Diario giornaliero del viaggio in Bengala e Sikkim, dicembre 2014 – gennaio 2015

Raiganj

Mercoledì 07 gennaio 2015

Facciamo colazione al baretto sgarrupato, col tizio che sciacqua le tazze a modo suo.

Questo scrivo sul diario di viaggio, ho piacere di “agevolare” alcune immagini.

Può sembrare banale ma merita passare mezz’ora in piedi a un baracchino. Anche perché poi corriamo…

I locali sono semplici ma fanno presto a prepararci colazioni buone e cheap.

I locali (persone) attorno a noi sono sorridenti e ospitali, curiosi nei nostri confronti.

Oggi e domani corriamo contro il tempo, e il traffico, e le cose da vedere, per arrivare a Kolkata affannati e stanchi. Discutiamo parecchio. Mangiamo di corsa. Passiamo in auto dodici ore al giorno.

Ci fermiamo per poche visite affrettate in cui gli indiani ci circondano con calore e affetto.

Sulla jeep ci alterniamo fra i sedili anteriori e posteriori, non sia mai che lasciamo solo a uno di noi il brivido di vedere dal davanti la strada, con tutti i suoi pericoli.

Dapprima io sto dietro, Claudio davanti. In mezzo Clara e Simona.

Malda è il grosso centro che attraversiamo oggi, fermandoci sopra a visitare Pandua, sotto a visitare Gaur.

Pandua è sede di un’antica e prestigiosa moschea, ora ravvivata da uno splendido giardino fiorito.

Così curato da stridere con la sporcizia e disordine che regnano sovrani, per le strade del villaggio.

Il West Bengala qui è lontano dalle principale attrattive turistiche e per questo senza (o quasi) turisti occidentali. Mi piace, mi interessano i suoi aspetti culturali e sociali. Questa zona rurale dell’India è particolarmente bella e vera, le risorse agricole e forestali rappresentano potenzialità immense per un loro sfruttamento intelligente ma non sono ben gestite. Arretratezza e modernità si trovano affiancate, gli investimenti in infrastrutture sono scarsi e tutti attendono il tempo dello sviluppo. Per ora si viaggia su strade pessime e autostrade malconce, piene di buche, prive di manutenzione, che di sera si trasformano in percorsi a ostacoli dove a ogni chilometro si rischia la vita. Noi vediamo tutto questo dal finestrino dell’auto, tra un paese e l’altro, nascosti tra capanne, alberi e ogni tipo di schifezza, si ergono testimonianze storiche super curate, belle e tutte per noi.

Peccato che siano così poco godibili dalla gente impegnata nella sussistenza, presa dalle incombenze quotidiane con mezzi davvero scarsi.

Dopo la moschea di Pandua visitiamo il vicino mausoleo, facendo a piedi i due chilometri che li separano.

A passeggio nel villaggio vediamo le persone, soprattutto giovani, al lavoro nei campi e nelle case.

Un bimbo appena nato sta in una culla, fatta di foglie e canne, come il neonato nepalese che vidi sette anni fa. Che flash!

Per attraversare di nuovo Pandua e arrivare a Gaur ci vuole molto più di un’ora.

Siamo bloccati nel traffico assordante per i mezzi a motore e la musica a palla che esce dalle auto.

Pare che ci sia una festa fuori città, dove i giovani accorrono accalcati in un bus, e già qui si danno alle danze.

Gaur è un sito grande con un parcheggio altrettanto grande strapieno di gente, quella che abbiamo incrociato prima. Da qui si accede agli edifici attraversando un bosco. Auto, moto, carretti, tutti sono venuti qui a festeggiare in questo luogo speciale che mescola sacro e profano.

Passiamo la maggior parte del tempo a passeggiare nel parco, assaliti bonariamente da giovani e famiglie che si sono radunati qui con vettovaglie da picnic, tonnellate di cibo, liquidi di ogni tipo e la solita musica a palla.

Sorridono e vogliono abbracciarci, chiedono foto e selfie insieme, insomma ci divertiamo con loro.

I miei tre pax non vorrebbero andarsene più.

Infatti vediamo poco, e non troviamo proprio l’accesso alla moschea principale, né al minareto.

A forza di chiacchierare e farsi foto con loro non riesco a raggiungere una parte del sito, dopo un po’ di ste cose io mi stresso. Questo rimane un luogo bellissimo e uno spettacolo umano da vedere, ma che stanchezza!

Quando riprendiamo la strada per Murshidabad sono quasi le 14, la strada è lunga, arriveremo al calar del sole, non potremo visitare nulla oggi. Uffa, la stanchezza si sente per tutti.

Con mezz’ora di strada in più, max un’ora, saremmo a Berhampore, verrebbe utile perché a leggere la LP il sito più importante è oltre. Ma a Bishnupur non arriviamo, né oggi né domani. Ci vorrebbero 7H di viaggio e 4H per la visita, non possiamo. Siamo indietro di un giorno in pratica, ma con le strade affollate e in cattive condizioni si procede lentamente, non si può far tutto.

Cerchiamo alloggio e troviamo un alberghetto basic, dove passiamo il minimo tempo indispensabile, collocato fantasticamente sulle rive del Gange, ne apprezzeremo la bellezza domani. Stasera vediamo ben illuminati i palazzi antichi in centro, e sappiamo che avremmo molto da visitare: moschee e templi, bellezza e opulenza. Le solite cose dirà qualcuno, io però vado matta per le vestigia del passato, di ogni popolo. E non mi stancherò mai di vederle. Anche se attorno a loro c’è la solita trascuratezza, so che c’è ma anche a questa non faccio l’abitudine.

In attesa dell’acqua calda per lavarci facciamo aperitivo nella lobby con …. la birra! Poi a cena non c’è, siamo in un locale semplice dove mangiamo bene, poi passeggiamo in centro e chiacchieriamo coi locali (che novità) e infine tutti a nanna.

UNO SGUARDO SULLE VISITE DI OGGI

RAIGANJ

Un comodo luogo di passaggio nella strettoia tra il West Bengala, il Bihar a ovest e Bangladesh a est. Un paesone con hotel sia in centro sia fuori, da utilizzare per spezzare il lungo transfer da / per Darjeeling.

PANDUA (MALDA)

Questo è un sito storico dove la moschea Adina e il mausoleo del 1300 sono protetti e curati, si tratta del terzo sito musulmano per importanza in West Bengala. Tutto intorno la vita nella campagna ricca e povera prosegue immutata da secoli, con piccoli villaggi da visitare a piedi per la gioia nostra e degli abitanti. Malda è la città principale, circondata dalla campagna ricca di campi di cereali (come il riso), legumi, cotone, semi oleosi, manghi e mele cotogne. Si dice che qui si coltivino i manghi più buoni del mondo. Tornarci a maggio è d’obbligo! Per noi Malda è sinonimo di caos e quasi 2h di coda in un traffico ingestibile, circondati da bus e fuoristrada con musica a palla tanto che pensiamo di essere finiti in mezzo a una festa. Può darsi, vedere voce sottostante…

GAUR

Come Pandua, anche Gaur è un piccolo paradiso per gli amanti dell’architettura. Un tempo capitale di ben tre dinastie dell’antico Bengala, una indù, una buddhista e una musulmana, Gaur è un luogo storico costellato di templi. Gli edifici più grandi sono una grande moschea con un bel minareto e un grande forte in mattoni rossi decorato con grazia. Vi sono tante altre rovine sparse, il tutto immerso in un bel parco boscoso. Ci arriviamo nel mezzo delle celebrazioni dell’anno nuovo (il 6 e 7 gennaio?) tanto che con fatica visitiamo il sito.

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