Due mesi fa sono stata in Arabia Saudita per cinque giorni, una delle esperienze più incredibili della mia vita, con WizzAir, la compagnia aerea ungherese lowcost. Era un mystery flight, volo misterioso di cui nessuno di noi sapeva la destinazione, anche se nei briefing pre partenza abbiamo avuto informazioni pratiche, quali il clima a cui andavamo incontro e la necessità del passaporto, che un poco ci hanno “insospettito”. Ma che bella la sorpresa! Visto che il viaggio è iniziato su Instagram, ecco cosa ho scritto alla partenza sul mio profilo Instagram @robertagamberetta 

riyadh_wizzair
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Get lost with Wizz 

Avete mai preso un volo senza saperne la destinazione? Ieri mattina sono partita da Venezia con Wizzair, e sui pannelli c’era scritto Unknown. Per tutta la durata del volo, quasi 6 ore, comandante ed equipaggio sviavano l’argomento dicendo che non sapevano dove andavamo. Atterrati fra pozzi di petrolio e moschee hanno dovuto confessare. Welcome to Riyadh, Saudi Arabia. Ed eccoci qui per quattro giorni a scoprire la capitale saudita e altre bellezze arabe che suscitano tanta curiosità in me e negli altri fortunati. Riyadh è una delle nuove rotte Wizzair che fra marzo e aprile partiranno dall’aeroporto Marco Polo di Venezia. La prima settimana di marzo ho partecipato al concorso Get lost with Wizz con cui la compagnia aerea ungherese invitava a raccontare su Instagram un viaggio avventuroso. Ho partecipato con una foto sulla Giordania, non ho vinto ma… Simonetta ha vinto e ha scelto me per accompagnarla in questa avventura! Grazie simo sei una super amica! 

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Mercoledì 15 marzo – giorno 1

Ci siamo trovati alle sei di mattina a Venezia, aeroporto Marco Polo, un gruppone di ben 138 persone. Un terzo erano content creator, famosi youtuber ingaggiati per promuovere la “destinazione sconosciuta” con un’agenzia italiana. Due terzi blogger e instagramer, fra cui la sottoscritta, che hanno partecipato al contest della compagnia aerea WizzAir con gli hashtag #getlostwithwizz e #getlostwizzitaly. Quando dopo sei ore di volo siamo “finalmente” atterrati nella capitale saudita, le procedure di controllo ed emissione dei visti sono state lunghe. Nell’attesa, fuori dall’area arrivi, siamo stati accolti con dolci, caffè e datteri, per provare subito la calda ospitalità araba che non ha pari. A proposito di caldo, il clima era perfetto: temperatura di 25 – 30 gradi di giorno, umidità pari a zero e 20 – 25 gradi la sera, quando c’era bisogno di una giacca e dell’immancabile foulard.

datteri

Riyadh by night – visita di Diriyah

Il primo impatto con Riyadh è stato nel traffico della sera, ci siamo mossi prima con quattro, poi con tre pullman (verde, giallo, bianco, ricordate i tre colori) nel caos di una capitale con più di sette milioni di abitanti, estesa su un’amplissima superficie. Lo spazio in Arabia Saudita non manca e le città si sviluppano in ampiezza, anche se ciò porta a conseguenze come la cementificazione, il consumo di suolo e acqua, che non fanno bene all’ambiente. Siamo andati subito a cena e poi a Diriyah. Per quanto il sito sia stato restaurato pesantemente (io preferirei vedere i siti originari senza tanto stucco e rifacimenti) è stato fatto un ottimo lavoro. Sia per riportarlo all’antico splendore sia per renderlo fruibile ai turisti come noi.

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Le visite guidate serali sono un’occasione ottima per sfuggire al caldo nella capitale saudita, anche se delle giornate primaverili ricorderemo il clima caldo secco, per nulla fastidioso. Diriyah sito UNESCO ci ha accolto la prima sera con un’atmosfera da Mille e una notte, qui abbiamo sognato il passato dell’Arabia quando l’incenso era il profumo ricco e inebriante. Poi siamo tornati a oggi con l’odore del petrolio, portatore di ricchezza e benessere ma che non sarà per sempre. Per sapere il futuro dell’Arabia bisogna conoscere il suo ambizioso programma di sviluppo Saudi Vision 2030. quando ci sarà meno petrolio il Paese conta di abbassare la quota del PIL dovuta all’oro nero, e sostituirla gradualmente con altre risorse, fra cui il turismo. Nel 2030 l’obiettivo è appunto di ricavare il 30% del PIL saudita da altre attività. 

Giovedì 16 marzo– giorno 2

Al Masmak fortress. Museum galleries. Deira souq.

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Questo era il programma di visita del mattino, nel secondo giorno a Riyadh. Siamo partiti dalla cultura con un tuffo nella storia saudita, per secoli crocevia di commerci e rapporti con il resto del mondo che è passato di qua. Da oriente a occidente, da nord a sud. La penisola arabica è immensa e in passato era unita in un unico grande paese. Arabia voleva dire un centro di potere politico e religioso che oggi, nel 21mo secolo, è ridotto di dimensioni e ha altri 8 stati attorno a sé. Ma è più grande grazie alle risorse petrolifere, scoperte negli anni 30, sfruttate a partire dagli anni 60. Sono migliorate pure le condizioni di vita dei sauditi, come ci hanno mostrato le immagini in bianco e nero in questa fortificazione ottocentesca. Masmak fortress al suo interno custodisce importanti pezzi di storia saudita. A partire dai cimeli del 1902 quando si gettarono le basi per l’attuale regno saudita. E si gettò pure una lancia, rimasta ancor oggi conficcata con la punta nella porta di ingresso principale. Fotografie in bianco e nero. Bandiere verdi bifronti (vero simo) sale museali ben allestite. Tutto questo si vede all’interno. Fuori l’imponente sagoma della fortezza sta accanto alla moschea (dove non possiamo entrare) e al souq (dove entriamo e facciamo spese).

Deira Souq 

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Qui è dove lo shopping instinct si può sfogare, non necessariamente con elementi turistici. Anzi ci sono pochi ospiti stranieri e viene pure facile parlare con i locali, sorridere con loro anche dietro il velo, farsi foto. Bello e profumato, pieno di spezie, incenso, aromi. Abaya la lunga tunica colorata per noi donne. Kefiah e altri capi di abbigliamento, scarpe e accessori. Sono felice qui!

Boulevard World

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Nel secondo giorno a Riyadh, dopo i siti culturali nel pomeriggio abbiamo visitato un posto decisamente poco scontato per me. Uno di quei luoghi che so che esistono, ma non avrei mai considerato. Un non luogo insomma. Boulevard World è a metà tra un parco divertimenti e un centro commerciale che rappresenta vari paesi del mondo. Grandi nazioni asiatiche come Cina e Giappone, gli USA e il Marocco, tanta Europa tra cui ovviamente l’Italia. Qui è tutto finto, ci sono costruzioni fatte con tonnellate di plastica, persino i fiori e l’erba sono finti. Meno male si tengono vari spettacoli da e sui suddetti paesi, come samurai, geishe, mariachi. Io credevo che l’ingresso fosse gratuito in quanto noi siamo entrati con i braccialetti colorati. Invece poi ho scoperto che costa da 100 riyal in su, pari a 25 euro a persona. E si spendono soldi pure per tutto il resto: mangiare e bere, per lo shopping e le giostre, per entrare nei grandi edifici, per divertirsi ognuno a modo suo. La cosa per me più assurda è la copia di Venezia ricostruita con i ponti e i palazzi, il campanile di San Marco e la Ca’ d’oro. Carlo Goldoni si rivolta nella tomba se vede la sua statua trasportata qui da Campo San Bortolo. E delle gondole motorizzate, che sfrecciano nel laghetto centrale, vogliamo parlare?? 

Venerdì 17 marzo– giorno 3 

Al Faisaliah Tower 

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Oggi è venerdì e qui è tutto chiuso, fra poco partiamo, usciamo dalla capitale per andare verso est. La prima tappa del terzo giorno di visita ci fa girare la testa perché vediamo “La città vista dall’alto” Non avrei mai pensato di fare un brunch qui in Arabia Saudita, eppure in cima ad Al Faisaliah Tower a Riyadh, in questo grattacielo scintillante e avveniristico, siamo stati accolti come nelle nostre “città occidentali” con finger food e mocktail. Un fiume inesauribile di cibi sfiziosi e bevande dissetanti da prima di mezzogiorno fino al primo pomeriggio. Era proprio come essere in una delle nostre città. Oppure in Oriente, a Shanghai o a Bangkok. Al Globe 360 si arriva dopo più di 30 piani, salendo in pochi secondi su ascensore panoramico. Da quassù si gode della vista su Riyadh a 360 gradi. Una distesa infinita di edifici (il consumo di suolo è impressionante ma c’è tanto spazio disponibile che si capisce). Nella stragrande maggioranza sono case basse fra cui svettano grattacieli dalle forme bizzarre, inconfondibili. Kingdom Centre è il più famoso, è alto più di 300 metri e contiene il famosissimo Sky Bridge. Si trova di fronte a noi, in King Fahd Road. Dove siamo noi, in Al Faisaliah Tower, c’è la mano della archistar Norman Foster dietro l’opera avveniristica. Acciaio e vetro fanno vedere e non vedere ciò che ci circonda. Questi grattacieli hanno rivoluzionato lo skyline della capitale ma ce ne sono di nuovi in costruzione. 

Cosa non abbiamo visto a Riyadh e dintorni

Museo Nazionale – l’antichità di tutto il Medio Oriente in un edificio moderno. Storia arte e cultura araba. 

Souq al Jamal – il mercato dei cammelli è da vedere ovunque nei paesi arabi, sarete circondati da animali e persone intente a mercanteggiare e ammirare i soggetti più belli e di valore.

Edge of the World – rocce imponenti su uno strapiombo dal panorama incredibile MA pericoloso. Solo per chi non soffre di vertigini e sta molto attento (incidenti già accaduti).

Saad wild Park e le dune del deserto

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Saad wild Park or Najdiah camp è dove ci fermiamo venerdì pomeriggio, a due ore di auto da Riyadh. Un villaggio costruito nel deserto dove, fra bianche tende e divanetti colorati, si possono svolgere varie attività. Mangiare e bere sono le prime cose che facciamo poi ci scattiamo un sacco di foto, siamo venuti qui anche per questo. Lo stile villaggio turistico è mitigato dai materiali naturali, la plastica è quasi assente. Nel deserto ci muoviamo a cavallo e a dorso di cammello, in fuoristrada e quad. Tutte attività che fan bene alla mia schiena (ironico) mentre poco ironico è il fatto che il cellulare è KO e devo cercare le foto scattate con la reflex. Siamo ai bordi del Quarto Vuoto un nome che non mi piace per indicare l’immensa distesa desertica della penisola arabica, condivisa con gli altri paesi lambiti dalle sabbie rosse – red sands – e da mille diversi ambienti. Perché non è vuoto il deserto ma è pieno di paesaggi e colori, di alti e bassi e anche se è durissimo vivere qui, ci sono le oasi e le vie carovaniere a ricordarci il passaggio degli esseri umani, per secoli per i loro commerci. E oggi più per turismo con gli insediamenti come questo.

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Sabato 18 marzo – giorno 4

Al Qysairah souk 

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Sabato mattina ad Al Hofuf (Al Ahsa) ho ritrovato il pin della carta di credito giusto prima di entrare al mercato, ed è andata a finire con un po’ di sano shopping. Qui in Al Qysairah souk gli standard igienici sono più che buoni, si trovano merci di ogni tipo. Ho annusato tutte le spezie e gli aromi del mondo orientale e ho visto come arredare casa, se mai ne avessi bisogno. Sui due lati della strada si aprono il mercato coperto, semplici negozi e due moderne moschee.

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Guardate queste foto. Sentite anche voi il profumo di caffè?? I souq arabi mi hanno rimesso in pace con tanti viaggi passati e mi hanno generato innumerevoli déjà vu. Ehi ma io sono già stata qui!! Quante volte ho avuto questo pensiero in Arabia Saudita. Perché vi ho riconosciuto i paesaggi e le architetture, i volti della gente e i piatti della cucina araba. E il mio pensiero è volato indietro nel tempo a due dei miei viaggi preferiti. Oman e Yemen, sempre qui nella penisola Arabica ora divisa tra stati diversi, un mondo unico e unito per tanti aspetti. Storici, culturali, umani. Deira e Qysairah sono i due mercati visitati in Arabia Saudita dove ho girato per i negozietti annusando l’aria, per riconoscere i profumi delle spezie, l’aroma dell’incenso e le sfumature del caffè. Perché è nato qui il caffè e se in latino si chiama coffea arabica un motivo ci sarà! Anche il caffè verde, scelto e arrostito (ehm) al momento.

Pottery shop

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C’è sempre un luogo in medio oriente dove a noi turisti fanno vedere la fabbricazione di ceramica e terracotta. E se avete voglia potete sedervi al torchio e provare a fare un vaso o statuina. Io l’avevo fatto nel lontano 2002 in Turchia, anzi in Cappadocia, e per questo ho lasciato il campo ai miei giovani compagni di viaggio. Girando per le stradine del villaggio dove si potevano vedere tanti manufatti lavorati con maestria, piccoli e grandi (occhio al bagaglio) e anche si potevano acquistare eh! 

Al Qarah caves with Saudi cultural dance 

Sul programma di sabato pomeriggio c’erano queste grotte e io le immaginavo proprio come delle grotte, con stalattiti e stalagmiti. Invece Al Qarah è una gola che si restringe fra rocce dalle forme bizzarre, di colore rossastro e giallastro. Una via di mezzo tra i camini delle fate in Cappadocia e il Siq di Petra (anche se un viaggiatore non dovrebbe mai fare confronti fra i luoghi visitati). Saliamo fino a dove è possibile, sempre più stretti dalle rocce che incombono su di noi e sembra vogliano cadere da un momento all’altro. Per chi è claustrofobico come me non è piacevole, infatti dentro non ho fatto foto. C’è anche un sentiero per vedere il sito dall’alto, si chiama Touch the sky. Però l’attorno è assai scenografico: lampioni e lucine che illuminano il sentiero dall’ora del tramonto, lastre di specchi, pannelli con la storia del sito, antichissimo, e della sua scoperta. All’ingresso il piccolo museo archeologico completa il lato culturale, interessante anche se sono esposte copie di preziosi manufatti (gli originali sono nei musei di Londra e Parigi per esempio). Lo spettacolo in costume mi piace molto: canti e danze ritmate al suono dei tamburi mi riportano nei vicini paesi arabi che ho avuto la fortuna di visitare. La penisola Arabica è un blocco unico dal punto di vista storico e geografico, anche se ora è costituita da otto paesi. Il percorso principale è lastricato e con gradini, qui il tema accessibilità è molto sentito, ci sono pedane quasi ovunque e sempre meno barriere architettoniche. Un bel progresso e un miglioramento, per i visitatori e per i sauditi.

Domenica 19 marzo – giorno 5 

Ithra – King Abdulaziz centre for world culture 

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Dammam è il capoluogo della provincia orientale e l’ultima città che visitiamo in Arabia Saudita. Ci siamo arrivati in breve tempo da Al Ahsa dove abbiamo alloggiato. A Dammam si trova un luogo tutto proiettato al futuro, ben visibile da lontano con la sua forma inconfondibile. L’ultimo giorno della nostra avventura araba siamo stati qui. Ithra ci ha aperto le sue porte per una visita privata ed esclusiva, un empty come piace a me, cose che non ti capitano tutti i giorni che sai di essere fortunata per questo. Ithra è un grande progetto di Saudi Aramco, compagnia di idrocarburi nazionale. Ithra è dove si incontrano il passato e il futuro dell’Arabia Saudita, al suo interno custodisce in spazi ampi e armoniosi:

  • una biblioteca
  • un teatro,
  • un museo,
  • una galleria di arte contemporanea.

Un luogo da vedere per imparare e cercare di capire dove sta andando l’Arabia Saudita.

Heritage Village 

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Domenica abbiamo pranzato a Dammam in questo grande complesso che racconta anche la storia e tradizioni arabe di ieri e oggi. Heritage Village ovvero tutti i colori dell’Arabia. “Saudi civilization. It’s past and present” Il titolo della brochure. Un grande patrimonio da mostrare e conservare, di cui giustamente i sauditi sono orgogliosi. Mobili, costumi, suppellettili, usi e tradizioni dalle varie parti della penisola arabica. Si trova sulla corniche ed è rivolto a est, dove la vista spazia dai viali di palme al mare, il golfo Persico, e di fronte a noi lo slyline del Bahrein. Musica e canti hanno allietato la nostra domenica insieme, un caloroso benvenuto a cui gli amici sauditi ci hanno abituato. Non vi annoio più con i buffet a cui attingere cibi buoni e sani, anche se il menù è sempre più o meno lo stesso. Né con le considerazioni sulla mancanza di alcolici in Arabia Saudita che tutto sommato è sopportabile, anzi da un certo punto di vista fa pure bene. Al piano superiore c’è un ricco museo di tradizioni popolari, oggetti di uso comune ora soppiantati dalla modernità e tecnologia, arrivate qui da poco ma già presenti in tutti gli aspetti della vita quotidiana. E purtroppo un’ampia sezione di animali imbalsamati con tantissimi uccelli, rapaci, trampolieri ma pure animali domestici, leoni e altre fiere (!!!!). Infine la sezione auto d’epoca ci fa dare un tuffo in atmosfere vintage, da film. Sul maggiolino avrei qualcosa da dire ma aspetto prima i vostri commenti. 

Il racconto – diario del mio breve viaggio in Arabia Saudita finisce qui ma ho ancora tante cose da raccontarvi su questa favolosa esperienza. Nel prossimo post vedremo dove abbiamo dormito e mangiato e alcune informazioni utili per viaggiare in Arabia Saudita. 

Per saperne di più:

Sito WizzAir https://wizzair.com/it-it/ 

Sito Visit Saudi https://www.visitsaudi.com/en 

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