SECONDO GIORNO
Da Villa di Centocelle (Sant’Elia a Pianisi) alla Cappella di Sant’Elena (San Giuliano di Puglia)
Trasferimento in auto dal paese di Ripabottoni alla Villa di Centocelle. Dalla Villa di Centocelle si scende verso l’innesto con il Regio Tratturo Celano-Foggia. Una volta raggiunta l’arteria armentizia principale, si attraversano località collinari con toponimi afferenti alla transumanza: Scorciacapra e Taverna Vecchia. In seguito si scende e si sale nella valle del torrente Cigno (affluente del Lago di Occhito) e si arriva al valico fra Monte Ferrone (759 metri s.l.m.) e Colle Cinolfo (732 metri s.l.m.) Da qui si inizia a vedere il Tavoliere delle Puglie e il promontorio del Gargano. Lentamente si giunge alla Cappella di Sant’Elena, godendo del paesaggio sui colli circostanti, sui Monti Dauni (estremo nord della Puglia) e sui borghi di Bonefro e San Giuliano di Puglia. Trasferimento in auto dal Tratturo all’agriturismo e/o al paese di Bonefro. Picnic. Cena in agriturismo. Pernotto in agriturismo o in affittacamere e B&B.
Caratteristiche tecniche della tappa
- Durata: 4/5 ore.
- Lunghezza della tappa: 15.6 km.
- Dislivello totale in salita: +537 metri.
- Dislivello totale in discesa: -641 metri.
- Livello di difficoltà: media-facile.
Giovedì mattina torniamo in auto da Morrone nel Sannio a Villa Centocelle e ci rimettiamo in cammino, oggi è San Faustino patrono dei single come me. Sono pronta a immergermi nella natura molisana ma oggi nevica. Attorno a noi tutto è bianco, uno scenario invernale fiabesco totalmente diverso da ieri e sono un poco perplessa. Le parole rassicuranti di Antonio sono tuttavia sufficienti a fugare i miei pensieri, ma soprattutto Miro e Lady ci corrono incontro abbaiando poi ci saltano addosso e ricominciano a coccolarci. Ed è facile scaldarsi camminando, ancor più se il cammino è in discesa sino all’innesto del tratturo Celano – Foggia che, con oltre 200 chilometri di lunghezza, è uno dei più lunghi d’Italia. Ed è l’unico tratturo indicato con cartelli triangolari messi giù vent’anni fa, alcuni sono stati divelti o dati alle fiamme. Era un progetto di lungo respiro che è rimasto tale e non è stato arricchito in alcun modo da cartellonistica, frecce e quanto si conviene a indicare la strada. Alle guide escursionistiche fa buon gioco, le rende necessarie per mettersi in cammino in Molise, ma è un limite nel momento in cui viaggiatori indipendenti volessero venire qui a camminare. Ci penserà qualcuno? Io per fortuna sono in buone anzi ottime mani.
Attraversiamo località come Scorciacapra e Taverna Vecchia per poi avvicinarci al torrente Cigno, Antonio mi spiega due cose: che questo è un affluente del Lago di Occhito e che ci aspetta un guado, il primo di una serie che continuerà domani. Non ve l’ho scritto sui social mentre ero in cammino, non ho fatto foto, insomma mi sono goduta questi piccoli momenti wild e ho piacere di raccontarveli ora. Antonio giustamente ha messo le mani avanti chiedendomi più volte se pensavo di farcela e ha prospettato varie ipotesi alternative, sempre con l’intento di rassicurarmi con frasi come “Non è il Po” o “ l’attraversamento è di soli 2 – 3 metri”. In effetti è più dirlo che farlo e lui, che fra l’altro per anni ha fatto il caposcout, sa come fare. Individua il punto più stretto da attraversare dove sono già poste delle pietre, ne prende altre per creare un passaggio sicuro, ne tasta la solidità col bastoncino e via. Ci metto un po’ ma trovo le mie pietre e proseguiamo in un saliscendi che mantiene il mio corpo a una temperatura adeguata nonostante freddo e vento. Giriamo attorno ai tre colli, mammelloni di tre diversi colori. Vediamo tracce di cinghiali e lupi appena passati davanti a noi. Siamo nel cuore della transumanza, il terreno è ora argilloso alluvionale, ora carsico con piccoli calanchi, un paesaggio che mi fa sentire ancora in Italia centrale ma dal sud del Molise ci stiamo avvicinando alla Puglia. Abbiamo l’Abruzzo a sinistra, il Tavoliere a destra, siamo circondati da un saliscendi bianco, silenzioso, molto surreale. Ci fermiamo per consumare un panino per strada, su una spianata vicino a un villaggio costruito dopo il terremoto del 2002 per ospitare gli sfollati, tuttora parzialmente abitato. Non so come possano vivere qui delle persone, magari anziane e sole, gli edifici hanno l’aria di prefabbricati poco confortevoli. Il loro futuro è conteso tra vari utilizzi, tra cui un centro d’accoglienza per centinaia di immigrati. Lo dico piano e chi mi conosce sa cosa penso ma… è il caso di inserire in queste zone così scarsamente abitate centinaia di persone altrettanto perse, che chissà come potrebbero essere occupate? Non ci sono soluzioni di minore impatto per tutti, che favoriscano l’armonia e la convivenza tra italiani e stranieri? Fargli fare qualcosa di socialmente utile è possibile? Ai governanti l’ardua sentenza, senza scaldare gli animi e sollevare conflitti sociali se possibile. Mangiamo velocissimi per il freddo e via in piedi…
Tavoliere in vista e non solo! Lesina e le prime avvisaglie del promontorio del Gargano si distinguono nettamente a destra, e davanti a noi c’è la massa scura del mare Adriatico. Incredibile, pare stia entrando in Puglia a piedi ma non è così. Il manto bianco di neve attorno a noi si è sciolto, o forse non si è mai posato, e la lenta discesa a valle corrisponde a un clima e un ambiente diverso. Dapprima camminiamo lungo un crinale dove le pale eoliche tutto attorno sono state ben studiate, siamo ben imbacuccati perché il vento soffia forte e quasi ci porta via. A destra è ben visibile San Giuliano di Puglia dove da quindici anni vi sono i lavori in corso post terremoto, San Giuliano è ancora in Molise, non in Puglia! Mi ha ingannato il nome, come Novi Ligure che è in Piemonte e Massa Lombarda che è in Emilia Romagna. Del terremoto ho già parlato nel post su Bonefro, è una storia che mi fa stringere il cuore. Mi allarga il cuore invece il nostro approdo finale e la vista della cappella di Sant’Elena (chiusa) in un paesaggio che si è fatto dolce e tiepido, quasi primaverile. Only the brave penso, ce l’abbiamo fatta anche oggi, è stata dura iniziare ma è una grande soddisfazione arrivare alla meta del giorno. Bonefro ci aspetta con le sue mille risorse e sorprese.