Ho visitato Mons alla fine di agosto, durante il viaggio stampa con Visit Wallonia che mi ha portato anche a Dinant e Namur. Mirella di Renzo è stata la mia guida nella città Capitale Europea della Cultura 2015. Mons occupa un ruolo di rilievo fra le città ricche storia della Vallonia e ho molto apprezzato la possibilità di scoprirla con una guida turistica.

Mirella ama in egual misura Italia e Belgio, è una signora elegante di origine abruzzese con cui abbiamo parlato un po’ di tutto, quindi non solo di Mons. Con lei è stato un piacere scoprire vari aspetti della città tra il serio e il faceto, tra modernità e tradizione. E grazie ai suoi murales dai colori brillanti abbiamo sfatato il mito che il Belgio sia un paese grigio. Non avevo dubbi su questo: secondo me i murales servono proprio a vedere una città col naso all’insù, per scoprire divertendosi, sono un po’ un gioco però lanciano anche dei messaggi sociali importanti.

C’è stato un prima e un dopo la nostra visita guidata:

  •  il percorso da e per la stazione – progettata da Santiago Calatrava e non ancora terminata – alla Grand Place è stato pieno di spunti,
  •  la salita al Beffroi che mi ha permesso di vedere Mons dall’alto.
  •  la pedalata fuori città con il suo collega dell’ufficio turistico.
Mons

Quentin Dardenne e Mirella di Renzo sono le persone squisite che mi hanno guidato a scoprire Mons, a piedi e in bici, e che ringrazio per la loro calorosa accoglienza. Altrettanto piacevole è stato ricevere il racconto della “sua città” che Mirella mi ha inviato, le dieci domande che potete leggere di seguito. Abbiamo parlato molto di turismo della memoria che è un tema a me caro, quando viaggio alla ricerca delle persone che sono emigrate in cerca di un futuro migliore. In Belgio si sono riversate migliaia di italiani nel secondo dopoguerra, impegnate in lavori umili, in miniera e non solo. Seguite in anni più recenti da giovani impegnati in contesti molto diversi, molti attorno alla capitale Bruxelles sede dell’Unione Europea.  

Ho avuto altre due guide in Vallonia: Saverio Provenzano a Namur. Antonio Neri a Dinant. Ora attendo anche le loro risposte!

1  Da dove vengono gli ospiti in visita alla vostra città? Sono più italiani o stranieri?

Nel 2015, Mons fu Capitale Europea della Cultura. Mons non è più solo un puntino sulla mappa del Belgio e dell’Europa perché la città è stata in grado di sostenere i suoi sforzi per un turismo di qualità, migliorando e rinnovando ogni giorno l’offerta culturale e l’accoglienza. Mons attrae visitatori nazionali, certo, e visitatori da paesi limitrofi (Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo) ma anche visitatori da altri paesi europei. Fuori Europa, notiamo molti Americani e Canadesi che vengono per turismo della memoria (prima e seconda guerra mondiale).

2  Sono più facili da gestire gli ospiti informati? O è meglio prendere per mano persone che arrivano e sanno poco del luogo in cui si trovano?

Nel caso di Mons, i visitatori adulti sono sorpresi dalle numerose ricchezze culturali della città. Mi piace prenderli per mano e suscitare il loro interesse. Vedere il loro sorriso e il loro entusiasmo dopo la visita è la ricompensa più grande: se sono stupiti, se apprezzano la città dove vivo, vuol dire che lo diranno intorno a loro oppure che torneranno.

3  Ci sono due – tre aneddoti successi durante una visita che avete voglia di raccontare?

Spesso i visitatori mi chiedono se sono laureata in storia dell’arte e, quando dico no, sono impressionati dal fatto che riesco a rispondere alle domande più specifiche. Sono complimenti che vanno dritto al cuore. L’altra cosa è che molti visitatori indovinano che sono stata insegnante (prima della pensione).

4  E un’esperienza invece da dimenticare?

Era una mostra di vari artisti surrealisti, una mostra che ebbe un enorme successo con tantissime visite l’una dopo l’altra lo stesso giorno. Con la fatica accumulata, durante l’ultima visita del giorno, ho dimenticato il titulo di una pittura famosa e il nome dell’artista. Ho dovuto leggere il cartello…

5  Quali sono le domande o gli atteggiamenti degli ospiti in visita che possono “mettere in crisi” o imbarazzare una guida, anche con esperienza?

Mons

Mi fa rabbia quando i gruppi scolastici non sono preparati (in particolare per le mostre temporanee del Museo di Belle Arti) oppure quando i professori ascoltano meno degli alunni. Una volta, in un gruppo, le due maestre non ascoltavano ed erano sul loro telefonino! I gruppi scolastici dovrebbero essere un po’ preparati, io dovrei essere informata sull’età dei ragazzi e sulla finalità della visita. Ma il visitatore che mi darebbe più rabbia è quello che utilizza il telefonino a scopo di verifica. Per fortuna non è capitato finora.

6  Esistono o avete verificato alcuni stereotipi sulle caratteristiche dei turisti a seconda della loro provenienza?

Non direi che si tratta di stereotipi. La differenza si nota forse in base alla cultura e alla formazione in vigore nel paese di origine e anche in base all’età.

7  Come si conciliano gli aspetti tecnici di una città e quelli più leggeri? (shopping, pranzi ecc.) Se un ospite ha fretta di vedere tutto in poco tempo e poi infilarsi in un negozio lo assecondate o cercate di trattenerlo?

Una cosa che mi dà fastidio è quando un gruppo arriva con ritardo e che per di più i partecipanti vogliono andare al bagno prima di incominciare la visita! Il mio ruolo è principalmente di fare scoprire, apprezzare, amare la mia città di Mons (storia, cultura, architettura, vita sociale ecc.) ma se dopo la visita vogliono delle indicazioni per lo shopping o una pausa birra o caffè lo faccio con molto piacere.

8  Cosa fa di un ospite una persona speciale, di quelle che a fine servizio vi fa voglia di starci insieme più tempo?

Tutti gli ospiti sono speciali per me ed avrei voglia di rimanere in contatto con tutti! Mi piacerebbe avere loro notizie per sapere cosa hanno apprezzato durante la visita, durante il soggiorno in Belgio, anche per conoscere il ranking di Mons tra tutte le città visitate. Ci sono quelle persone che mi permettono, con le loro domande, la loro curiosità e le loro conoscenze, di ripensare il mio approccio al riguardo di un tema o di completarlo.

9  Si può diventare amici degli ospiti in visita? Può succedere di mantenersi in contatto anche dopo?

Diventare amici con i partecipanti dei gruppi è difficile. Ce ne sono molti! Quello che succede a volte è che la persona responsabile di un Gruppo/un tour operator chiede all’ufficio turistico di essere la loro guida per le visite future. È una grande soddisfazione; vuol dire che sono stati contenti!

Rimanere in contatto con dei piccoli gruppi di uno, due, tre persone è possibile perché c’è un contatto più personale durante la visita.

10  Consigliereste a un giovane di studiare per diventare guida turistica? SI – NO – Perché?

Sì, consiglio ai giovani che amano la loro città di seguire la formazione per diventare guida turistica. Più che un “lavoro” è un vero piacere, è molto gradevole, ogni visita è particolare perché dipende dal profilo dei partecipanti, richiede molta adattabilità e non ci si annoia mai!

In collaborazione con    https://visitwallonia.it/

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