguiva con la sua musica, alternata alle parole del vescovo. E dietro ancora c’erano tutti gli altri: le persone vestite a festa e i visitatori come me. Una manifestazione popolare colorata, sentita, vera, iniziata con la messa in chiesa e proseguita in processione.
Dalla parte superiore del paese, lo Sgrotto, siamo scesi lentamente per i vicoli del borgo fino alla piazza nella parte inferiore. E poi di nuovo su per riportare la statua in chiesa, per una durata di circa due ore. Non si può spiegare l’intensità e la partecipazione a questo rito popolare: le processioni accomunano tanti paesi del nostro sud e invece, qui al nord, sono molto meno frequenti.


Accanto agli aspetti religiosi, senz’altro presenti, a San Lorenzo Bellizzi ho trovato tanta umanità. Ho visto una comunità con la voglia di stare insieme, nonostante qui siano rimasti soprattutto gli anziani e nonostante in passato ci fosse molta più gente alla festa patronale (così mi hanno detto). Gli accenti mescolati delle persone che parlano fra loro, in italiano e in dialetto calabrese, le voci sovrapposte al sacro rumore della processione, hanno portato ciascuna il proprio bagaglio.
Una vita da raccontare, l’ultimo anno trascorso chissà dove, prima di tornare al paese. Tutto ciò ha creato un suono di sottofondo che correva fra i vicoli e gli slarghi, lanciando dagli affacci sulle timpe il proprio messaggio personale. Dopo l’estate il borgo si svuota quasi del tutto. Molti sanlorenzani per il resto dell’anno stanno via di qua, in città come Cosenza che è il capoluogo più vicino. Chi va a studiare, molti vanno su a Bologna, difficilmente rientra a meno di concrete possibilità lavorative. Dell’emigrazione si è detto tutto, non devo certo io aggiungere elementi. Il turismo delle radici sta cercando di far tornare ai paesi d’origine coloro che sono emigrati. Qui ci sarebbe moltissimo materiale.
Dove si trova San Lorenzo Bellizzi
Situato ad una altitudine di 830 m slm, San Lorenzo Bellizzi conta soli 500 abitanti, dei quali meno di 100 vivono nel borgo. Oltre 400 persone invece stanno nella parte nuova del paese, lo Sgrotto, costruito in cima alla collina a seguito di alluvione nel dopoguerra. Il comune di San Lorenzo Bellizzi confina con i comuni calabresi di Castrovillari. Cerchiara. Civita. Frascineto. Più Terranova Pollino in Basilicata, provincia di Potenza.
Come arrivare a San Lorenzo Bellizzi
Raggiungibile più comodamente in auto, a San Lorenzo Bellizzi si arriva sia provenendo dall’autostrada Salerno – Reggio Calabria, sia dalla statale ionica, dal vicino comune di Cerchiara di Calabria. Una strada tortuosa di 13 km sale in quota attraversando scenari selvaggi, tra i panorami del Pollino e gli scorci sul mare.
Il più vicino aeroporto è Lamezia Terme (a 150 km), a seguire vi sono Bari e Brindisi (a 210 km). Se volete arrivare in treno le stazioni più vicine sono Trebisacce e Sibari, da dove si prende il bus S. A. J. Per San Lorenzo Bellizzi. Io sono scesa in auto facendo una volta ciascuno entrambi i versanti, scendendo lungo l’adriatico e salendo lungo il tirreno.
Cosa vedere e fare a San Lorenzo Bellizzi

Ho visitato il centro storico di San Lorenzo prima e dopo la processione del 10 agosto. Ma qui è la natura a farla da padrona. Volevo camminare verso le Timpe (Timpa Sant’Angelo, Timpa Falconara) e all’ingresso delle gole del Raganello (chiuse) ma le strade per arrivarci sono dissestate, poco percorribili, e a un certo punto sono tornata indietro. Gli accessi ai sentieri sono poco chiari. Sembra che i sindaci dei due comuni afferenti alle gole, Civita e San Lorenzo Bellizzi, si stiano adoperando per la riapertura in sicurezza, almeno parziale.
Molto belli i paesaggi naturali dominati dal pino loricato, simbolo del parco del Pollino, e addomesticati solo in parte dalle attività umane. Attorno a San Lorenzo si trovano piccoli campi coltivati a cereali, vigneti, oliveti che con le loro chiome argentate punteggiano il paesaggio fin su verso i boschi e le montagne. Le attività agro – silvo – pastorali sono ben visibili nei mesi caldi, in giro troverete greggi e mandrie sia al pascolo sia allo stato brado. Da questi i pastori e allevatori ricavano prodotti pregiati come i formaggi. Ma troverete anche i cani da pastore che alle bestie fanno la guardia, guai ad avvicinarsi!
Agosto a San Lorenzo Bellizzi

Ogni sera il comune ha organizzato dei concerti in piazza molto affollati, tra questi l’evento clou era sabato 12 con The Kolors, il gruppo che con la hit Italo Disko ha infiammato l’estate italiana. Anche prima però si sono esibiti gruppi locali e vecchie glorie della musica italiana, che personalmente ho molto apprezzato.
Giovedì 10 agosto concerto di Adriano Pappalardo. Prima, mercoledì 9 agosto, musica folk con Ciccio Nucera e Antonio Grosso, al termine di una giornata dedicata al paesaggio e alla creatività con escursioni, degustazioni, letture di Dante che hanno animato le vie del borgo e i sentieri circostanti.
Per tutto il mese di agosto a San Lorenzo Bellizzi si succedono eventi, incontri e approfondimenti culturali, grazie a diversi progetti che vedono coinvolti, fra gli altri:
- AIGAE,
- i Borghi autentici d’Italia,
- la Proloco Pollino orientale.
Altri punti di interesse


Le due chiese in centro storico, tra cui la cappella della Madonna del carmine, sono chiuse perché pericolanti. In località Crocifisso c’è un’altra antica chiesetta tutta in pietra, ma è chiusa pure questa.
Il Museo dell’arte contadina e antichi mestieri è in allestimento, una bella collezione delle tradizioni popolari abbinata a mostra d’arte con quadri di autori locali. Il museo era aperto di giorno, attorno alla data del 10 agosto per San Lorenzo.
Alla grotta di Pietra Sant’Angelo, poco prima dell’ingresso al paese, abbiamo trovato un antico insediamento neolitico e gli scavi archeologici in corso. Molto interessante!
Le testimonianze storiche non mancano a San Lorenzo Bellizzi, oltre alle suddette grotte preistoriche sappiamo che il borgo esisteva già in epoca bizantina. E non solo. Spartaco passò di qui con le sue truppe oltre duemila anni fa, all’epoca degli antichi Romani. La leggenda narra che sia morto qui vicino. La storia locale ricorre in numerosi toponimi, fra cui il nome stesso San Lorenzo Bellizzi vorrebbe indicare l’inizio di una battaglia.
Guide escursionistiche locali sono reperibili sulla pagina Facebook, o tramite passaparola. Non c’è un elenco ufficiale. Le escursioni organizzate partono di solito con almeno quattro partecipanti. Durano 4 – 8 ore a seconda della distanza e difficoltà. I programmi prevedono di partire ora da San Lorenzo per le timpe sovrastanti, oppure ci si porta in auto sull’altro versante del massiccio del Pollino.
Informazioni turistiche

All’ingresso del borgo ci sarebbe la sede della Proloco Pollino orientale ma spesso è chiusa, e un info point con delle bici parcheggiate al suo interno. Queste dovrebbero essere disponibili per il noleggio, ma ad agosto scorso il servizio ancora non era attivo.
Mangiare e dormire a San Lorenzo Bellizzi
L’ospitalità diffusa è data da diversi B&B in centro e fuori, e da alcuni agriturismi dove si può mangiare e fare esperienze autentiche, immersi nella natura del Parco del Pollino. Ho soggiornato in due diversi B&B.
La terrazza del regista


Salvatore gestisce questo bel B&B situato a un chilometro dal centro storico in località Crocifisso, dove c’è l’omonima chiesetta. Si chiamava B&B Crocefisso, infatti, fino a poco tempo fa. Nato nel 2012 è un grande appartamento con terrazza tutta in legno, con bella vista sulla montagna. Appena ristrutturato per ospitare famiglie e gruppi, consta di una camera matrimoniale con bagno, e due camere (una con letto matrimoniale e una con letti a castello) con bagno condiviso. Sala giorno attrezzata con divano letto, tavolo e cucina completa di tutto, frigorifero, cucina a gas ecc.
Pur non fornendo la colazione, nella dispensa c’è tutto l’occorrente per farsela da soli. La possibilità di cucinare è comoda, soprattutto nei pernottamenti più lunghi o di gruppi numerosi o famiglie. Wifi. Parcheggio sottostante con spazio per un paio di autovetture. La nuova ragione sociale La Terrazza del Regista ricorda il film Il Buco premiato nel 2021 alla mostra del cinema di Venezia. La pellicola è nata proprio qui, a dire del titolare Salvatore, e alla sua realizzazione egli ha partecipato attivamente.
La fonte di acqua purissima che sgorga vicino al BEB è preziosa, vi ho attinto diverse bottiglie da portar via. Questa è un’attrazione che andrebbe pubblicizzata meglio.
La stella del Pollino affittacamere

Anna Rosa la titolare sta nel vicino paese di Villapiana, qui in paese la madre e la sorella si occupano dell’accoglienza ospiti, lei viene su ogni tanto. Siamo nel borgo in posizione comoda per arrivare in auto e parcheggiare vicino. Vi sono due ingressi a cui si accede dai due lati di un vicolo, da entrambi dei quali si vede l’insegna del BB. Ad accogliere gli ospiti dalla mia parte c’è una botte, due sedie di legno impagliate e due fiaschi di vino.
Il B&B consta di due piccoli appartamenti adiacenti, si può scegliere fra “camera e cucina” o “solo camera”. Il più grande è appunto attrezzato con cucina ed è utilizzato soprattutto da famiglie. Il più piccolo (dove ho dormito io) ha una camera matrimoniale, una cameretta con letto a castello, un bagno. Dotazioni per gli ospiti: frigorifero e macchinetta del caffè con le cialde. I mobili sono in legno e l’arredamento è curato.
Non c’è wifi e questo è stato un disagio per me. Non l’ho chiesto, dando per scontato che ci fosse (forse in questo ho sbagliato) e mi sono sentita “isolata” durante il soggiorno. Ho potuto collegarmi dalla piazza al wifi pubblico e chiamare casa (il mio gestore Wind non prende quasi da nessuna parte a San Lorenzo Bellizzi). Anna Rosa ha detto che sta discutendo con il gestore per rimetterlo.
Il Pino loricato


Il bar ristorante Pino loricato è situato vicino alla piazza del borgo di San Lorenzo Bellizzi, ed è l’unico ristorante rimasto dopo che altri locali hanno chiuso. Si trova in posizione ottima con vista sul borgo e le timpe, la terrazza che dà sulla montagna è il punto forte ma sono comode pure le due sale interne, specie se fa freddo.
Il pino loricato dovrebbe offrire la cucina tipica sanlorenzana e darle risalto, quella che io chiamo una ricca cucina povera ed è la ricchezza del sud. Piatti di sostanza senza fronzoli, dove si possono scegliere materie prime di origine animale (carni e formaggi locali) o vegetale, legumi pregiati, pane freschissimo.
Alcuni di questi:
- prosciutto,
- pasta ca muddica,
- scurz,
- formaggi,
- peperoni.
Il famoso prosciutto di San Lorenzo fatto con il maiale locale è poco pubblicizzato, lo servono al ristorante ma senza dargli il risalto che meriterebbe. Viene trattato come un prodotto in via di estinzione ed è un peccato.
Io però ho mangiato solo pietanze vegetariane:
- formaggio fresco,
- fagioli,
- patate e peperoni,
- cavatelli con fagioli e finocchietto selvatico,
- pasta ai funghi porcini.
Ho bevuto vino, un rosato di Cirò molto buono. E un amaro del capo per finire le mie serate in bellezza.


Il pino loricato non ha prezzi popolari, il menù si trova su un pannello affisso all’interno del locale ma il personale lo legge per voi, quando prende le ordinazioni. Si tratta di un’impresa familiare (coi pregi e difetti di tale situazione) un poco disorganizzati ma buone persone.
Cenare al pino loricato vicina ai sanlorenzani mi ha permesso, alla fine del soggiorno, di sentirli ormai come degli amici, anche se mi hanno sempre guardato con un po’ di stupore.


Il giorno della festa di San Lorenzo ho cenato con dei panini presi ai banchetti nelle vie del centro, dove c’erano anche altri locali aperti. Al panificio nel borgo la titolare Carmela è gentile e la sera allestisce dei tavolini all’aperto dove in stagione serve la pizza, cotta nel forno a legna. Locale nascosto e difficile da trovare.
Su allo Sgrotto vi sono due baretti, uno frequentato dai giovani e uno (che è anche minimarket) appannaggio degli anziani che giocano a carte nei tavolini all’aperto.
Fuori dal centro nelle contrade ci sono diversi agriturismi, è opportuno verificare le aperture e i menù per organizzare la visita. Sono aperti quasi sempre a pranzo. Le strade di accesso sono tortuose e in parte sterrate.


Azienda agricola Zipparri è l’unico agriturismo vicino al paese, si trova a meno di due chilometri di distanza sulla strada per Cerchiara. Molto carino il figlio del titolare ha descritto le loro attività che credo siano comuni a tutte queste aziende. Allevamento animali, produzione formaggi, coltivazioni arboree come ulivo, vite e alberi da frutto. Vendono il pecorino a 14 euro al chilo.
Zipparri sta all’incirca di fronte al cimitero, ho approfittato per entrare e darci un’occhiata e vedere come sono disposte le tombe, in modo diverso dalle nostre città.
Di giorno non ho mai fatto un vero e proprio pranzo, alla fine della processione ho preso una birra allo Sgrotto e dei taralli al panificio.
Cosa cercavo a San Lorenzo Bellizzi?


Cercavo la pace per sfuggire a un’estate caldissima con tanti luoghi turistici italiani troppo affollati. A San Lorenzo Bellizzi ho trovato tutto questo e molto di più: è un piccolo paese delizioso che si raggiunge dalla pianura, tramite strade tortuose dai bei panorami, sia verso il mare Ionio, sia sul Pollino.
Dal centro si può salire in auto verso le Timpe per camminare, e alle gole del Raganello anche se si può solo vedere l’ingresso perché sono state chiuse, dopo l’incidente del 2018 con 10 vittime. Qui a San Lorenzo Bellizzi siamo nella parte superiore delle gole, nel vicino comune di Civita c’è la parte inferiore, anch’essa chiusa (c’è un progetto di riaprirla). Peccato perché per molti anni esse sono state un paradiso per le pratiche outdoor, hanno richiamato gli appassionati di rafting e canyoning a livello internazionale… che ora vanno dall’altra parte del Pollino, in Basilicata.
E nei giorni normali? San Lorenzo Bellizzi di giorno ha una bellezza accecante e la sera si trasforma in un presepe, con i profili delle vecchie case illuminate da una fioca luce. Colpisce i visitatori per tante caratteristiche:
- le vecchie case in pietra abbarbicate l’una sull’altra,
- i vicoli, le tante scale, i vasi di fiori che abbelliscono le porte delle case ancora abitate,
- i panorami verso il Pollino e a valle,
- il silenzio surreale che avvolge tutto e tutti,
- l’aria pura che si respira,
- i murales che danno un tocco di colore alle pareti delle case e lanciano messaggi di stampo sociale e politico.


Questo fascino si sente, nonostante molte case siano abbandonate e diroccate. Gli abitanti sono soprattutto anziani, alcuni diffidenti (NO foto!) altri sorridenti che mi parlano in calabrese stretto e io non capisco bene cosa mi dicono. I giovani dopo la scuola se ne vanno, le case sono aperte solo nei mesi estivi o affittate (ai turisti e agli emigranti che rientrano al paese per le ferie).
L’abbandono è dovuto al lento franare verso valle, un progressivo scivolamento che ancora non si è riusciti a fermare del tutto, e si vede anche sull’asfalto crepato delle strade. Più in alto è stato costruito il nuovo nucleo abitativo detto Sgrotto dove vive almeno l’80% dei 500 abitanti di San Lorenzo Bellizzi. Accanto alle case popolari, costruite quando è iniziato il dissesto del paese, si trovano la chiesa, il municipio, scuole, bar e minimarket. Sono tutti edifici moderni e funzionali.
I lavori in corso per mettere a posto vicoli e case hanno avuto un’impennata nel 2019 quando la troupe del film “Il buco”, del regista Michelangelo Frammartino, ha trascorso ben sette settimane a San Lorenzo Bellizzi e dintorni, per girare la maggior parte delle scene. Il film è stato premiato alla 78ma mostra del cinema di Venezia, nel 2021.


San Lorenzo Bellizzi mi ha stregata ma devo anche dire delle cose che mi hanno lasciato l’amaro in bocca. Un paese semi abbandonato è bello da visitare, ma al contempo colpisce per il suo futuro incerto, i servizi e le scarse infrastrutture a disposizione degli abitanti e dei turisti. Pochi alloggi, un solo ristorante, una panetteria. I cartelli presenti in paese e sulle strade di accesso indicano vari servizi generici e uffici pubblici. Dai miei B&B ho ricevuto molto aiuto in tutto, mi hanno detto più volte “Chiedi a me” ma non posso pensare di dipendere dalle persone per qualsiasi cosa, informazione, servizio, se tali servizi non sono erogati da chi di dovere o sono carenti o limitati nel tempo. Le persone che ho incontrato sono state gentilissime e oltre a darmi indicazioni per le visite, mi hanno portato in giro, con le guide loro amici.


Non poteva mancare una degustazione di vini nei dintorni di San Lorenzo Bellizzi, mi sono fermata nella vicina Frascineto a visitare una piccola cantina che produce vini bianchi e rossi da vitigni autoctoni. E poi a Civita che condivide con Frascineto l’appartenenza ai borghi di etnia Arbereshe, gli abitanti infatti discendono dagli antichi Albanesi che si insediarono qui, in fuga dal loro paese, dalla fine del XV secolo. La loro storia mi affascina un sacco, la statua – anzi il busto – di Skanderbeg che troneggia nelle piazze di ogni paese è un richiamo irresistibile per me. Ma questa è un’altra storia.
Dopo il mio soggiorno posso dire che sento un po’ San Lorenzo Bellizzi come casa: i luoghi e le persone incontrate mi hanno riempito di attenzioni, pur negli oggettivi problemi che abbiamo riscontrato e ammesso tutti, sia io sia loro, come le difficoltà di accesso. Ascoltare casualmente alla radio, al mio arrivo, il tormentone dell’estate Italo Disko dei The Kolors è stato significativo. Ho fatto tante cose e altre ne ho da fare a San Lorenzo Bellizzi, uno dei tanti piccoli borghi che punteggiano l’Italia da nord a sud. Vorrei vederlo nelle mezze stagioni, primavera e autunno, e pure in inverno quando dev’essere suggestivo ma poco raggiungibile. Insomma ho voglia di tornare! Soggiornare qui è una esperienza a tutto tondo e certo non da fare in modalità mordi e fuggi.
Fare base a San Lorenzo Bellizzi è una buona occasione per esplorare i dintorni come ho fatto io, a partire dai cinque comuni confinanti, tutti diversi e pieni di suggestioni che vanno dalla natura alla cultura, dall’enogastronomia alle tradizioni popolari.
- Castrovillari.
- Cerchiara.
- Civita.
- Frascineto.
- Terranova del Pollino (PZ).
Più che un paese da visitare, San Lorenzo Bellizzi è un luogo da vivere.
Il racconto continua.
Post sponsorizzato in collaborazione con AITB – Associazione italiana travelblogger