Chiudo la nuova valigia, recupero i bagagli ed alle 7.45 lascio la “tana” che mi ha ospitato per 8 notti. Oggi il 109 è pieno di bimbi che tornano a scuola dopo le vacanze, arrivo all’aeroporto sotto un cielo nero e gravido di pioggia. Visito l’aeroporto, imbarco la valigia e, dopo un accurato controllo del passaporto d’emergenza mi trovo nella saletta dei passeggeri per Zurigo. L’aereo decolla puntuale ed alle 10.52 atterro sotto un cielo un po’ più chiaro, presto un nuovo decollo e infine arrivo alle 13.37 a Roma, con la migliore accoglienza per il 2005: sole e cielo azzurro. La polizia mi ferma: i documenti non sono in regola, in commissariato mi chiedono perché non ho il passaporto, spiego la situazione ed esibisco la patente di guida finché finalmente le porte d’uscita si aprono. Ritiro il bagaglio e alle 15.30 sono a casa con in mente una vacanza finita e un 2005 appena agli esordi.

Considerazioni: Non posso fare a meno di ricordare le note negative, anche personali, come il furto della valigia piena in una camera chiusa a chiave di una pensione berlinese gestita da lituani, al centro della grande ed evoluta Germania. Riguardo l’ospitalità museale i tedeschi superano in nazionalismo anche i francesi, c’è ben poca attenzione per i visitatori non di lingua teutonica, spesso mancano le audio guide in inglese e le didascalie sono solo in tedesco. Quando decisi per il Capodanno a Berlino mi aspettavo una città buia, fredda e triste, e ho scoperto una città viva, moderna, ricca d’arte e di acqua, pronta ad assumere il ruolo di guida dell’Europa, merito forse anche della forzata divisione che ha permesso di costruire, nei vuoti lasciati dalla caduta del Muro, tanti spazi e monumenti avanguardisti. Una classe politica lungimirante ha chiamato alla ricostruzione i più grandi architetti contemporanei: Piano, Foster, Koons, Jahn, Libeskind, Gropius ecc. Oggi per chi vuole immergersi nell’arte Berlino offre l’imbarazzo della scelta con decine di musei per tutti i gusti e palati. L’integrazione fra le 2 anime è cosa fatta, almeno agli occhi di un turista che ha avuto la possibilità di visitarla per una settimana. Berlino è straordinariamente piena di locali, ristoranti e caffè, dove a tutte le ore turisti e nativi fuggono dalle intemperie, comunicano e mangiano. Il clima non è stato così rigido come mi aspettavo, poche volte siamo scesi sotto lo zero e per 2 mezze giornate vi è stato persino uno sprazzo di sole, la pioggia ci ha solamente infastidito per qualche ora senza mai farci rinunciare al programma della giornata. A parte l’abbigliamento, il cui costo è ormai uguale in tutto il mondo globalizzato, abbiamo avuto l’impressione che i prezzi per gli alimentari siano inferiori ai nostri, e dire che ai tempi del marco una delle ragioni per evitare un viaggio in Germania erano proprio i costi. I mezzi pubblici sono efficienti e puntuali, vi sono poche auto, sembra sempre di essere in un giorno di blocco del traffico a Roma! Il simbolo di Berlino è l’Orso: mi è sempre piaciuto pensare che esso derivi dal carattere che gli abitanti della città ritengono di avere, le statue a grandezza naturale e multicolori del plantigrado fanno bella mostra di sé in molte strade e davanti a varie attività, a volte per pubblicità, altre proprio come ornamento. Un’altra definizione di Berlino è “la città degli angeli”, e visitandola se ne può ben capire il motivo, ce ne sono moltissimi, dal Genio della Vittoria (Siegessaule), ai maestosi angeli musici che ornano la cupola del Berliner Dom, a quello solitario, in rame, sulla Friedrichstrasse; non è un caso che proprio a loro il regista Wim Wenders abbia dedicato “Il cielo sopra Berlino”, film bellissimo e malinconico. Per essere una soluzione di ripiego devo proprio dire che Berlino se l’è cavata più che bene. AUF WIEDERSEHEN !!!

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