Terminare il mese di settembre con due giorni all’aria aperta è stata per me la degna conclusione della calda estate 2022, e l’occasione di visitare angoli nascosti che non conoscevo nel Veneto orientale. Il Consorzio Vini Venezia ha organizzato un viaggio stampa di due giorni al quale ho partecipato con piacere.

In compagnia di sei giornalisti e blogger arrivati da Milano e Roma, siamo stati guidati alla scoperta di alcuni dei vini più rappresentativi del consorzio e “coccolati” con diversi assaggi di ottimi cibi e prodotti locali.

borgo malanotte

Abbiamo esplorato il corso del fiume Piave, scorci di laguna veneta e zone umide, prima navigando nel silenzio di una barca elettrica e poi pedalando su una comoda bici (sempre elettrica o meglio a pedalata assistita).

Questi dovevano essere gli ultimi sprazzi d’estate, a dire il vero abbiamo trovato temperature autunnali e un po’ di pioggia ma abbiamo rispettato il programma delle visite, a dispetto delle previsioni meteo.

BORGO MALANOTTE

La prima visita prevista nel programma del Consorzio Vini Venezia è a Borgo Malanotte. Finalmente sono stata in questo posto “vicino a casa” suggestivo ed evocativo, che da tempo desideravo vedere.

Qui si respira davvero un’aria di altri tempi, nelle vecchie case rurali, nelle insegne, nel silenzio della campagna circostante, la pianura dove scorre il fiume Piave “sacro alla patria”.

borgo malanotte

Borgo Malanotte è anche un museo a cielo aperto, sopra e sotto terra. Infatti ha l’importanza di un sito storico dove si cela una trincea della Grande Guerra. Qui si è combattuto aspramente, proprio sul vicino fronte del Piave, alla fine della prima guerra mondiale. La trincea è ben tenuta, per visitarla scendiamo delle scalette e sotto troviamo due ricche – ma molto diverse – collezioni:

  • I reperti bellici ci riportano indietro alla guerra e ai combattimenti sul fiume Piave.
  • Numerose bottiglie di vino da collezione sono uno spaccato della ricca produzione enologica veneta.

ALLA SCOPERTA DELLA BELLUSSERA

Borgo Malanotte a dispetto del suo aspetto antico è un luogo vivo e vitale, grazie ai suoi abitanti e custodi, tenaci come la Bellussera un impianto vecchio di oltre cento anni, che produce tuttora i suoi frutti.

Andiamo a passeggio proprio qui dove le viti viti di Raboso Piave si arrampicano sui gelsi. Bonotto delle Tezze è la cantina che ci porta nel suo vigneto ultra centenario dove la vite sale su un gelso e lo abbraccia.

Perciò si chiamano “viti maritate” in altre zone viticole d’Italia, dove i tralci della vite si trovano avviluppate a diverse specie arboree.

io e antonio bonotto

Mi faccio una foto con Antonio Bonotto proprio qui in mezzo. Vite e gelso insieme, come si faceva 100 anni fa. Il suo avvincente racconto di un tempo che fu è in parte una metafora della viticoltura di ieri, mentre oggi tutti noi, a partire proprio dai vignaioli (ma anche noi consumatori) dobbiamo far fronte al clima impazzito e ai suoi cambiamenti improvvisi. Dovremo soprattutto attrezzarci per il futuro.

RABOSO MALANOTTE DEL PIAVE DOCG

Terminiamo la visita a Borgo Malanotte con una degustazione di vino. Raboso Malanotte del Piave DOCG è una denominazione relativamente nuova istituita nel 2014 per dare eleganza e lustro al Raboso, uno dei vitigni veneti più rappresentativi, e portarlo sulle tavole di tutto il mondo.

raboso malanotte del piave docg

Il vino Raboso Malanotte del Piave DOCG, secondo il disciplinare di produzione, deve essere prodotto con 100 % uve Raboso, di cui almeno il 70 % Raboso Piave e al massimo 30 % di Raboso veronese. La massa delle uve deve contenere il 15 – 30 % di uve passite. Viene invecchiato per almeno 36 mesi, di cui almeno 12 mesi in botte di legno, piccola o grande. E infine fa almeno quattro mesi in bottiglia.

Prodotto nelle province di Treviso e Venezia, ha un colore rosso rubino, con riflesso violaceo nei vini giovani e riflesso granato nei vini invecchiati.

Certo questo che assaggiamo è un vino elegante per palati fini. Ma il vecchio raboso che io ricordo dai tempi d’infanzia, e che cerco tuttora nelle cantine, è vino di uso quotidiano. Ruvido e aspro, tannico e acido. Rabbioso come dice il suo nome il raboso è ideale sulle tavole dei mesi freddi accompagnato alla cucina tradizionale. Pure questo vino, popolare e di pronta beva, mi scalda il cuore e lo trovo buonissimo!

I sei vini della degustazione alla cieca di Borgo Malanotte rappresentano bene le sfumature sensoriali delle varie cantine e annate rappresentate (dal 2017 al 2011):

  • De Stefani. Fossalta di Piave VE.
  • Anna Spinato. Negrisia TV.
  • Ornella Molon. Campodipietra TV.
  • CA di Rajo. San Polo di Piave TV.
  • Tenuta San Giorgio. Maserada di Piave TV.
  • Antonio Facchin. San Polo di Piave TV.
i sei vini in degustazione

Man mano che andiamo indietro nelle annate, i vini si presentano più rotondi e strutturati. La frutta fresca e matura (marasca e mora su tutte) con l’invecchiamento lascia il posto a frutta secca, note speziate (caffè e cacao, pepe verde e pepe rosa). I tannini sono più equilibrati.

CONSORZIO VINI VENEZIA

Tre territori all’ombra del Leone. Si presenta così il consorzio volontario per la tutela dei vini che rappresenta tre DOC (Lison Pramaggiore, Piave, Venezia) e due DOCG (Lison e Raboso Malanotte del Piave). I vini sono prodotti fra le province di Treviso e Venezia, i produttori sono uniti dal 2011 quando i viticoltori di due consorzi Lison Pramaggiore DOC e Vini del Piave DOC hanno messo insieme le loro forze.

mappa del consorzio

Il leone di San Marco da allora veglia su di loro, è un marchio forte e riconoscibile, facilmente accostabile con il capoluogo di regione Venezia, con tutte le suggestioni che porta con sé. E con l’attuale esplosione dell’enoturismo in tutte le sue forme, a cui assistiamo oggi, non è cosa da poco. Siamo in un contesto ricco di storia, cultura e natura, il Veneto orientale dove l’assaggio di questi vini pregiati ben si sposa con la scoperta del territorio.

Le vigne del consorzio guardano da una parte all’acqua del mare adriatico, dall’altra al corso del fiume Piave con le le montagne sullo sfondo, le Dolomiti patrimonio UNESCO. I vigneti del consorzio comprendono vitigni internazionali come Merlot, Cabernet, Pinot grigio, e vitigni autoctoni come Refosco, Raboso, Tai (il vecchio Tocai).

MANGIARE E DORMIRE A TREVISO

Abbiamo dormito in centro a Treviso presso BB Hotel, che fa parte di una catena con oltre 50 alberghi in Italia. Quindi è un po’ spersonalizzato ma rimane un comodo punto di appoggio soprattutto per i viaggi d’affari.

A pranzo e a cena il Consorzio Vini Venezia ci ha portato in due ristoranti diversi, dove pesce e carne sono il leitmotiv della cucina.

bloom ristorante

Bloom è moderno ed essenziale ma senza esser freddo, anzi noi eravamo nella saletta al piano superiore.

Siamo stati tranquilli mentre al piano di sotto c’erano degli allegri gruppetti in pausa pranzo.

due torri ristorante

Due Torri è più caldo e immerso nella storia della città, anche qui fra terra e acqua.

Il nostro tavolo era nella sala con la vetrata sul canale, illuminato da suggestive luci colorate.

Questo è un assaggio dei piatti che ci hanno servito a Treviso, tanto pesce fresco e carni selezionate, innaffiati dai vini del consorzio. Chardonnay. Malanotte. Incrocio Manzoni.

chardonnay

Esperienze da ricordare e da raccontare, amici vecchi e nuovi, è stato davvero piacevole trascorrere questi due giorni insieme. Grazie ad AB Comunicazione che ha coordinato le attività prima del tour, e al Consorzio Vini Venezia, da cui ho imparato molto e che ora conosco molto meglio. Grazie e a presto!

Post in collaborazione con: https://www.consorziovinivenezia.it/

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