Carissima nonna Erminia,

oggi ti abbiamo accompagnato nell’ultimo viaggio e ti voglio salutare con le mie parole, pensando che tu sia già in cielo con chi è arrivato lassù prima di te, stella tra le stelle, pronta a farci luce e illuminare il nostro cammino. Non solo nonno Felice ma i tuoi fratelli, nonna Fiorenza tua mamma e mia bisnonna, una donna altrettanto grande, con una vita altrettanto piena e se possibile ancora più difficile della tua. Anche il mio papà ovviamente, che è salito in cielo un anno prima di te nel modo repentino e tragico che tutti sappiamo. Le lacrime che verserò per te, nonna, saranno a metà anche per il mio adorato papà Giulio, che ora più che mai ci manca tantissimo, io e mamma ce lo siamo già dette. Anche tu ci manchi ma sappiamo che ora stai bene e lassù in cielo cercherai un bosco per camminare e cercare i funghi, cucinerai canterai pregherai e ci amerai, con quell’amore infinito che hai donato non solo a noi per tutta la tua vita immensa, incredibile, irripetibile.

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Avevi appena compiuto 98 anni e te ne sei andata, come il nonno scomparso subito dopo il suo compleanno numero 77. Ci hai riempito la vita quando si è fermata un anno fa con la morte di papà, nulla accade per caso, hai lenito le nostre ferite e ci hai dato un motivo per continuare insieme, ora dovremo ricominciare a vivere senza di te, senza di voi, sarà dura ma insieme ce la faremo.

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Ti confesso cara nonna che ho imparato a conoscerti negli ultimi anni, quando la tua proverbiale severità ha lasciato il posto a una saggezza e tenerezza che non conoscevo, che ci ha permesso un confronto adulto e sincero, uno scambio vero, occhi negli occhi, da nonna donna a nipote donna.

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Quando sei diventata bisnonna hai subito ammonito le tue nipoti ad educare i figli come una volta: con i bambini bisogna essere severi! L’hai detto col fuoco negli occhi, un fuoco d’amore però. Sai nonna, se tu fossi stata la mia mamma penso che me ne sarei andata di casa a sedici anni per stare in una comune con un operaio ateo, uno di quei posti che forse ora non esistono più dove si lavora il meno possibile e poi si sta insieme, ci si ama, si discute dei massimi sistemi.

Sono tanto contenta di avere passato ben due capodanni con te, evitando feste pallose per condividere una cena, un brindisi e belle chiacchiere in tua compagnia. Ti ho anche fatto arrabbiare ricordi? Ho fatto cadere la latta d’olio in cucina e, oltre ad arrabbiarti perché mi sono dimostrata imbranata come al solito, hai detto che portava sfortuna. Non mi pare sai, era il 2009 e siamo stati ancora insieme tanto tempo.

Ho ancora il calore delle tue mani sulle mie, le mani magre ma forti che stringevo quando venivo a trovarti. Ti salutavo, ti baciavo, ti stringevo le mani e tu ricambiavi con un sorriso e tutto il trasporto possibile. Prendendoti le mani le confrontavamo nella temperatura, nella forma e nella forza. Che forte eri nonna, ci parlavi col tuo fortissimo cuore ma anche con i bellissimi occhi blu, sempre vivi e vivaci, che ci parlavano più delle parole. Ci vedevi benissimo, riconoscevi i luoghi a te cari e leggevi i sottotitoli della TV meglio di noi.

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Ho tante tue immagini nel mio cuore, anche dell’ultimo difficile periodo della tua vita lunghissima. L’altro ieri il tuo cuore ha finito di battere e tu hai finito di soffrire nella gabbia che ormai era diventato il tuo letto, nel confine di una stanza dove il cielo era un soffitto bianco e nell’immobilità di un corpo che non era proprio fatto per stare così. Il tuo corpo bello e sano per novantotto anni ti aveva portato ovunque: dove c’era gioia e compagnia ma anche sofferenza e passione, in una parola Amore. Avevi un cuore grande e forte, amavi la vita pienamente e sprizzavi amore con tutti i pori, lo distribuivi a tutti e tutti ti volevano bene.

Ho tante tue frasi stampate in testa, una delle mie preferite è la sintesi perfetta della tua bellissima vita. Quando pochi anni fa ti chiesero qual era il segreto della lunga vita la tua risposta fu: saper amare e saper perdonare. Me lo ripeto spesso sai, io che certo non sono un campione dell’amore e non ho dimestichezza col perdono, arroccandomi spesso sulle mie posizioni. Saper amare e saper perdonare, lo propongo quando posso a chi è disposto a scommettere su di sé per costruire qualcosa insieme.

Quanto hai costruito cara nonna, quanto ci hai lasciato! La tua eredità è la nostra famiglia, la nostra missione è crescere nel tuo esempio. Grazie infinite del tuo infinito amore cara nonna Erminia, ti vorremo sempre bene e ti porteremo nel cuore. Buon viaggio, arrivederci.

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