Di ritorno dal Perù ho sentito come sempre il bisogno di leggere un libro sul paese visitato. Mario Vargas Llosa è stato il primo autore “selezionato” e qui lo nominerò più volte, ma ce ne sono e ce ne saranno altri. Con i libri ho continuato a sognare, a desiderare il mio ritorno e un nuovo viaggio. Grazie alla lettura sono tornata in tre parti diverse del Perù, in luoghi visitati e non, tanti posti collocati in diverse regioni.
Ho rivisto le strade di Lima dove andavo per lavoro negli anni Novanta, quando il mondo era diverso e pure io. Sono tornata nella valle sacra fra Cuzco e Machu Picchu per poi andare oltre le Ande. Ho superato le montagne e mi sono immersa nella foresta amazzonica verso il nord del Perù, in attesa di prendere una barca per arrivare a Iquitos nel prossimo viaggio.
Ho persino abbracciato la spiritualità che non sarebbe oggetto delle mie ricerche letterarie, ci sono incappata per caso e mi ha preso così tanto che ora desidero approfondire. Ho iniziato con tre libri e ce ne sono tanti altri da leggere ovviamente, a metà fra i romanzi e i saggi, libri di autori peruviani e non solo.
Lascio qui un breve elenco di titoli

La parte del leone spetta a Mario Vargas Llosa che ho trovato anche in biblioteca:
- Il paradiso è altrove
- Avventure della ragazza cattiva
- I quaderni di Don Rigoberto
E poi ci sono amici preziosi che me li hanno addirittura consigliati in lingua originale:
- La fiesta del chivo di Mario Vargas Llosa
- Tiempos recios di Mario Vargas Llosa
- Huella de tigre di Maica Guerrero
- Niente da fare monsieur Baruch di Julio R Ribeiro
Sarebbe bellissimo leggere in spagnolo e so che ce la posso fare.
Mi sono pure imbattuta in una trilogia
Pubblicata da Mondadori ora mi attende, presa al volo a uno scambio libri, parla sempre di spiritualità:
- L’ombra del puma
- La scelta di Anamaya
- La fiamma di Machu Picchu.
Buona lettura amici, e grazie per i consigli che vorrete darmi anche voi sui libri ambientati in Perù!
La casa verde di Mario Vargas Llosa

Posso recensire un libro che non mi è piaciuto? La casa verde è il secondo romanzo scritto da Mario Vargas Llosa uscito nel lontano 1966. L’ho cercato e scelto in biblioteca e, nonostante le mie aspettative elevate, non mi ha detto nulla. Cercavo le sensazioni della foresta amazzonica e le strade peruviane, quelle del nord del paese a Piura che ancora non ho percorso. Ma il premio Nobel mi ha lasciato un affresco confuso di luoghi e persone, raccontati su diversi piani temporali tanto da fare una gran fatica a seguirlo. Vi ho cercato anche la Pachamama senza successo. Peccato perché già il titolo La casa verde (fra l’altro uguale in spagnolo e italiano) mi ha messo curiosità per i suoi tanti significati. Einaudi lo ha fatto uscire nel 1970 e forse, come dice una delle poche recensioni trovate online, lo ha tradotto male.
La mia immagine del luogo
Più che una immagine legata a questo libro, non essendo stata nei luoghi descritti ho potuto sognare a lungo. Durante la lettura de La casa verde ho sentito l’odore della foresta entrarmi di nuovo nelle narici. Quell’aroma umido di terra e foglie quando lo senti la prima volta ti resta dentro per sempre, è bello e brutto, come una costante anche se noi ci passiamo dentro per poco, è difficile da immaginare. Leggendo la casa verde mi sono sentita come in una serra, greenhouse in inglese, che potrebbe essere la traduzione del titolo.
Il ritorno dell’inka di Elizabeth B Jenkins

A prima vista non era proprio il mio genere di libro ma, conquistata dalla copertina, ho messo da parte i pregiudizi e mi sono tuffata nella lettura. Ho riconosciuto i luoghi visitati del Perù (alcuni non tutti) e ho sognato i luoghi a me sconosciuti. Assieme alla spiritualità il libro tratta il viaggio, anzi i viaggi dell’autrice, su e giù dagli USA al Perù alla ricerca dei riti degli Incas. Grazie all’amicizia con le persone che a tali riti si dedicano, tocca e prova pratiche non spiegabili razionalmente. Crederci? Non crederci? Vorrei essere razionale ma non ci riesco e dopo aver letto Il ritorno dell’inka sono attratta sempre più da quello che gli spiriti possono dirci, se li avviciniamo con mente e corpo aperti. Condizione necessaria ma non sufficiente è crederci. Noi a loro e loro a noi.
La mia immagine del luogo
L’ho scritto qui sopra, ci sono luoghi visti e luoghi sognati nel libro che mi ha riportato in Perù con una potenza, e a tratti una forza e violenza incredibili. Queste forze avrebbero persino potuto farmi male, invece mi hanno fatto bene, mi hanno messo in pace, con un potere taumaturgico riscontrato poche volte prima d’ora.
La zia Julia e lo scribacchino di Mario Vargas Llosa

Di ritorno dal Perù ho sentito come sempre il bisogno di leggere un libro sul paese visitato. Se la scelta dell’autore è stata facile meno facile è stata la scelta del titolo. La biblioteca mi ha aiutato e così mi sono trovata fra le mani questo romanzo del 1977. Forse è un titolo minore rispetto alla cospicua produzione dello scrittore peruviano, premio Nobel per la letteratura. Ma che bel libro! Lo avete letto? Di Vargas Llosa mi consigliate altri titoli? Innanzi tutto La zia Julia e lo scribacchino è una storia d’amore ambientata a Lima con frequenti incursioni alle regioni e stati limitrofi, Bolivia per prima, i luoghi da dove vengono i protagonisti. Il giovane aspirante scrittore si innamora della zia più grande, divorziata, e fa di tutto per averla nonostante le famiglie e il destino si oppongano alla loro relazione, impossibile per i canoni dell’epoca. Attorno ai due ruotano le storie dei colleghi, dei familiari, dei peruviani. Sono storie ora felici, ora tragiche. Molti capitoli finiscono in sospeso, si potrebbero vedere a teatro. Sullo sfondo ci sono i cambiamenti sociali dell’America Latina positivi e non. Lima è pure lei sullo sfondo, la capitale peruviana mostra i suoi abitanti di ogni classe sociale, i quartieri di lusso e i sobborghi mal frequentati. Ci sarà un lieto fine?
La mia immagine del luogo
A Lima sono stata per lavoro alcune volte negli anni Novanta quando vendevo le macchine per fare il pane, lo scrivo sempre abbiate pazienza, ma tengo molto a questo periodo glorioso della mia vita professionale. Di Lima conservo un ricordo ampio come la capitale stessa. Ho visto la città come Vargas Llosa l’ha raccontata in questo libro, una megalopoli tentacolare, protesa verso il mare (Oceano pacifico) e attaccata alla Pachamama (la madre terra) con la sua estensione immensa. Ho visto la nebbiolina (garua) che appiattisce i colori avvolgendo tutto e tutti nell’umidità perenne. Ho incontrato persone di ogni classe sociale e si sa, ogni capitale rappresenta un microcosmo sociale, e le disparità sociali in America Latina sono ancora più palpabili. Ho visto infine la storia travagliata, dall’arrivo dei conquistadores spagnoli in poi, e negli anni Novanta c’era Fujimori al potere e Sendero Luminoso che portava avanti una lotta forse giusta, ma con metodi di sicuro sbagliati. La zia Julia e lo scribacchino infine mi ha riportata ad Arequipa, città natale dell’autore premio Nobel che porta il suo nome in alto con il giusto orgoglio. La casa museo dedicata a Mario Vargas Llosa ospita cimeli, libri, premi.
Questo elenco non è esaustivo e verrà man mano aggiornato con nuovi consigli di lettura