Con un breve scambio di email anche se differito di un bel po’ rispetto alla nostra visita a Pistoia, Laura puntualmente aderisce alla mia richiesta di raccontare la città e non solo.

Ce ne dà una chiave di lettura pratica e pragmatica verso questa meravigliosa professione, con prospettive e punti di domanda legati in Italia a legislatori ciechi e ottusi, ma anche alle minacce della legislazione europea.

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1 Da dove vengono gli ospiti in visita alla vs città? Sono più italiani o stranieri?

Sono più stranieri.

2 Sono più facili da gestire gli ospiti informati? O è meglio prendere per mano persone che arrivano e sanno poco del luogo in cui si trovano?

Personalmente preferisco gli ospiti già informati, anche perché Pistoia è una città che pochi conoscono e quindi comunque sarà per loro una sorpresa!

3 Ci sono due – tre aneddoti successi durante una visita che avete voglia di raccontare?

Riguarda proprio la città di Pistoia: una signora tedesca mi disse: “Questa è l’Italia che cercavo! Qui sei in mezzo agli abitanti della città, ti puoi sedere a un caffè e osservarli nella loro vita quotidiana, compri pane e frutta accanto a loro…”

E poi vorrei gloriarmi un po’ di un commento che mi fa un enorme piacere quando finisco una guida: benché siano ormai più di 30 anni che faccio questo lavoro, la cosa che più mi fa piacere è che i turisti mi dicano:”Si sente che lei ama il suo lavoro e la sua città!”

4 E un’esperienza invece da dimenticare?

L’ultimo gruppo: una specie di “setta” che seguiva un “santone”. Quello che faceva lui facevano tutti, compreso girare le spalle alla guida o fermarsi in farmacia senza avvertire nessuno…

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5 Quali sono le domande o gli atteggiamenti degli ospiti in visita che possono “mettere in crisi” o imbarazzare una guida, anche con esperienza?

La mancanza di interesse unita alla mancanza di rispetto per chi, comunque, sta lavorando. Però devo dire che per quanto possa essere difficile o spiacevole un gruppo, c’è sempre al suo interno qualcuno per il quale vale la pena di lavorare. E allora ringrazio questa persona dicendo:”Grazie per avermi sorriso”

6 Esistono o avete verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?

Ci sono comportamenti comuni ad alcune nazionalità: gli italiani entrano in chiesa prima che tu abbia detto se entreremo o no, i tedeschi hanno paura di perdersi se corri troppo, ma sono appunto stereotipi o generalizzazioni e come tali hanno, grazie al cielo, eccezioni.

7 Come si conciliano gli aspetti tecnici di una città e quelli più leggeri? (shopping, pranzi ecc.) Se un ospite ha fretta di vedere tutto in poco tempo e poi infilarsi in un negozio lo assecondate o cercate di trattenerlo?

Lo assecondo, basta che me lo faccia capire. E’ la SUA vacanza!

8 Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine servizio vi fa voglia di starci insieme più tempo?

L’interesse umano per la città e per i cittadini che la abitano. E poi è “questione di chimica”, con alcuni il dialogo viene spontaneo, con altri magari è più difficile anche se si prova simpatia.

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9 Si può diventare amici degli ospiti in visita? Può succedere di mantenersi in contatto anche dopo?

Certo! Per fortuna sì!

10 Consigliereste a un giovane di studiare per diventare guida turistica? SI – NO – Perché?

Attualmente no perché la legge non ci protegge e il governo (i governi) non si decide a varare una riforma delle professioni del turismo. Siamo in balìa di persone che in generale non capiscono nulla di turismo, o ben poco, ma se ne riempiono la bocca senza avere l’umiltà di chiedere a chi lavora sul campo. Per questo si aprono le porte a pseudo guide formate in 36 ore di corso in altri paesi europei, senza rendersi conto del danno che si fa al nostro delicato equilibrio culturale e al nostro patrimonio artistico e naturale.

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