La mostra che apre il 2025 alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia è dedicata a Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio, questo è il titolo della retrospettiva visitabile fino al 15 settembre, comprende circa 70 opere da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, fra cui Tate Modern, Centre Pompidou, Guggenheim New York e Museum of Modern Art. Lo scorso giovedì 10 aprile è stata introdotta dalla consueta conferenza stampa, tenutasi sulla terrazza di Palazzo Venier dei Leoni. La dimora veneziana di Peggy Guggenheim, che tanto ha fatto per l’arte nel corso della sua lunga vita, si è dimostrata ancora una volta un centro propulsore per gli amanti della cultura contemporanea.

La vita di Maria Helena Vieira da Silva (1908-1992) si è svolta in diverse città che hanno segnato il suo percorso artistico. Nata a Lisbona, nel 1928 va a studiare a Parigi e già allora, a vent’anni, intraprende un Grand Tour in Europa alla ricerca di ispirazione artistica che l’ha portata anche a Venezia. La città deve averla colpita in questa prima visita, ripetuta poi negli anni Cinquanta con la partecipazione alla Biennale Arte (1950 e 1954) e la trasposizione su tela della città lagunare. Alcune di queste opere sono visibili nella mostra veneziana.
In mezzo il tempo di guerra: per Vieira da Silva sono anni di esilio volontario con il marito Arpad Szenes, artista ebreo ungherese, lontani dall’Europa in fiamme. Durante il lungo soggiorno coatto a Rio de Janeiro le notizie dall’Europa arrivano centellinate. I suoi (e loro) quadri sono pervasi da sentimenti di sgomento e angoscia, un senso di soffocamento che proviamo anche noi a vederli. Questi cattivi pensieri sono dissipati dalla fine del conflitto, dal ritorno alla vita normale e alla madre Europa che li ha accolti nuovamente per vivere e lavorare, finalmente in pace.



Il legame con Peggy Guggenheim risale proprio a questi anni: nel 1943 la Guggenheim ha ospitato Vieira da Silva nella sua galleria newyorkese Art of This Century, nella storica mostra Exhibition by 31 Women. La rappresentazione dello spazio, già presente nell’espressione artistica di Maria Helena Vieira da Silva, dagli anni Cinquanta diventa tema centrale. Le città dove vive sono rappresentate in grandi tele colorate con i loro pregi e difetti: la vita frenetica e le tante opportunità, gli spazi dove cose e persone si trovano a competere. Persone sono anche i giocatori camuffati, in cerca della mossa vincente fra le carte e le tessere degli scacchi. Il suo linguaggio visivo si evolve nel corso della sua lunga vita artistica, dagli anni Trenta agli anni Ottanta, attingendo agli studi di scultura e anatomia ma anche alle avanguardie del Novecento.
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12 04 Oggi apre una nuova mostra alla collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Anatomia di uno spazio è il titolo della retrospettiva dedicata a Maria Helena Vieira da Silva (1908-1992) artista nata a Lisbona e morta a Parigi, presentata giovedì in conferenza stampa. Arpad Szenes, ebreo ungherese, è stato suo marito e compagno per tutta la vita. Insieme hanno trascorso gli anni della seconda guerra mondiale esiliati a Rio de Janeiro, lontani da tutto e tutti. In fuga dall’Europa dove sono tornati a vivere e dipingere il mondo dopo la guerra. Nelle 10 stanze dove circa 70 suoi quadri sono esposti, Vieira da Silva utilizza un linguaggio astratto e figurativo vicino al Cubismo e al Futurismo. Ritrae città che non dormono mai, luoghi vissuti in compagnia del marito. Ma anche ritratti e autoritratti, tutti colorati. Giocatori di scacchi, la processione di Sant’Antonio, naufraghi, Sorpresa è il bianco dell’ultima stanza che spazza via con grandi tele tutti i colori visti prima. Bianco e grigio in tutte le sfumature. Visitabile fino al 15 settembre #mostreavenezia #ziarobiavenezia