Diario giornaliero del mio viaggio in solitaria in Perù: terzo giorno

Il 7 novembre mi sveglio presto dopo la serata alcolica sulla terrazza dell’ostello. Vino e pisco mi lasciano la testa pesante e non si è nemmeno caricato il cellulare. Ma basta metterlo nelle mani del padrone perché tutto torni a posto, e io possa collegarmi al wifi per navigare e postare. Starò così per quasi due ore poi alle otto di mattina sono pronta per uscire. Devo fare colazione e ho circa tre ore per visitare Ica, prima di rientrare e andare a prendere il bus. Questa sarà una giornata lunghissima non tanto per le cose fatte, ma proprio perché mi porta lontano da qui e finisce a notte fonda. Café Lora si trova in Plaza de Armas ed è un locale molto carino, pieno di immagini alle pareti che raccontano sia la storia del caffè sia quella del Perù. il caffè è buono e il tramezzino riempie tantissimo. Mi danno anche un bicchiere di acqua filtrata fresca, spero non mi faccia scherzi!

Attorno a Plaza de Armas

Ci vogliono dieci minuti per arrivare in piazza dal mio ostello, è una strada dritta e trafficata con strade dove passano auto private e mezzi pubblici, vie laterali affollate, negozi sgarrupati, tanta gente in giro. Sopra la mia testa i fili scoperti ricordano che qui la sicurezza è un optional. La piazza è sempre il luogo ideale per ammirare la gente, le panchine invitano a sedermi ma non mi fermo. Expo Ica è il nome della fiera che si svolgerà nei prossimi giorni, dal 9 al 12 novembre, mi spiace tantissimo non esserci ma sono venuta qui in vacanza, mica per lavoro! Invece nel lontano e glorioso 1996 ho passato un anno intero a venire qui in Sudamerica, quando vendevo le macchine per fare il pane, anche alle fiere, un periodo indimenticabile. C’è un obelisco al cento e attorno tanti alberi ad alto fusto. I portici dipinti di giallo all’interno mi portano all’atmosfera coloniale, uno stile architettonico comune in America Latina e nel Caribe. Per me è una gioia vederlo ma per il Perù l’epoca coloniale fu un periodo travagliato. Giallo è anche il colore dei microbus, comodi e sempre presenti per trasportare la gente a poco prezzo. Accanto alla piazza ben due chiese le farebbero la guardia, fra cui la cattedrale con 250 anni di storia – vedere pannello. Ma sono chiuse e transennate con i calcinacci che giacciono a terra, per i danni dei terremoti fino all’ultimo del 2007 che ha distrutto molti edifici (quasi 8 gradi sulla scala Richter). Fa così caldo che già al Cafè Lora inizio a sudare, ho un colpo di calore che per fortuna riesco a gestire, fermandomi ogni tanto. Non bevo mai caffè zuccherato ma oggi faccio uno strappo alla regola. Respiro profondamente mentre cammino, cerco di mantenere la calma e stare all’ombra.

Visita del centro di Ica

Ica si sviluppa su un’area quadrata, partendo dal lato sud ovest giro in senso orario verso nord, a est poi a sud, prima di tornare in ostello. Passo per piazze con arredi moderni, fontane e statue celebrative. Viali pavimentati raccontano la storia e le bellezze locali, proseguo fino alla Catedral Loren moderna, ha pochi anni di vita, dove mi fermo per una visita. Questa sì è stata ricostruita dopo l’ultimo disastroso terremoto. Io non sono una paladina della modernità, vorrei che nuovo e vecchio potessero convivere sempre, ma fa piacere vedere un luogo di culto riportato in vita. All’interno la cattedrale sembra una delle nostre basiliche o piuttosto un santuario. Alle dieci le campane suonano come per richiamare i fedeli in chiesa, infatti molte persone entrano. Il giardino attorno alla chiesa è pieno di fiori e alberi che portano un po’ di frescura, mentre la temperatura è salita a 30 gradi e la luce si fa accecante. Fanno fresco anche le coperture di legno dove molte persone si fermano a riposare. E di legno sono i baracchini per i souvenir. Pannelli esplicativi campeggiano nel piazzale della chiesa, narrano la storia locale, le linee di Nasca e altri siti, e vi sono i busti di personaggi famosi. Di fronte un edificio porticato sembra adibito a mercato, un altro ospita il locale ordine dei giornalisti. In un parco vicino le scuole presentano i loro programmi e gli studenti in divisa si preparano a diventare adulti, consultando l’offerta formativa. Qui si sente forte la voglia di riscatto e il desiderio di modernità del popolo peruviano, con investimenti in determinate aree mentre interi quartieri giacciono in stato di semi abbandono.

Museo Regionale di Ica

Proseguo oltre la cattedrale fino a un angolo dove giro a destra, finché vedo il museo in un piccolo edificio in fondo a un giardino con statue e cartelli colorati. Faccio tante foto col cellulare, anche alle didascalie per leggerle dopo la visita. Dedicato alla storia e cultura locale, questo museo è un concentrato di civiltà preincaiche. Ica. Nazca. Paracas. Wari. E poi gli Inca a partire dal XV secolo.

  •  Tesori dell’artigianato, soprattutto ceramiche e tessuti uno più bello dell’altro.
  •  Utensili e armi da guerra.
  •  Architettura e infrastrutture come gli acquedotti.

La sezione antropologica è in una sala dedicata alle scienze. Bioarcheologia. Paleopatologia. Qui corpi antichi e radiografie moderne fanno impressione, uno accanto all’altro mummie, scheletri, teschi bucati, corpi di adulti e bambini. Ciascuno è spiegato con le sue patologie e i trattamenti chirurgici a cui da vivi sono stati sottoposti per essere curati. Molto interessante! Alla fine diversi pannelli descrivono l’agricoltura peruviana del passato e presente. Vi sono centinaia di varietà di fagioli, prodotti di eccellenza e risorsa alimentare assieme al mais e le patate che oggi chiamiamo superfood. Voglio studiare bene questi preziosi vegetali e spero di trovarli a tavola nei giorni a venire.

Per fortuna impiego pochi minuti per tornare all’ostello, attraversando un quartiere residenziale con le scritte di protesta, immancabili. Salviamo il Perù! Il popolo ha fame. Il popolo non ha lavoro. Ne vedrò a decine. Ho tempo per andare in bagno, poi ci facciamo foto e selfie con la bandiera peruviana che vanno dritti sul profilo Instagram dell’ostello. Raccolgo i bagagli ed esco con il carinissimo padrone. Andiamo alla stazione insieme, prima di mezzogiorno, mi lascia solo quando è certo che il trolley sia imbarcato ed è tutto OK. Ho acquistato il biglietto online dall’Italia, l’unico, perché oggi ho una lunghissima tratta da percorrere e volevo essere sicura di avere un posto riservato, eppure il bus è quasi vuoto.

Sul bus da Ica ad Arequipa

La corriera parte alle 12,20 con 20 minuti di ritardo, sono 12 ore di viaggio previste che diventeranno 13 e mezza. Viaggio seduta su un ampio sedile, ma il passeggero accanto a me è un poco debordante e dorme quasi sempre ondeggiando di qua e di là. Wifi assente, aspettavo questo trasferimento convinta di collegarmi e vedere sul telefono uno dei miei programmi preferiti… la finale di Pechino Express. Peccato, ma presto un barlume di speranza si accende quando la coppia di giovani brasiliani seduti vicini mi offrono parte del loro wifi illimitato, che gioia! Mi collego ma i canali italiani non si vedono qui. Pazienza, ci ho provato! Allora non mi resta che ammirare il paesaggio, e che paesaggio! Anzi al plurale, i paesaggi che scorrono fuori dal finestrino sono superlativi e selvaggi, interrotti a tratti da villaggi e cittadine. A Nasca approfitto per andare in bagno di corsa, durante una breve pausa, ho il terrore che mi lascino qua in un improbabile autogrill. Ci hanno dato un sacchettino con acqua e snack, gentili! Deserto, piccole oasi e dune costiere ci accompagnano nella corsa verso sud, prima all’interno poi lungo la costa. Il terreno montuoso sembra una pampa. La vegetazione tropicale, i frutteti e vigneti sono sostituiti da arbusti, muschi, ciuffi di erba verde e gialla. Le montagne sono verdissime, cavalli e greggi al pascolo mi ricordano la Mongolia. Uno spettacolo! La luce del sole illumina tutto per le prime sei ore fino alle 18 circa, poi cala la notte buia. Ma quanto tempo ci vuole perché finisca il tramonto, sembra che il sole non voglia scendere all’orizzonte e per tanti lunghi minuti è una grossa palla, gialla poi rossa, che luccica sull’oceano, liscio e calmo. Niente surfisti, poche navi, silenzio. Villaggetti anonimi si susseguono fra lande desolate, mi chiedo chi ci abita, cosa fa la gente, cose così. Nella seconda parte del viaggio ci riportiamo all’interno, è diventato tutto nero e finalmente posso dormire, anche perché il signore seduto accanto a me è sceso verso le ore 21, per fortuna. Solo ogni tanto apro gli occhi per vedere in che razza di posto siamo. Questo è davvero il viaggio della speranza. Il telefono mi dà la posizione e vedo che ci avviciniamo verso Arequipa, dove arriviamo all’una e mezza. Terminal bus è dove partono e arrivano tutte le corriere, una grande stazione per una grande città con più di un milione di abitanti. Sul taxi ho sempre un po’ di paura ma in 17 minuti arriviamo al mio alberghetto, passando per la vicina Plaza de Armas illuminata bellissima. Alle due di notte vado a dormire. Buona notte!

Il racconto della giornata sulla mia pagina facebook Gamberetta travelblog

07 11 2023  Colazione con vista. Cafe Lora sta in Plaza de Armas a Ica. Questa grande città con ben 500000 abitanti ha poche attrattive turistiche ma è piuttosto concentrata sulla sua florida economia basata su una agricoltura moderna. Frutta e verdura sono coltivate, trasformate ed esportate. Vigneti si estendono tutto attorno alla città in questa che è la zona di produzione di pisco e vino (assaggiati entrambi). Tutto esercita curiosità e fascino in me. Camminare per le vie del centro è un po’ come in India, non sai se puoi attraversare la strada anche quando il semaforo è verde, respiri smog a pieni polmoni, hai tanti negozietti dove vorresti entrare ma non c’è tempo ahimè. Ora corro al vicino museo poi corro in ostello (che bella esperienza) e alla stazione dei bus. Cruz del sur mi porterà appunto a sud, molto a sud #gamberettainperu day 3

Siamo turisti o viaggiatori? Possiamo essere entrambe le cose se visitiamo un luogo con curiosità e seguendo i nostri gusti oltre ai (e più dei) consigli presi dal web. Quattro (4!!!) Mesi fa ero in Perù dove ho preso del tempo per uscire dai siti principali, e vedere dei posti normali, senza turisti, in ogni città. Un quartiere periferico, la zona universitaria, il cimitero, un museo minore. Anzi ho privilegiato i piccoli musei che in un’ora vedevo bene e mi davano un’idea della storia e cultura locale. Qui sono a Ica, una bella scoperta a inizio viaggio dove ho visto sia come si fanno i vini e il pisco, sia il museo regionale. Incentrato sui tessuti e le ceramiche delle civiltà precolombiane, conta su una sezione agricoltura dove si vedono la biodiversità e la cultura agricola, la vera ricchezza di questa terra #gamberettainperu

08 04 24  Il 7 novembre scorso, quindi 5 mesi fa, è stata la giornata più incredibile del mio viaggio in Perù. E non per l’importanza delle visite ma per il viaggio in sé che, a pensarci bene, è l’essenza del viaggio! A spasso per Ica al mattino, alla stazione dei bus a mezzogiorno e poi 13 (tredici) ore di viaggio da Ica ad Arequipa dove sono arrivata all’una e mezza di notte. Lo volevo fare e lo rifarei mille volte anzi, quando tornerò in questo stupendo paese, dalla capitale Lima prenderò un altro bus per andare a nord lungo la Panamericana. Verso il confine con Ecuador fermandomi sulla costa, a Trujillo per esempio. O all’interno verso l’Amazzonia e Iquitos. Consigli da chi c’è stato? Gracias! PS queste immagini sono di Ica una città agroindustriale per nulla turistica ma bellissima! #gamberettainperu

Ho potuto intraprendere questo viaggio grazie a un biglietto aereo Air Europa vinto nel novembre 2022.

L’assicurazione viaggio è stata offerta da Heymondo.

Se questo diario di viaggio ti è piaciuto fra poche settimane pubblicherò la giornata successiva. Cerca con la lente il Perù per tutti i post pubblicati. Se invece vuoi sapere le informazioni pratiche di viaggio leggi qua   https://www.gamberetta.it/it/2023/11/26/cosa-vedere-in-peru-in-dieci-giorni/

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