Per Aitb – Associazione Italiana Travelblogger – riunire gli associati una volta all’anno è un atto dovuto. Trovarci a inizio giugno a Trento è stato un piacere per me: siamo stati insieme, eravamo una ventina di blogger, alcuni dei quali con famiglia. Dopo aver “espletato gli obblighi istituzionali” abbiamo visto la città del Concilio sotto vari punti di vista fra cui “la grappa e i vini del Trentino”. Abbiamo apprezzato quindi sia gli aspetti storici, culturali, naturalistici di Trento, sia la ricca enogastronomia trentina.
Potevo io mancare a questo appuntamento? Chiaro che NO. Sono arrivata piano piano a Trento, guidando la mia vecchia auto Seat Leon. Ho percorso la strada statale Valsugana che, in meno di 150 km, da Mestre arriva a Trento proprio dal lato orientale, passando per i laghi di Levico e Caldonazzo per capirci.
E mi sono fermata a Villa Madruzzo, l’albergo che ci ha ospitato per i due giorni di lavori.
Siamo usciti subito per il primo di una serie di appuntamenti istituzionali con i partner del progetto. Siamo andati a Palazzo Roccabruna per una degustazione speciale e da qui è stato un crescendo di assaggi e brindisi, passeggiate col naso all’insù, salite e discese su scale e scalette, discorsi, selfie e (tante) foto di rito, per due giorni in cui il tempo incerto e qualche scroscio di pioggia non ci hanno fermati.
Amo passeggiare nelle nostre città e Trento si presta egregiamente allo scopo. Quattro anni fa, nel maggio del 2019, sono stata qui un paio di giorni e sono andata a spasso per Trento apprezzandone le suggestioni storiche più antiche, soprattutto nei palazzi affrescati del centro, sia l’impronta del Novecento, fascista e moderna.
Ora i vini e la grappa trentina ci hanno messo lo zampino, nel giugno 2023 ero silenziosa più del solito durante il fine settimana con i miei amici blogger. Lo hanno sicuramente notato, forse ero rilassata forse stanca (venivo da 10 intense giornate in giro per l’Italia), c’è sempre in agguato dentro di me lo stupore della bellezza e io, anche a Trento, mi sono lasciata stupire.
Palazzo Roccabruna
In questo antico palazzo del centro hanno sede la Camera di Commercio e , dal 2007, Enoteca provinciale del Trentino. Qui si svolgono i principali eventi sul vino della città, sia per gli addetti ai lavori sia per gli amanti del vino. L’enoteca, aperta al pubblico da giovedì alla domenica, è una ghiotta occasione per approfondire un prodotto così prezioso del territorio trentino. Anzi più di un prodotto, i vini del Trentino sono tanti e tutti diversi, sia quelli da vitigni internazionali sia dagli autoctoni (i miei preferiti in quanto espressione del territorio. Approfondire vuol dire assaggiare e prima conoscere, in enoteca abbiamo fatto proprio questo.
Una degustazione con le eccellenze del territorio di montagna con un titolo lungo ed esaustivo. Essenza delle Dolomiti: dalla montagna alla vite. Alla scoperta dei vini del Trentino.
Accolti in una sala a noi riservata, una sommelier AIS ci ha introdotto alla viticoltura trentina, alle tante varietà dei vitigni (autoctoni e internazionali), coltivati dalla piana alle colline, ai piedi delle Dolomiti. Abbiamo abbinato i vini agli altri prodotti tipici trentini, fra cui spiccano formaggi e insaccati. Su in montagna hanno caratteristiche qualitative superiori, soprattutto i prodotti che provengono dagli animali in alpeggio e dalle malghe. Gli assaggi si sono focalizzati proprio su 5 autoctoni, sia vini freschi e profumati, sia più strutturati. Nosiola. Muller Thurgau. Marzemino. Teroldego rotaliano. Moscato passito.
Erano tutti vini diversi e tutti buoni, alcuni riconoscibili per me dalle note, soprattutto olfattive, altri meno. Mi hanno emozionato maggiormente i primi due.
- Trentino DOC Nosiola Palustella 2022, gradi 12,5. Zeni – vino biologico.
- Trentino superiore Cembra DOC Muller Thurgau Castel Firmian 2021, gradi 12,5. cantina Mezzacorona.
- Tentino Superiore Marzemino d’Isera Etichetta verde 2020, 13 gradi. Cantina d’Isera.
- Teroldego Rotaliano DOC Superiore Riserva 2019, gradi 13,5. Cantina Rotaliana di Mezzolombardo.
- Trentino Superiore DOC Castel Beseno 2022, 10,5 gradi. Azienda agricola Salizzoni Valter.
Per saperne di più https://www.palazzoroccabruna.it/content/enoteca-provinciale-del-trentino
Palazzo Trautmannsdorf
Sabato mattina l’assemblea annuale AITB si è svolta sempre in centro in un altro palazzo storico seicentesco, sede dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino e del Consorzio Vini del Trentino. Si è conclusa con le rituali foto di gruppo, e la consegna dei gadget Heymondo partner AITB per le assicurazioni di viaggio.
Poi per raggiungere il ristorante Ai Vicoli per pranzo abbiamo camminato, a passeggio ci siamo soffermati sul parco che circonda il simbolo di Trento.
Per saperne di più https://www.comune.trento.it/Aree-tematiche/Cultura-e-turismo/Visitare/Edifici-storici/Palazzo-Trautmannsdorf
Castello del Buonconsiglio.
Il capoluogo trentino ha due simboli: Piazza Duomo è cuore e salotto della città. Il castello del Buonconsiglio è il luogo dove, fra Cinquecento e Seicento, si sono consumate alcune tappe essenziali della storia, non solo locale, come il Concilio di Trento. Il castello ospita un importante museo ma il parco è ad accesso gratuito e tenuto benissimo. Pieno di verde, fiori colorati, viti e rose rampicanti, ha allietato la vista anche grazie alle ampie vedute sulle montagne vicine. Mi ha anche messo voglia di entrare, è la seconda volta che provo e non riesco, non c’è due senza tre!
Per saperne di più https://www.buonconsiglio.it/
Orrido di ponte alto.
Sabato dopo pranzo ci siamo immersi nella natura, appena fuori dal centro città.
A pochi minuti da villa Madruzzo si trova questo sito, dove la natura si vede e l’acqua si sente in tutta la sua potenza. Orrido di ponte alto viene dal torrente Fersina che a sua volta viene giù da un monte e un laghetto, posti a 2000 metri slm, in soli 30 km di lunghezza accumula molta forza ed energia.
Fino alla forra che visitiamo in sicurezza con la guida. Impariamo sia gli aspetti storici sia geologici di questo sito, un vero museo a cielo aperto. Scendiamo per le scale scavare nella roccia e infine una scala a chiocciola, accesso alla parte più bassa visitabile. Ancor più sotto arrivano solo gli operatori, tecnici e scienziati, come mi piacerebbe vederli all’opera!
Scaglia rossa è la pietra, verdi sono le piante abbarbicate sulla roccia e su tutto il rombo di una cascata. Acqua ovunque sopra e sotto di noi. Acqua preziosa perché alimenta la centrale elettrica di Trento. Su tutto l’uomo ha messo le mani affinché la stessa acqua oggi non faccia danni come è invece accaduto in passato, con esondazioni frequenti e dannose.
Per saperne di più https://www.ecoargentario.it/projects/orridopontealto/
Grappa Marzadro.
Con Stefano Marzadro abbiamo visitato la distilleria attiva dal 1949, con sede a Nogaredo, per due ore di infinite emozioni. Chi fa la grappa come i fratelli Marzadro, a questi livelli, ci mette tanta passione prima delle competenze e dell’idea di impresa, investe e guarda sempre avanti. Non prendo appunti nella visita, stranamente, sono più impegnata ad ascoltare e zompettare in giro a fare foto fra alambicchi e bottiglie, vasche botti e caratelli. Prima nella vecchia sede dove tutto è iniziato, nel 1949, poi nelle sale di produzione, nel loro immenso museo di impresa e infine nella grande sala degustazione e negozio, dove passano migliaia di clienti e visitatori. Le visite sono parte integrante della strategia aziendale per educare i clienti e consumatori.
Assaggio prima quattro grappe: Anfora. Fieno. Cirmolo. Chardonnay. Poi alla fine anche due gin. Sono tutti diversi, hanno infinite sfumature ed è bello coglierle facendosi prendere per mano proprio da uno dei fratelli Marzadro.
Grappa Marzadro. Distillatori in Trentino dal 1949. E poi…
Grappa le diciotto lune. L’arte di saper aspettare.
Così recitano la pubblicità alla radio, che ascolto da anni, e il payoff scritto su tutta la comunicazione aziendale.
Rappresentano il passato e il futuro della famiglia Marzadro, distillatori posizionati solidamente fra i primi dieci produttori italiani assieme a colleghi principalmente del nord. Piemonte. Veneto. Friuli. Stefano mi racconta cosa succede alle fiere, soprattutto all’estero dove altri distillati vanno per la maggiore. La curiosità sulla grappa è tanta, i consumi sono in salita ma c’è ancora molta strada da fare. Bisogna proprio educare gli stranieri al prodotto e, ovviamente, al consumo consapevole.
I distillati e le botaniche vanno a braccetto sempre più fra i produttori, nell’idea di estendere la gamma di spiriti e la platea degli utenti. Con gli attuali chiari di luna sulla congiuntura ambientale (ma anche sociale, politica, economica) sarà sempre più difficile coltivare la vite e vendere il vino, come si è fatto finora. Inoltre i giovani bevono sempre meno vino e non lo trovano affascinante (questo mi viene difficile da pensare ma perché non sono più giovane) preferendogli altre bevande alcoliche. Questa può essere una opportunità da non lasciarsi sfuggire per i produttori di grappa. Come Distilleria Mardadro.
Per saperne di più https://www.marzadro.it/
Alla scoperta delle condotte Slowfood trentine
Siamo sempre ospiti di Marzadro a cena, i piatti sono dello chef di Locanda delle tre chiavi di Isera. Marzadro è anche sinonimo di ospitalità con un marchio diverso, sempre espressione della famiglia. Madonna delle Vittorie è la cantina e agritur della famiglia Marzadro che fa anche il vino e l’olio, nella vicina Arco. In 18 ettari di proprietà e 18 in affitto, producono circa 200.000 bottiglie di vino, da vitigni autoctoni e internazionali. Con noi parlano anche Bruno e Maddalena. Bruno Pilzer è decano del consorzio Grappa trentina, lui si definisce tecnico ma è una persona ancor più appassionata se possibile. Maddalena Cappelletti è anima dell’amaro del Trentino di oggi, antica erboristeria dottor Cappelletti, attiva da oltre 100 anni.
Assaggiamo sempre tre espressioni dei vitigni autoctoni.
- Nosiola Vigneti delle Dolomiti IGP Madonna delle Vittorie.
- Trento DOC Madonna delle Vittorie.
- Teroldego Madonna delle Vittorie.
MUSE Museo delle Scienze.
Compie dieci anni nel 2023 e festeggia il MUSE Museo delle Scienze, l’istituzione museale trentina che nei suoi quattro piani di allestimento permanente racconta la scienza e promuove la divulgazione scientifica. Domenica mattina abbiamo avuto solo due ore per visitare le sue ricche collezioni, io per qualche strano caso della vita non c’ero ancora stata a differenza di molti amici blogger, provenienti più da lontano. Così sono entrata al MUSE con la faccia di una ragazzina in gita e, orologio alla mano, ho organizzato la mia visita dall’alto in basso per non perdermi nulla, tranne forse gli spazi esterni belli, pure loro, da diversi punti di vista: scientifico, estetico, architettonico. Il progetto, ricordiamo, è di Renzo Piano.
Al MUSE ho dovuto correre ovviamente, sono stata fuori solo per vedere la serra tropicale. Ho fatto foto ma non troppe, ho letto tutte o quasi le didascalie. Mi è molto piaciuto il racconto della geologia, delle piante, dei cambiamenti climatici – ancora e ancora ne parlerò, il tema è troppo importante. Wild City – storie di natura urbana mi ha fatto scoprire tante cose della nostra convivenza con gli animali in città.
Gli animali invece, quelli più grossi, mi hanno più che altro impressionato e vi spiego perché. Non amo gli animali imbalsamati, ne ho visti tanti viaggiando in giro per il mondo, mi chiedo sempre come delle povere bestie selvagge siano finite nelle sale dei musei, invece di rimanere a vivere la loro vita in natura, in santa pace. Chiedo perché non lo so. Eppure la tassidermia è una scienza, non certo una disciplina del passato, se qui a Trento hanno appeso decine di animali per farceli vedere e spiegarceli, una ragione ci sarà.
Dell’orso non ho voglia di parlare, da mesi si sprecano fiumi di parole, a seguito dei noti fatti di cronaca, per convincere la gente ora in un modo, ora in un altro. Mi sono fatta tante foto accanto al piccolo orso del MUSE e gli ho pure parlato, in un impeto di affetto che sentivo il bisogno di esternare, anche se non lo avrà colto. Povero orso! E gli animali piccoli e grandi, considerati dannosi in quanto tali dove li mettiamo? Alcuni insetti come cimici e zanzare, le nutrie che distruggono gli argini, i cinghiali con un tasso riproduttivo troppo elevato per essere gestito con la sterilizzazione? Per forza a un certo punto qualcuno fa appello ai cacciatori per farsi aiutare. Ma dico io, non c’è un’altra maniera?
Per saperne di più https://www.muse.it/
Villa Madruzzo
Questo luogo è il classico albergo ristorante con tutti i servizi per un soggiorno completo, quasi come un villaggio turistico (nella sua migliore accezione). Dormiamo sonni tranquilli, la mia camera al piano terra (perfettamente insonorizzata) è arredata in modo moderno e sobrio al tempo stesso. Siamo appena fuori dal centro di Trento, l’hotel è ben inserito in un contesto dove la città lascia il posto ad ampi panorami nel verde.
Appena arrivata ho cercato l’area Spa e benessere, ho trovato un lungo corridoio sotterraneo, quasi un museo, dove si racconta la dinastia dei Madruzzo (1494 – 1669). Gli ariosi spazi esterni sono in armonia rispetto al corpo centrale. C’era un raduno di auto di lusso in concomitanza con il nostro soggiorno, era pieno di supercar!
La colazione, per noi viaggiatori il pasto più importante per iniziare bene la giornata, è ben organizzata per consumarla in varie sale, e prima “attingere” dalla sala dedicata dove ho trovato uno dei buffet più concentrati mai visti nei miei viaggi, ben organizzata su isole dove si trovano fra gli altri i prodotti da forno, quelli freschi molti dei quali locali, menzione d’onore alla frutta freschissima e dolcissima. Le bevande calde sono servite da macchinette moderne ed efficienti, anzi ce ne sono anche nelle sale.
Dove mangiare a Trento
Abbiamo provato diversi modelli di ristorazione nel nostro fine settimana trentino, fermandoci in hotel Villa Madruzzo la prima sera per poi provare diversi ristoranti. Ora con una cucina leggera ora contemporanea, ora di carne ora di pesce (il lago di Garda e i fiumi pescosi forniscono una materia prima ottima). Abbiamo provato con mia grande soddisfazione anche il mondo Slowfood, che qui in Trentino ha delle punte di eccellenza e qualità notevoli. Spesso però tali prodotti sono in quantità così esigue che passano in un attimo dai campi alle tavole dei ristoranti, spariscono insomma, e per il consumatore singolo non resta nulla. Sul piano della cucina vegetariana e vegana siamo invece un poco indietro ma sono fiduciosa che si trovino sempre più pietanze, in futuro, in grado di soddisfare queste esigenze alimentari sempre più diffuse.
Menu villa madruzzo. Venerdì sera.
- Tortel di patate con prosciutto casereccio, insalata di cappuccio e speck.
- Strangolapreti con fonduta di formaggi, finferli, burro e salvia.
- Strudel di mele con salsa vaniglia e gelato al fiordilatte.
- Vini in abbinamento: Endrizzi Brut Trento DOC millesimato
Menu ristorante ai vicoli. Sabato a pranzo.
- Primo – risotto al teroldego.
- Secondo – carne salada alla piastra con fagioli Lamon e cipollotto.
- Dessert – sfogliatina alle fragole con crema pasticcera.
- Vino in abbinamento: Teroldego Rotaliano Dorigati.
Menu ristorante Borgo Nuovo. Domenica a pranzo.
- Bis di antipasti – frittura del borgo (gamberi scampetti e calamari). Insalata di tonnetto al vapore e cipolla di Tropea in agrodolce.
- Secondo – filetto di orata alla piastra con purè di patate e spinacini spadellati.
- Dolce – tiramisù della casa.
- Vini in abbinamento Fondazione Mach: Abate Nero Trento DOC dosaggio zero, gradi 12,5. Riserva del Fondatore Trento DOC riserva brut 2018, gradi 13.
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