Viaggiare in Basilicata fuori stagione, in autunno per esempio, permette di vedere questa piccola regione con i colori migliori, né accesi come in primavera, né bruciati dal sole in estate o grigi per il freddo invernale. Anche se per tutto l’anno si possono vedere paesaggi da cartolina in Basilicata – immaginate i borghi ammantati di neve nei prossimi mesi – nelle mezze stagioni come l’autunno ci sono tante cose da vedere e ci sono meno turisti. Il mare regala ancora il suo tepore: la Basilicata è bagnata da due mari, Tirreno e Ionio. La natura si sbizzarrisce per farci vivere un’esperienza sensoriale a tutto tondo.

Basilicata terra d’accoglienza

Novembre 2024 è stato il tempo per me di tornare giù in Basilicata, terra d’accoglienza. Ne ho gustato ogni momento a partire dal viaggio sul treno Venezia Bari, dalle sette di mattina. Quando ho rivisto il mare adriatico scorrere fuori dal finestrino, avvicinandomi, ho sognato il mio arrivo in terra lucana. Anche questa volta Elle Viaggi ha studiato un itinerario per me in parte noto, in parte nuovo, in giro per luoghi accoglienti fra mare e monti.

Per tre giornate piene, durante l’educational tour Basilicata terra d’accoglienza sono andata con colleghi giornalisti e blogger alla scoperta di borghi e tradizioni, nella loro versione / veste autunnale. Alloggiati vicino al mare lo abbiamo visto dall’alba al tramonto, placido, mai arrabbiato il Mar Ionio. Bello? No, bellissimo!

Abbiamo iniziato con la visita di una delle cinque comunità arbereshe lucane, che si trovano tutte in provincia di Potenza: San Costantino Albanese, San Paolo Albanese, Barile, Ginestra, Maschito.

La visita guidata a Matera, dentro i sassi e fuori nella gravina, ha illuminato la nostra giornata con emozioni nuove, prima fra tutte la visita alla Cripta del peccato originale. Matera è bella in ogni stagione! Guardate che sole abbiamo trovato.

Amaro Lucano ci ha aperto le porte per una visita ad Essenza lucano atelier d’impresa di Pisticci, allietato dalla presenza dei rappresentanti aziendali. La famiglia Vena è giunta alla quinta generazione, per una storia di successo iniziata nel 1894 che quest’anno pertanto festeggia l’anniversario numero 130!

E infine la cucina lucana, ci tengo a sottolinearlo, ci ha nuovamente sorpreso con i prodotti della tradizione, soprattutto cucina di terra, e con interessanti divagazioni per farne piatti leggeri e gustosi, sani e coloratissimi!

Le tappe del tour Basilicata terra d’accoglienza

  •  San Paolo Albanese.
  •  San Giorgio Lucano.
  •  Valsinni.
  •  Matera.
  •  Pisticci.
  •  Tursi.
  •  Rotondella.

San Paolo Albanese

San Paolo Albanese (PZ) è il comune più piccolo della Basilicata ed è circondato dai bellissimi paesaggi del Parco Nazionale del Pollino. Situato a 800 metri slm, ha meno di 300 abitanti e confina con altri cinque comuni di cui Alessandria del Carretto (CS) è già in Calabria, mentre gli altri quattro (Cersosimo, Noepoli, san Costantino Albanese, Terranova del Pollino) sono in provincia di Potenza.

Arrivo quassù eccitata come una bimba in gita scolastica: la mia curiosità riguardo le comunità di etnia arbereshe in Italia dura da sei anni quando, nel 2018, sono stata a Carfizzi in Calabria, la prima di una lunga serie di comunità albanesi in diverse regioni. Oggi visitiamo San Paolo Albanese in compagnia di Rosangela Palmieri, una guida d’eccezione preparatissima sulla storia del suo paese.

Al nostro arrivo diamo uno sguardo a monti e valli, con il fiume Sarmento che scorre sotto di noi. Tra le case in pietra, affiancate le une alle altre, spiccano portali in legno e ad arco che identificano le più antiche e nobili famiglie. Piazza Skanderbeg sta in cima al paese, qui cerco invano la statua, anzi il busto di Skanderbeg, per farmi un selfie. Com’è possibile che non ci sia? Sono anni che non solo in Albania di cui è l’eroe nazionale, ma in ogni paese arbereshe campeggia col suo sguardo fiero, la barba lunga e il fascino di un uomo diventato un mito, su entrambe le sponde del mare. Niente da fare. Diamoci alla cultura.

Mi piacerebbe vedere gli abitanti in costume tradizionale ma, invece che per le strade, li vediamo (i costumi) nel museo. Se c’è un luogo da visitare a San Paolo Albanese questo è il Museo della civiltà Arbereshe, sviluppato su due piani e con diverse sezioni tematiche che mettono in mostra, stanza per stanza, le case contadine com’erano con tutti gli oggetti di uso comune, utensili e suppellettili, costumi per le feste e i matrimoni. L’abbigliamento dei poveri è molto diverso da quello dei ricchi, ovviamente. La lavorazione della ginestra occupa un posto particolare per la sua unicità e i mille utilizzi che se ne fanno. Come per il maiale, anche della ginestra non si butta via nulla! Nel museo di San Paolo Albanese facciamo un tuffo nel passato attraverso gli oggetti preziosi che custodisce. Ripercorriamo la storia della comunità Arbereshe, fra tradizioni uniche e la ricchezza della cultura contadina che, per certi versi, è la stessa da nord a sud dell’Italia. La memoria è una bella cosa ma troppo spesso ce ne dimentichiamo: tutti noi dovremmo ricordare le nostre radici per apprezzare ciò che abbiamo, perché per esempio il benessere economico e sociale di oggi è stato conquistato con fatica e sacrifici dai nostri nonni.

Visitiamo infine la chiesa che segue il rito greco bizantino ed è ricca di tesori preziosi al suo interno, come i gessi e soprattutto le icone e statue in legno.

Le persone incontrate a San Paolo Albanese

Non c’è molta gente a dire il vero, salendo sentiamo una musica provenire da una casa e, incuriositi, saliamo una rampa di gradini per andare a vedere. Alle due persone che stanno suonando chiediamo lumi sulla cornamusa, ci raccontano con dovizia di particolari com’è fatta, dall’otre in pelle di capra che è l’elemento principale alle parti in legno. La cornamusa è lo strumento della tradizione musicale che si trova sempre nelle processioni, assieme alla fisarmonica.

San Giorgio Lucano

San Giorgio Lucano è situato ai piedi del Pollino, in provincia di Matera, nella comunità montana del basso Sinni di cui il fiume Sarmento è affluente. Siamo a 400 metri slm, San Giorgio Lucano ha un migliaio di abitanti. Confina con i comuni calabresi di Oriolo (CS) e Nocara (CS), e Cersosimo, Noepoli, Senise, Valsinni, tutti e quattro in provincia di Potenza.

Quando scendiamo dal pulmino, a metà mattina, ci troviamo nel centro del paese. Saliamo a piedi verso il centro storico, nella piazza del municipio ci raggiunge il sindaco Giuseppe Esposito per un saluto, per me l’occasione è ghiotta per farmi il consueto selfie. La nostra destinazione è più in alto dove fra murales colorati, vecchie case e palazzi nobiliari dei secoli XVI e XVII, c’è la chiesa madre. E poi qui ci sono centinaia di grotte adibite anche alla conservazione del vino, non stanno qui in centro, bensì fuori. Si possono intravedere con uno sguardo a valle.

Furono anche qui i profughi albanesi i primi abitanti, fra Cinquecento e Seicento, ma poi essi furono cacciati per favorire l’insediamento di popolazioni locali.

La chiesa madre seicentesca, dedicata a San Francesco d’Assisi, è di forma ottagonale inscritta in un quadrato. Ha le pareti interne affrescate e una statua lignea che ovviamente raffigura San Giorgio e il drago. Il santo si festeggia il 18 agosto. Le feste patronali e il presepe vivente sono fra le poche che ancora resistono in molte parti d’Italia. Qui a San Giorgio Lucano il presepe vivente si tiene in due giornate, il 26 e 30 dicembre. Le tradizioni che vedo vivere al sud Italia mi fanno sempre impressioni positive, perché invece su al nord, dove regnano l’economia e l’efficienza, queste cose sono in gran parte perdute.

Le persone incontrate a San Giorgio Lucano

Piazza del Carmine è il posto dove mi muovo in silenzio, mentre i miei amici bevono il caffè, per osservare la gente che passa per un saluto. Si fermano vari mezzi fra lo slargo e il bar, nella salita che porta al borgo antico e nella discesa verso valle, le persone si scambiano due parole e se ne vanno. All’interno del bar del paese ordiniamo da bere, mentre seduti fuori gli anziani giocano a carte e tengono viva la piazza come un baluardo, un presidio. Però ci sono solo loro, dei giovani manco l’ombra, infatti si lamentano che le nuove generazioni non restano qui e al paese rimangono solo i vecchi. Hanno ragione, che fare?

Valsinni

Valsinni si trova a 250 metri slm, in provincia di Matera. Ha 1300 abitanti che si chiamano Favalesi in onore del suo vecchio nome di Favale. I comuni confinanti sono in provincia di Matera (Nova Siri, Rotondella, San Giorgi Lucano), Potenza (Noepoli) e infine Colobraro e Nocara già in Calabria, provincia di Cosenza.

Abbiamo visitato Valsinni il primo giorno del tour, nel primo pomeriggio, dopo un pranzo sontuoso. Per me non era la prima volta: tornare in questo borgo arroccato, con il castello in cima e i ricordi di Isabella Morra, è sempre istruttivo. Qui a Valsinni è stato istituito il primo parco letterario del sud Italia, dedicato proprio a questo personaggio storico, la poetessa petrarchista vissuta nella seconda metà del Cinquecento.

Le vicende d’amore intricate di Isabella Morra, terminate in tragedia, delineano i caratteri di una femminista del suo tempo, una donna forte che ha molto amato e ha pagato il suo amore con la vita. Nel castello è possibile assistere a letture animate delle sue poesie, e a serate dedicate nei mesi estivi. Noi questa volta abbiamo assistito addirittura a una visita teatralizzata in costume.

Siamo andati a passeggio nel borgo di Valsinni, su e giù per vicoli e scale, dove si trovano citazioni poetiche della Morra. Carmen Chierico e  Manuel Santagata sono i due bravissimi attori che ci hanno raccontato la storia di Isabella Morra, rendendola ancora più avvincente e affascinante. Uno spettacolo molto bello anche per il contesto in cui è stato narrato. Valsinni è piena di luce calda nei mesi estivi ma in autunno, alle prime luci della sera, si illumina come un piccolo presepe.

Le persone incontrate a Valsinni sono davvero poche, in questo piccolo borgo però molti gatti gentilmente si sono messi in mostra per le foto.

Matera

C’è sempre un valido motivo per tornare a Matera anche dopo diverse visite, io ci sono arrivata la prima volta nel 2015 e mi batte sempre il cuore appena vedo i Sassi. Non faccio fatica a salire su e giù per le infinite scale di questa città, magica e antichissima e alla fine di ogni visita provo una struggente malinconia.

Durante Basilicata, terra d’accoglienza abbiamo fatto una passeggiata di due ore, la visita guidata in compagnia di Eustachio Vincenzo Montemurro verte sulle chiese e le piazze, sugli ampi spazi contrapposti a vicoli e gli spazi stretti che ne raccontano la storia, fra sacro e profano. Partiamo da Piazza Ridola e finiamo giù a San Pietro Caveoso, nel cuore dell’omonimo Sasso, passando per:

  •  Chiesa di Santa Chiara,
  •  Chiesa del Purgatorio,
  •  Chiesa e piazza San Francesco d’Assisi,
  •  Piazza e Palazzo Sedile,
  •  Piazza del Duomo, Cattedrale e Museo.

Una delle tante cose belle a cui si abitua l’occhio del visitatore attento, qui a Matera, è la presenza di opere moderne e sculture ardite che si stagliano sullo sfondo dei Sassi, a comporre un mosaico. Come le sculture dell’artista toscano Andrea Roggi queste opere in dialogo proiettano la città verso il futuro. Matera è una città che ha vissuto tante vite nel corso dei millenni. Da quando è stata insignita del titolo di Capitale Europea della Cultura 2019 è diventata sempre più famosa, sotto gli occhi di tutti: abitanti, turisti, registi di fama internazionale. E lo stesso si può dire dei dintorni di Matera, fatti di pieni e vuoti, fra terre che si estendono per un ampio orizzonte e le grotte, gli anfratti, gli scenari naturali e gli ambienti plasmati dall’uomo.

La Cripta del peccato originale

Fra il Parco della Murgia Materana, fra decine di chiese rupestri quasi invisibili all’esterno e mirabilmente affrescate all’interno, spicca la Cripta del peccato originale. Si tratta di un luogo unico e affascinante che finalmente ho visitato in questa occasione, con mia grande gioia. Dopo avere lasciato l’auto in un piazzale, si cammina e si scendono ripide scale per giungere infine all’ingresso della grotta.

Gli affreschi rappresentano alle pareti e al soffitto scene sia del Vecchio sia del Nuovo testamento. Sono opera di monaci benedettini e risalgono all’ottavo e nono secolo d.C. più di mille anni fa. Per questo vanno tutelati e protetti, con visite contingentate (a pagamento, su prenotazione) e un costante monitoraggio di temperatura e umidità. L’ambiente interno e nascosto (è stato scoperto solo nel 1963) è molto suggestivo ma non possiamo fare foto. Allora vediamola da fuori!

Le persone incontrate a Matera

Ci sono pochi turisti a novembre, almeno di giorno, vi sono locali chiusi, esercizi in ristrutturazione, cantieri aperti. Matera è sempre in fermento. La pace che si respira è totale e fa piacere quando arriva la gente da fuori, magari per visitare i mercatini di Natale. Dopo i gatti di ieri a Valsinni, ho trovato dei cani tenerissimi oggi a Matera, a passeggio con i padroni o distesi davanti a casa a prendere il sole.

Pisticci

Essenza Lucano è molto di più del museo d’impresa che ci si aspetta da un’azienda con 130 anni di storia. Pisticci Scalo è il luogo dove tutto è iniziato nel lontano 1894: non siamo nel centro storico ma a valle, vicini alle vie di comunicazione. L’attività della famiglia Vena è nata per passione in modo artigianale poi è diventata un simbolo, un marchio conosciuto nel mondo e un motivo di orgoglio per i lucani. Amaro Lucano appartiene tuttora alla stessa famiglia Vena arrivata alla quarta generazione.

Nell’etichetta di Amaro Lucano, che tutti conosciamo, è disegnata la storia aziendale con i numeri, i simboli di Pisticci e il costume, la “pacchiana”. Essenza Lucano racconta una storia lunga ben 130 anni, costellata di sfide, di discese e risalite, di successi e di slogan che sono da anni nell’immaginario collettivo. Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano!

Si accede ad Essenza Lucano gratuitamente, su prenotazione. La visita inizia dal giardino, un piccolo orto botanico a introdurre le erbe che compongono la ricetta, provenienti da luoghi vicini e lontani. Si prosegue nell’atelier con le macchine delle prime produzioni, i pannelli, i famosi manifesti pubblicitari e tante bottiglie di amaro in esposizione. Infine si conclude con una degustazione di amari fra passato e futuro.

Oltre all’amaro, l’azienda di Pisticci produce distillati e infusi aromatizzati che esporta in tutto il mondo. E seguendo le tendenze di mercato ha iniziato a esplorare le nuove frontiere dei liquori no alcool.

Assaggiamo:

  •  Un amaro zero fatto con le erbe solite (ricetta segreta) più camomilla, mirto, rosmarino. Tutti i materiali della bottiglia sono riciclati. Grado alcolico zero.
  •  Un amaro alla menta con aroma naturale di menta.
  •  Anniversario, l’amaro immesso sul mercato in occasione dei 120 anni di attività aziendale, cambiano la composizione e le note aromatiche per un prodotto più strutturato (gradi 34 invece di 28).

Tursi

Siamo di nuovo in provincia di Matera. Tursi si trova a 180 metri slm e ha quasi 5000 abitanti. Confina con sette comuni di cui Sant’Arcangelo è in provincia di Potenza, gli altri (Colobraro, Montalbano Jonico, Policoro, Rotondella, Scanzano Jonico, Stigliano) sono in provincia di Matera.

Quante cose da vedere a Tursi, ci ritorno sempre con piacere! Carmine Morisco, marito di Luigia Rabite, è la nostra guida super esperta che ci conduce prima nel centro storico, la Rabatana, poi fuori alla Madonna di Anglona.

Qui siamo al confine non fra due regioni, ma ben quattro. Noi ci troviamo in Basilicata e poi ci sono:

  •  Campania a nord ovest.
  •  Puglia a nord est.
  •  Calabria a sud.

Anglona in passato fu territorio ambito e conteso, perché collocato strategicamente fra i fiumi Agri e Sinni. Il nome completo della chiesa è Santuario di Santa Maria regina di Anglona.

Sempre per parlare di devozione e feste religiose, la Madonna di Anglona si festeggia il giorno 8 settembre. La statua è portata in processione, preparata come una sposa; il manto viene messo anche a Gesù bambino. San Filippo Neri è invece il santo patrono di Tursi e si festeggia il 26 maggio.

Situato a 500 metri slm, in provincia di Matera, Rotondella ha 2300 abitanti e confina con Colobraro, Nova Siri, Policoro, Tursi, Valsinni.

Rotondella

Rotondella è per tutti il balcone sullo Ionio grazie alla sua vista strepitosa a valle, fino al mare. Desideravo da anni visitare Rotondella dopo averne visto tante immagini, non solo sui social. Però quando arriviamo noi piove! Allora facciamo solo due passi e le foto di rito, poi proseguiamo le visite all’interno dei locali con molte pause golose…

Dopo un caffè al bar ci scaldiamo al Museo numismatico Nicola Ielpo. Le sue piccole sale mostrano diverse medaglie e soprattutto le monete dal conio particolare, per cui questo illustre abitante di Rotondella è diventato famoso. Alle pareti grandi immagini in bianco e nero ne ripercorrono la storia. Si deve proprio a Nicola Ielpo il cosiddetto doppio conio, quello delle monete da uno e due euro per capirci, che si maneggiano in tutto il mondo.

Fra i vicoli di Rotondella si distinguono antichi palazzi nobiliari, architetture civili e religiose del centro storico risalgono alla fondazione di Rotondella nel Cinquecento. Comprendono una torre di avvistamento e le due chiese: Sant’Antonio da Padova e la Chiesa madre.

U pastizz è la specialità di Rotondella. L’abbiamo fatto al Casone locale di Rocco. Cotto e mangiato! Questo ricco prodotto da forno è un PAT – prodotto agroalimentare tradizionale – a forma di mezzaluna, si fa con pochi semplici ingredienti, può essere farcito con carne macinata (agnello o maiale) o vegetariano. Si accompagna al vino rosso locale. E poi c’è sempre la pizza che nel forno a legna viene benissimo.

Conclusioni

Abbiamo mangiato tanto e bene durante Basilicata, terra d’accoglienza. La prossima volta ci mettiamo subito in cammino, così vediamo la Basilicata da un altro punto di vista, a passo lento. E soprattutto bruciamo tutte le calorie introdotte con i cibi e vini lucani!! Il Cammino Materano è solo una delle possibilità ed avendo diversi percorsi si adatta a diversi tipi di camminatori. Speriamo di riuscire a farlo l’anno prossimo. E grazie infine ai nostri angeli custodi di Elle Viaggi sempre presenti prima, durante e pure dopo il tour. Luigia e Carmine hanno reso il nostro soggiorno, ancora una volta, un’esperienza speciale. Grazie di cuore!

Ti è piaciuto questo post sulla Basilicata, il sud e isole? Allora leggi anche gli altri, li trovi qui:

Inoltre vi consiglio di leggere...

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. Required fields are marked *